Incuminsu cun dedica

modifica

dedicato a Carlo Giuliani(proprieta' fondazione Giuliani,autore e diritti fotografia--Lupo rosso 11:51, 20 gen 2007 (CET))

 

scultura presso Cimitero monumentale di Staglieno


note per stesura di pagine


Gli Arditi del Popolo furono un'organizzazione antifascista nata nell'estate del 1921 da una scissione della sezione romana degli Arditi d'Italia per iniziativa di un gruppo di iscritti guidati dal simpatizzante anarchico Argo Secondaried appoggiati da Mario Carli: l'obiettivo della scissione fu quello di opporsi alla violenza delle Camicie Nere. Questo movimento si opponeva alle spedizioni punitive fasciste e creò vere e proprie milizie per la protezione dei quartieri e dei centri oggetto di attacchi armati da parte dalle squadracce fasciste.

citazioni storiche

modifica

«Fino a quando i fascisti continueranno a bruciare le Case del popolo, case sacre ai lavoratori, fino a quando i fascisti assassineranno i fratelli operai, ,fino a quando continueranno la guerra fratricida gli Arditi d'Italia non potranno con loro aver nulla di comune. Un solco profondo di sangue e di macerie fumanti divide fascisti e Arditi»

.Dichiarazione del tenente Argo Secondari,pluridecotato prima guerra mondiale, all'assemblea degli Arditi del Popolo del 27 giugno 1921, riportata da «Umanità Nova», Roma, 29 giugno 1921


«.....Ben lontani dal patriottardo pescicanismo,fieri del nostro orgoglio di razza,consci che la nostra Patria e' ovunque siano popoli oppressi: Operai Masse Lavoratrici Arditi d'Italia A NOI!»

(sintesi di parte di documento per questura Roma 1922 fornito dall'infiltrato )

generalita'

modifica

Un gran numero di Arditi confluirono nel movimento fascista, anche se l'adesione non fu unanime ne' maggioritaria. Il rapporto con il fascismo non fu sempre lineare e negli anni successivi si arrivò, nella fasi più convulse e controverse, anche all'espulsione di iscritti al PNF dalle associazioni degli Arditi d'Italia.

Dopo la prima guerra mondiale gli Arditi affluirono nell'Associazione Arditi d'Italia, fondata dal capitano Mario Carli, lo stesso che, dopo l'assalto di un gruppo di Arditi assieme a Marinetti alla casa del Lavoro di Milano, scrisse il noto articolo "Arditi non gendarmi" e distrusse il connubio instaurato nel primo dopoguerra fra Arditi e fascismo.

Gli Arditi parteciparono attivamente all'impresa fiumana guidati da Gabriele d'Annunzio, che proclamarono loro comandante. Durante l'impresa di Fiume furono sperimentate dai Legionari forme di democrazia libertaria. Vista anche la presenza di frange della sinistra rivoluzionaria, la stessa impresa di Fiume fu appoggiata anche da Lenin, che vedeva in D'Annunzio un possibile capo rivoluzionario. In quella fase, d'altra parte, D'Annunzio avrebbe, secondo alcune fonti, tenuto in considerazione le indicazioni di Alceste De Ambris, sindacalista rivoluzionario.

Altre fonti, spesso in contrasto con quanto ancora sostenuto dalla storiografia prevalente, mettono in rilievo come, di fatto, la Libera Repubblica di Fiume sarebbe stata distrutta dall'Esercito italiano, coadiuvato da un nucleo di squadristi fascisti (episodio passato alla storia come Natale di Sangue).

nascita

modifica

Gli Arditi del Popolo nacquero nell'estate del 1921 dalla sezione romana degli Arditi d'Italia. Loro fondatore è considerato Argo Secondari, pluridecorato tenente delle fiamme nere (Arditi che provenivano dala fanteria). Secondari era di tendenze anarchiche, come l'ardito Gino Lucetti, responsabile di un attentato contro Benito Mussolini (cui fu poi intitolato il battaglione Lucetti che agì durante la resistenza sui monti dell'alta Toscana).
La nascita degli Arditi del Popolo viene anche annunciata da Lenin sulla Pravda,l'Internazionale Comunista era favorevole a questa organizzazione come si legge sul resoconto nell'incontro fra Nikolai Bucharin e Ruggero Grieco,quest'ultimo rappresentava l'ala bordighista del partito comunista d'Italia,durante l'incrontro,(frazione in quel momento maggioritaria e quindi vincolante per tutti i militanti per disciplina di partito) fu ripreso per tali posizioni con durezza,Bucharin,ricordo' che il partito rivoluzionario di classe sta dove e' la classe,in tutte le sue epressioni,e non a discuterne in salotto ( vedi Eros Francescangeli:gli Arditi del popolo).La posizione di Antonio Gramsci era ben diversa e partiva dai presupposti gia' in nuce di quando lui tento' tramite il tenente comunista Marco Giordano,della Legione di Fiume, di entrare in contatto con Gabriele Dannunzio,ovvero,sinteticamente, era una posizione di attenzione e possibile appoggio:i legami fra Repubblica di Fiume e potere Sovietico erano forti in quel periodo ed all'interno della Legione di Fiume vi era una consistente ala filosovietica (vedi  :"alla festa della rivoluzione" di Claudia Salaris).

 
bandiera utilizzata dagli Arditi del Popolo

personaggi ed imprese

modifica

Altro personaggio di rilievo nelle formazioni antifasciste degli Arditi del Popolo nel Ravennate fu Alberto Acquacalda, massacrato da un gruppo di fascisti.

La consistenza di queste formazioni viene - secondo alcuni studi - fatta ammontare a circa 20.000 uomini. Altre stime fanno salire a 50.000 uomini la loro consistenza considerando insieme iscritti, simpatizzanti e partecipanti alle azioni. Tra gli Arditi del Popolo poi divenuti celebri si ricordano: Riccardo Lombardi (non iscritto ma partecipante alle azioni), Giuseppe Di Vittorio, Vincenzo Baldazzi (detto Cencio); numerosi Arditi caddero durante la guerra di Spagna militando nelle Brigate internazionali).

L'evento forse di maggior risonanza che coinvolse gli Arditi del Popolo fu la difesa di Parma dallo squadrismo fascista nel 1922: secondo alcune versioni, oltre 20.000 squadristi fascisti, prima al comando di Roberto Farinacci e poi di Italo Balbo, avrebbero attaccato e sarebbero stati respinti e messi in fuga da appena 350 Arditi del Popolo, comandati dai pluridecorati reduci della prima guerra mondiale Antonio Cieri e Guido Picelli, (che moriranno poi in Spagna). Fondamentale per la resistenza e la vittoria fu l'appoggio di massa dato dalla popolazione e il supporto di retrovia fornito soprattutto dalle donne parmensi (ne parlò lo stesso Balbo con malcelato elogio), che comunque in molti casi parteciparono anche ai combattimenti.

continuita' storica

modifica

Una certa continuità può essere ravvisata fra Arditi del Popolo e Resistenza anche se gli scopi erano ben diversi: gli Arditi, anche se in modo politicamente confuso, erano per la formazione di una Repubblica con basi progressiste estreme, almeno rispetto a quelle su cui poi si fonderà la Repubblica italiana (vedi Carta del Carnaro). L'ira dei fascisti si scatenò soprattutto contro i capi degli Arditi del Popolo, che furono incarcerati o massacrati dagli squadristi, spesso con la connivenza degli organi di polizia dello Stato.

Secondo talune tesi della storiografia contemporanea, gli Arditi avrebbero potuto battere il fascismo se non fossero stati abbandonati dai partiti democratici e dal neonato partito comunista (ad eccezione di Antonio Gramsci(stralcio articolo Gramsci,come gia' spiegato), la cui fazione era però allora minoritaria), che contravvenne alle indicazioni dell'Internazionale comunista che aveva esplicitamente invitato ad appoggiare gli Arditi.

Alcune formazioni partigiane nella Resistenza assunsero il nome di Arditi del Popolo: tra le più note e sulle quali si hanno maggiori e più documentate notizie, quella nella quale fu attivo Antonello Trombadori, poi esponente del PCI.


Tom Bhean,storico del fascismo,asserisce:

«“Difficile dire se una maggiore unità tra gli Arditi del Popolo e la sinistra avrebbe potuto fermare il fascismo. Ma questo non avvenne soprattutto per il settarismo del Pcd’I e per le divisioni del Psi.”»

Inoltre il Bhean fa un eplicito parallelo e richiamo storico fra la situazione di allora ed i movimenti attuali anti globalizzazione sostenendo la tesi dell'importanza della partecipazione a tali movimenti anche da parte dei militanti che ne criticano la mancanza di obbiettivi strutturati strategicamnete,in quanto attualmente sono il solo metodo per la costruzione di un'alternativa allo sviluppo capitalistico come si sta prefigurando.


Gli Arditi del Popolo nel cinema e nella letteratura

modifica

A parte la letteratura specifica di indirizzo storico sull'argomento,che ormai e' rilevante dopo anni di disinteresse o quasi,anche il mondo dell'espressione artistica, benché in modo piuttosto episodico, si occupò degli Arditi del Popolo; tra le opere più note ispirate alle loro gesta va ricordato Maciste, il valoroso fabbro antifascista di "Cronache di poveri amanti", film tratto dal libro di Vasco Pratolini; Maciste è un ex Ardito del Popolo che viene assassinato dagli squadristi,interpretato da un magistrale Adolfo_Consolini,tenuto conto che non era attore professionista,ed affiacato dall'amico,comunista irriducibile,(dopo un tentennamento ma riportato all'"ordine" da Maciste),interpretato da Marcello_Mastroianni,in una parte da "duro" perfettamente retta anche se al di fuori dei suoi ruoli classici.Anche Alberto_Bevilacqua parla degli Arditi del Popolo,anche se non e' centrale per la trama il discorso,nel suo libro "il viaggio misterioso". Gli Arditi del Popolo, come pure Gino Lucetti, hanno ispirato anche alcune canzoni popolari e partigiane come il quella del "Battagione Lucetti" ricordata da Maurizio_Maggiani nel "coraggio del pettirosso".

Voci correlate

modifica

Collegamenti esterni

modifica

Carabinieri e fascismo :citazioni

modifica

dal discorso di Mussolini 26 maggio 1927 fonte www.cronologia.it

«(La Polizia) Veniamo alla Polizia. Fortunatamente, gli Italiani stanno liberandosi dei residui lasciati nei loro spiriti dai ricordi delle dominazioni straniere: absburgiche, borboniche, del granducato, per cui la Polizia rappresentava una funzione odiosa, abominevole, da evitare. Signori! è tempo di dire che la Polizia va, non soltanto rispettata, ma onorata. Signori: è tempo di dire che l'uomo, prima di sentire il bisogno della cultura, ha sentito il bisogno dell'ordine. In un certo senso si può dire che il poliziotto ha preceduto, nella storia, il professore, perché se non c'è un braccio armato di salutari manette, le leggi restano lettera morta e vile. Naturalmente ci vuole il coraggio fascista per parlare in questi termini. L'onorevole Federzoni ha lasciato una legge di Pubblica Sicurezza. Abbiamo in Italia 60.000 carabinieri, 15.000 agenti di polizia, 5.000 metropolitani, 10.000 appartenenti alle Milizie, diremo così, tecniche: la Milizia Ferroviaria, la Portuale, la Postelegrafonica, la Stradale; tutte Milizie e Polizie che compiono un servizio regolare, perfetto ed utile. Poi abbiamo la Milizia Confinaria e finalmente la Milizia Forestale. Io calcolo che il regime ha un complesso di 100.000 uomini come forza di Polizia. È un numero imponente. Bisogna epurare la Polizia, specie quella in borghese. Io non ho voluto aumentare il numero delle divise, non ho voluto cioè che i 15.000 agenti in borghese avessero la divisa. Ma quando la polizia è in borghese e non controllabile attraverso l'uniforme, deve essere scelta, cioè deve essere composta di cittadini irreprensibili, zelanti e silenziosi. Tutti coloro che non hanno questi attributi, io li mando a spasso senza pietà. Così, in questi mesi, ho allontanato sette questori, quattro vice-questori, venti commissari, sei commissari aggiunti, cinque vice-commissari, ed ho fatto una rapida pulizia, ho dato un colpo di «ramazza» in quella Questura di Milano che non mi è mai piaciuta. Sono in corso altri 52 collocamenti a riposo di funzionari e di 37 impiegati del gruppo C. Ma questo è il principio dell'epurazione. Dovrà essere continuata. Poi bisogna dare i mezzi alla Polizia. La delinquenza moderna è avanzatissima, come progresso! Conosce la chimica, la fisica, la balistica, adopera tutti i mezzi più veloci. La Polizia italiana aveva ancora le vecchie automobili, che col rumore della loro incomposta ferraglia si annunziavano di lontano al delinquente, che faceva in tempo a fuggire. Abbiamo portato le autovetture della Questura da 161 a 611. Tutti i comandi di legione dei carabinieri hanno un'automobile. Altrettanto dicasi di tutti i comandi di legione della Milizia volontaria. La polizia dispone oggi, quindi, di 774 autovetture, di 290 camions, di 198 motocicli, di 48 natanti e motoscafi, e di 12.000 biciclette.»


Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia di Giacomo Matteotti

fonte www.cronologia.it


«Un altro tenente dei carabinieri che finge di contenere le spedizioni facinorose è un noto amico di organizzatori fascisti e fu udito prendere accordi con loro dentro i locali di un pubblico ufficio. Il comandante dei carabinieri agisce spesso a rovescio delle istruzioni prefettizie. Il brigadiere di Pincara, ove è stato compiuto l'assassinio durante la notte, mangia, beve, canta e spara coi fascisti. A Loreo i fascisti su di una strada assaltarono un povero disgraziato, lo picchiarono e poi si presentarono al comando dei carabinieri dichiarando di avergli sequestrata una rivoltella. I carabinieri, invece di arrestare coloro che lo avevano picchiato e assalito e perquisito, sostituendosi se mai alla pubblica autorità, arrestarono lo stesso disgraziato e insultato. Sono metodi e sistemi che hanno perfino meravigliato l'autorità politica. Perciò la mia interrogazione era diretta al ministro della guerra, troppe volle assente in questi banchi della Camera, per sentire le sue responsabilità. Ho detto che il sottoprefetto era avvisato della presenza dei fascisti in Adria, e la notte che andarono a prendere nella sua casa il Presidente della Deputazione Provinciale, i carabinieri perciò appunto dormivano profondamente e non udirono nulla, mentre per due o tre ore in città si udirono spari, inseguimenti, rumori. Nessun carabiniere apparve se non alle 4,40 del mattino, quando, come nell'episodio dei "Maestri Cantori", i ladri e gli assassini erano scappati, la luna sorgeva e tutto era ritornato in tranquillità. Fino a questo si arriva : che, mentre lo chaufeur che ha condotto l'automobile assassina di Pincara ha deposto e indicato persone; mentre è noto chi montava l'automobile chi la pagò, chi andò a compiere l'assassinio, il procuratore del re, ancora dopo parecchi giorni, mi dichiarava che non sapeva nulla, e che egli non ha l'abitudine di leggere i giornali.

"La viltà è un atto d'eroismo" Qui non si tratta di fatti singoli, di piccola polizia. Voi avete detto di aver preso delle misure che non sono state osservate. Ma qui si tratta piuttosto di riconoscere una organizzazione, una associazione a delinquere, la quale si vanta nei giornali, con manifesti, vistati dalle vostre autorità, che minacciano di morte determinate persone, di organizzare queste spedizioni e queste rappresaglie. E' una organizzazione a delinquere conosciuta nei suoi mezzi, nei suoi scopi, un per uno, e voi la lasciate intatta. . Se avviene mai che qualche avversario sia bastonato, allora sono arrestati i capilega, il Sindaco, gli Assessori, tutti i nostri di quel Comune, vi siano o no indizi di colpabilità. Ma da parte opposta nulla, anzi spesso la glorificazione, l'apologia dell'assassinio o dell'incendio.

Ecco, perchè, onorevoli colleghi, la stampa tace sugli avvenimenti della provincia di Rovigo. Ma allora che cosa ci resta a fare? Noi continuiamo da mesi e mesi a dire nelle nostre adunanze che non bisogna accettare provocazioni, che anche la viltà è un dovere, un atto di eroisno. Ma abbiamo continuato a predicare per troppi mesi, o signori dei Governo, invano; non ci sentiamo e non possiamo più oltre tacere ai nostri che la disciplina può segnare la loro morte, non possiamo più oltre ordinare che si lascino uccidere ad uno ad uno, sgozzare uno per uno, per amore della nostra disciplina. Questo non ci sentiamo più di consigliare, e nelle nostre assemblee ormai si dicono delle parole che non possiamo più oltre sopportare. Voi del Governo assistete inerti o complici. Noi non deploriamo più, non domandiamo più nulla. Ora voi siete informati delle cose; la Camera è avvertita»


dal sito dell'arma dei carabinieri



«Ai Carabinieri sono affidate anche mansioni ingrate come la repressione del dissenso politico e lo sviluppo di un imponente sistema di spionaggio interno. Dal 1931 al 1938 partono 3.940 proposte di assegnazione al confine, 4.468 proposte di ammonizione sempre per motivi politici»

.


«per quanto riguarda la marcia su Roma:Nonostante le precedenti acquiescenze e connivenze, le forze armate (e i Carabinieri in primo luogo) avrebbero eseguito l'ordine del re. Quattro fucilate avrebbero riprodotto in grande il miracolo di Sarzana ed avrebbero risparmiato molti lutti»

.


«per quanto riguarda il colpo di mano di Mussolini Il colpo di Stato mussoliniano è da manuale: infiltrazione graduale di apparati statali con simpatizzanti; creazione di un movimento politico; riuscita dimostrazione di forza; progressiva e rapida occupazione dello Stato. Nessuno spargimento di sangue, paralisi della classe dirigente, neutralità dei reparti non amici, cattura dell'opinione pubblica. Nei mesi seguenti viene operata la fascistizzazione della vita pubblica e privata dell'Italia in un crescendo di leggi liberticide e sempre più invadenti.»


«Ma mano a mano che il regime venne affermandosi, quei progetti che erano tesi a creare una polizia al servizio del partito (fascista) e delle autorità si fecero palesi. All'inizio della sua scalata al potere, pur affidando alla sola Arma dei carabinieri il servizio di polizia, sciogliendo la "Guardia Regia" e facendo confluire nell'Arma il Corpo delle guardie di pubblica sicurezza e i 12.000 uomini del "Ruolo Specializzato" - regio decreto 31 dicembre 1922 - il fascismo preparò l'attuazione di tale disegno.»


«Il fenomeno della reazione armata all'insurrezionalismo "rosso" fu spontaneo. L'idea di aggregarsi per reagire non nacque dai "Fasci". All'inizio del 1919 il cardinale di Milano, Andrea Carlo Ferrari, formò un gruppo di giovani ardimentosi che prese il nome di Avanguardia Cattolica. Il motto "O Cristo o morte" dava la misura della drammaticità della situazione, specie nel milanese, roccaforte socialista. A partire dall'autunno del 1920, nacquero le Squadre d'azione dei fasci. Lo squadrismo, scrive Francesco Perfetti, «fu un fenomeno a sé, che pesò in maniera determinante sul fascismo e sul suo sviluppo, anche per una acquisita dimensione mitica». Roberto Vivarelli così ne descrive la composizione: «...nelle prime formazioni squadriste erano certamente confluiti uomini ai margini della delinquenza, avventurieri... di questa componente i fasci manterranno a lungo il segno e, tuttavia, essa diventerà, ben presto, secondaria... L'obiettivo che i fasci si prefissero fu quello di una sistematica occupazione del territorio, spazzando via le forze avversarie, organizzazioni sindacali e amministrazioni locali, attraverso incursioni (spedizioni punitive) che miravano alla devastazione di sedi e all'intimidazione. Tutto ciò era in gran parte il frutto di uno spontaneo consenso, che accompagnò il sorgere della reazione fascista per più di una ragione...».»

da www.triangoloviola.it/stitalia4.html


«1925 - INIZIO ATTACCHI REPRESSIVI DEL REGIME FASCISTA AGLI STUDENTI BIBLICI

Dal gennaio 1925, il potere di Mussolini era ormai ben saldo e il processo di fascistizzazione delle istituzioni e della società in quest'anno, si delineava in maniera netta, più che prima. Una delle prime preoccupazioni del Duce, fu quello del riassetto delle forze di polizia e più in generale dei corpi armati.

Nel campo delle forze di Polizia (qui quello che ora più ci interessa) si avvertì l'esigenza di creare uno strumento proprio che fosse fedele allo Stato fascista piuttosto che allo Stato di diritto e che si caratterizzasse come un corpo esclusivamente poliziesco repressivo. L'arma dei carabinieri aveva ben svolto un ruolo repressivo durante tre anni di transizione, ma dalla polizia il fascismo voleva molto di più: una presenza effettiva capillare nella società, il controllo totale della vita pubblica e privata di tutti i cittadini. Non solo repressione, quindi, ma anche vigilanza di prevenzione. Per raggiungere quest'obiettivo era necessario un corpo alle dirette dipendenze del Ministro dell' Interno, (di Mussolini, quindi, che ricoprì ad Interim la carica una prima volta dal 31.12.1922 al 17.6.1924 [dal 17.6.1924 al 6.11.1926 il dicastero venne retto da Luigi Federzoni] e una seconda la più lunga e la più importante dal 6.11.1926 al 25.7.1943 quando fu arrestato) che avesse notevole celerità e mobilità nell'intervento.»



da Wikipedia Fascismo_e_questione_ebraica

«Lo storico Renzo De Felice, riferendosi indistintamente a carabinieri e polizia e loro gerarchie, scrisse: Collabora «Alcune prefetture e comandi ci mettono uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacità, nel collaborare con i nazisti.»»


Carabinieri caccia ai partigiani da www.associazioni.prato.it/resistente/italia/home.htm

«03/01/1944 - A Valibona, 18 partigiani capeggiati da Lanciotto Ballerini vengono accerchiati nella notte da un reparto della Guardia Nazionale Repubblicana di Prato che agisce insieme a dei fascisti e ai Carabinieri di Calenzano. Scoppia a un combattimento che porta a un vero e proprio massacro, con successive rappresaglie fasciste sulla popolazione locale»

