Un torana è un tipo di portale diffuso nell'architettura induista e buddista del subcontinente indiano.

Il torana settentrionale presso il Grande Stupa di Sanchi.
Un Vesak Pandol a Colombo (Sri Lanka).





Significato e usi di torana

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I torana sono associati agli stupa buddisti come il Grande Stupa di Sanchi, nonché a strutture giainiste e induiste e a parecchie strutture secolari. Torana simbolici possono anche essere fatti di fiori e perfino di foglie appese sulle porte e alle entrate, particolarmente nell'India occidentale e meridionale. Si crede portino buona fortuna e indicano occasioni propizie e festive. Possono anche servire a scopi didattici o narrativi oppure essere eretti per segnare la vittoria di un re.[1]

Durante la festa del Vesak dello Sri Lanka è tradizione erigere torana del Vesak colorati illuminati elettricamente in luoghi pubblici. Queste decorazioni sono installazioni temporanee che rimangono in esposizione pubblica per un paio di settimane a partire dal giorno del Vesak.

I torana sono chiamati anche vandanamalika. Ci sono diversi tipi di torana - dvara-torana, patra-torana, ratne-torana e così via, che sono menzionati nei trattati architettonici indiani medievali.[1]

L'attuale torana presso la stupa di Sanchi fu costruito intorno al I secolo a.C. fino al I secolo d.C., dall'impero Shatavahana dell'antica India.

Sia i portali cinesi paifang sia i portali giapponesi torii potrebbero essere derivati dai torana indiani. Le funzioni di tutti e tre sono simili, ma generalmente differiscono in base ai loro rispettivi stili architettonici, come l'avere tetti a livelli multipli e con archi e vari "pali di sostegno" che sono prevalenti nello stile architettonico est asiatico.[2][3]

Il portale coreano è anche imparentato con il torii giapponese e strutture simili esistono in Thailandia.

Tra questi paesi ebbero luogo numerosi scambi culturali nei tempi antichi, così che molte pratiche culturali indiane, thailandesi, cinesi, coreane e giapponesi sono imparentate. Per esempio, Benzaiten è un nome giapponese per la dea indù Saraswati, e l'antico alfabeto siddham, che scomparve dall'India verso il 1200 d.C., è ancora scritto da alcuni monaci in Giappone.

  1. ^ a b Dhar (2010).
  2. ^ Ronald G. Knapp, China's old dwellings, University of Hawaii Press, 2000, p. 85, ISBN 0-8248-2214-5.
  3. ^ Simon Foster, Jen Lin-Liu, Sharon Owyang, Sherisse Pham, Beth Reiber, Lee Wing-sze, Frommer's China, Frommers, 2010, p. 435, ISBN 0-470-52658-0.

Bibliografia

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  • Parul Pandya Dhar, The Torana in Indian and Southeast Asian Architecture, New Delhi, D K Printworld, 2010.
  • Joseph Needham, Science and Civilization in China, volume 4, parte 3, pp. 137–138.
  • Ram Nath, Studies in Medieval Indian Architecture, M.D. Publications Pvt. Ltd, 1995, 172 pp. ISBN 81-85880-56-5.
  • Nick Edwards, Mike Ford, Devdan Sen, Beth Wooldridge, David Abram, India, 2003. 1440 pp. ISBN 1-84353-089-9.

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