Tsakuri (in armeno Ծակուռի?, in azero Hünərli,[1] precedentemente Zakirli[2]) è una piccola comunità rurale del distretto di Xocavənd in Azerbaigian, facente parte fino al 2020 della regione di Hadrowt' nella repubblica di Artsakh, già repubblica del Nagorno Karabakh, situata su un altopiano in una zona collinare a pochi chilometri da Togh.[3] Può essere raggiunta tramite il sentiero Janapar.

Tsakuri
Hünərli
comune
Tsakuri Hünərli – Veduta
Tsakuri
Hünərli – Veduta
Localizzazione
StatoAzerbaigian (bandiera) Azerbaigian
DistrettoXocavənd
Territorio
Coordinate39°34′06″N 46°59′06″E
Altitudine800 m s.l.m.
Abitanti109 (2015)
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+4
Cartografia
Mappa di localizzazione: Azerbaigian
Tsakuri Hünərli
Tsakuri
Hünərli

Secondo il censimento del 2015 contava 109 abitanti.[4]

Durante il periodo sovietico, Tsakuri faceva parte del distretto di Hadrut dell'Oblast' Autonoma del Nagorno Karabakh. Dopo la Prima guerra del Nagorno Karabakh, il villaggio fu amministrato come parte della regione di Hadrut della Repubblica separatista di Artsakh. Il villaggio passò sotto il controllo dell'Azerbaigian il 7 ottobre 2020, durante la guerra del Nagorno Karabakh del 2020.[5][6][7]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Chiesa della Santa Madre di Dio a Tsakuri (fondata nel XII secolo, la chiesa attuale risale al 1682).

I siti del patrimonio storico di Tsakuri e dintorni includono il complesso monastico di Tsaghkavank (armeno: Ծաղկավանք), di cui si è conservata solo la chiesa della Santa Madre di Dio, il monastero di Ptkatagh (armeno: Պտկաթաղի վանք, Ptkatagh Vank) costruito nel 1670, un cimitero risalente al periodo compreso tra il XVII e il XIX secolo, una khachkar del XVII secolo e un monumento a sorgente del XIX secolo.[4]

Chiesa della Santa Madre di Dio

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La Chiesa della Santa Madre di Dio (armeno: Սուրբ Աստվածածին եկեղեցի, Surb Astvatsatsin Yekeghetsi, nota anche come Chiesa di Santa Maria e Chiesa di Tsaghkavank) è stata fondata nel XII secolo e contiene una khachkar del 1198, mentre l'attuale chiesa risale al 1682. La chiesa è l'unica struttura rimasta del complesso monastico di Tsaghkavank a Tsakuri.[4][8][9]

Gli sforzi per riabilitare la chiesa furono iniziati da un gruppo di benefattori internazionali e i lavori di preparazione e la raccolta di fondi iniziarono negli anni 2010. Nel luglio 2013, il primate della diocesi di Artsakh della Chiesa apostolica armena, l'arcivescovo Pargev Martirosyan, diede la sua benedizione al progetto e i lavori di costruzione iniziarono nel maggio 2019. Dopo la guerra del Nagorno Karabakh del 2020, il presidente azero Ilham Aliyev visitò la chiesa della Santa Madre di Dio a Tsakuri, negando l'identità armena della chiesa e descrivendo le iscrizioni in armeno della chiesa come "false".[8][9][10][11]

  1. ^ (EN) İşğaldan azad olunan daha iki kəndin adı qaytarılır, su banker.az, 13 novembre 2020. URL consultato il 21 aprile 2024.
  2. ^ Archived copy (PDF), su lib.az. URL consultato il 21 aprile 2024 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2021).
  3. ^ Mappa del Nagorno Karabakh, Edizioni Collage, 2006
  4. ^ a b c (Հայերեն) Տեղեկատու ԼՂՀ վարչատարածքային միավորների սոցիալ-տնտեսական բնութագրերի, su ARTSAKH E-LIBRARY. URL consultato il 21 aprile 2024.
  5. ^ Bu kəndlər də azad edildi, su aznews.az.
  6. ^ (EN) Video footage of the liberated Tsakuri village of Khojavend region - VIDEO, su MINISTRY OF DEFENSE OF THE REPUBLIC OF AZERBAIJAN. URL consultato il 21 aprile 2024.
  7. ^ (AZ) Xocavəndin işğaldan azad olunan Tsakuri kəndi, su Report İnformasiya Agentliyi, 8 novembre 2020. URL consultato il 21 aprile 2024.
  8. ^ a b (EN) The Aragats Foundation, Aliyev Declares Armenian Inscriptions in the 17th c. Tsaghkavank Church Fake, Plans to "Restore", su aragatsfound2, 22 marzo 2021. URL consultato il 21 aprile 2024.
  9. ^ a b 'What was That If Not Fascism?' Tatoyan on Aliyev's Visit to Armenian Church, su asbarez.com.
  10. ^ What happened to the church?, su eurasianet.org.
  11. ^ (EN) Ilham Aliyev visited Fuzuli and Khojavand districts » Official web-site of President of Azerbaijan Republic, su president.az. URL consultato il 21 aprile 2024.

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