periodo prefascista

modifica

rapporti con repubblica di Salo' e repressione nazifascista

modifica

rapporti con Resitenza

modifica

Generalita'rapporti fascismo organi di repressione dello stato

modifica

dal discorso di Mussolini 26 maggio 1927 fonte www.cronologia.it

«(La Polizia) Veniamo alla Polizia. Fortunatamente, gli Italiani stanno liberandosi dei residui lasciati nei loro spiriti dai ricordi delle dominazioni straniere: absburgiche, borboniche, del granducato, per cui la Polizia rappresentava una funzione odiosa, abominevole, da evitare. Signori! è tempo di dire che la Polizia va, non soltanto rispettata, ma onorata. Signori: è tempo di dire che l'uomo, prima di sentire il bisogno della cultura, ha sentito il bisogno dell'ordine. In un certo senso si può dire che il poliziotto ha preceduto, nella storia, il professore, perché se non c'è un braccio armato di salutari manette, le leggi restano lettera morta e vile. Naturalmente ci vuole il coraggio fascista per parlare in questi termini. L'onorevole Federzoni ha lasciato una legge di Pubblica Sicurezza. Abbiamo in Italia 60.000 carabinieri, 15.000 agenti di polizia, 5.000 metropolitani, 10.000 appartenenti alle Milizie, diremo così, tecniche: la Milizia Ferroviaria, la Portuale, la Postelegrafonica, la Stradale; tutte Milizie e Polizie che compiono un servizio regolare, perfetto ed utile. Poi abbiamo la Milizia Confinaria e finalmente la Milizia Forestale. Io calcolo che il regime ha un complesso di 100.000 uomini come forza di Polizia. È un numero imponente. Bisogna epurare la Polizia, specie quella in borghese. Io non ho voluto aumentare il numero delle divise, non ho voluto cioè che i 15.000 agenti in borghese avessero la divisa. Ma quando la polizia è in borghese e non controllabile attraverso l'uniforme, deve essere scelta, cioè deve essere composta di cittadini irreprensibili, zelanti e silenziosi. Tutti coloro che non hanno questi attributi, io li mando a spasso senza pietà. Così, in questi mesi, ho allontanato sette questori, quattro vice-questori, venti commissari, sei commissari aggiunti, cinque vice-commissari, ed ho fatto una rapida pulizia, ho dato un colpo di «ramazza» in quella Questura di Milano che non mi è mai piaciuta. Sono in corso altri 52 collocamenti a riposo di funzionari e di 37 impiegati del gruppo C. Ma questo è il principio dell'epurazione. Dovrà essere continuata. Poi bisogna dare i mezzi alla Polizia. La delinquenza moderna è avanzatissima, come progresso! Conosce la chimica, la fisica, la balistica, adopera tutti i mezzi più veloci. La Polizia italiana aveva ancora le vecchie automobili, che col rumore della loro incomposta ferraglia si annunziavano di lontano al delinquente, che faceva in tempo a fuggire. Abbiamo portato le autovetture della Questura da 161 a 611. Tutti i comandi di legione dei carabinieri hanno un'automobile. Altrettanto dicasi di tutti i comandi di legione della Milizia volontaria. La polizia dispone oggi, quindi, di 774 autovetture, di 290 camions, di 198 motocicli, di 48 natanti e motoscafi, e di 12.000 biciclette.»

voci correlate

modifica

Ercole_Miani


Giovanni_Palatucci


Fascismo_e_questione_ebraica

modifica

A Genova l'alleanza tattica interclassista fra commercianti, industriali e lavoratori trovò voce nel Congresso degli Scienziati del 1846. A titolo di esempio, vale la pena di ricordare l'opera di uno dei capofila di queste posizioni, Giovanni Ansaldo, al quale si deve l'introduzione della scuola serale per operai-lavoratori [1] nel capoluogo ligure e che, nella seconda metà dell'Ottocento, ebbe il maggiore centro di studi politecnici del Regno d'Italia. In questa situazione è comprensibile come la fascia più agiata della borghesia genovese desiderasse perpetuare la propria memoria tramite segni duraturi tali da ricordare il proprio lavoro e la propria morale: anche, e soprattutto, a quel tempo il metodo migliore si rivelava ancora la scultura. Da qui il nascere di lavori realistici, talvolta anche iperrealistici, comunque di buon livello (alcuni addirittura di ottima fattura) che riguardavano soprattutto la prima fase scultorea del cimitero monumentale di Staglieno.

 
Statua al cimitero di Staglieno

Spesso, nelle tombe realizzate all'epoca, il defunto è ritratto circondato dai propri cari, ma anche da altre persone; viene quindi interpretato come una figura patriarcale e positiva, tipica di chi finalmente si è guadagnato il giusto riposo dopo una alacre vita di lavoro. Ben diversa sarà invece l'impostazione contenutistico-formale delle opere successive che caratterizzeranno la fase dell'apice e d'inizio di fase calante della borghesia commerciale-industriale genovese. In essa viene evidenziato il rapporto eros-tanatos arrivando a espressioni di tipo liberty con figure di angeli che ricordano le concubine del morto, ovvero statuette femminili molto seducenti che erano poste nella tomba dei faraoni o dei notabili egizi per rendergli piacevole la permanenenza nel regno dei morti.
Il limite è dato da una statua di importante aspetto contenutistico e di ottima tencica, pur tuttavia non eccelsa secondo molti critici, che rappresenta la morte come donna seducente che porta con sé il defunto su un focoso destriero.}}

 
L'Accademia accanto al Teatro Carlo Felice

Nascita scuola tecnica serale genovese

modifica

150 anni di scuola tecnica serale a cura di prof. Rosanna Barabino

introduzione

modifica

A Genova il tentativo di alleanza tattica interclassista fra commercianti, industriali e lavoratori trovò voce nel Congresso degli Scienziati del 1846. A titolo di esempio, vale la pena di ricordare l'opera di uno dei capofila di queste posizioni, Giovanni Ansaldo, al quale si deve l'introduzione della scuola serale per operai-lavoratori[2] nel capoluogo ligure e che, nella seconda metà dell'Ottocento, ebbe il maggiore centro di studi politecnici del Regno d'Italia.L'Istituto Tecnico Commerciale "Vittorio Emanuele II" nella seconda meta' dell'Ottocento costituiva il maggiore centro di studi politecnici del Regno d'Italia e diede origine a tre grandi scuole genovesi: il Liceo scientifico Gian Domenico Cassini, l'Istituto Nautico "San Giorgio" e l'Istituto Tecnico per Geometri "Buonarroti".Un ricordo di tale periodo strorico si trova nella parte monumentale del cimitero di Staglienonelle cosudette "tombe dei Patriarchi"Cimitero_di_Staglieno#Analisi_storica.

linea di pensiero fautrice

modifica

Tale linea di pensiero si sviluppo' dopo i tentativi insurrezionali mazziniani del 1832-34 a Chambery, Torino e Genova,che nonostante la sconfitta smossero l'opinione pubblica italiana, e,sopratutto, preoccuparono i le classi dominanti e benestanti:quest'ultime pur parzialmente disponibili ad un rinnovamento (che avrebbe ulteriormente incrementato i loro capitali,favorendo commercio e sviluppo industriale,fra l'altro,ricalcando così, almeno nelle linee principali, il concetto di libero scambio poi analizzato da Adam Smith e dopo anche diffuso in Italia da Richard Cobden),non erano disponibili a riforme quali il suffragio universale e men che meno a una costituzione repubblicana.Tali avrebbero minato le basi del loro potere per cui pur in contrasto all'avanzata,per loro, ideologia mazziniana, ma ben distante dal conservatorismo immobilista ed autoritario si rinforzo' la corrente di pensiero politico lberale moderata che tendeva ad assumere la guida di un Risorgimento che impedisse eccessi,dal loro punto di vista,rivoluzionari.Tali intelettuali erano fautori della linea di pensiero che impegno sociale e politico potevano portare,gradualmente,senza discuntinuita'delle classi dominanti,all'unita' nazionale ed a riforme sociali progressiste per le classi subalterne:Conseguenza diretta di questo pensiero e' favorire,iniziare e' meglio dire visto il tempo,lo sviluppo della cultura fra i lavoratori e la classe operaia e quindi la soluzone inevitabile era(ed e' in molti casi)la scuola tecnica(ovviamente per esigenze epocali) serale.Si impegnarono con coraggio e decisione sia a mezzo stampa,sia a livello saggistico, sia con un impegno politico seppur ristretto dalla mancanza di liberta' democratiche del tempo.Tale linea di pensiero di tipo liberale moderato portava alla conclusione che per lo sviluppo economico e sociale della nazione,ancora in nuce,accorresse come premessa indispensabile:un accrescimento della cultura fra i lavoratori e la classe operaia stessa.

considerazioni

modifica

Occorre rimarcare che questa alleanza tattica fu temporanea e parziale in quanto poi la stragrande maggioranza della classe operaia genovese si sposto'ovviamente,su posizioni di classe,la storia di tale sviluppo e' riportata,parzialmente in formazioni_di_difesa_proletaria_a_Genova,comunque, nel tessuto sociale genovese questa tendenza interclassista,comprensiva anche di istanze sociali democratico-progresiste e' ben radicata ancora adesso,come prese di posizione di alcuni industriali dimostrano.

specificita' sviluppo scuole

modifica

Nello specifico la scuola tecnica serale nasce in prima istanza dalle Scuole Tecniche di Chimica e Meccanica applicate alle arti, scuole serali frequentate da artigiani e operai, volute e poi finanziate con profusione di mezzi dalla Camera di Commercio di Genova.La crescita fu rapida e si avvalsro della didattica didocenti universitari, ben conosciuti nell'ambiente della cultura e del mondo liberale moderato del Risorgimento genovese,quali Giovanni Ansaldo, Stefano Grillo, Gerolamo Boccardo, Michele Erede, Giuseppe Sapeto.L'impegno che mettevano tali intellettuali nel lavoro didattico era tale,ad esempio,che Giovanni Ansaldo,che il piu' importante fautore di questo tipo di scuola,per tener le sue lezioni veniva in calesse da Torino a Genova.Importanza fondamentale nel contesto e' il "Vittorio Emanuele II":una seppur frettolosa visita sia all'interno che all'esterno di tale scuola fa calare nel periodo di cui si scrive,sia dal punto di vista archittetonico,sia dalla ricchezza dei reperti di Archeologia Industriale(motori strumenti ecc.)che dai laboratori e gli archivi.Importanti archivi e reperti di archeologia industriale,se non prorio dell'epoca,comunque a cavallo fra '800 e 900',che andrebbero valorizzati son presenti anche in diverse scuole genovesi.


a pie' pagina si riporta il link al sito di 150 anni di scuola tecnica serale in cui e' riportata l'intero testo della ricerca della dott.prof.Barabino Rosanna

Voci correlate

modifica

Giovanni_Ansaldo

Liceo_scientifico_Gian_Domenico_Cassini

modifica

storia scuolatecnica seraledi genova di dott.prof.Rosanna barabino,testo scritto di consultazione presso biblioteca Berio di Genova

Difesa di Parma

modifica

Cenni alla situazione italiana del periodo

modifica

Nel 1920, i disagi sociali ed le protratte mire imperialistiche del capitalismo italiano portarono alla cosiddetta "Rivolta dei Bersaglieri" di Ancona, una vera e propria sommossa popolare, partita dalla Caserma Villarey dove i bersaglieri non volevano partire alla volta dell'Albania:c'e'ancora vivo il ricordo della Settimana Rossa l'insurrezione popolare verificatasi in Ancona tra il 7 e il 14 giugno 1914 e partita proprio per una manifestazione antimilitarista e la rivolta, in seguito estesa in Romagna, Toscana e altre parti d'Italia.in quel periodo vi e' pure la rivolta degli Arditi di Trieste,in concomitanza dell'Impresa_di_Fiume che non vogliono partire per altre guerre di rapina imperialista.Fra i capi anarchici che entrano in contatto con i bersaglieri di Ancona spingendoli alla ribellione c'e' Antonio Cieri,anarchico,che non potendo essere incarcerato per mancanza di prove viene trasferito a Parma,dove poi con Guido Picelli,e la popolazione di Parma,le donne in particolare,importantissime sia come combattenti sia per supporto alla truppa, sara' l'artefice della sconfitta dei temutissimi squadristi di Italo Balbo.


Nel 1921 La volontà di lotta rivoluzionaria del proletariato si scontra col riformismo ed il massimalismo,spesso solo parolaio del Partito Socialista,a causa anche di cio' le lotte si radicalizzarono sempre piu':l'esempio della Russia,ed anche le spinte bolsceviche di Impresa_di_Fiume, galvanizzavano il proletariato, nel Luglio 1921 ci sono i Fatti_di_Sarzanaed i fatti di Genova: il fascismo ha gettata la maschera di movimento di sinistra legata al sindacalismo rivoluzionario interventista,sansepolcrismo, come e' stato rappresentato, artatamente, anche, sul Popolo d'Italia di Benito Mussolini,mettendo in evidenza e "caricando" solo la seconda del discorso di piazza S.Sepolcro,quella nettamente orientabile a sinistra:"l'affidamento delle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente ) della gestione di industrie e servizi pubblici" con punti di anticlericalismo, come appare dalla lettura dei punti riguardanti il problema finanziario ;repubblicanesimo, volendo infatti formare una Repubblica con la creazione di una Assemblea Nazionale e rivendicazioni nettamente eguglitarie e di classe discendenti dal sindacalismo rivoluzionario interventista [3] (non pochi che aderirono al primo movimento fascista erano in buona fede, infatti passeranno all'antifascismo).


