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Biblioteca Pubblica Arcivescovile "Annibale de Leo" | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Regione | Puglia |
Città | Brindisi |
Indirizzo | Piazza Duomo |
Caratteristiche | |
Proprietà | Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni |
Direttore | dott.ssa Katiuscia Di Rocco |
Sito web | |
La Biblioteca Pubblica Arcivescovile "Annibale de Leo" è una biblioteca pubblica, la prima fondata nel Salento che ha sede nel palazzo del seminario di Brindisi, in piazza Duomo a Brindisi.
Storia
modificaLa Biblioteca Pubblica Arcivescovile "Annibale De Leo" di Brindisi fu fondata nel 1798 dall'arcivescovo brindisino Annibale de Leo (1798-1814) per utilità pubblica, con un fondo di circa 6.000 volumi, tra cui collezioni provenienti dalla biblioteca romana del cardinale Giuseppe Renato Imperiali, vari codici e manoscritti raccolti in più parti d'Italia. La Biblioteca, riconosciuta ufficialmente dal re Ferdinando IV, divenne la prima biblioteca pubblica di Terra d'Otranto.
Il prelato brindisino legò alla biblioteca beni propri che dovevano assicurarne un regolare funzionamento e nel testamento prescrisse che essa fosse d’uso pubblico. Venne collocata a piano terra del palazzo del Seminario Arcivescovile di Brindisi ed amministrata dagli arcivescovi pro-tempore nonché dalle quattro dignità del capitolo della basilica cattedrale. Fu De Leo stesso a designarne il primo bibliotecario nella persona di Giovan Battista Lezzi (1754-1832), collaboratore nel 1784 delle “Novelle letterarie” di Firenze, nel 1798 del “Giornale Letterario di Napoli”, autore delle Vite degli scrittori salentini.
Nel 1820 al Lezzi subentrò nella carica il canonico teologo Ignazio Buonsanti a sua volta sostituito nel 1824 da Francesco Scolmafora. Nel 1845, alla sua morte venne nominato bibliotecario Vito Guerrieri autore di un Articolo storico su’ vescovi della chiesa metropolitana di Brindisi, pubblicato in Napoli nel 1846. Il suo successore fu Giovanni Tarantini (1805-1889) collaboratore del Mommsen che di lui tracciò un elogio nel nono volume del Corpus inscriptionum latinarum. Era in questo periodo, nel 1882, che Gregorovius definiva la de Leo come “la più copiosa di tutte [le biblioteche]” salentine.
La biblioteca è stata riconosciuta di interesse nazionale con decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 22 luglio 2004. Il 20 ottobre del 2013 la CEI, Ufficio Centrale per i BB.CC., ha dichiarato l’ente come istituzione culturale laico-ecclesiale tra le più antiche del Meridione e la più antica del Salento. Nel 2018 ottiene di essere considerata di “rilevante interesse storico” dal Ministero della Cultura e nel 2020 “Luogo della Memoria” dalla Regione Puglia.
Patrimonio librario
modificaLa biblioteca possiede oltre 162.000 tra volumi ed opuscoli, antichi e moderni. Tra i fondi più preziosi si segnalano: gli incunaboli, 17 edizioni della metà del XV secolo tra le quali il Confessionale Defecerunt, di Sant’Antonino arcivescovo di Firenze, stampato in Italia nel 1472 di cui si conoscono solo altri 15 esemplari, e il De Situ Orbis di Zacharias Lilius stampato a Napoli nel 1496; le cinquecentine, 280 edizioni del XVI secoloche comprendono studi antiquari e filologici, di diritto e amministrazione dello Stato ed infine i classici italiani, latini e greci; i manoscritti, 400 codici che coprono una vasta gamma di argomenti, tra cui la storia, la letteratura, la scienza e il diritto[1].
