Janis Joplin
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereHard rock[1]
Blues rock[1]
Soul[1]
Periodo di attività musicale1963 – 1970
[janisjoplin.com Sito ufficiale]

«Janis Joplin è il soul

Janis Lyn Joplin (Port Arthur, 19 gennaio 1943Los Angeles, 4 ottobre 1970) è stata una cantante statunitense.

Divenne nota verso la fine degli anni sessanta come cantante del gruppo Big Brother and the Holding Company, e successivamente per i suoi lavori da solista. La sua carriera continuò fino alla morte per overdose all'età di 27 anni. La rivista americana Rolling Stone la pone al 46º posto della lista dei 100 artisti più importanti della storia[3] e al 28º della classifica del 2008 dei 100 cantanti più importanti di tutti i tempi[4].

Riconosciuta e ricordata per l'intensità delle sue interpretazioni, nel 1995 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame e nel 2005 è stata insignita del Grammy Award alla carriera.

Biografia

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«Quella ragazza prova le stesse cose che sento io.[5]»

Infanzia e studi

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Janis Joplin nacque a Port Arthur in Texas il 19 gennaio 1943 da Dorothy East, impiegata in un college, e Seth Joplin, un ingegnere della Texaco. La Joplin era la maggiore di tre fratelli, Michael e Laura.
Fu un'adolescente inquieta e, ancora molto giovane, si avvicinò al blues. Iniziò a cantare nel coro cittadino e ad ascoltare artisti come Leadbelly, Bessie Smith, Odetta e Big Mama Thornton.
Durante la frequentazione della Thomas Jefferson High School il suo interesse primario era il disegno e, solo successivamente, iniziò a cantare blues e folk insieme ad alcuni amici, accompagnandosi con l'autoharp nei club di Austin, Beaumont e dintorni.
Si diplomò nel 1960 e si iscrisse alla Università del Texas di Austin, ma non completò mai gli studi. In quel periodo visse in un edificio comunemente chiamato "The Ghetto" che si trovava al 2812 1/2 di Nueces Street.[6] L'affitto era di 40 dollari al mese.[7] Nel 1965 si iscrisse alla facoltà di Scienze Sociali presso l'Università di Houston/Lamark con un profitto quasi massimo nelle prove di esame (99/100)[8].
Nel 1966 fu chiamata per un posto di voce solista nella band Big Brother and the Holding Company, quindi lasciò gli studi per proseguire la carriera di cantante blues/soul/rock.

La carriera

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A vent'anni si trasferì in California, a San Francisco, vivendo prima a North Beach e successivamente a Haight-Ashbury, e stabilendo poi la propria residenza definitiva a Larkspur nella Contea di Marin vicino al Golden Gate Bridge,[9] in una casa che integrava l'architettura naturale (gli alberi)[10] all'architettura abitativa (più precisamente in: 380 W Baltimore Ave Larkspur, CA 94939).[11]

Il 25 giugno del 1964, la Joplin ed il futuro chitarrista dei Jefferson Airplane, Jorma Kaukonen, registrarono alcuni standard blues, dove in sottofondo si può sentire una macchina da scrivere (la moglie di Kaukonen stava scrivendo, da qui il titolo del bootleg: The Typewriter Tape). Queste session vennero incise con un registratore a bobine mono, e includevano sette brani: Typewriter Talk, Trouble in Mind, Kansas City Blues, Hesitation Blues, Nobody Knows You When You're Down and Out, Daddy, Daddy, Daddy e Long Black Train Blues. Altre registrazioni di quei primi anni si possono trovare nella raccolta Janis, The Early Performances del 1974 e Janis del 1993, incluse le tracce What Good Can Drinkin' Do, Mary Jane e No Reason for Livin'.
Nel 1966 entrò a far parte della band Big Brother and the Holding Company, un gruppo di musicisti della Bay Area che cercava una cantante. Dopo diversi concerti effettuati in vari locali della California, nel giugno del 1967 con la partecipazione al Festival Pop di Monterey si registrò il trionfo dell'artista che eseguì con personalità un'indimenticabile versione del brano Ball and Chain (Big Mama Thornton).

