Tetraconch
Un tetraconch, dal greco "quattro conchiglie", è un edificio, normalmente una chiesa o altro edificio religioso, con quattro absidi, una in ogni direzione, normalmente di eguali dimensioni. La pianta classica di un tale edificio è pertanto a croce inscritta. Questo tipo di pianta è molto comune nell'architettura bizantina, e scuole collegate come Armenia, alcune aree della Siria e nel Caucaso.[1] Oltre che nelle chiese, questa tipologia di pianta può essere trovata nei mausolei o nei battisteri. Normalmente vi è una cupola più elevata sullo spazio centrale.
Storia
modificaLa Basilica di San Lorenzo (370) a Milano è probabilmente il primo esempio in grande di questa tipologia, con un ambulacro esterno. Nell'architettura bizantina del medio periodo, la pianta a croce inscritta è stata sviluppata essenzialmente utilizzando il tetraconch a formare un quadrato esterno. Una di queste tipologie può anche essere descritta meno precisamente come "croce con cupola". In queste tipologie la semi-cupola dell'abside di solito incomincia direttamente dallo spazio della cupola centrale.
I ruderi della Cattedrale Ninotsminda del 575 d.C. in Georgia sono forse il più antico esempio in quel paese. Gli esempi armeni e georgiani sono posteriori rispetto ad alcuni altri, ma hanno una forma distintiva e sofisticata della pianta. Sono simili alla pianta a croce inscritta, ma in Georgia gli spazi d'angolo, o "camere angolari", sono accessibili solo dallo spazio centrale attraverso strette aperture, e sono chiuse da absidi (come nel monastero di Jvari). In Armenia, la pianta sviluppata anche nel VI secolo, nella chiesa di Santa Ripsima a Echmiadzin (618) è quasi identica a quella di Jvari.[2] Successivamente vennero sviluppate altre piante, con uno spazio principale tetraconch completamente inscritto in un'abside o ambulacro nella terminologia usata nella chiesa occidentale,[3] come nella cattedrale in rovina, della metà del VII secolo, di Zvartnots.[4] La cosiddetta cattedrale in rovina di Bosra, dei primi anni del VI secolo, è uno dei maggiori primi esempi siriani di chiesa a pianta tetraconch,[5] anche se in Siria questa tipologia di chiesa non rimase così popolare come in Caucaso.
Il Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna (425-430), famoso nel mondo per i suoi mosaici, è quasi un tetraconch, anche se ci sono brevi bracci a volta che portano dallo spazio centrale a ogni abside. Questi terminano su una parete piana, senza semi-cupola, e la navata d'ingresso è leggermente più lunga.
Un famoso ritorno al tetraconch in occidente si ebbe nel progetto del Bramante per il primo progetto della Basilica di San Pietro a Roma.
Un triconch ha solo tre absidi; normalmente omettendo quella a occidente, che può essere sostituita da un nartece. Molte chiese di entrambe le tipologie sono state estese, soprattutto a ovest con l'aggiunta di navate, in modo da assomigliare a una più convenzionale basilica. La chiesa di Istanbul di Santa Maria dei Mongoli ne è un esempio.
Note
modifica- ^ Hill, p. 244.
- ^ Atroshenko e Collins, p. 23.
- ^ Atroshenko e Collins, p. 60, primi esempi armeni. Vedi anche Art, su Republic of Armenia. URL consultato il 24 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2012).
- ^ Kleinbauer, p. 245.
- ^ Atroshenko e Collins, p. 60.
Bibliografia
modifica- (EN) V.I. Atroshenko e Judith Collins, The Origins of the Romanesque, London, Lund Humphries, 1985, ISBN 085331487X.
- (EN) Julie Hill, The Silk Road Revisited: Markets, Merchants and Minarets, AuthorHouse, 2004, ISBN 1425972802. Ospitato su Google books.
- (EN) W. Eugene Kleinbauer, Zvart'nots and the Origins of Christian Architecture in Armenia, in The Art Bulletin, vol. 54, n. 3, settembre 1972, pp. 245-262. Ospitato su jstor.org.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- Modello Archiviato il 14 marzo 2012 in Internet Archive. di chiesa armena tetraconch del VII secolo.