Tifoseria della S.S.C. Ancona
In questa voce sono riportate informazioni relative alla storia ed evoluzione della tifoseria del U.S. Ancona, società calcistica italiana con sede ad Ancona.
![](http://up.wiki.x.io/wikipedia/it/thumb/8/88/Ultrasancona80.jpg/220px-Ultrasancona80.jpg)
Contesto
modificaPer le partite casalinghe la tifoseria organizzata si riunisce nella curva nord dello Stadio Del Conero.
Fan club
modificaIl Clubs Uniti Biancorossi Ancona è l'associazione che raccoglie tutti i club di tifosi dell'Ancona presenti in Italia.
Tifoseria organizzata
modificaIl movimento ultras nella città dorica nacque nel 1978.[1] In curva nord, storica sede del tifo organizzato anconetano, viene apposto lo striscione Fossa biancorossa.[1] Probabilmente, tale dicitura fu scelta per omaggiare la Fossa dei leoni, storico gruppo organizzato al seguito del Milan.[1] Inizialmente, i ragazzi che andarono a formare tale gruppo prendevano posto nella gradinata del vecchio stadio Dorico, dato che la curva veniva destinata al tifo ospite.[1] Si spostarono in curva per differenziarsi degli altri club che nacquero in quegli anni, situati tutti in gradinata.[1] Si ricordano in particolare i Fedelissimi e le Furie Rosse.[1]
Alla fine degli anni settanta contribuirono in maniera decisiva alla crescita del seguito i numerosi derby che l'Ancona disputò in Serie D contro formazioni minori come Jesina, Civitanovese, Vigor Senigallia e Osimana.[1] All'inizio del decennio successivo, un gruppo di scissionisti della Fossa Biancorossa diede vita alle Brigate Biancorosse, che furono succedute della nascita del gruppo dei Fighters Ancona.[1]
In occasione della promozione della squadra in Serie C1 del 1982 nacquero gli Ultras Ancona, che presero le redini del tifo organizzato in curva.[1] Il simbolo del gruppo era il casco e la chiave inglese, chiara indicazione dell'ideologia sinistroide del gruppo.[1] Tuttavia negli anni a seguire nacquero diverse fazione di matrice destroide, a dimostrazione della non vincolanza dell'ideologia politica all'interno del tifo organizzato.[1]
Il periodo compreso fra il 1982 e il 1988 coincide con un periodo d'oro per il movimento ultras italiano, e anche quello dorico ne beneficia.[1] I gruppi ultras anconetani condividono l'unica curva dello stadio Dorico con le tifoserie ospiti, e anche a causa di questa deficienza si verificarono scontri più o meno violenti con gli ultras del Pescara, del Modena, della Sambenedettese, della Ternana e dello Spezia.[1] In trasferta da segnalare duri confronti con i tifosi parmensi, reggiani, padovani e cesenati.[1] Nacquero anche importanti amicizie con gli ultras del Cosenza, della SPAL e del Bologna.[1] Nel 1987 si contano oltre dieci gruppi nella curva anconetana, e ai sopracitati si aggiunsero i Red Kaos, i Leoni della pista, The Warriors, e gli Hunters Ancona.[1] La curva a quel punto si coalizzò; nacque il Collettivo Curva Nord Ancona, che ben presto divenne un gruppo vero e proprio, che prese in mano le redini della curva, e dove defluirono tutti i membri delle precedenti fazioni.[1] Alcuni gruppi tuttavia decisero di mantenere una propria autonomia, come i Warriors, la Vecchia Guardia e i Red Kaos.[1]
Nella stagione 1987-1988 l'Ancona viene promossa in Serie B, e la tifoseria affronta delle oceaniche trasferte; in particolare si ricordano i quattromila tifosi che raggiunsero Vicenza.[1] Durante tale periodo l'ideologia politica all'interno della curva prende piede, e gli ultras utilizzano spesso la celebre effigie di Che Guevara.[1] Durante la trasferta ad Ascoli Piceno del campionato 1990-1991, avvengono violenti scontri con la tifoseria locale, ciò comporta un gran numero di diffide e arresti che provoca un affievolimento dell'indole intemperante della tifoseria dorica.[1]