 
La Porsche della Joplin conservata al Whitney Museum di New York

Nel 1968 incise Cheap Thrills, secondo album del gruppo (tra i brani una cover di Summertime di Gershwin e Piece of My Heart) che entrò velocemente nella classifica Billboard raggiungendo il n. 1 e mantenendo tale posizione per otto settimane.
Nel 1969 iniziò la carriera solista e scelse come gruppo d'accompagnamento la Kozmic Blues Band, con il quale pubblicò l'album I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! in cui fa mostra delle proprie qualità di performer (Kozmic Blues, Little Girl Blue, Maybe, Work Me Lord).
La sua ricerca e il suo perfezionismo musicale (nella dinamica dell'improvvisazione) la misero in conflitto con i gruppi musicali con cui si esibiva.
Cambiò ancora gruppo scegliendo la Full-Tilt Boogie Band: l'album Pearl fu pubblicato postumo nel gennaio 1971 ed entrò subito in classifica al n. 1 mantenendo tale posizione per 9 settimane. Il primo singolo tratto dall'album fu Me and Bobby McGee, che raggiunse il primo posto nella classifica dei singoli, seguito da altri brani come Cry Baby, Get It While You Can, Mercedes Benz, Trust Me e My Baby.

Sempre nel 1969 fu fermata dopo il concerto tenutosi il 17 novembre a Tampa, stato della Florida, schedata e denunciata dalle forze di polizia con le accuse di disturbo dell'ordine pubblico e linguaggio volgare e osceno tenuto sul palco, la corte decretò poi in suo favore, in quanto esercitava la libertà di espressione.[12]

Durante un concerto a Francoforte, dopo essere stata, al suo arrivo nella città, "assalita" da una sua fan, la invitò a salire sul palco, poi insistette perché salissero sul palco anche altri spettatori per ballare e cantare con a lei.[13]

La morte

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Il 4 ottobre 1970 Janis Joplin fu trovata morta nella stanza di un motel di Hollywood: l'esame autoptico ipotizzò una morte accidentale causata da overdose di eroina. Fu trovata 18 ore dopo il decesso con il viso riverso sul pavimento, sanguinante dal naso e dalla bocca, ovviamente sangue ormai coagulato; il corpo era incuneato fra il comodino e il letto, e da ciò si deduce non vi sia stato alcun riflesso teso a evitare l'ostacolo.
La ricostruzione della dinamica del decesso permise al suo manager di riscuotere centomila dollari derivanti da un'assicurazione sulla vita. Negli anni successivi il manager di Janis Joplin Albert Grossman si impegnò a lungo riguardo all'eredità a favore della famiglia Joplin.

Tematiche e influenze

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Condivise apertamente l'ideale Peace & Love che caratterizzò il movimento Hippy: partecipò con altri cantanti e gruppi musicali al Festival di Woodstock e al concerto in memoria di Martin Luther King.
Lo stile emancipato della Joplin fu votato alla difesa dell'uguaglianza fra bianchi e neri e sostenuto da una particolare ammirazione per la musica delle sue cantanti blues preferite. Prima della propria morte acquistò una lapide più dignitosa per Bessie Smith,[14] deceduta a seguito di un incidente stradale e non soccorsa subito per via del colore della sua pelle.

Nella cultura popolare

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Joplin è la protagonista della canzone di Leonard Cohen Chelsea Hotel, nella quale il cantautore canadese rievoca una loro fugace relazione sessuale avvenuta tra le lenzuola del mitico hotel.

Discografia

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Al di là dei numerosi live e raccolte pubblicati dalla sua morte ad oggi, Janis Joplin ha lasciato le seguenti incisioni originali:



IO LA VEDREI COSÌ

Janis Joplin
Nazionalità  Stati Uniti
GenereHard rock[1]
Blues rock[1]
Soul[1]
Periodo di attività musicale1963 – 1970
[janisjoplin.com Sito ufficiale]

«Janis Joplin è il soul

Janis Lyn Joplin (Port Arthur, 19 gennaio 1943Los Angeles, 4 ottobre 1970) è stata una cantante statunitense.

