Rucervus eldii

specie di animali della famiglia Cervidae
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Il tameng (Rucervus eldii M'Clelland, 1842), noto anche come cervo di Eld, è una specie di cervo diffusa attualmente soltanto in poche zone di Birmania, Cambogia, Cina (Hainan), India settentrionale (Manipur), Laos, Thailandia e Vietnam[2].

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Tameng
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineArtiodactyla
FamigliaCervidae
SottofamigliaCervinae
GenereRucervus
SpecieR. eldii
Nomenclatura binomiale
Rucervus eldii
(M'Clelland, 1842)
Sinonimi

Cervus eldii
M'Clelland, 1842

Descrizione

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Il tameng ha una lunghezza testa-corpo di 1,5-1,8 m, una coda di 20-30 cm e un'altezza al garrese di 114 cm; può raggiungere i 150 kg di peso. Caratteristici di questa specie sono gli impressionanti palchi a forma di arco o di lira, che si dirigono all'indietro formando un'unica lunga curva, con un ramo più piccolo che si dirige in avanti sulla fronte[3]. I palchi vengono rimpiazzati ogni anno, e raggiungono la loro massima estensione (99 cm) durante la stagione degli amori[4]. Questa specie imponente possiede la statura elegante tipica delle specie del genere Cervus, con zampe lunghe e sottili, corpo snello, coda corta e grandi orecchie[5]. Il manto ispido è di colore variabile dal bruno-rossastro al grigio[4], più chiaro sulle regioni inferiori; assume tonalità più rossastre in estate e più scure in inverno[4][5]. I maschi sono più grandi e pesanti delle femmine, tendono ad avere una colorazione più scura e possiedono una fitta criniera di lunghi peli attorno al collo[5]. Alla nascita i piccoli hanno il manto ricoperto da macchie bianche che scompaiono con l'età[4].

Biologia

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Per gran parte dell'anno, le femmine di tameng vivono da sole o in coppia con i propri piccoli[6], ma durante la stagione degli amori femmine e piccoli si radunano in mandrie composte anche da 50 esemplari[5]. Anche i maschi sono generalmente solitari, tranne che in primavera, quando ha inizio la stagione riproduttiva[7]. In Cina, essa ricorre tra febbraio e giugno, e i piccoli (uno o, occasionalmente, due) nascono tra settembre e gennaio, dopo una gestazione di circa 34 settimane; in India, i piccoli nascono tra metà ottobre e la fine di dicembre[7]. I tameng della Thailandia (R. e. siamensis) e della Birmania (R. e. thamin) si riproducono tra febbraio e aprile e danno alla luce i piccoli tra ottobre e novembre[6]. Come quelle di quasi tutti i Cervidi, le madri, immediatamente dopo la nascita, nascondono il piccolo tra l'erba alta. I giovani vengono svezzati a circa cinque mesi e raggiungono la maturità sessuale tra un anno e mezzo e i due anni di età[5].

Il tameng è attivo per quasi tutto l'arco della giornata, ma tende a ripararsi all'ombra nelle ore centrali[6]. Effettua brevi migrazioni alla ricerca di acqua durante la stagione secca e alla ricerca di cibo nella stagione delle piogge[8]. Predilige le aree colpite stagionalmente dagli incendi, poiché si nutre dei nuovi germogli che emergono dalle ceneri[8]. La sua dieta comprende una vasta gamma di erbe, frutti, piante erbacee e acquatiche, e talvolta si spinge nelle aree coltivate ai limiti della foresta per brucare riso, lenticchie, mais, piselli e rape[5][8].

 
Tameng del Manipur (R. e. eldii).
 
Tameng del Myanmar (R. e. thamin).
 
Tameng della Thailandia (R. e. siamensis).

Distribuzione e habitat

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Il tameng è originario dell'Asia meridionale e sud-orientale, e attualmente ne vengono riconosciute tre sottospecie geograficamente isolate[1][8]. Il tameng del Manipur (R. e. eldii) è confinato a una piccola area del Manipur, in India; il tameng della Thailandia (R. e. siamensis) è presente in Cambogia, sull'isola di Hainan (Cina) e in Laos, mentre è scomparso in Thailandia e Vietnam, dove era presente in passato; il tameng del Birmania (R. e. thamin) vive nelle regioni centrali della Birmania, ma in passato era presente anche nelle regioni occidentali della Thailandia[1][6].

Il tameng del Manipur (R. e. eldii) popola le aree di vegetazione galleggianti note come phumdi, mentre le sottospecie di Thailandia (R. e. siamensis) e Birmania (R. e. thamin) abitano foreste secche di dipterocarpi[9][10], vallate e pianure (evitando foreste fitte e aree costiere) e, occasionalmente, foreste inondate stagionalmente[5][7][9].

Tassonomia

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Ne vengono riconosciute tre sottospecie[2]:

  • R. e. eldii M'Clelland, 1842;
  • R. e. siamensis Lydekker, 1915;
  • R. e. thamin Thomas, 1918.

