Suore salvatoriane dell'Annunciazione
Le Suore salvatoriane dell'Annunciazione (in francese Sœurs Salvatoriennes Basiliennes de l'Annonciation) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio del rito greco-melkita: le suore di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla C.S.B.A.[1]
Storia
modificaLe origini della congregazione risalgono al monastero siriano di Nostra Signora di Seidnaya, presso Damasco, che nel 1724 passò dalla comunità greco-ortodossa alla greco-cattolica. Il monastero tornò presto all'ortodossia ma una delle religiose, Takla, lasciò la comunità e si ritirò a Barté, nel sud del Libano, dove iniziò a ricevere novizie e postulanti.[2]
Nel 1735 il patriarca Cirillo VI Tanas invitò la comunità a stabilirsi vicino a Sidone, presso il monastero basiliano del Santissimo Salvatore, affinché i monaci potessero garantire l'assistenza spirituale alle religiose. Nel 1753 il patriarca fece erigere per le religiose una cappella dedicata a Nostra Signora dell'Annunciazione, che diede il nome al monastero femminile.[2]
Nel 1940 Nicola Borkhoche, superiore generale dei salvatoriani, decise di trasformare il monastero in congregazione religiosa; nel 1941 si ebbero le prime professioni secondo il nuovo stato giuridico e nel 1944 le suore aprirono le prime filiali e delle scuole in alcuni villaggi del Libano.[3]
L'istituto fu riconosciuto come istituto di diritto pontificio nel 1953.[3]
Attività e diffusione
modificaLe suore si dedicano a varie forme di apostolato, soprattutto all'insegnamento.
Oltre che in Libano, le suore sono presenti in Egitto, Giordania, Siria e a Gerusalemme;[4] la sede generalizia è a Saida.[1]
Nel 2010 la congregazione contava 70 religiose in 14 case.[1]
Note
modificaBibliografia
modifica- Annuario pontificio per l'anno 2013, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2013. ISBN 978-88-209-9070-1.
- Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.