Nel 1922, il settarismo di Amadeo Bordiga da una parte e la moderazione dei riformisti dall'altra, hanno impedito l'organizzazione generale e l'appoggio corale alle formazioni di difesa Antifascista che formavano gli Arditi del Popolo (lo storico Tom Bhean, tra i tanti, indica in tali formazioni l'unica possibilità di fermare il fascismo). Anche Antonio Gramsci (articolo di Gramsci,stralcio) aveva capito la situazione ma fu messo a tacere, in quanto minoranza nel Partito Comunista d'Italia. Giuseppe Di Vittorio nel 1922 struttura le squadre antifasciste: socialisti, comunisti, anarchici, assieme agli Arditi del Popolo, legionari ed ex ufficiali fiumani, ed organizza la difesa della sede della Camera del Lavoro sconfiggendo gli squadristi fascisti di Caradonna. A Piacenza, Livorno, Ravenna,Roma, Civitavecchia, (dove viene ancora conservata con orgoglio la Bandiera battaglione di Civitavecchia degli Arditi del Popolo), Bari, Ancona, Vercelli, Novara, Biella, Torino, Piombino, ecc. praticamente in tutta o quasi la penisola con le punte nelle zone con forte concentrazione operaia e/o portuali (Benito Mussolini si chiede "se è l'aria di mare a favorire il sovvertivismo"), é tutto un formarsi di squadre di autodifesa antifascista che sbarrano militarmente il passo agli squadristi, basandosi pure sulle capacità militari ed organizzative di molto reduci di guerra, anche graduati, in particolare una parte degli Arditi assaltatori d'Italia che passa con l'antifascismo e spinge alla controffensiva armata, tenuto conto anche delle indicazioni di Mario Carli col suo articolo Arditi non gendarmi [4], che fece epoca. Nel proseguio a Roma i “marciatori”[5] sono bloccati all'ingresso dei quartieri popolari (storica la difesa di San Lorenzo coi preti alle campane per richiamare la popolazione), a Parma la Legione Proletaria Filippo Corridoni va in clandestinità assieme a frange di Arditi del popolo, dopo aver duramente sconfitto gli squadristi guidati da Farinacci prima e da Italo Balbo (che lo aveva sostituito nel comando per ordine di Benito Mussolini) poi. La lotta è impari anche a Genova, i fascisti passano ma la classe operaia di Genova è battuta ma non schiacciata: duri scontri tra fascisti e guardie regie da una parte, operai, Arditi del Popolo, sindacalisti, anarchici e comunisti dall'altra, si protraggono per quasi tutto il 1922.

tessuto sociale parmense del periodo

modifica

Il comune di Parma nel periodo era costituito quasi interamente da teritorio quasi urbano con una popolazopne di 57000 nel censimento del 1921,attorno al 1911 ne contava circa 10000 di meno,nel 1901 48500,dopo la lunga stsi delll'800aveva subito un notevole incremento avvetendo in generale il periododi ripresa di stampo giolitina e nello specifico la capacita' del sindaco Giovanni Mariotti [6] alla crescita demografica si era ssociato uno sviluppo urbano aldi fuori dell '500 mura(bastioni),demoliti allo scopo.Il quartiere operaio di S.Leonardo si era sviluppato nella zona nord,resdenzialmente meno accogliente con lo sviluppo contemporaneo di numero fabriche,fra le quali la vetreria Bormioli che contava gia' 300 nel 1913,a sud, verso la Cittadella, si sviluppava invece un quartiere e di ville e villette per benestanti.La viabilita' subbi'un progresso nel 1910 con l'inaugarione nel maggio delle linee tranviarie elettriche in generale:nel 1900 entrarono in funzione nuovo acquedotto e nuovo macello, nel periodo intercorrente fra il 1901 e il 1903 i ponti Verdi e Italia seguito dallo stabilimento dei Bagni Pubblici sul Lungoparma nel 1906,(nel 1907 apriva Croce Bianca albergoin piazza della Steccata, di cui prese possesso il comando fascista nell'agosto del 1922), nel 1909 le nuove Poste, e nel 1913 il supercinema Orfeo,tanto per citare alsuni sintomi del robusto sviluppo di inizio secolo.A fronte di questi cambiamenti le crisi economiche nazionali del 1907 e del 1913 non ebbero forti ripercussioninel Parmense, ancora poco industrializzato rispetto al triangolo Milano-Torino-Genova(il triangolorosso era individuato da Genova Vercelli Torino,nel proseguio,pero'). Nelparmense la produzione della ricchezza restava, e restera' ancora a lungo di natura prevalentemete agricola ( nel 1921 occupava circa 116.000 individui contro 37.500 nel ramo industriale) ed oltre la meta' nel capoluogo,operatori addetti alla trasformazione dei prodotti agricoli e alle piccole industrie metalmeccaniche specializzate nella produzione dimacchinari agricolo e/o per il trattamento di prodotti della terra.Mentre avvenivano queste trasformazioni rimaneva per converso diviso in due l'aspetto social-logistico:Oltretorrente,chiamato anche Parma vecchia,a ovest,in cui alla fine del '800, in palazzi speso fatiscenti si era raccolto un coagulo di abitanti di viverseproveniene geografiche e sociali,che si era integrato nel tesuto sociale gia' esistente:conadini inurbati,montanari in cerca di lavoro nel campo edilizio tenuto conto del rigoglioso sviluppo cittadino.Ad est quella che era la parte piu' antica della citta', ma che veniva chiamata Parma nuova proprio per il suo aspetto piu' moderno e decoroso, abitata in prevalenza dai diversi ceti borghesi, dove si trovavano (e ancora in gran parte si trovano) le sedi dei poteri istituzionali;il dato sociale era comunque che era comunque che la coessione sociale di Parma vecchia era molto superiore a quella di Parma nuova,esempio del tessuto sociale di provenienza diversa ma amalgamato:un Ardito del Popolo Enrico Griffih [7][8]:la XXXXVII brigata Garibaldi operante sull’Appennino parmense nella Resistenza avra' il suo nome Il borgo del Naviglio aveva amalgama sociale simile all'Oltretorente,al margine nord orientale,trascurando,ovviamentela zona dei bordelli fra borgo Tasso e borgo S.Silvestro:Antonio Cieri dirigera' l'epica sortita del Naviglio a danno degli squadristi,magistralmemte raccontata nel libro Oltretorrente di Pino Cacucci:la suddivisione in due parti,o quasi,di Parma.avra' anche grossa importanza militare nello svolgersi della difesa della citta' dagli squadristi nel'Agosto 1922.E' ancora da notare pe la vicenda un dato dell'artigianato,in quanto nell'Oltretorrente ci sono laboratori per scarpe e busti femminili con molti addetti/e,andati in crisi con l'avvento della guerra,ed a parte quindi la crescita di malcontento c'e da supporre una parte di manodopera femminile con relativa emancipazione da cui l'importanza dele donne nella difesa di Parma sia nei combattimenti sia per supporto nelle retrvie,organizzazione lodata a denti stretti dalla steso Italo Balbo(non solo donne ma anche suore che curavano gli Arditi ed i combattenti feriti e che il vescovo della cita' dovette difendere dale proteste dei ras asquadristi)Anche il parmense rsenti' gli effeti del'entrata in guerra del '15,coi problemi del prima e del dopo del conflitto:inflazione che erodeva i salari,difficolta' di rifornimenti di alimentari e combustibili,debilitazione fisica diffusa e aumento delle malattie (anche a Parma nel 1919 infurio' la "spagnola"),la mancanza di uomini spediti al fronte e la sostituzione con ragazzi e donne e di nuovo siamo alla formazione di una base operaia femminile colegata al problema militare della difesa di Parma;ovviamnete,anche se ci fu il blocco di lavori pubblici in quanto l'oepedale ad es. fu finito nel 1925 ed il formidabile monumento a Giuseppe verdi nel 1920, non ci furono gravi problemi di disoccupazione visto lo "spopolamento" di manodopera maschile per l'invio ala guerra.La situazione e' chiaro sia presaga dello scontro coi fascisti,visto anche la notevole presenza di dirigenti interventisti di sinistra ormai delusi e con capi riconosciuti sia a livello nazionale che locale,ad esempioAlceste De Ambris,con associazion e formazioni molto presenti in loco come la Legione Proletaia Filippo Corridoni:Mussolini avra' l'amara sorpresa di trovarseli contro i Corridoniani,ma non fu del tutto una sorpresa visto che aveva intuito l'aria che tirava.Nel parmense la guerra tramite le commesse porta ad un incremento industriale nel settore agricolo e della trasformazione,ma in buona sostanza,nonostante i tempi convulsi,la borghesia parmense non muta diaatteggiamento dall'ante conflitto e non vede di buon occhio,per risolvere i conflitti socili,gli squadristi e i loro sistemi criminali:continu a far riferimento alla "politica" ed ai dettami ideologici della potente Associazione Agraria Parmense, quella che aveva avuto battuto lo sciopero del 1908.Ecco peche' a Parma ci fu un'organizazione della difesa quasi corale,e la borghesia non si puo' dire che in linea di max oppose forti ostacoli all'azione degli Arditi del Popolo edella mass aproletaria in generale.(ci son documenti ed estratti di giornale di stampo liberale che lo dimostrano):D'altro canto vie era un ritorno direduci fortemente delusi in quanto Parma era stata citta' con forte stampo interventista,e molto con stampo di sinistra anche,da come si puo' desumere anche da quanto gia' detto;oltre che delusi c'erano tutta le difficolta' del dopoguerra che attraversavano <Italia ed Europa enche se in peso diverso:in quasta situazione era ovvia la ribelione all'interveto degli squadristi,basandosi anche sui redudci addestrati e delusi,sopratutto come appena detto.

sintesi avvenimenti

modifica

Il fatto prende inizio dallo sciopeo generale nazionale indetto da l'Alleanza del Lavoro organo sindacale di fronte unito,indetto il 1 Agosto 1922.Causa dello sciopero era il perpetuarsi e l'aumentare degli attacchi degli squadristi fascisti ale organizzazioni operaie,con numerosi morti,fra l'altro,senza interveto alcuno da parte degli oragnismi di repressione dello stato,se non per proteggere i fascisti,eccezion fatta per i Fatti di Sarzana,in cui i carabinieri sparano sugli squadristi assieme aglia Arditi del Popolo,comandati dal capitano Jurgens,che aveva partecipato alla represione delle Guardie Rosse di Torino,e che evidentemente era coerentemente,per lui,contro osgni forma di sovversione in qualita' di servitore dello stato :il capitano Jurgens non fara' alcuna cariera sotto il fscismo,oviamente ed alcuni giorni dopo i carabinieri dovrano arestare gli stesi Arditi del Popolo con cui avavno comabattuto fianco fianco.Gli squadristi si scatenarono a livello nazionale contro il proletariato in rivolta,appogiati dagli organi di repressione dello stato,il 3 Agosto 1922 lo sciopero viene interetto sospeso.Contrariamnte a molte altre citta'in cui nonostante la resistenza le formazioni antifasciste debono cedere viene organizzata una resistenza armata ottima caratura militare a quanto asserisce a denti stretti lo stesso Italo Balbo che sostituira' mandato da Benito Mussolini,Robeto Farinacci per la sua inettitudine,il futuro "duce" e' intimorito dalla rivolta in quanto assieme agli Arditi del Popolo combatte quasi inaspettatamente anche la Legione Proletaria Filippo Corridoni,dimostrando quindi u coagulo di forze che arriva agli interventisti di sinistra affascinati in primo momento dal programma dei fasci di combettimento (Parma fu zona di gran interventismo di sinistra come gia' spiegato).I lavoratori son partecipi in amniera compatta dello sciopero e i sindacalisti rivoluzionari son ritornati alla loro origine di classe,con tuta l'influenza che han sempre avuto a Parma.Parma era restata quasi impenetrabile al fascissmo come risulta dai diari di Itali Balbo (milano 1932)ed inoltre ormai da poco piu' di un annooperavano le squadre di autodifesa proletaria di Guido Picelli,socialista internazionalista,che evevano un perfetto serbatoio di reclutamento nel tessuto sociale proletario parmense incline al socialismo radicale ed all'anarchismo,comunque si vedra' che il reclutamento per i fatti di Parma influira' anche in altri strati con la caduta in comabatimento di Ulisse Corazza,consigliere del partito popolare,che assime ad un gruppo dei suoi "mettera' il suo moschetto a disposizione del comandante Picelli",anche su giornali,di Parma, del periodo di matrice liberale e borghese ci son violenti attacchi agli squadristi,individuati senza peli sulla lingua come criminali.


