al-ʿImrān
Al-ʿImrān (arabo: آل عمران «La Famiglia di Imran») è la terza sūra del Corano. È una sura medinese composta da 200 versetti. Questa sura prende il nome dalla famiglia di Imran, a cui appartengono figure profetiche importanti come Maria (madre di Gesù) e Gesù stesso. Essa tratta temi fondamentali come la fede, la lotta tra il bene e il male, le virtù morali, le relazioni con le genti del Libro (Ebrei e Cristiani) e la comunità dei credenti.
Al-ʿImrān | |
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Sūra | 3 |
Āyāt | 200 |
Tipologia | Sure medinesi |
Contenuto
modificaFede e Monoteismo
modificaVersetti 1-32: La sura inizia con le lettere mistiche "Alif, Lam, Mim" e proclama la rivelazione del Corano come guida per l'umanità. Viene enfatizzata la sovranità di Allah e la necessità di credere nei Suoi messaggeri. Si discute dell'importanza del monoteismo e della fede sincera in Allah, mettendo in guardia contro l'incredulità e l'ipocrisia.
La Famiglia di Imran e la Nascita Miracolosa di Gesù
modificaVersetti 33-63: Questa sezione narra la storia della famiglia di Imran, evidenziando la purezza e la devozione di Maria. La sura racconta la nascita miracolosa di Gesù e la sua missione come profeta. Si ribadisce che Gesù è un servo di Allah e non una divinità, contestando la dottrina cristiana della Trinità.
Unità della Fede e Dialogo con le Genti del Libro
modificaVersetti 64-101: Viene esortato un dialogo rispettoso con le genti del Libro (Ebrei e Cristiani), sottolineando le somiglianze tra le religioni abramitiche. La sura invita al riconoscimento del comune monoteismo e mette in guardia contro la divisione e l'ostilità religiosa.
Battaglia di Uhud e Lezioni per i Credenti
modificaVersetti 102-120: La sura riflette sulla battaglia di Uhud, una delle principali battaglie tra i Musulmani e i Meccani. Vengono analizzati gli errori commessi e le lezioni apprese, come la necessità di obbedienza e unità tra i credenti. Si sottolinea l'importanza della perseveranza e della fiducia in Allah anche nelle avversità.
Morale e Etica Sociale
modificaVersetti 121-180: Si enunciano principi etici e morali per la comunità musulmana. Viene ribadita l'importanza della giustizia, della carità, e del buon comportamento verso il prossimo. La sura affronta anche temi come l'usura e il commercio, promuovendo l'onestà e la trasparenza negli affari.
La Ricompensa dei Giusti e la Punizione dei Malvagi
modificaVersetti 181-200: La sura conclude con promesse di ricompensa per i giusti e avvertimenti di punizione per i malvagi. Viene enfatizzato che Allah è onnisciente e giusto, e che ogni azione sarà giudicata con equità. I credenti sono esortati a rimanere fermi nella fede e a perseverare nella rettitudine.
Analisi
modificaGeneralmente si crede che Imran è il padre di Mosè, Aronne e Maria. Questa sura si riferisce alla sua famiglia, che oltre a lui e a Maria include anche Anna e Gesù figlio di Maria. Si ritiene che questa sura sia la seconda o la terza fra le medinesi. Sarebbe stata rivelata in maggior parte nel terzo anno dell'Egira con una probabile eccezione per il versetto 61 che menziona Mubahala e quindi potrebbe essere stato rivelato durante la visita della delegazione cristiana di Najran che è avvenuta nel decimo anno dell'Egira. Questa sura si concentra soprattutto sulla trasmissione della profezia attraverso Mosè.
Si narra che i versetti 173-176 furono rivelati divinamente a Maometto durante la spedizione di Badr al-Maw'id.[1]
Note
modifica- ^ (EN) William Muir, The life of Mahomet, Smith, Elder & Co, 1861, pp. 222.
Bibliografia
modifica- Il Corano, traduzione di Hamza Roberto Piccardo, 7ª ed., Newton Compton, 2015, ISBN 9788854174603.
- Il Corano, collana Le Religioni, traduzione di Martino Mario Moreno, La Repubblica, 2005 [1967], ISBN 9788854174603.
Altri progetti
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