Selcifero Lombardo
Il Gruppo del Selcifero Lombardo in Alta Brianza (Cesana Brianza)
SiglaSM
FormalizzazioneCommissione italiana di stratigrafia
RangoGruppo
Unità di rango superioreRosso ad Aptici
Unità di rango inferioreRadiolariti
Caratteristiche litologiche
Litologiaselci rosso-brune e verdastre con interstrati argillosi, calcari marnosi rossi con noduli e liste di selce, marne rossicce con noduli di selce.
Spessore e variazionida pochi metri fino a 90 m circa
EtàGiurassico medio-superiore (Bajociano-Titoniano superiore)
Fossilibelemniti, lamellibranchi pelagici, crinoidi; rari vertebrati (ittiosauri, coccodrilli marini)
Rapporti stratigrafici
Formazione sovrastanteMaiolica (geologia)
Formazione sottostanteFormazione di Valmaggiore (fossa del Monte Nudo-soglia dell'Arbostora); Rosso Ammonitico Lombardo (fossa del Monte Generoso); Formazione di Sogno (fossa dell'Albenza); Formazione di Concesio (Lombardia orientale).
Localizzazione unità
AutoreCacciamali G.B., 1901
Carta geologica dove compareFoglio 1/100000: 34, 47, 48; Foglio 1/50000: 59, 76, 80, 99

Il Gruppo del Selcifero Lombardo è costituito da sedimenti pelagici databili al Giurassico medio e al Giurassico superiore, a prevalente o forte componente silicea di natura biogenica originata dalla deposizione di radiolari. Si tratta di sedimenti tipici del dominio della Tetide alpina, depostisi in un contesto di crosta oceanica e di margine oceanico passivo.[1]

Descrizione

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Tradizionalmente quest'unità stratigrafica si divide in due formazioni:[2]

Radiolariti

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Generalmente la parte inferiore del gruppo è costituita da selci policrome (prevalentemente vede scuro), ben stratificate, in strati decimetrici con interstrati argilloso-silicei verdastri passanti verso l'alto a selci rosse in strati discontinui ("mammellonari") e noduli fasciati da marne e calcari marnosi rossi o rosati. Il contenuto di selce tende a diminuire verso l'alto.[3] Raramente nelle selci rosse superiori si rinvengono rostri di belemniti e frammenti di echinodermi e bivalvi pelagici.[4]

Alla base delle Radiolariti si trova un livello di argilliti grigio-bluastre di spessore variabile tra pochi centimetri ad alcuni decimetri, databili al Bajociano inferiore, ricco di materia organica, che costituirebbe un potenziale livello marker di correlazione chemostratigrafica a scala globale e per il quale è stata suggerita la denominazione di "Livello Gaetani".[N 1][5]

Rosso ad Aptici

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Calcari marnosi rosso-mattone variegati di verde, ben stratificati, con noduli e liste di selce rossa e verde-azzurra e interstrati marnoso-argillosi rosso scuro, spesso riccamente fossiliferi sulle superfici di strato ad aptici di ammoniti e meno frequentemente a rostri di belemniti, piastre di crinoidi pelagici e brachiopodi (genere Pygope).[6]

La transizione superiore alla Maiolica è di norma transizionale e avviene per cambiamento di colore dei termini calcarei da rossi a rosati a bianchi e per diminuzione dei noduli e delle liste di selce, che passa dal colore rosso-arancio prevalente a bruno scuro o bluastro.

Contenuto micropaleontologico

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Il contenuto micropaleontologico, strettamente connesso alla costituzione litologica del gruppo, è costituito soprattutto da radiolari (Nassellaria e Spumellaria) che costituiscono la fonte primaria del materiale siliceo delle Radiolariti. Il nannoplancton calcareo (coccolitofori) è assente o raro nei termini basali del gruppo e tende progressivamente ad aumentare, per divenire dominante nella parte superiore. Nella parte sommitale del Rosso ad Aptici compaiono i tintinnidi, che divengono comuni entro la Maiolica.

Ambiente sedimentario

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Il Selcifero Lombardo è interpretato come il risultato della sedimentazione di fanghi silicei o calcareo-silicei, sia per decantazione sia da parte di correnti torbide estremamente diluite, in ambiente batipelagico o abissopelagico. Nella parte superficiale della colonna d'acqua soprastante questi sedimenti viveva verosimilmente una ricca fauna a cefalopodi (ammonoidi e belemnoidi) di cui arrivava a sedimentarsi sul fondale post-mortem solamente la parte costituita da calcite, e solo nei termini superiori della successione (Rosso ad Aptici). Questo significa che il fondale stesso si trovava inizialmente al di sotto della profondità di compensazione della calcite (CCD: Calcite Compensation Depth), e per questo motivo le parti dure di questi organismi si dissolvevano prima di arrivare a posarsi sul fondale (o comunque prima di poter essere seppellite e quindi potersi fossilizzare). Progressivamente, il fondale si è venuto a trovare entro la fascia (lisoclino) situata tra le superfici di CCD e ACD (Aragonite Compensation Depth). L'aragonite, fase metastabile del carbonato di calcio, è il materiale che costituisce il fragmocono (parte concamerata) della conchiglia dei cefalopodi (ammoniti e belemniti), ed essendo meno stabile della calcite passa in soluzione a una profondità minore. Gli aptici delle ammoniti e i rostri delle belemniti, così come le piastre dei crinoidi e il guscio dei brachiopodi, che si rinvengono entro il Rosso ad Aptici, sono invece di calcite e potevano quindi arrivare al fondale e fossilizzarsi.[7]