Nei primi giorni di agosto vennero mobilitati dal Partito Fascista per l'attacco a Parma circa 10.000 uomini, giunti dai paesi del Parmense e dalle province limitrofe; a comandarle venne inviato Italo Balbo,dopo il breve comando di Farinacci, già protagonista di simili spedizioni militari contro Ravenna e Forlì,il numero dei fascisti si incrementera' sempre piu' a causa della Resistenza che le squadre di autodifesa proletaria aumenteranno la loro capacita' di rintuzzare gli attacchi:ala fine si conteranno 40 morti fra gli squadristi,solo 5 fra gli Arditi del Popolo,fra i quali il valoroso Corazza,e gli squadristi dovranno allontanersi,su consiglio anche del capo della polizia locale,uomo stuto che vista la situazione pericolosa per il fasismo non solo a livello locale preferisce mantenersi neutrale dicendo a Balbo:"che e' meglio abbandoni la spedizione in quanto lui ed i suoi sottoposti non sono grado di garantire l'incolumita' dei suoi uomini".I 5 caduti fra i difensori sono Ulisse Corazza consigliere comunale del P.P.I, Carluccio Mora, Giuseppe Mussini,Mario Tomba il giovanissmo Gino Gazzola,la cui morte Pino Cacucci,dice nel suo libro Oltretorrente,scateno' la furia di Antonio Cieri,che baionetta fra i denti e bombe a mano,seguito da popolani e donne, guido' l'epica sortita dal Naviglio spezzando l'ormai avvenuto accercahiamneto dl Naviglio operato dagli squadristi,Antonio Cieri aveva gia' compiuto un atto del genree che gli porto, la decorazione nella prima guerra mondiale,non per fanatismo nazionalistico,era un anarchico mandato al fronte ed andato di malavoglia,ma per salvare i commilitoni orami intrapplati dal fuoco nemico,e Cieri non perdera' l'abitudine,morira' ad Huesca in Spagna,per la difesa della Repubblica.attaccando una postazione dei nemici di sempre al comando della sua squadra di bomberos,la postazione verra ' conquistata ma Cieri morira' nella'attacco.


La popolazione dell'Oltretorrente e dei rioni Naviglio e Saffi si prepara all'aggressione innalzando barricate, scavando trincee:vuole difendere ad oltranza sia le sedi delle organizzazioni proletarie di classe che quelle piu' centriste ed anche le case,sapendo gia' le devastazioni che i fascisti hanno compiuto in altri paesi.A livelo nazionale lo sciopero si esaurisce,di converso a Parma l'idea di resistere si radica sempre di piu'.Nei quartieri popolari i poteri istituzional passano al direttorio degli Arditi del Popolo comandati da Guido Picelli,anche lui morira' in combattimento in Spagna,come Cieri contro i fascisti,Madrid lo onorera'con funerali di stato.


Tutta la popolazione partecipa attivamente agli scontri,anche le donne dando un apporto fondamentale oltre che come combattenti sul campo per l'oraganizzazione delle retrovie,organizzazione "lodata" da Balbo:vengono superate divisioni politiche anche profonde e radicate e : arditi del popolo, sindacalisti corridoniani, confederali, anarchici (Antonio Cieri,appunto comandò la resistenza del rione Naviglio), comunisti, popolari, repubblicani e socialisti combatterono, fianco a fianco contro gli squadristi.


Gli squadristi tentano di superare le barricate ,devastano, nelle zone centrali della città,meno difendibili e difese il circolo dei ferrovieri, uffici di numerosi professionisti democratici, le sedi del giornale "Il Piccolo", dell'Unione del Lavoro e del Partito Popolare,a questo punto iniziano le trattative,viste la situazione, iniziarono le trattative per la fine dei combattimenti tra il comando di Balbo, le autorità militari e la Prefettura e Lodomez,capo della polizia fa il discorso a Balbo di cui poco sopra:non puo' garantire l'incolumita' dei fascisti.La notte tra il 5 e il 6 agosto le squadre fasciste smobilitarono e lasciarono velocemente:Parma proletaria ha resistito ed ha salvato,in gran parte,l'intera citta' dalle devastazioni.Due Arditi del Popolo salutano Balbo in automobile,che abbandona Parma,scaricandogli addosso i loro revolvers.Molti anni dopo Balbo torna a Parma,a fascismo ben stabilizzato, e lo attende un grossso cartello con la scritta in parmense,Hai atraversato l'oceano ma no il Torrente. Il 6 Agosto 1922 ,Lodomez, comandante militare della piazza, assume pieni poteri e proclama lo stato di assedio. Nella mattinata i soldati, festosamente accolti dalla popolazione,con cui fraternizzano, entrano nei rioni dell'Oltretorrente e del Naviglio e, in poco tempo, la situazione torna alla normalità


Le ragioni sociali e politiche resistenza vittoriosa di Parma sono molte e si legano a vecchie e nuove esperienze del movimento locale dei lavoratori che vanno dal tradizionale ribellismo urbano dei quartieri più poveri ed anche fatiscenti della città (particolarmente i borghi dell'Oltretorrente) a tutta la situazione storico-politico-sociale brevemente analizzata nel paragrafo del Tessuto Sociale Parmense:e' da rimarcare comunque che la cultura parmense dell'interventismo di sinistra e che l'esperienza combattentistica nella Prima guerra mondiale di molti lavoratori avevano rafforzato una forte volontà di cambiamento sociale e politico:l'unico vantaggio che vi era staato dalla guerra verso la massa era un bagaglio di conoscenze militari applicate sul campo ;occorre ancora trascurare assolutamente la figura carismatica di Guido Picelli e alla sua proposta politica per un fronte unitario antifascista,combattente antifascista (nell' seguito aderi' al Partito Comunista d'Italia) che e' ricordato ancora oggi in modo epico a Parma.Militarmente parlando e' ben difendibile una zona con strade strette,tortuose ed anguste che porta ad un'immadiata difesa con la barricata,e ci sono dei precedenti storici con il lancio di tegole dai tetti e di pietre per le strade come forma di autodifesa dagli attacchi della polizia ed esercito gia' dalla fine del 1800 si era consolidato come forma di autodifesa contro le forze di polizia e l'esercito già alla fine del XIX secolo.

personaggi correlati

modifica
  • Aimi Alcide

(Polesine Parmense, Parma, 1896 - Como 1960). dopo esser stato in seminario ed aver militato nella guardia regia e partecipato alla prima guerra mondiale costituisce il Fascio a Busseto nel 1921e si puo' identificare come capo degli squadristi della Bassa Parmense.E' in collegamento con Roberto Farinacci,il ras di Cremona,non per niente il primo a dirigere gli atacchi a Parma sara' lo stesso Farinacci sostituito poi per inefficienza militare;il culmine dei suoi atttacchi fascissti si trova con la distruzione della Cooperativa di Fontanelle nell'agosto del 1922. Nle proseguio il suo fascissmo di stampo intransigente lo porta al'emarginazione nel movimento fascista stesso,quando e',nel seguito,da limitare uso di manganello ed olio di ricino lo spinsero ad esser quasi emarginato dal fascismo parmense,diviene comunque membro del primo Consiglio direttivo della Confederazione Nazionale dei Sindacati Fascisti,commissario straordinario dei sindacati fascisti di Firenze e segretario generale di Massa e Carrara ;nel 1929 il PNF lo trasferisce a Mantova dove continua ad occuparsi di sindacalismo.

  • Giuseppe Balestrazzi

(Parma, 1893 - Roma, 1983);presidente dAssociazione Mutilati e Invalidi di Guerra di Parma, Balestrazzi, sottotenente, venne ricoverato nel 1917 nell'Ospedale di Parma per una grave mutilazione al braccio sinistro dovuta ad ferita riportata in guerra e nello stesso anno con Priamo Brunazzi, altro mutilato di guerra assieme adaltri pochi commilitoni fondaa l'Associazione dei Mutilati e Invalidi di guerra a Parma quasi nello stesso periodo incui nasce l'Associazione Nazionale di Milano. I due reduci si impegnano e portano allo sviluppo dell'associazione di stampo apolitico per cui trovano un buon consenso interclassista,facendo ben notare che i reduci parmensi contavano piu' di 40000 uomin(altri provincia compresa portano il numero abbondantemente aldi sopra di 50000;ma retando al dato qui riportato si ebbero 1.089 caduti sul campo, 1.718 caduti nel seguito per le ferite, 1.800 cadut per infezioni contratte nel conflitto, 420 internati in campi di detenzione militare degli avversari;ci furonodispersi furono 673con oltre diecimila feriti.Si ricorad che Parma fu epicentro del sindacalismo rivoluzionario e quindi anche di un non esiguo interventismo di sinistra(Alceste DE Ambris).L'associazione fu subito ben accolta e in breve tempo conto'2000 iscritti circa,il foglio che editava si chiamava "la Parola";nel 1919 Brunazzi dovette,avendo peso entrambi i piedi,per le sofferenze,dovette abbandonare gran parte del suo lavoro ed il carico degli impegni associativi ricadde quasi del tutto su Balestrazzi per cui nel 1920 diveine presidente a tutti gli effetti dell'associazione con Brunazzi quale presidnte onorario.Dopo il secondo conflitto il Balestrazzi diviene promotore dell'Istituto per la rieducazione dei mutilatini di guerra nel 1947.Balestrazzi si trasferisce poi a Roma e si occupa di scritti storici suoi suoi trascorsi e sugli avvenimenti collegati Balestrazzi fu uno dei promotori della fondazione in Parma dell'Istituto per la rieducazione dei mutilatini di guerra.Si trasferisce poi a Roma dove si dedica a scriti sulle sue memorie ed i fatti storici collegati.

  • Umberto Balestrazzi [9] (Parma, 1885 - 1970) dirigente dell'Unione Sindacale Parmense ,sarto,attivo fino da inizio secolo nelle formazioni giovanili dei socialisti,nel 1906 era segretario del circolo di Parma,nel 1907, contrapposto alle posizioni ufficiali dei socialisti, pasa alla linea sindacalista-rivoluzionaria di Alceste De Ambris,svolge il lavoro politico-sindacale presso la Camera del Lavoro di borgo delle Grazie e nello stesso anno viene arrestato er i tafferugli che seguono una manifestazione anticlericale.Viene scarcerato in maggo dl 1908 e partecipa allo sciopero agrario. venne arrestato e condannato per la partecipazione agli incidenti scoppiati dopo una manifestazione anticlericale,si trasferisce in Francia,prende contatto con le organizzaione operaie locali e conosce Jean Jaur's, il leader del socialismo francese.Tornaa Parma nel 1914,e' il periodo che Filippo Corridoni fa il noto viaggio in francia che lo sposta su posizioni interventiste definitivamente,mentre invece U.Balestrazzi entra in cnflittto con la dirazione sindacalista favorevole all'interventismo:fonda un gruppo di sindacalisti "neutralisti"con Mario Longatti, Casimiro Accini, Lodovico Saccani, Dante Vecchi e Alfredo Veroni.E' da questo gruppo che dopo il conflitto puo' rinascer l'Unione Sindacale Parmense con un giornale :Il Proletario.Fu amico sia di Giuseppe Di Vittorio che di Guido Picelli,e si occupa anche del periodico L'Ardito del Popolo.Nel seguito si avvicina sempre piu' al Partito Comunista d'Italia.

