Emmesse
- Quasi invidio
- chi leggendo focus e guardando quark
- si sente già scienziato.
- Mi piace pensare che
- la libertà di wikipedia
- non stia solamente nella libertà
- che tutti hanno di chiacchierare
- ma nella certezza che tutti condividano
- quello che sanno
- perchè l'hanno sudato
- e perchè hanno
- contemplato (cioè guardato in faccia)
- la possibilità della sua negazione.
- Forse la "neutralità" applicata ad un'opera di conoscenza è un concetto bizzarro;
- l'"onestà intellettuale", però, è l'esigenza degli uomini liberi.
«L'oggettivismo è una illusione. (...) Il compito propriamente critico dell'ermeneutica è di distinguere i pregiudizi che accecano da quelli che illuminano, i pregiudizi falsi da quelli veri. Bisogna togliere alla comprensione i pregiudizi che la dirigono, e attuare, con ciò, la possibilità che le "prospettive diverse" dalla tradizione emergano dal canto loro: questo non è altro che realizzare la possibilità che qualcosa possa essere compreso come diverso».
- (Hans Georg Gadamer, Linee generali dei fondamenti di una ermeneutica, in Il problema della coscienza storica, Napoli 1988, 61.73)
«Il metodo non è un insieme di regole proposte perchè uno stupido le segua meticolosamente. È una struttura in vista di una creatività in collaborazione.
(...)
Dobbiamo riconoscere che ammettere che la storia è scritta alla luce di idee preconcette può avere come risultato nozioni diverse di storia, metodi diversi di indagine storica, punti di vista incompatibili, e storie irriconciliabili».
- (Bernard J. F. Lonergan, Il Metodo in Teologia, Roma 2001, 29.254)
« - Per Bacco, Ippia, non sfuggiranno all'uomo davanti al quale io mi vergognerei più che davanti a ogni altro di sragionare e di parlare a vanvera! - Chi è costui? - Io stesso, Socrate, figlio di Sofronisca, che non mi permetterei di avanzare alla leggera un'affermazione non verificata più che far mostra di sapere quello che non so».
- (Ippia maggiore, 298, bc)
«Benché la storia sia relativa agli strumenti di pensiero che ne hanno permessa l'elaborazione, è sempre suscettibile di una verità che può essere autentica».
- (Henri-Irénée Marrou, La conoscenza storica, Bologna 1988, 217)