Negli oceani attuali la CCD si trova a una profondità variabile da circa 3500-4500 m (Oceano Pacifico e Oceano Indiano) a 5000 m (Oceano Atlantico) sotto il livello del mare, mentre la ACD si trova mediamente a circa 3000 m al di sopra della CCD (quindi da circa 500 m a circa 2000 m sotto il livello del mare); tuttavia, le profondità delle superfici di compensazione dei carbonati nel Giurassico medio-superiore non necessariamente coincidono con quelle attuali, potendo avere nel tempo geologico oscillazioni fino a circa 2000 m.[8]

Più recentemente, è stata avanzata l'ipotesi che la marcata diminuzione del rapporto calcare/silice nella parte inferiore del gruppo (Radiolariti), più che essere funzione di variazioni della profondità della CCD, sia controllata dall'aumento della produttività del plancton siliceo in conseguenza del movimento della placca tettonica Adria nel Giurassico medio attraverso paleo-latitudini equatoriali con acque fredde ad alta produttività silicea; al contrario, la variazione successiva verso facies più carbonatiche (Rosso ad Aptici) sarebbe dovuta al fatto che il movimento verso nord della placca l'avrebbe portata in corrispondenza di acque sub-equatoriali a minore produttività, dominate da forme di nannoplancton calcareo.[9]

Rapporti stratigrafici e datazione

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Entro il Bacino Lombardo, l'unità ha un andamento fortemente influenzato dalla fisiografia a bacini e alti strutturali (horst e graben) determinata dal rift occorso dal Triassico superiore al Giurassico con l'apertura della Tetide occidentale. Gli spessori vanno da pochi metri nei contesti di paleoalto pelagico con sedimentazione fortemente condensata a diverse decine di metri (fino a circa 90 m) nei depocentri dei bacini.[10]

Il Selcifero Lombardo si chiude sia a ovest del Bacino Lombardo, in corrispondenza della sponda lombarda del Lago Maggiore, sia a est, contro un importante lineamento tettonico, la Linea delle Giudicarie. A est della Linea delle Giudicarie si ha un'area che permane per tutto il Giurassico come altofondo pelagico, il cosiddetto Plateau di Trento, in cui gli equivalenti laterali del Selcifero Lombardo sono facies di rosso ammonitico, il Rosso Ammonitico Veronese.[11]

Il Selcifero Lombardo giace su formazioni sia pelagiche che torbidiche bacinali, differenziate a seconda del contesto locale:[12]

  • nell'area del Bacino del Monte Nudo e della Soglia dell'Arbostora (parte più occidentale del Bacino Lombardo) abbiamo a letto la Formazione di Valmaggiore, costituita prevalentemente da torbiditi carbonatiche;
  • nell'area del Bacino del Monte Generoso e sul paleoalto dei Corni di Canzo il SL giace sopra il Rosso Ammonitico Lombardo;
  • nell'area del Bacino dell'Albenza-Paleoalto di Monte Cavallo, poggia sulla Formazione di Sogno, di ambiente pelagico e torbiditico;
  • a est di quest'ultimo lineamento fino alla chiusura del Bacino Lombardo (area bresciana orientale e gardesana) abbiamo a letto la Formazione di Concesio, unità costituita prevalentemente da torbiditi carbonatiche.

Ove ha potuto essere riconosciuto e datato, il "Livello Gaetani", che rimarca il limite inferiore del SL, risulta ascrivibile al Bajociano inferiore.[13] L'inizio della sedimentazione delle Radiolariti avviene comunque entro il Bajociano.[14]

Il contatto superiore del Selcifero Lombardo è sempre con la Maiolica, entro il Titoniano superiore, secondo le datazioni basate soprattutto su radiolari e nannoplancton calcareo. Tale contatto è generalmente transizionale, come già descritto, ma nelle situazioni di paleoalto pelagico la transizione può essere più rapida e rimarcata da lacune stratigrafiche e superfici di hard ground. In tali contesti, entro la parte basale della Maiolica si possono trovare elementi di Selcifero Lombardo risedimentati sotto forma di slump e brecce sinsedimentarie.[15]

Esplicative

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  1. ^ Maurizio Gaetani (1940-2017) è stato Professore di Geologia Stratigrafica presso l'Istituto di Geologia - Università degli Studi di Milano. Ha svolto importanti ricerche geologico-stratigrafiche in Italia, nell'area mediterranea (segnatamente nei Balcani), nella catene dell'Himalaya e in particolare nel Karakorum. È stato segretario della Commissione Italiana di Stratigrafia e ha svolto dal 1995 al 2015 il ruolo di curatore della Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia. In riconoscimento dei suoi meriti scientifici, è stato insignito nel 2011 del Premio della SGI Secondo Franchi.

Bibliografiche

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  1. ^ Cita et al. (2006), p. 136
  2. ^ Cita et al. (2006), p. 136
  3. ^ Cita et al. (2006), p. 147
  4. ^ Cita et al. (2006), p. 148
  5. ^ Erba et al. (2019)
  6. ^ Cita et al. (2006), pp. 158-159
  7. ^ Cita et al. (2006), p. 159
  8. ^ Woosley (2016), p. 1-2
  9. ^ Muttoni et al. (2005), p. 62
  10. ^ Cita et al. (2006), p. 137
  11. ^ Cita et al. (2006), p. 137; p. 140, Allegato A
  12. ^ Cita et al. (2006), p. 137; pp. 141-146, Allegati B-C
  13. ^ Erba et al. (2019)
  14. ^ Cita et al. (2006), pp. 148-149
  15. ^ Cita et al. (2006), p. 159

Bibliografia

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