Antonio Cieri

(Parma, 1900 - 1987),dirigente dei giovani comunisti ;idraulico(lattoniere come si diceva un tempo),e ' fante nella prima guerra mondiale,al ritorno entra nela Gioventu' socialista e nel 1921 passa immediatamente nel Partito Comunista d'Italia,sindacalista della Uil in cuie c'e' una forte componente sindacalista rivoluzionaria.Durante l'assalto degli squadristi di Italo Balbo guida la difesa della barricate di Oltretorrente,lo storico quartiere operaio,in via Massimo D'Azzeglio,in qualita' di capo squadra degli Arditi del Popolo.A fascismo affermato viene ripetutamente arrestatao e poi spedito per 5 ani al confino a [Favignana] e Lipari,la condanna viene prolungata per altri 4 anni a Ponza ed alle Tremiti,altri 5 di nuovo a Ponzanel 1926 condannato a cinque anni di confino (Favignana e Lipari), rinnovati per altri quattro anni (Ponza e Tremiti) nel 1932 e ancora per cinque anni (Ponza fino al 1937).Nel 1942 in qualita' disegretario federale in clandestinita' rientra a Parma,dopo l'8 settembre del 1943 e' organizzatore della resistenza a Parma ed a Como dove dirige la federazione clandestina,ovviamente,del partito),nel 1945 viene preso da un reparto delle Brigate Nere ma riesce a fuggire in Svizzera e nuovamente a raggiungerela 52esima Brigata Garibaldi Luigi Clerici, che al comando di "Pedro",Pier Luigi Bellini Delle Stelle ,nell'aprile cattura Mussolini e altri gerarchi fascisti che cercano di arrivare al confine svizzero,in questo periodo avviene tutta la vicenda legata all'oro di Dongo con forti tensioni fra il Gorreri ed altri epici dirigenti comunissti della Resienza.Nel 1946 e' eletto nell'Assemblea Costituente.Nel 1949 viene arrestati per i fatti di Dongo e l'ipotizzao trafugamento di oro che sara' chiarito in tribunale,scagionando gli imputati anche da Enrico Mattei, responsabile amministrativo di tutte le formazioni partigiane durante la Resistenza ;Gorreri viene comunque liberato nel 1953 in quanto viene eletto deputato.Il processo che risolvera' il problema dei fatti di Dongo ,a parte alcuni supposti omicidi all'interno dello stesso PCI) si protrarra' tantissimo [[11][[12] Gorreri in seguito verra sempre riconfermato in parlamento fino al 1972 Felice Corini

personaggi istituzionali

modifica

Agostino Berenini senatore (Parma, 1858 - Roma, 1939),senatore,monarchico da giovale legato al gruppo moderato di Alfonso Cavagnari,dal 1881 aderisce alla scuola di giurismo positivista avvicinandosi coneguentemente alla democrazia radicale,ebbe carriera ccadrmica ostacolata ma riusci' comunque a diventre rettore di Parma dal 1919 al 1925Da giovane fu monarchico e fece parte della cerchia moderata di Alfonso Cavagnari[13].Nel 1892 su eletto senatore socialista nel collegio di Borgo San Donnino(Fidenza),rimanendo comunque legato all'ideologia democratico-sociale,fu l'arteficice della solida struttura di socialismo riformista divenuta tipica del suo colegio elettorale:fu deputato 8 volte di seguito. Nel 1912 usci dal Partito Socialista seguendo Bissolati verso un'evoluzione democratico-interventista,nel 1921 pur non essendo eletto fu nominato da Giolitti senatore.I fascissti gli furonostili e dovette ritirarsi a vita privata dimostrando qualche simpatia,dopo,per l'intervento dell'Italia in Libia.

Umberto Beseghi

Giovanni Botti (politico)


Guido Maria Conforti

Ulisse Corazza

Felice Corinisegraetario PPI parmense,collabora coi fascisti fino al 1924,poi rompe e partecipa lla protesta Aventiniana


Davide Fossa

Fusco Federico




Aroldo Lavagetto

Enrico Lodomez

Tullio Maestri

Masotti Tullio

Giuseppe Micheli

Amedeo Passerini


Remo Ranieri

Roberto Simondetti

Alberto Simonini

Michele Terzaghi

epilogo e sviluppi

modifica

Voci correlate

modifica


Difesa di Parma del 1922

modifica

É la difesa che fece vittoriosamente, l'ultima di rilevanza strategica, il fronte unito Arditi del Popolo, in cui si erano amalgemate quasi tutte le Formazioni_di_difesa_proletaria, contro un attacco combinato e preparato degli squadristi fascisti comandati prima da Roberto Farinacci e poi da Italo Balbo. La difesa mise in difficoltà anche l'avvento del fascismo: il fronte unito aveva come comandante del direttorio la figura carismatica di Guido Picelli, l'epica sortita dal Naviglio fu guidata dall'altrettanto figura simbolo del'antifascismo che fu Antonio Cieri.

Cenni alla situazione italiana del periodo

modifica

Nel 1920, i disagi sociali ed le protratte mire imperialistiche del capitalismo italiano portarono alla cosiddetta "Rivolta dei Bersaglieri" di Ancona, una vera e propria sommossa popolare, partita dalla Caserma Villarey dove i bersaglieri non volevano partire alla volta dell'Albania,: c'e'ancora vivo il ricordo della Settimana Rossa l'insurrezione popolare verificatasi in Ancona tra il 7 e il 14 giugno 1914 e partita proprio per una manifestazione antimilitarista:la rivolta, in seguito , e'estesa in Romagna, Toscana e altre parti d'Italia.Fra i capi anarchici che entrano in contatto con i bersaglieri di Ancona spingendoli alla ribellione c'e' l'anarchico Antonio Cieri,che non potendo essere incarcerato per mancanza di prove viene trasferito a Parma divenendo figura di primo piano poi a Parma, dove poi con Guido Picelli, e la popolazione di Parma, le donne in particolare, importantissime sia come combattenti sia per supporto alla truppa, sara' l'artefice della sconfitta dei temutissimi squadristi di Italo Balbo. In quel periodo vi e' pure la rivolta degli Arditi di Trieste,in concomitanza dell'Impresa_di_Fiume che non vogliono partire per altre guerre di rapina imperialista,il governo teme una federazione fra Ancona e la ,in buona parte,filobolscevica Fiume,e lo stato libero delle Marche con Fiume,(gia' repubblica e stato libero riconosciuto in primis dalla Russia sovietica), potrebbe estendersi alla storicamente rivoltosa Romagna, costituendo un focolaio di incendio insurrezionale nazionale.


Nel 1921 la volontà di lotta rivoluzionaria del proletariato si scontra col riformismo ed il massimalismo, spesso solo parolaio del Partito Socialista, a causa anche di ciò le lotte si radicalizzarono sempre più: l'esempio della Russia,ed anche le spinte bolsceviche di Impresa_di_Fiume, galvanizzavano il proletariato, nel Luglio 1921 ci sono i Fatti_di_Sarzanaed i fatti di Genova: il fascismo ha gettata la maschera di movimento di sinistra legata al sindacalismo rivoluzionario interventista,sansepolcrismo, come e' stato rappresentato, artatamente, anche, sul Popolo d'Italia di Benito Mussolini, mettendo in evidenza e "caricando" solo la seconda del discorso di piazza S.Sepolcro, quella nettamente orientabile a sinistra: "l'affidamento delle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente ) della gestione di industrie e servizi pubblici" con punti di anticlericalismo, come appare dalla lettura dei punti riguardanti il problema finanziario; repubblicanesimo, volendo infatti formare una Repubblica con la creazione di una Assemblea Nazionale e rivendicazioni nettamente eguglitarie e di classe discendenti dal sindacalismo rivoluzionario interventista [14] (non pochi che aderirono al primo movimento fascista erano in buona fede, infatti passeranno all'antifascismo).


Nel 1922, il settarismo di Amadeo Bordiga da una parte e la moderazione dei riformisti dall'altra, hanno impedito l'organizzazione generale e l'appoggio corale alle formazioni di difesa Antifascista che formavano gli Arditi del Popolo (lo storico Tom Bhean, tra gli altri, indica in tali formazioni l'unica possibilità di fermare il fascismo),e di qui fa anche ipotesi dubitative sulla possibilita' di avento del nazismo,senza il precedente del fascismo. Anche Antonio Gramsci (articolo di Gramsci,stralcio) aveva capito la situazione ma fu messo a tacere, in quanto minoranza nel Partito Comunista d'Italia. Giuseppe Di Vittorio nel 1922 struttura le squadre antifasciste: socialisti, comunisti, anarchici, assieme agli Arditi del Popolo, legionari ed ex ufficiali fiumani, ed organizza la difesa della sede della Camera del Lavoro di Bari sconfiggendo gli squadristi fascisti di Caradonna. A Piacenza, Livorno, Ravenna,Roma, Civitavecchia, (dove viene ancora conservata con orgoglio la Bandiera battaglione di Civitavecchia degli Arditi del Popolo), Bari, Ancona, Vercelli, Novara, Biella, Torino, Piombino, ecc. praticamente in tutta o quasi la penisola con le punte nelle zone con forte concentrazione operaia e/o portuali (Benito Mussolini si chiede "se è l'aria di mare a favorire il sovvertivismo"), é tutto un formarsi di squadre di autodifesa antifascista che sbarrano militarmente il passo agli squadristi, basandosi pure sulle capacità militari ed organizzative di molto reduci di guerra, anche graduati,molti anche interventisti delusi come Emilo Lussu.In particolare una parte degli Arditi assaltatori d'Italia passa con l'antifascismo e spinge alla controffensiva armata, tenuto conto anche delle indicazioni di Mario Carli col suo articolo Arditi non gendarmi [15], che fece epoca. Nel proseguio a Roma i “marciatori”[16] sono bloccati all'ingresso dei quartieri popolari (storica la difesa di San Lorenzo coi preti alle campane per richiamare la popolazione), a Parma la Legione Proletaria Filippo Corridoni va in clandestinità assieme a frange di Arditi del popolo, dopo aver duramente sconfitto gli squadristi guidati da Farinacci prima e da Italo Balbo (che lo aveva sostituito nel comando per ordine di Benito Mussolini) poi.La lotta è impari anche a Genova, i fascisti passano ma la classe operaia di Genova è battuta ma non schiacciata: duri scontri tra fascisti e guardie regie da una parte, operai, Arditi del Popolo, sindacalisti, anarchici e comunisti dall'altra, si protraggono per quasi tutto il 1922.