Divenne nota verso la fine degli anni sessanta come cantante del gruppo Big Brother and the Holding Company, e successivamente per i suoi lavori da solista. La sua carriera continuò fino alla morte per overdose all'età di 27 anni. La rivista americana Rolling Stone la pone al 46º posto della lista dei 100 artisti più importanti della storia[16] e al 28º della classifica del 2008 dei 100 cantanti più importanti di tutti i tempi[17].

È lei la protagonista della canzone di Leonard Cohen Chelsea Hotel, nella quale il cantautore canadese rievoca una loro fugace relazione sessuale avvenuta tra le lenzuola del mitico hotel.

Riconosciuta e ricordata per l'intensità delle sue interpretazioni, nel 1995 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame e nel 2005 è stata insignita del Grammy Award alla carriera.

Biografia

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«Quella ragazza prova le stesse cose che sento io.[18]»

Infanzia e studi

modifica

Janis Joplin nacque a Port Arthur in Texas il 19 gennaio 1943 da Dorothy East, impiegata in un college, e Seth Joplin, un ingegnere della Texaco. La Joplin era la maggiore di tre fratelli, Michael e Laura.
Fu un'adolescente inquieta e, ancora molto giovane, si avvicinò al blues. Iniziò a cantare nel coro cittadino e ad ascoltare artisti come Leadbelly, Bessie Smith, Odetta e Big Mama Thornton.
Durante la frequentazione della Thomas Jefferson High School il suo interesse primario era il disegno e, solo successivamente, iniziò a cantare blues e folk insieme ad alcuni amici, accompagnandosi con l'autoharp nei club di Austin, Beaumont e dintorni.
Si diplomò nel 1960 e si iscrisse alla Università del Texas di Austin, ma non completò mai gli studi. In quel periodo visse in un edificio comunemente chiamato "The Ghetto" che si trovava al 2812 1/2 di Nueces Street.[19] L'affitto era di 40 dollari al mese.[20] Nel 1965 si iscrisse alla facoltà di Scienze Sociali presso l'Università di Houston/Lamark con un profitto quasi massimo nelle prove di esame (99/100)[21].
Nel 1966 fu chiamata per un posto di voce solista nella band Big Brother and the Holding Company, quindi lasciò gli studi per proseguire la carriera di cantante blues/soul/rock.

La carriera

modifica

A vent'anni si trasferì in California, a San Francisco, vivendo prima a North Beach e successivamente a Haight-Ashbury, e stabilendo poi la propria residenza definitiva a Larkspur nella Contea di Marin vicino al Golden Gate Bridge,[22] in una casa che integrava l'architettura naturale (gli alberi)[23] all'architettura abitativa (più precisamente in: 380 W Baltimore Ave Larkspur, CA 94939).[24]

Il 25 giugno del 1964, la Joplin ed il futuro chitarrista dei Jefferson Airplane, Jorma Kaukonen, registrarono alcuni standard blues, dove in sottofondo si può sentire una macchina da scrivere (la moglie di Kaukonen stava scrivendo, da qui il titolo del bootleg: The Typewriter Tape). Queste session vennero incise con un registratore a bobine mono, e includevano sette brani: Typewriter Talk, Trouble in Mind, Kansas City Blues, Hesitation Blues, Nobody Knows You When You're Down and Out, Daddy, Daddy, Daddy e Long Black Train Blues. Altre registrazioni di quei primi anni si possono trovare nella raccolta Janis, The Early Performances del 1974 e Janis del 1993, incluse le tracce What Good Can Drinkin' Do, Mary Jane e No Reason for Livin'.
Nel 1966 entrò a far parte della band Big Brother and the Holding Company, un gruppo di musicisti della Bay Area che cercava una cantante. Dopo diversi concerti effettuati in vari locali della California, nel giugno del 1967 con la partecipazione al Festival Pop di Monterey si registrò il trionfo dell'artista che eseguì con personalità un'indimenticabile versione del brano Ball and Chain (Big Mama Thornton).