Il campionato di Serie B 1991-1992 risulterà storico per la storia della società marchigiana: il 7 giugno 1992, l'Ancona conquista a Bologna la sua prima promozione in massima serie, davanti a dodicimila tifosi giunti in trasferta.[1] In quell'occasione si rompe il gemellaggio con i bolognesi, in atto da dieci anni.[1] La stagione successiva l'Ancona si trasferisce nel nuovo stadio Del Conero, che tuttavia deficita della curva nord.[1] Ciò costringe gli ultras a occupare la curva sud.[1] Con l'anno nuovo, nonostante l'immediata retrocessione nella serie cadetta, i dorici conquistano il diritto di partecipare alla finale della Coppa Italia 1993-1994, contro la Sampdoria.[1] La partita di andata, giocata in terra marchigiana, è segnata da duri scontri all'esterno dello stadio fra fazioni.[1]
Nel 1996 L'Ancona retrocede dopo anni in terza serie, causando un inevitabile allontanamento di molti tifosi delle sorti della squadra.[1] I gruppi ultras rimasti sono il Collettivo e i The Warriors, che presenziano a ogni trasferta e si fanno notare per iniziative benefiche, tipiche delle tifoserie sinistroidi.[1] In questo periodo, la tifoseria dorica è protagonista di violenti scontri in un autogrill con gli ultras fermani, apice di una recente rivalità.[1] Nel campionato 1999-2000, i marchigiani conquistano la promozione in Serie B; lo scontro decisivo si gioca al campo neutro di Perugia contro i rivali ascolani.[1] Per l'occasione oltre ottomila tifosi seguono la squadra, che ritrova parzialmente il discreto seguito perso qualche anno prima.[1] Il campionato successivo è segnato da violenti confronti con fazioni rivali.[1] Da segnalare gli scontri che caratterizzarono la trasferta a Pescara del 2001, dove circa cinquecento anconetani si scontrarono con le forze dell'ordine, e quelli che coinvolsero il gruppo dei Furiosi Cagliari, che perse ad Ancona il proprio striscione.[1]
Nei primi anni duemila nasce Fronte di Resistenza Ultras a opera degli ultras livornesi, un fronte di coordinamento che coinvolge movimenti con marcata matrice di sinistra.[1] Anche i gruppi organizzati anconetani entrano a farne parte, gettando le basi per un solido rapporto di rispetto con la tifoseria labronica.[1] A ciò si aggiungono le costanti manifestazioni a favore del sociale sostenute dagli ultras dorici, come per esempio i Mondiali Antirazzisti di Montecchio Emilia o la partecipazione ai fatti inerenti al G8 di Genova.[1]
Il 7 giugno 2003 l'Ancona riconquista la Serie A, davanti a oltre ottomila tifosi giunti in trasferta al seguito allo stadio Armando Picchi di Livorno contro la formazione locale.[1] Nel campionato successivo nasce la Brigata Wallace, gruppo di chiara matrice destroide, che getta le basi per una discordanza politica che divide la curva, storicamente di sinistra.[1] Ciò causa lo scioglimento del Collettivo, avvenuto nell'ottobre 2003, dopo sedici anni di militanza.[1] Nascono gli Ultras Ancona, che prendono questo nome in omaggio allo storico gruppo del passato[1]. Gli Ultras vengono affiancati dai Warriors, compattando l'ambiente, ma lasciando in disparte la Brigata Wallace.[1] La priorità di unire la curva spingerà in seguito i gruppi a mettere da parte l'ideologia politica.[1] A fine campionato l'Ancona retrocede e fallisce, essendo costretta a ripartire dalla Serie C2.[1] Per l'occasione la Brigata Wallace muta la propria denominazione in Brigata Ancona, e nascono altri due gruppi che rispondono ai nomi di Cani Sciolti e 1905.[1] Visto il proprio impegno a fare scomparire la politica dalla curva, gli ultras anconetani escono dal progetto Fronte di Resistenza Ultras sposato qualche anno prima.[1]
Nel febbraio del 2007, in occasione degli scontri di Catania che precedono il derby Palermo-Catania, perde la vita l'ispettore capo Filippo Raciti.[1] Ne consegue una dura repressione nei confronti del mondo ultras.[1] Conseguentemente, i gruppi organizzati anconetani decidono per una presa di posizione consistente della diserzione delle partite casalinghe e nell'organizzazione di manifestazioni in città.[1] Nel novembre 2007 si scioglie il gruppo degli Ultras Ancona dopo soli quattro anni di militanza, e il giovane gruppo dei Cani Sciolti.[1] I membri di tali fazioni seguiranno le sorti dell'Ancona individualmente o unendosi a schieramenti già esistenti, come per esempio la Vecchia Guardia.[1] Poco tempo dopo nasce il gruppo Curva Nord Ancona, con l'intenzione di prendere in mano le redini della curva, dalla fusione di The Warriors, Brigata Ancona e 1905, causando dissapori proprio con la Vecchia Guardia.[1]