Conservazione

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Il tameng viene cacciato in tutto il suo areale per la carne e per i palchi[7]. In particolare, si ritiene che molti esemplari siano stati abbattuti per nutrire gli eserciti che hanno combattuto in molte guerre asiatiche[6]. I palchi impressionanti e il cuoio, venduti nei mercati locali, ne fanno una preda ambita[7]. Anche la distruzione dell'habitat dovuta all'espansione dell'agricoltura ha avuto un serio impatto su questa rara specie. Nel Manipur, la popolazione di tameng del Manipur (R. e. eldii) si è ridotta principalmente a causa della trasformazione delle zone umide in cui vive in pascoli, terreni agricoli e strutture per l'acquacoltura[7]. Solo una minima parte dell'areale della specie è protetta; si ritiene che unicamente l'1% delle foreste protette del Sud-est asiatico sia favorevole alla sua sopravvivenza[9]. Perfino all'interno delle aree protette la specie non è al sicuro. Il santuario naturale di Chatthin, nella Birmania, è una delle ultime roccaforti della specie, ma le foreste di dipterocarpi che ospita continuano a essere abbattute a un ritmo impressionante dalle comunità locali per il legname o per fare spazio a terreni agricoli[11]. Purtroppo, fondi necessari e politiche adeguate per proteggere la specie sono spesso carenti[10]. A causa della distribuzione estremamente frammentata, la specie è inoltre a rischio di inincrocio e perdita della variabilità genetica[10].

Il tameng è presente in un certo numero di aree protette sparse un po' in tutto il suo areale. L'intera popolazione di tameng del Manipur (R. e. eldii) vive entro i confini del parco nazionale di Keibul Lamjao, nel Manipur[1], istituita nel 1977 appositamente per proteggere questa sottospecie[7]. Inoltre, gruppi locali hanno contribuito a sensibilizzare l'opinione pubblica e a trovare sostegno per la conservazione[7]. La riserva naturale di Hainan Datian, sull'isola di Hainan, venne istituita nel 1976 allo scopo di favorire il recupero del tameng della Thailandia (R. e. siamensis), e attualmente la popolazione ivi ospitata cresce ogni anno di circa il 15%[12]. Essa, infatti, è divenuta così numerosa che un gran numero di esemplari è stato trasferito in altre parti dell'isola[12]. I santuari naturali di Kyatthin e Shwesettaw sono stati istituiti nella Birmania per proteggere la sottospecie endemica (R. e. thamin), e a partire dal 1995 è all'opera un progetto per sensibilizzare l'opinione pubblica locale circa la situazione del cervo e lo stato di protezione del santuario naturale di Kyatthin[7]. Popolazioni in cattività sono presenti un po' in tutto il mondo, ma in esse l'inincrocio è frequente e sono necessari progetti cooperativi di incroci incrociati per aumentare in esse la variabilità genetica e poterle, in futuro, inserirle in programmi di reintroduzione in natura[10].

  1. ^ a b c d (EN) Black, P.A. & Gonzalez, S. (Deer Red List Authority) 2008, Rucervus eldii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Rucervus eldii, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Pickrell, J. (2002) New Population of Rare Asian Deer Found in Laos. National Geographic News (November, 2006)
  4. ^ a b c d Macdonald, D. (2001) The New Encyclopedia of Mammals. Oxford University Press, Oxford.
  5. ^ a b c d e f g World Deer Archiviato il 26 marzo 2009 in Internet Archive. (November, 2006)
  6. ^ a b c d e Wemmer, C. (1998) Deer: Status Survey and Conservation Action Plan. IUCN/SSC Deer Specialist Group, IUCN, Gland, Switzerland.
  7. ^ a b c d e f g h i McShea, W.J., Aung, M., Poszig, D., Wemmer, C. and Monfort, S. (2001) Forage, habitat use and sexual segregation by a tropical deer (Cervus Eldi Thamin) in a dipterocarp forest. Journal of Mammalogy, 82(3): 848 - 857.
  8. ^ a b c d Balakrishnan, C.N., Monfort, S.L., Gaur, A., Singh, L. and Sorenson, M.D. (2003) Phylogeography and conservation genetics of Eld's deer (Cervus eldi). Molecular Ecology, 12: 1 - 10.
  9. ^ a b c National Zoo Archiviato il 14 gennaio 2006 in Internet Archive. (November, 2006)
  10. ^ a b c d China.org.cn: Rare Eld's Deer Moving to New Homes (November, 2006)
  11. ^ McShea, W.J. (2008) Pers. comm.
  12. ^ a b McShea, W.J., Koy, K., Clements, T., Johnson, A., Vongkhamheng, C. and Aung, M. (2005) Finding a needle in the haystack: Regional analysis of suitable Eld's deer (Cervus eldi) forest in Southeast Asia. Biological Conservation, 125(1): 101 - 111.

Altri progetti

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