tessuto sociale parmense del periodo

modifica

Il comune di Parma nel periodo era costituito quasi interamente da territorio quasi urbano con una popolazopne di 57000 nel censimento del 1921,attorno al 1911 ne contava circa 10000 di menoe nel 1901 48500.Dopo la lunga stasi dell'800,la popolazione,aveva subito un notevole incremento avvetendo in generale il periodo di ripresa di stampo giolittina somata alla capacita',nello specifico, del sindaco GiovaniMariotti [17]: alla crescita demografica si era associato uno sviluppo urbano al di fuori dei bastioni del 1500,demoliti per fra posto alle nuove costruzioni.Il quartiere operaio di S.Leonardo si era sviluppato nella zona nord,residenzialmente meno appetibile, con lo sviluppo contemporaneo di numerose fabriche,fra le quali la vetreria Bormioli che contava gia' 300 operi nel 1913.A sud, verso la Cittadella, si sviluppava invece un quartiere e di ville e villette per benestanti.La viabilita' subbi'un progresso nel 1910 con l'inaugarione nel maggio delle linee tranviarie elettriche.In generale:nel 1900 entrarono in funzione nuovo acquedotto e nuovo macello, nel periodo intercorrente fra il 1901 e il 1903 i ponti Verdi e Italia seguito dallo stabilimento dei Bagni Pubblici sul Lungoparma nel 1906,(nel 1907 apriva Croce Bianca albergoin piazza della Steccata, di cui prese possesso il comando fascista nell'agosto del 1922), nel 1909 le nuove Poste, e nel 1913 il supercinema Orfeo,tanto per citare alsuni sintomi del robusto sviluppo di inizio secolo.A fronte di questi cambiamenti le crisi economiche nazionali del 1907 e del 1913 non ebbero forti ripercussioninel Parmense, ancora poco industrializzato rispetto al triangolo Milano-Torino-Genova(il triangolorosso era individuato invece da Genova Vercelli Torino). Nel parmense la produzione della ricchezza restava, e restera' ancora a lungo di natura prevalentemete agricola ( nel 1921 occupava circa 116.000 individui contro 37.500 nel ramo industriale) ed oltre la meta' nel capoluogo con operatori addetti alla trasformazione dei prodotti agricoli e alle piccole industrie metalmeccaniche specializzate nella produzione dimacchinari agricolo e/o per il trattamento di prodotti della terra.Mentre avvenivano queste trasformazioni rimaneva per converso diviso in due l'aspetto social-logistico:Oltretorrente,chiamato anche Parma vecchia,a ovest,in cui alla fine del '800, in palazzi spesso fatiscenti si era raccolto un coagulo di abitanti di diverse provenienze geografiche e sociali,che si era integrato nel tesuto sociale gia' esistente:contadini inurbati,montanari in cerca di lavoro nel campo edilizio tenuto conto del rigoglioso sviluppo cittadino.Ad est quella che era la parte piu' antica della citta', ma che veniva chiamata Parma nuova proprio per il suo aspetto piu' moderno e decoroso,era popolata in prevalenza dai diversi ceti borghesi e vierano ,ed ancora ingran parte permangono, le sedi dei poteri istituzionali.Il dato sociale era comunque che era comunque che la coesione sociale di Parma vecchia era molto superiore a quella di Parma nuova,esempio del tessuto sociale di provenienza diversa ma amalgamato:un Ardito del Popolo Enrico Griffih [18][19]:la XXXXVII brigata Garibaldi operante sull’Appennino parmense nella Resistenza avra' il suo nome Il borgo del Naviglio aveva amalgama sociale simile all'Oltretorente,al margine nord orientale(tralasciando,ovviamente,la zona dei bordelli storicamente posizionata fra borgo Tasso e borgo S.Silvestro).Antonio Cieri dirigera' l'epica sortita del Naviglio a danno degli squadristi,magistralmemte raccontata nel libro Oltretorrente di Pino Cacucci.La suddivisione in due parti,o quasi,di Parma avra' anche grossa importanza militare nello svolgersi della difesa della citta' dagli squadristi nel'Agosto 1922.E' ancora da notare per la vicenda un dato dell'artigianato,in quanto nell'Oltretorrente ci sono laboratori per scarpe e busti femminili con molti addetti/e,andati in crisi con l'avvento della guerra,ed a parte quindi la crescita di malcontento c'e da supporre una parte di manodopera femminile con relativa emancipazione da cui l'importanza dele donne nella difesa di Parma sia nei combattimenti sia per supporto nelle retrovie,organizzazione lodata a denti stretti dalla steso Italo Balbo(non solo donne ma anche suore che curavano gli Arditi ed i combattenti feriti e che il vescovo della cita' dovette difendere dalle proteste dei ras squadristi).Anche il parmense risenti' gli effetti del'entrata in guerra del '15,coi problemi del prima e del dopo del conflitto:inflazione che erodeva i salari,difficolta' di rifornimenti di alimentari e combustibili,debilitazione fisica diffusa e aumento delle malattie (anche a Parma nel 1919 infurio' la "spagnola").La mancanza di uomini spediti al fronte e la sostituzione con ragazzi e donne e di nuovo porta niovamente alla formazione di una base operaia femminile emancipata dal lavoro e coleggata quindi al problema militare della difesa di Parma.Ovviamnete,anche se ci fu il blocco di lavori pubblici in quanto l'ospedale ad es. fu finito nel 1925 ed il formidabile monumento a Giuseppe verdi nel 1920, non ci furono gravi problemi di disoccupazione visto lo "spopolamento" di manodopera maschile per l'invio alla guerra.La situazione e' chiaro sia presaga dello scontro coi fascisti,visto anche la notevole presenza di dirigenti interventisti di sinistra ormai delusi e con capi riconosciuti sia a livello nazionale che locale,ad esempioAlceste De Ambris,con associazion e formazioni molto presenti in loco come la Legione Proletaia Filippo Corridoni:Mussolini avra' l'amara sorpresa di trovarseli contro i Corridoniani,ma non fu del tutto una sorpresa visto che aveva intuito l'aria che tirava.Nel parmense la guerra tramite le commesse porta ad un incremento industriale nel settore sia agricolo e della manipolazione dei prodotti della terra,ma in buona sostanza,nonostante i tempi convulsi,la borghesia parmense non muta di atteggiamento dall'ante conflitto e non vede di buon occhio,per risolvere i conflitti socili,gli squadristi e i loro sistemi criminali:continua a far riferimento alla "politica" ed ai dettami ideologici della potente Associazione Agraria Parmense, quella che aveva avuto battuto lo sciopero del 1908.Ecco peche' a Parma ci fu un'organizazione della difesa quasi corale,e la borghesia non si puo' dire che in linea di max oppose forti ostacoli all'azione degli Arditi del Popolo edella massa proletaria in generale.(ci son documenti ed estratti di giornale di stampo liberale che lo dimostrano).D'altro canto vi era un ritorno di reduci fortemente delusi,in quanto Parma era stata citta' con forte stampo interventista,e molti con stampo di sinistra anche,da come si puo' desumere anche da quanto gia' detto;oltre che la delusione c'erano tutte le difficolta' del dopoguerra che attraversavano Italia ed Europa anche se in peso diverso:in quasta situazione era ovvia la ribellione all'interveto degli squadristi,basandosi anche sui reduci addestrati e delusi,sopratutto come appena detto.

sintesi avvenimenti

modifica

Il fatto prende inizio dallo sciopero generale nazionale indetto dall'Alleanza del Lavoro organo sindacale di fronte unito,indetto il 1 Agosto 1922.Causa dello sciopero era il perpetuarsi e l'aumentare degli attacchi degli squadristi fascisti alle organizzazioni operaie,con numerosi morti,fra l'altro,senza intervento alcuno da parte degli oragnismi di repressione dello stato,se non per proteggere i fascisti,eccezion fatta per i Fatti di Sarzana,in cui i carabinieri sparano sugli squadristi assieme agli Arditi del Popolo.I carabinieri sono al comando dal capitano Jurgens,che aveva partecipato alla repressione delle Guardie Rosse di Torino,e che evidentemente era coerentemente,per lui,contro ogni forma di sovversione in qualita' di servitore dello stato.Il capitano Jurgens non fara' alcuna cariera sotto il fascismo,ovviamente ed alcuni giorni dopo i carabinieri dovranno arrestare gli stessi Arditi del Popolo con cui avevano comabattuto fianco fianco.Gli squadristi si scatenarono a livello nazionale contro il proletariato in rivolta,appoggiati dagli organi di repressione dello stato,il 3 Agosto 1922 lo sciopero viene interotto .Contrariamnte a molte altre citta'in cui nonostante la resistenza le formazioni antifasciste debono cedere,a Parma, viene organizzata una resistenza armata di ottima caratura militare a quanto asserisce a denti stretti lo stesso Italo Balbo che sostituira',mandato da Benito Mussolini,Robeto Farinacci per la sua inettitudine.Il futuro "duce" e' intimorito dalla rivolta anche ,in quanto,assieme agli Arditi del Popolo combatte quasi inaspettatamente la Legione Proletaria Filippo Corridoni,dimostrando quindi un coagulo di forze che arriva agli interventisti di sinistra affascinati,in primo momento dal programma dei fasci di combettimento (Parma fu zona di gran interventismo di sinistra come gia' spiegato).I lavoratori son partecipi in maniera compatta dello sciopero e i sindacalisti rivoluzionari son ritornati alla loro origine di classe,con tutta l'influenza che han sempre avuto a Parma.Parmae' restata quasi impenetrabile al fascismo come risulta dai diari di Italo aBalbo (milano 1932)ed inoltre ormai da poco piu' di un anno operano le squadre di autodifesa proletaria di Guido Picelli,socialista internazionalista,che evevano un perfetto serbatoio di reclutamento nel tessuto sociale proletario parmense incline al socialismo radicale ed all'anarchismo,comunque si vedra' che il reclutamento per i fatti di Parma influira' anche in altri strati con la caduta in comabatimento di Ulisse Corazza,consigliere del partito popolare,che assime ad un gruppo dei suoi "metto il mio moschetto a sua disposizione comandante Picelli"Anche sui giornali del periodo,a Parma, di matrice liberale e borghese ci son violenti attacchi agli squadristi,individuati senza peli sulla lingua come criminali.


Nei primi giorni di agosto vennero mobilitati dal Partito Fascista per l'attacco a Parma circa 10.000 uomini, giunti dai paesi del Parmense e dalle province limitrofe; a comandarle venne inviato Italo Balbo,dopo il breve comando di Farinacci, già protagonista di simili spedizioni militari contro Ravenna e Forlì,il numero dei fascisti si incrementera' notevolmente con sopravvenuti rinforzi,prorio a causa della Resistenza che le squadre di autodifesa proletaria che aumentano la loro capacita' di rintuzzare gli attacchi:alla fine si conteranno 40 morti fra gli squadristi,solo 5 fra gli Arditi del Popolo,fra i quali il valoroso Corazza.Gli squadristi dovranno allontanarsi,su consiglio anche del capo della polizia locale,Lodomez,uomo stuto che vista la situazione pericolosa per il fascismo,non solo a livello locale, preferisce mantenersi neutrale dicendo a Balbo:"che e' meglio abbandoni la spedizione in quanto lui ed i suoi sottoposti non sono grado di garantire l'incolumita' dei suoi uomini(di Balbo)".I 5 caduti fra i difensori sono Ulisse Corazza consigliere comunale del P.P.I, Carluccio Mora, Giuseppe Mussini,Mario Tomba il giovanissmo Gino Gazzola,la cui morte Pino Cacucci,dice nel suo libro Oltretorrente,scateno' la furia di Antonio Cieri,che baionetta fra i denti e bombe a mano,seguito da popolani e donne, guido' l'epica sortita dal Naviglio spezzando l'ormai avvenuto accerchiamento da parte degli squadristi.Antonio Cieri aveva gia' compiuto un atto del genere che gli porto' la decorazione nella prima guerra mondiale,non per fanatismo nazionalistico,era un anarchico mandato al fronte ed andato di malavoglia,ma per salvare i commilitoni orami intrapplati dal fuoco nemico.Cieri non perdera' l'abitudine,morira' ad Huesca in Spagna,in difesa della Repubblica,attaccando una postazione dei nemici di sempre al comando della sua squadra di "bomberos",la postazione verra ' conquistata ma Cieri morira' nell'attacco.


La popolazione dell'Oltretorrente e dei rioni Naviglio e Saffi si prepara all'aggressione innalzando barricate, scavando trincee:vuole difendere ad oltranza sia le sedi delle organizzazioni proletarie di classe che quelle piu' centriste ed anche le case,sapendo gia' le devastazioni che i fascisti hanno compiuto in altri paesi.A livelo nazionale lo sciopero si esaurisce,di converso a Parma l'idea di resistere si radica sempre di piu'.Nei quartieri popolari i poteri istituzionali passano al direttorio degli Arditi del Popolo comandati da Guido Picelli,anche lui morira' in combattimento in Spagna,come Cieri contro i fascisti,Barcellona,dove e' sepolto, lo onorera'con funerali di stato.


Tutta la popolazione partecipa attivamente agli scontri,anche le donne dando un apporto fondamentale oltre che come combattenti sul campo per l'organizzazione delle retrovie,organizzazione "lodata" da Balbo:vengono superate divisioni politiche anche profonde e radicate e Arditi del Popolo, sindacalisti corridoniani, confederali, anarchici (Antonio Cieri,appunto comandò la resistenza del rione Naviglio), comunisti, popolari, repubblicani e socialisti combattono, fianco a fianco contro gli squadristi.