 
La Porsche della Joplin conservata al Whitney Museum di New York

Nel 1968 incise Cheap Thrills, secondo album del gruppo (tra i brani una cover di Summertime di Gershwin e Piece of My Heart) che entrò velocemente nella classifica Billboard raggiungendo il n. 1 e mantenendo tale posizione per otto settimane.
Nel 1969 iniziò la carriera solista e scelse come gruppo d'accompagnamento la Kozmic Blues Band, con il quale pubblicò l'album I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! in cui fa mostra delle proprie qualità di performer (Kozmic Blues, Little Girl Blue, Maybe, Work Me Lord).
La sua ricerca e il suo perfezionismo musicale (nella dinamica dell'improvvisazione) la misero in conflitto con i gruppi musicali con cui si esibiva.
Cambiò ancora gruppo scegliendo la Full-Tilt Boogie Band: l'album Pearl fu pubblicato postumo nel gennaio 1971 ed entrò subito in classifica al n. 1 mantenendo tale posizione per 9 settimane. Il primo singolo tratto dall'album fu Me and Bobby McGee, che raggiunse il primo posto nella classifica dei singoli, seguito da altri brani come Cry Baby, Get It While You Can, Mercedes Benz, Trust Me e My Baby.
Condivise apertamente l'ideale Peace & Love che caratterizzò il movimento hippy: partecipò con altri cantanti e gruppi musicali al Festival di Woodstock e al concerto in memoria di Martin Luther King. Lo stile emancipato della Joplin fu votato alla difesa dell'uguaglianza fra bianchi e neri e sostenuto da una particolare ammirazione per la musica delle sue cantanti blues preferite. Anche per questo, prima della propria morte acquistò una lapide più dignitosa per Bessie Smith,[25] deceduta a seguito di un incidente stradale e non soccorsa subito per via del colore della sua pelle.
Sempre nel 1969 fu fermata dopo il concerto tenutosi il 17 novembre a Tampa, stato della Florida, schedata e denunciata dalle forze di polizia con le accuse di disturbo dell'ordine pubblico e linguaggio volgare e osceno tenuto sul palco, la corte decretò poi in suo favore, in quanto esercitava la libertà di espressione.[26]

Durante un concerto a Francoforte, dopo essere stata, al suo arrivo nella città, "assalita" da una sua fan, la invitò a salire sul palco, poi insistette perché salissero sul palco anche altri spettatori per ballare e cantare con a lei.[27]

La morte

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Il 4 ottobre 1970 Janis Joplin fu trovata morta nella stanza di un motel di Hollywood: l'esame autoptico ipotizzò una morte accidentale causata da overdose di eroina. Fu trovata 18 ore dopo il decesso con il viso riverso sul pavimento, sanguinante dal naso e dalla bocca, ovviamente sangue ormai coagulato; il corpo era incuneato fra il comodino e il letto, e da ciò si deduce non vi sia stato alcun riflesso teso a evitare l'ostacolo.
La ricostruzione della dinamica del decesso permise al suo manager di riscuotere centomila dollari derivanti da un'assicurazione sulla vita. Negli anni successivi il manager di Janis Joplin Albert Grossman si impegnò a lungo riguardo all'eredità a favore della famiglia Joplin.

Discografia

modifica

Al di là dei numerosi live e raccolte pubblicati dalla sua morte ad oggi, Janis Joplin ha lasciato le seguenti incisioni originali:

