Torrione di Beneceto
Il torrione di Beneceto è una torre medievale che sorge sul retro della chiesa della Purificazione di Maria Vergine a Beneceto, piccola frazione di Parma.
Torrione di Beneceto | |
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Lato est | |
Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città | Beneceto, frazione di Parma |
Indirizzo | Strada Beneceto |
Coordinate | 44°48′46.81″N 10°22′56.39″E |
Informazioni generali | |
Tipo | torre |
Altezza | 13 m |
Costruzione | prima del XIV secolo-XV secolo |
Materiale | laterizio |
Condizione attuale | restaurato |
Visitabile | no |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | difesa del borgo |
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Storia
modificaL'originaria fortificazione difensiva del borgo di Beneceto sorse entro il XIV secolo; nel 1308 Giberto III da Correggio, Signore di Parma, assegnò ai Rossi, in cambio di un accordo di pace, i castelli di Beneceto e di Marano, oltre al feudo di Borgo San Donnino. Tuttavia la tregua durò soltanto pochi mesi, al termine dei quali Giberto cacciò da Parma i Rossi, ai quali si ribellarono anche gli abitanti di Beneceto e Marano, costringendoli a riparare a Borgo San Donnino.[2]
Tra il 1410 e il 1414 l'antipapa Giovanni XXIII, in segno di riconoscenza per i servigi resi alla sua causa, investì del feudo di Beneceto Cristoforo Valeri;[1] quest'ultimo nel 1418 fu imprigionato con i figli dalle truppe del marchese Niccolò III d'Este, probabilmente per una presunta congiura ai danni del ferrarese; tutte le sue cospicue proprietà furono confiscate,[3] ma, grazie all'intercessione degli ambasciatori del Comune di Parma, nel 1422 gli furono restituite.[4]
Nel 1435 Andrea Valeri, figlio di Cristoforo, fu nominato conte dal duca di Milano Filippo Maria Visconti, che gli assegnò anche il feudo di Baganzola.[5]
Intorno alla metà del XV secolo la fortificazione fu forse conquistata da Pier Maria II de' Rossi, ma ritornò sicuramente ai Valeri prima del 1481;[1] secondo alcuni documenti, il 1º giugno di quell'anno il duca di Milano esortò il conte Lodovico a cedere l'usufrutto del torrione di Beneceto, che già all'epoca si presentava all'incirca nelle forme attuali, alla moglie Dialta Lambertini, da lui separata.[6][7]
I conti Valeri mantennero il possesso di Beneceto fino al 1805, anno in cui furono aboliti i diritti feudali per decreto napoleonico.[7]
Nel 1978 l'edificio versava in un profondo stato di degrado,[8] ma fu in seguito completamente ristrutturato e trasformato in residenza privata, annessa a una tenuta agricola.[1]
Descrizione
modificaIl massiccio torrione si imposta su una pianta quadrata di circa 10 m per lato.[1]
I prospetti, interamente rivestiti in laterizio, sono caratterizzati dalla presenza di poche aperture su ogni fianco; in sommità una corona di beccatelli, priva della merlatura superiore, costituisce l'appoggio, oltre una sottile fascia vetrata, per il tetto a quattro falde, aggiunto durante l'ultima ristrutturazione.[1][9]
Note
modifica- ^ a b c d e f Torrione di Beneceto, su mondimedievali.net. URL consultato il 26 novembre 2016.
- ^ Angeli, p. 149.
- ^ Pezzana, pp. 176-177.
- ^ Pezzana, pp. 219-220.
- ^ Pezzana, p. 357.
- ^ Beneceto, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 26 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2016).
- ^ a b Dall'Aglio, pp. 253-255.
- ^ Capacchi.
- ^ Cirillo, Godi, p. 270.
Bibliografia
modifica- Bonaventura Angeli, La historia della città di Parma, et la descrittione del fiume Parma, Parma, appresso Erasmo Viotto, 1591.
- Guglielmo Capacchi, Castelli della pianura parmigiana, Parma, Artegrafica Silva, 1978.
- Giuseppe Cirillo, Giovanni Godi, Guida artistica del Parmense, I volume, Parma, Artegrafica Silva, 1986.
- Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, I Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.
Voci correlate
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