È presente una ricca collezione di legature pregevoli, che risalgono ai secoli XV- XIX, provenienti da diverse regioni d'Europa, con una prevalenza di quelle italiane, soprattutto centromeridionali, dell'Ottocento. Fra le legature d'Oltralpe sono presenti esemplari olandesi, fiamminghi, tedeschi e francesi. Di particolare pregio sono le legature pugliesi del Settecento, cherisentono della moda orientaleggiante dell'epoca. Tra questi ci sono alcune opere rarissime come un codice del DecretumGratiani (XIII-XIV secolo), le Postillae super Ysaiam di Alessandro di Hales (XIV secolo), un invitatorio di canto gregoriano (metà del XIV secolo), nonché varie collezioni manoscritte, come i 18 volumi dell'Archivio della R. Giurisdizione del Regno di Napoli di Bartolomeo Chioccarello, i 24 volumi delle Consulte della R. Giurisdizione di Gaetano Argento. Inoltre, vi è conservato il patrimonio librario del matematico Raffaele Rubini e del numismatico Giuseppe Nervegna[2].
Vi sono custoditi anche l'Archivio Parrocchiale della Cattedrale di Brindisi, l'Archivio Capitolare e l'Archivio Storico Diocesano. Annessa è anche la fototeca Briamo che consta di 6000 fotografie storiche e l’emeroteca che conta 100000 testate.
Di particolare rilievo sono i 53 “Libri proibiti”, acquistati dal De Leo dalla collezione personale del cardinale Giuseppe Renato Imperiali, e riguardanti storia e feste ebraiche, pensiero protestante, astronomia e scienza[3].
Dalla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso si sono susseguite importanti donazioni a favore della Biblioteca De Leo: il senatore Vitantonio Perrino, Cosimo Di Nunzio, mons. Giacomo Perrino di Brindisi, famiglia Tanzarella-Panese di Ostuni, Marangio, Panico-Sarcinella, Ruggiero, Titi, Passante, Briamo, Braccio e Peveri di Brindisi, Argentina, Teofilato e Palumbo di Francavilla Fontana, Alfieri di Latiano, Andriani di Roma, Borraro e Cocchinone di Salerno, Stano-Stampacchia e Forastieredi Lecce, del dottore dell’Ambrosiana Carlo Marcora ed infine, solo in ordine cronologico, dell’on. Carlo Scarascia Mugnozza, Giuseppe Patrono e le sorelle Cristofaro.
La biblioteca è, inoltre, proprietaria di 2200 pezzi archeologici oggi in parte esposti presso il Museo Archeologico “Ribezzo” di Brindisi e in gran parte presso la sezione archeologica del Museo Diocesano collocata nella chiesa delle Scuole Pie; di un quadreria che comprende opere di artisti pugliesi del XVII e XVIII secolo, tra cui Barnaba Zizzi e Giuseppe Cino.
Bibliografia
modifica- P. Quilici, Le biblioteche pubbliche in Terra d'Otranto nel Settecento, in "Bollettino bibliografico", (1993), n. 3-4.
- R. Jurlaro, La Biblioteca Pubblica Arcivescovile "Annibale De Leo" di Brindisi. I manoscritti, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1994.
- V. Bozzi, Le cinquecentine della Biblioteca De Leo di contenuto geografico, Amici della Biblioteca De Leo, Galatina 1975.
- G. B. De Tomasi, Annibale De Leo, in D. Martuscelli (a cura di), Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli, Nicola Gervasi al Gigante, Napoli 1814-1830, n. 23, n.n.
- P. Camassa, Guida di Brindisi, Stab. Tip. D. Mealli, Brindisi 1897.
- V. Guerrieri, Articolo storico su' vescovi della chiesa metropolitana di Brindisi, Napoli, Stamperia della Società Filomatica, 1846.
- R. Jurlaro, Annibale De Leo nella storia della storiografia italiana, in "Ricerche e Studi", 1, 1964.
- K. Di Rocco, Indice de’ Libri Proibiti che si conservano nella Pubblica Libreria di Brindisi fondata dall’Ill.mo e Rev.mo Mons. D. Annibale De Leo, in “Parole e Storia”, n. 2 (2007), 227-248
Note
modifica- ^ Piccarda Quilici, Quilici, Le biblioteche pubbliche in Terra d'Otranto nel Settecento, 1996, p. 10.
- ^ Katiuscia Di Rocco, Vivere secondo ragione e non secondo il senso. Annibale De Leo, Marco Pacuvio e la ricerca dei classici,, Bari, Le Pagine, 2022, p. 51.
- ^ Katiuscia Di Rocco, Indice de’ Libri Proibiti che si conservano nella Pubblica Libreria di Brindisi fondata dall’Ill.mo e Rev.mo Mons. D. Annibale De Leo, Edizioni Vivere In, 2007, p. 230-248.