Utente:AnaBe1/Sandbox/Josephine Tota
Josephine Tota (11 agosto 1910 - 29 dicembre 1996) è stata una pittrice italoamericana nota per dipinti surrealisti realizzati con la tecnica della tempura di uovo su pannelli di legno.
Biografia
modificaNata a Corato, Puglia, emigra con la famiglia a Rochester, New York nel 1920[1] per motivi familiari e lavorativi. Bambina profondamente sensibile e brillante, si è sempre sentita messa in secondo piano dai fratelli e dalla famiglia. La povertà infantile l'ha portata a lasciare la scuola in seconda media per trovare lavoro. Queste vicende, compresa la difficoltà ad ambientarsi in un nuovo continente e le barriere linguistiche, hanno avuto un importante ruolo nella sua vita e sono state il soggetto di molti dei suoi dipinti.
Nel 1929 si è sposata con il cugino Frank Tota in un matrimonio combinato. Un anno dopo i due si sono trasferiti nel Bronx, dove Josephine ha subito diversi aborti spontanei, facendola precipitare in una forte depressione. Durante il periodo trascorso nel Bronx, si è sentita isolata, non ha prodotto opere artistiche e non ha frequentato la scuola. La coppia si è quindi nuovamente trasferita a Rochester, luogo di nascita della loro prima ed unica figlia Rosamund, nata nel 1940.
Diventata sarta ha lavorato nella sartoria della National Clothing Company assieme alle sue sorelle Nancy e Louisa. Benché lo trovasse un lavoro noioso e ripetitivo, ha continuato ad esercitare la professione fino al pensionamento nel 1967. Nello stesso anno, la sua vita è cambiata radicalmente: la madre e il marito sono morti, alla sorella è stato diagnosticato il cancro e poco più avanti anche a lei è stata data la stessa diagnosi. A causa della depressione è stata ricoverata in ospedale per ricevere la terapia d'urto. Dopo il ricovero e il ritorno a casa, ha cercato nell'arte un rifugio. Negli anni '90 ha sviluppato la demenza ed è morta il 29 dicembre 1996 a causa di complicazioni dovute alla demenza vascolare.
Attività artistica
modificaDurante il suo periodo come sarta, ma anche in pensione, ha preso lezioni di pittura e scultura, molte delle quali alla scuola MAG[2]. Durante alcune visite alla figlia a Manhattan, ha trascorso giorni tra le gallerie di Soho e ore estasiata dai dipinti medievali al Metropolitan Museum of Art. La sua inclinazione naturale si è sviluppata in un occhio sofisticato e indipendente, affinato da decenni di vedere, ma soprattutto di fare arte. Tuttavia, non ha intitolato né discusso i suoi lavori e non ha lasciato documenti personali a riguardo. Le uniche parole dell'artista rivolte alla sua stessa arte sono: "Quando dipingo trovo pace... i miei dipinti rappresentano la mia anima interiore." [3]
Negli anni '80, sotto consiglio dell'artista Miriam Sellers Lapham, ha iniziato a lavorare utilizzando la tecnica della tempera all'uovo, ispirata dai dipinti medievali su tavola. Descrive le sue prime sensazioni nell'approcciarsi a questo metodo con le parole: "L'ho già fatto"[4]. Questa tecnica si basava sulla macinatura dei pigmenti, sulla mescolatura dei colori e sulla creazione dell'immagine per mezzo di piccole pennellate. Libera dagli obblighi del lavoro, del matrimonio e della maternità, ha avuto modo di scoprire la sua arte e di arricchirla. Non dipinge più tradizionali paesaggi e nature morte, ma immagini intensamente insulari, avvicinandosi sempre più al surrealismo. La maggior parte dei contenuti delle sue opere è stato frutto di sogni e vicende personali.
Nel 1990, all'età di 80 anni, ha tenuto la sua prima mostra alla Lucy Burne Gallery del Creative Workshop nella Memorial Art Gallery, a Rochester New York. La mostra comprendeva venti dipinti, nonché ceramiche e maschere. Il suo lavoro trasmette il suo personale interesse per l'arte medievale e moderna, oltre a rappresentare le tragedie personali che ha vissuto.
Poco dopo la sua mostra, ha iniziato a soffrire di demenza progressiva e nel 1995 si è trasferita nella casa di riposo St. John’s Home. Nonostante la malattia, il suo impulso artistico non si è mai fermato, tanto da arricchire il suo album da disegno con schizzi e raffigurazioni. Dopo la sua morte, la Memorial Art Gallery, a Rochester New York, ha ospitato la mostra The Surreal Visions of Josephine Tota, formata da 90 dipinti e un piccolo numero di ceramiche e tessuti. Ad oggi, due dei suoi quadri sono parte di un'esposizione permanente al MAG[5]. Il contributo che questi offrono alla collezione è singolare, poiché attraverso essi gli spettatori diventano testimoni di un impulso creativo libero da ogni convenzione.
Il suo lavoro possiede tratti in comune con molti artisti surrealisti, in particolar modo per la scelta dei soggetti ritratti. Le donne sono presentate come agenti attive, giocano il ruolo di aggressore e di vittima, di soggetto e oggetto. Uomini e ragazzi appaiono occasionalmente. Proprio il linguaggio surrealista ha dato modo alle artiste del ventesimo secolo di esplorare la relazione tra identità e corpo, sottolineando la complessità di questo dialogo.
Note
modifica- ^ (EN) Jessica Marten, At the Margins: The Art of Josephine Tota, su journalpanorama.org.
- ^ (EN) The Surreal Visions of Josephine Tota, su mag.rochester.edu.
- ^ (EN) Jessica Marten, THE SURREAL VISIONS OF JOSEPHINE TOTA (PDF), illustrazioni di Andy Olenick, RIT Press, 2018, p. 3. URL consultato il 14 marzo 2023.«“When I am painting, I find peace. . . . My paintings are my inner soul.”»
- ^ (EN) Josephine Tota, su Magart Rochester, 20 aprile 2023.«“I’ve done this before.”»
- ^ (EN) Josephine Tota, su magart.rochester.edu.
Bibliografia
modifica- Jessica Marteneditore=RIT Press (a cura di), The Surreal Visions of Josephine Tota, 2018.
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