Teoria generale dello spirito come atto puro

Trattato di logica del filosofo Giovanni Gentile del 1916

La Teoria generale dello spirito come atto puro è un'opera del filosofo Giovanni Gentile pubblicata per la prima volta nel 1916, e da lui concepita come introduzione al sistema della Logica, trattata in un apposito saggio nell'anno successivo, di cui rappresenta in un certo senso il contraltare.[1]

Teoria generale dello spirito come atto puro
Edizione del 1920
AutoreGiovanni Gentile
1ª ed. originale1916
Generesaggio
Lingua originaleitaliano

Contenuto

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Mentre la Logica evidenzia l'«attuarsi concreto e positivo» dello Spirito, la Teoria generale dello Spirito nasce dal riconoscimento della negatività originaria del pensiero, perché considera reale solo l'atto vivente del pensare, negando consistenza al mondo naturale e alla materia.[1]

L'atto dello spirito è «negatività originaria» in quanto si compie all'origine di sé, della sua auto-creazione, nel momento in cui nega l'essere come natura, nega cioè qualcosa che non esiste, ritenuto erroneamente esistente dal naturalismo,[2] e in questa negazione realizza sé stesso.

Alla negatività strutturale dello spirito si affianca così una negatività intesa anche come «polemica» rivolta alle dottrine naturalistiche succedutesi nel corso della storia, rivendicando la libertà e la purezza dell'atto spirituale unitario.[3]

«La nostra dottrina dunque è la teoria dello spirito come atto che pone il suo oggetto in una molteplicità di oggetti, e insieme risolve la loro molteplicità e oggettività nell'unità dello stesso soggetto. Teoria che sottrae lo spirito a ogni limite di spazio e di tempo e da ogni condizione esteriore; rende pure impensabile ogni sua reale moltiplicazione interna, per cui un momento suo possa dirsi condizionato da momenti anteriori; e fa quindi della storia, non il presupposto, ma la realtà e concretezza dell'attualità spirituale, fondando così la sua assoluta libertà.»

Suddivisione in capitoli

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  1. La soggettività del reale
  2. La realtà spirituale
  3. L'unità dello spirito e la molteplicità delle cose
  4. Lo spirito come svolgimento
  5. Il problema della natura
  6. L'astratto universale e il positivo
  7. L'individuo come io
  8. Il positivo come autoctisi
  9. Lo spazio e il tempo
  10. L'immortalità
  11. Causalità, meccanismo e contingenza
  12. Previsione e libertà
  13. L'antinomia storica e la storia eterna
  14. L'arte, la religione e la storia
  15. La scienza, la vita e la filosofia
  16. La realtà come autoconcetto, il male e la natura
  17. Epilogo e corollari
  18. Idealismo o misticismo?

A epigrafe del testo, subito sotto il titolo, Gentile riporta una citazione di Blaise Pascal:

(FR)

«Par l'espace l'univers me comprend
et m'engloutit comme un point, par
la pensée je le comprends.»

(IT)

«In termini di spazio l'universo mi comprende
e mi inghiotte come un punto;
ma in termini di pensiero sono io che lo comprendo.»

Nella prefazione della prima edizione, si rivolge quindi così ai suoi studenti:

«Stampo dunque questo volumetto [...] per rimanere co' miei scolari anche dopo l'esame, ed esser pronto, se l'opera mia non andrà perduta, a ripeter loro da queste pagine la mia risposta o il mio stimolo a cercarsene una da sè, ogni volta che in loro risorgerà il bisogno, — spero non di rado, — di rispondere ai gravi problemi, così antichi e pur sempre nuovi, da me agitati in iscuola». (Pisa, 15 maggio 1916)

  1. ^ a b Nell'Epilogo del Sistema di Logica del 1917, infatti, Gentile rinvia esplicitamente alla Teoria generale dello Spirito scritto un anno prima: «La negatività originaria dell'atto che nega la natura per realizzare se stesso è il principio della filosofia come Teoria generale dello spirito: polemica contro tutte le forme di naturalismo e introduzione alla filosofia come teoria dell'atto in cui lo spirito consiste: atto che, appreso così, nella sua forma generale di libertà che nega e assorbe il meccanismo del mondo, si può vedere nel suo attuarsi concreto e positivo, nella sua legge, nella sua verità, mediante la Logica. Teoria generale dello spirito e Logica sono perciò due facce della stessa filosofia: una delle quali guarda al negativo, e l'altra al positivo» (Giovanni Gentile, Sistema di logica come teoria del conoscere [1917-1922], Epilogo, cap. II, § 4).
  2. ^ Per questo motivo il naturalismo è (doppiamente) pensiero astratto dell'astratto, perché pensa l'astratto (la natura) senza coscienza di esserne l'autore imprescindibile (cfr. Emanuele Severino, introduzione a L'attualismo, op. cit., § 6, Struttura concreta dell'atto del pensare come unità di essere e non-essere).
  3. ^ Teoria generale dello spirito in Gentile, su treccani.it.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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