Suore di Santa Maria Maddalena Postel

istituto religioso femminile della Chiesa Cattolica
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo istituto tedesco, vedi Suore di Santa Maria Maddalena Postel.

Le Suore di Santa Maria Maddalena Postel (in francese Sœurs de Sainte Marie-Madeleine Postel) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla S.M.M.P.[1]

La congregazione, detta in origine delle Suore delle Scuole Cristiane della Misericordia (in latino Institutum Sororum Scholarum Christianorum a Misericordia), venne fondata a Cherbourg l'8 settembre 1807 dalla religiosa francese Maria Maddalena Postel (1756-1846) con l'approvazione di Claude-Louis Rousseau, vescovo di Coutances: nel 1832 la Postel acquistò l'antica abbazia benedettina di Saint-Sauveur-le-Vicomte, dove trasferì la casa madre.[2]

L'istituto ricevette il pontificio decreto di lode il 29 agosto 1859 e le sue costituzioni vennero approvate dalla Santa Sede nel 1901.[2] Nel 1920, a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, le case tedesche della congregazione si staccarono dalla casa madre dando origine a un ramo canonicamente autonomo dell'istituto.

La fondatrice, beatificata nel 1908, fu proclamata santa da papa Pio XI il 24 maggio 1925.[3]

Attività e diffusione

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Le finalità dell'istituto sono l'istruzione e l'educazione cristiana della gioventù e la cura dei malati, anche a domicilio.[2]

Le suore sono presenti in Repubblica del Congo, Costa d'Avorio, Francia, India, Indonesia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito;[4] la sede generalizia è a Saint-Sauveur-le-Vicomte (Bassa Normandia); nel 2005 le suore erano 358, in 57 case.[1]

  1. ^ a b Ann. Pont. 2007, p. 1713.
  2. ^ a b c DIP, vol. VIII (1988), coll. 724-725, voce a cura di G. Rocca.
  3. ^ Bibliotheca Sanctorum, vol. VIII (1967), coll. 1131-1135, voce a cura di M.O. Garrigues.
  4. ^ Soeurs de S.te Marie-Madeleine Postel dans le monde, su catholique-coutances.cef.fr. URL consultato il 18-7-2009 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2009).

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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