Nel 2008 l'Ancona torna in Serie B.[1] Tuttavia, dopo una salvezza strappata ai play-out, retrocede, fallisce e viene radiata, causando l'impossibilità a essere iscritta in altri campionati se non in Terza Categoria.[1] Il 10 agosto si riesce comunque a comporre una società da iscrivere al campionato di Eccellenza regionale.[1] La tifoseria organizzata mette in piedi un azionariato popolare che, tramite l'associazione appositamente creata "Sosteniamo l'Ancona", si prefigge l'obiettivo di sostenere economicamente il club dorico grazie a quote versate dai tifosi stessi.[1]
Nella nuova stagione, la tifoseria anconitana viene colpita dal provvedimento del divieto di presenziare in trasferta, a causa degli scontri con le forze dell'ordine avvenuti durante la trasferta di Rimini contro il Real, e quelli avvenuti in occasione della partita contro la Sambenedettese con gli ultras rossoblu.[1] La decisione verrà in seguito revocata, e l'Ancona verrà seguita da oltre millecinquecento tifosi nella trasferta a Fano, decisiva per la promozione in Serie D.[1]
Gemellaggi e rivalità
modificaGemellaggi e amicizie
modifica- SPAL (dal 1984)
- Genoa (dal 1988)
- Napoli
- Bologna (1982-1992)
- Borussia Dortmund
- Cosenza (dal 1985)
- Catania
La tifoseria dorica coltiva gemellaggi di lungo corso con gli ultras di Genoa,[1][2][3][4] SPAL,[1][2][3] e Napoli.[2][3] Ottimi rapporti si registrano con i supporter del Cosenza, nati nel 1985 in occasione di un raduno ultras organizzato dai tifosi rossoblu nella città calabrese.[1] Le due tifoserie sono legate anche dalla comune ideologia sinistroide.[1]. In passato si avevano delle amicizie con il Bologna e il Livorno.
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Striscione genoano inneggiante al gemellaggio con la tifoseria anconitana
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Coreografia dei tifosi dell'Ancona inneggiante al gemellaggio con la SPAL
Rivalità
modificaLe rivalità più accese sussistono contro i collettivi al seguito di Ascoli,[1][3] Sambenedettese,[1][3] Pescara[5][6] e Perugia[3]. Altre inimicizie si hanno con i sostenitori di Cagliari, Verona, Modena, L.R. Vicenza,[7][8] Brescia, Spezia, Parma, Sampdoria, Reggiana, Fermana, Vis Pesaro, Fano, Rimini, Giulianova e Cesena.
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl PRIMO PIANO: Ancona, su ultrasontour.altervista.org, http://ultrasontour.altervista.org/, 28 giugno 2013. URL consultato il 21 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2015).
- ^ a b c Quando Genny 'a carogna fece tappa ad Ancona, su ilrestodelcarlino.it, http://www.ilrestodelcarlino.it/. URL consultato il 21 febbraio 2015.
- ^ a b c d e f Ultras in ITALIA: Marche, su biangoross.com, http://www.biangoross.com/, 25 luglio 2010. URL consultato il 21 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2015).
- ^ Striscione a Marassi: i tifosi del Genoa salutano l'Ancona in Serie C, su Marcheingol.it il portale del calcio dilettantistico marchigiano, 19 aprile 2014. URL consultato l'11 settembre 2017.
- ^ Racconto di una trasferta con scontri ad Ancona (Ancora-Pescara 82-83) - TUTTOCURVE, in TUTTOCURVE, 20 giugno 2015. URL consultato l'11 settembre 2017.
- ^ Redazione PianetaEmpoli, Curva Ospiti – I tifosi del… Pescara | PianetaEmpoli, su pianetaempoli.it. URL consultato l'11 settembre 2017.
- ^ Vicenza-Ancona, tre ultra' dorici arrestati prima della gara, su tifonet.it, 13 Ottobre 2008.
- ^ Condannati a Vicenza tre tifosi anconetani, su ilrestodelcarlino.it, il Resto del Carlino, 14 Ottobre 2008.
Bibliografia
modifica- Pier Francesco Chiavacci, Paolo Papili, Stefano Rispoli, Orgogliosamente Ancona, Punto Srl Edizioni, 2011.