  1. ^ a b c d e f allmusic.com - Janis Joplin
  2. ^ Johnatan Cott, David Dalton. Janis And London Come Together, Rolling Stone, 31 maggio 1969, 6.
  3. ^ The Immortals: The First Fifty, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 12 maggio 2008.
  4. ^ (EN) 100 Greatest Singers of All Time, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 14 agosto 2011.
  5. ^ Intervista con Chris Strachwitz riportata in Alice Echols, Graffi In Paradiso - La Vita ed i Tempi di Janis Joplin, Arcana, p.269, 2005.
  6. ^ Edward Willett, Janis Joplin: Take Another Little Piece of My Heart, p 40, Enslow Publishers, Inc, 2008, ISBN 978-0-7660-2837-1.
  7. ^ Laura Joplin, Love, Janis, p 92, Villard Books, 1992, ISBN 978-0-679-41605-0.
  8. ^ materiale documentale
  9. ^ Deborah Landau, Janis Joplin, her life and times, pag 113, Paperback Library, 1971.
  10. ^ All'interno della casa si sentiva l'odore degli alberi di eucalipto circostanti. Come in David Dalton, Piece of my heart: a portrait of Janis Joplin (ristampa), pag 28, Da Capo Press, 1991, ISBN 978-0-306-80446-5.
  11. ^ (EN) janisjoplin.net, foto e indirizzo della casa
  12. ^ Al Curtis Hall di Tampa, in Jay Warner, On this day in music history, pag 322, Hal Leonard Corporation, 2004, ISBN 978-0-634-06693-1., le oscenità erano rivolte anche contro le forze di polizia presenti al concerto, in Francis H. Voelker, Ludmila A. Voelker, Mass media: forces in our society, pag 140, Harcourt Brace Jovanovich, 1972, ISBN 978-0-15-555118-3., info contenute nel testo Raynal Pellicer, Mug shots: an archive of the famous, infamous, and most wanted, Abrams, 2009, ISBN 978-0-8109-2109-2.
  13. ^ «Janis called people up on stage to feel and touch and love her» L'episodio, raccontato da un ex soldato è presente in Edward Willett, Janis Joplin: Take Another Little Piece of My Heart, pp. 97-98, Enslow Publishers, Inc, 2008, ISBN 978-0-7660-2837-1.
  14. ^ Insieme a John Hammond e Juanita Green, Si trattava della sua musa ispiratrice. L'epitaffio che fece incidere fu «The greatest blues singer in the world will never stop singing» in Robert C Cottrell, Icons of American Popular Culture: From P.T. Barnum to Jennifer Lopez, pag 104, M.E. Sharpe, 2009, ISBN 978-0-7656-2299-0.
  15. ^ Johnatan Cott, David Dalton. Janis And London Come Together, Rolling Stone, 31 maggio 1969, 6.
  16. ^ The Immortals: The First Fifty, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 12 maggio 2008.
  17. ^ (EN) 100 Greatest Singers of All Time, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 14 agosto 2011.
  18. ^ Intervista con Chris Strachwitz riportata in Alice Echols, Graffi In Paradiso - La Vita ed i Tempi di Janis Joplin, Arcana, p.269, 2005.
  19. ^ Edward Willett, Janis Joplin: Take Another Little Piece of My Heart, p 40, Enslow Publishers, Inc, 2008, ISBN 978-0-7660-2837-1.
  20. ^ Laura Joplin, Love, Janis, p 92, Villard Books, 1992, ISBN 978-0-679-41605-0.
  21. ^ materiale documentale
  22. ^ Deborah Landau, Janis Joplin, her life and times, pag 113, Paperback Library, 1971.
  23. ^ All'interno della casa si sentiva l'odore degli alberi di eucalipto circostanti. Come in David Dalton, Piece of my heart: a portrait of Janis Joplin (ristampa), pag 28, Da Capo Press, 1991, ISBN 978-0-306-80446-5.
  24. ^ (EN) janisjoplin.net, foto e indirizzo della casa
  25. ^ Insieme a John Hammond e Juanita Green, Si trattava della sua musa ispiratrice. L'epitaffio che fece incidere fu «The greatest blues singer in the world will never stop singing» in Robert C Cottrell, Icons of American Popular Culture: From P.T. Barnum to Jennifer Lopez, pag 104, M.E. Sharpe, 2009, ISBN 978-0-7656-2299-0.
  26. ^ Al Curtis Hall di Tampa, in Jay Warner, On this day in music history, pag 322, Hal Leonard Corporation, 2004, ISBN 978-0-634-06693-1., le oscenità erano rivolte anche contro le forze di polizia presenti al concerto, in Francis H. Voelker, Ludmila A. Voelker, Mass media: forces in our society, pag 140, Harcourt Brace Jovanovich, 1972, ISBN 978-0-15-555118-3., info contenute nel testo Raynal Pellicer, Mug shots: an archive of the famous, infamous, and most wanted, Abrams, 2009, ISBN 978-0-8109-2109-2.
  27. ^ «Janis called people up on stage to feel and touch and love her» L'episodio, raccontato da un ex soldato è presente in Edward Willett, Janis Joplin: Take Another Little Piece of My Heart, pp. 97-98, Enslow Publishers, Inc, 2008, ISBN 978-0-7660-2837-1.