L'Itegue Taitu Hotel è l'albergo più antico di Addis Abeba, in Etiopia.[1]

Itegue Taitu Hotel
La facciata posteriore nel 2009
Localizzazione
StatoEtiopia (bandiera) Etiopia
RegioneScioa
LocalitàAddis Abeba
Coordinate9°01′50.42″N 38°45′15.44″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1907
Stilearchitettura abissina
Usoalbergo
Realizzazione
ArchitettoMinas Kherbekian
Appaltatoreimperatrice Taitù Batùl

L'albergo fu edificato nel 1907 su progetto dell'architetto armeno Minas Kherbekian, per volere dell'imperatrice Taitù Batùl, moglie di Menelik II,[1] allo scopo di potervi accogliere gli ospiti stranieri in visita alla città.[2]

Durante la guerra d'Etiopia, la struttura, ribattezzata Hotel Imperial[3] (poi Hotel Imperiale durante il periodo coloniale italiano)[4], ospitò vari reporter stranieri inviati per narrare le vicende belliche, tra i quali lo scrittore Evelyn Waugh, che si ispirò proprio all'albergo per descrivere l'immaginario Hotel Liberty in cui ambientò la novella satirica Scoop.[3]

Negli anni sessanta e settanta l'adiacente Jazzamba Lounge divenne sede dell'Ethiopian jazz scene,[5] ma l'albergo cadde successivamente in declino.[2]

Nel gennaio del 2015 un grosso incendio, sviluppatosi per cause ignote, distrusse il Jazzamba Lounge e danneggiò profondamente l'hotel; i proprietari annunciarono fin da subito la loro intenzione di ricostruirlo interamente.[5]

Descrizione

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La facciata d'ingresso nel 2007

La struttura è caratterizzata dalla presenza di molte strutture in legno, tra cui le lunghe verande che corrono lungo le facciate al piano terreno e al primo piano, le scale e i pavimenti.[2]

  1. ^ a b Briggs, p. 143.
  2. ^ a b c Andrea Semplici, Ritorno ad Addis, su andreasemplici.it. URL consultato il 12 agosto 2017.
  3. ^ a b (EN) Aislinn Laing, 'Scoop' hotel in Ethiopia destroyed by fire, in www.telegraph.co.uk, 15 gennaio 2015. URL consultato il 12 agosto 2017.
  4. ^ Asquer, p. 96.
  5. ^ a b (EN) Fire damages Addis Ababa hotel made famous by Evelyn Waugh's Scoop, in www.telegraph.co.uk, 12 gennaio 2015. URL consultato il 12 agosto 2017.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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