Gli squadristi tentano di superare le barricate ,devastano, nelle zone centrali della città,meno difendibili e difese il circolo dei ferrovieri, uffici di numerosi professionisti democratici, le sedi del giornale "Il Piccolo", dell'Unione del Lavoro e del Partito Popolare.A questo punto iniziano le trattative,viste la situazione, per la fine dei combattimenti tra il comando di Balbo, fra le autorità militari e la Prefettura e Lodomez,capo della polizia fa il discorso a Balbo di cui poco sopra:non puo' garantire l'incolumita' dei fascisti.La notte tra il 5 e il 6 agosto le squadre fasciste smobilitano e lasciano velocemente la cita':Parma proletaria ha resistito ed ha salvato,in gran parte,l'intera citta' dalle devastazioni.Due Arditi del Popolo salutano Balbo in automobile,che abbandona Parma,scaricandogli addosso i loro revolvers.Molti anni dopo Balbo torna a Parma,a fascismo ben stabilizzato, e lo attende un grosso cartello con la scritta in parmense,Hai atraversato l'oceano ma no il Torrente. Il 6 Agosto 1922 ,Lodomez, comandante militare della piazza, assume pieni poteri e proclama lo stato di assedio. Nella mattinata i soldati, festosamente accolti dalla popolazione,con cui fraternizzano, entrano nei rioni dell'Oltretorrente e del Naviglio e, in poco tempo, la situazione torna alla normalità

epilogo e note

Le ragioni sociali e politiche resistenza vittoriosa di Parma sono molte e si legano a radicate ed a recenti esperienze del movimento locale dei lavoratori .Esperienze che vanno dal tradizionale ribellismo urbano dei quartieri più poveri ed anche fatiscenti della città (particolarmente i borghi dell'Oltretorrente) a tutta la situazione storico-politico-sociale brevemente analizzata nel paragrafo del Tessuto Sociale Parmense:e' da rimarcare comunque che la cultura parmense dell'interventismo di sinistra e che l'esperienza combattentistica nella Prima guerra mondiale di molti lavoratori avevano rafforzato una forte volontà di cambiamento sociale e politico:l'unico vantaggio che vi era stato dalla guerra verso la massa era un bagaglio di conoscenze militari applicate sul campo Ooccorre ancora rimarcare con forza l'importanza della figura carismatica di combattente antifascista rapresentata da Guido Picelli e la sua proposta politica per un fronte unitario antifascista,(nel seguito Guido Picelli aderi' al Partito Comunista d'Italia,ma in quel periodo era ancora un socialista internazionalista);Picelli e' ricordato ancora oggi in modo epico a Parma.Militarmente parlando e' ben difendibile una zona con strade strette,tortuose ed anguste che porta ad un'immadiata difesa con la barricata,ci sono dei precedenti storici con il lancio di tegole dai tetti e di pietre per le strade come forma di autodifesa dagli attacchi della polizia ed esercito gia' dalla fine del 1800,il metodo ormai e' consolidato come forma di autodifesa contro le forze di polizia e l'esercito.

personaggi correlati

modifica

L'elenco sottostante non e' per ordine alfabetico bensi' per gruppo politico-sociale,i personaggi gia' riportati su Wikipedia hanno il minimo di informazioni introduttive in quanto gia' alla pagina corrispondente essendo fra l'altro alcuni dei piu' importanti

  • Aimi Alcide

(Polesine Parmense, Parma, 1896 - Como 1960). dopo esser stato in seminario ed aver militato nella guardia regia e partecipato alla prima guerra mondiale costituisce il Fascio a Busseto nel 1921e si puo' identificare come capo degli squadristi della Bassa Parmense.E' in collegamento con Roberto Farinacci,il ras di Cremona,non per niente il primo a dirigere gli attacchi a Parma sara' lo stesso Farinacci sostituito poi per inefficienza militare;il culmine dei suoi atttacchi fascisti si trova con la distruzione della Cooperativa di Fontanelle nell'agosto del 1922. Nel proseguio il suo fascissmo,dell'Aimi, di stampo intransigente lo porta al'emarginazione nel movimento fascista aprmense stesso,quando e',nel seguito,da limitare uso di manganello ed olio di ricino,mescolato spesso a bitume .Diviene comunque membro del primo Consiglio direttivo della Confederazione Nazionale dei Sindacati Fascisti,commissario straordinario dei sindacati fascisti di Firenze e segretario generale di Massa e Carrara ;nel 1929 il PNF lo trasferisce a Mantova dove continua ad occuparsi di sindacalismo.

  • Italo Balbo
  • Roberto Farinacci
  • Davide Fossasquadrista,fu anche fondatore del sindacato fascista a Parma
  • Ranieri Remo(Fontanellato, Parma, 1894 - Fidenza, Parma, 1967), squadrista e capo dei fascisti a Fidenza . Entro'al Partito Nazionale Fascista dopo essrsi candidato Candidato al Consiglio comunale nelle liste del Partito Popolare a Borgo San Donnino ( Fidenza),divenendo in seguito uno dei piu' noti esponenti fascisti del parmense fino ad inizio anni 30. Nel 1922 fu assessore e nell’agosto 1922 partecipò all'attacco squadristico contro Parma,seguace di Roberto Farinacci,fu protagonista di duri scontri all'interno dello stesso PNF fra le diverse faziioni arrivando all'espulsione del 1925,una volta reintegrato nel PNF assune l'incarico di segretario federale parmense (1927-29), ispettore nazionale (1927-31), membro della direzione nazionale del partito (1931-32),e continuo' ad essere deputato della provincia di Parma fino al 1934,lascio' l'attivita' politica per dedicarsi al ramo industriale nel campo conseviero e caseario. quando lasciò l’attività politica per dedicarsi all’industria nel ramo caseario e conserviero.Fu volontario nel secondo conflitto mondiale e non aderi' alla RSI,pero',subi' un processo ,comunque,per “atti rilevanti”a seguito del suo passato di fascista.
  • Terzaghi Michele,(Parma, 1896 - 1922),avvocato socialista fino al 1916,diresse la Difesa di Firenzein qualita' di membro del comitato di resistenza interna abbandonando il partito socialista a seguito della sua scelta interventista,aderendo poi al fascismo nel dopoguerra con la successiva elezione a deputato del blocconazionale del 1921.

fronte unitoArditi del Popolo,Legione Proletatria Filippo Corridoni

modifica
  • Giuseppe Balestrazzi

(Parma, 1893 - Roma, 1983);presidente dAssociazione Mutilati e Invalidi di Guerra di Parma, Balestrazzi, sottotenente, venne ricoverato nel 1917 nell'Ospedale di Parma per una grave mutilazione al braccio sinistro dovuta ad ferita riportata in guerra e nello stesso anno con Priamo Brunazzi, altro mutilato di guerra ed altri pochi reduci fonda l'Associazione dei Mutilati e Invalidi di guerra a Parma quasi nello stesso periodo in cui nasce l'Associazione Nazionale di Milano . I due reduci si impegnano e sviluppanol'associazione che si mantiene di matrice apolitica ,ne consegue ch trovano un buon consenso interclassista,facendo ben notare che i reduci parmensi contavano piu' di 40000 uomin(altri provincia compresa portano il numero abbondantemente al di sopra di 50000) ma retando al dato qui riportato si ebbero 1.089 caduti sul campo, 1.718 caduti nel seguito per le ferite, 1.800 caduti per infezioni contratte nel conflitto, 420 internati in campi di detenzione militare degli avversari;ci furono 673 dispersi con oltre diecimila feriti.Parma fu epicentro del sindacalismo rivoluzionario e quindi anche di un non esiguo interventismo di sinistra(Alceste DE Ambris,ne e' eclattante sempio).L'associazione fu subito ben accolta e in breve tempo conto' 2000 iscritti,circa,il foglio che editava si chiamava "la Parola".Nel 1919 Brunazzi dovette,avendo peso entrambi i piedi (con conseguenti "disagi"), abbandonare gran parte del suo lavoro ed l'impegno fu asssunto quasi del tutto da Balestrazzi per cui nel 1920 divenne presidente a tutti gli effetti dell'associazione con Brunazzi nominato presidente onorario.Dopo il secondo conflitto il Balestrazzi diviene promotore dell'Istituto per la rieducazione dei mutilatini di guerra nel 1947.Balestrazzi si trasferisce poi a Roma e si occupa di scritti storici suoi suoi trascorsi e sugli avvenimenti collegati Balestrazzi fu uno dei promotori della fondazione in Parma dell'Istituto per la rieducazione dei mutilatini di guerra.Si trasferisce poi a Roma dove si dedica a scriti sulle sue memorie ed i fatti storici collegati.

  • Umberto Balestrazzi [20](Parma, 1885 - 1970) dirigente dell'Unione Sindacale Parmense ,sarto,attivo fino da inizio secolo nelle formazioni giovanili dei socialisti.Nel 1906 era segretario del circolo di Parma,nel 1907, contrapposto alle posizioni ufficiali dei socialisti, passa alla linea sindacalista-rivoluzionaria di Alceste De Ambris,svolge il lavoro politico-sindacale presso la Camera del Lavoro di borgo delle Grazie e nello stesso anno viene arrestato er i tafferugli che seguono una manifestazione anticlericale.Viene scarcerato in maggo dl 1908 e partecipa allo sciopero agrario,che subisce la sconfitta anche grazie alla astura tattica portata avanti dagli agrari.Vien arrestato e condannato per la partecipazione agli incidenti scoppiati dopo una manifestazione anticlericale,si trasferisce in Francia,prende contatto con le organizzaione operaie locali e conosce Jean Jaur's, il leader del socialismo francese.Torna Parma nel 1914,e' il periodo che Filippo Corridoni fa il noto viaggio in francia che lo sposta su posizioni interventiste definitivamente,mentre invece U.Balestrazzi,all'opposto,entra in conflittto con la direzione sindacalista favorevole all'interventismo:fonda un gruppo di sindacalisti "neutralisti"con Mario Longatti, Casimiro Accini, Lodovico Saccani, Dante Vecchi e Alfredo Veroni.E' da questo gruppo che dopo il conflitto puo'far rinascere l'Unione Sindacale Parmense con un giornale :Il Proletario.Fu amico sia di Giuseppe Di Vittorio che di Guido Picelli,e si occupa anche del periodico L'Ardito del Popolo.Nel seguito si avvicina sempre piu' al Partito Comunista d'Italia.

(Parma, 1900 - 1987),dirigente dei giovani comunisti ;idraulico(lattoniere come si diceva un tempo),e ' fante nella prima guerra mondiale,al ritorno entra nella Gioventu' Socialista e nel 1921 passa immediatamente nel Partito Comunista d'Italia.E' attivo nel della Uil in cui c'e' una forte componente sindacalista rivoluzionaria.Durante l'assalto degli squadristi di Italo Balbo guida la difesa della barricate di Oltretorrente,lo storico quartiere operaio,in via Massimo D'Azzeglio,in qualita' di capo squadra degli Arditi del Popolo.A fascismo affermato viene ripetutamente arrestatao e poi spedito per 5 anni al confino a [Favignana] e Lipari,la condanna viene prolungata per altri 4 anni a Ponza poi nel seguito in diversi luoghi e nuovamente a (Ponza fino al 1937.Nel 1942 in qualita' di segretario federale in clandestinita' rientra a Parma,dopo l'8 settembre del 1943.E' organizzatore della resistenza a Parma ed a Como dove dirige la federazione clandestina,ovviamente.Nel 1945 viene preso da un reparto delle Brigate Nere ma riesce a fuggire in Svizzera e nuovamente a raggiungerela 52esima Brigata Garibaldi Luigi Clerici, che al comando di "Pedro",Pier Luigi Bellini Delle Stelle nell'aprile cattura Mussolini e altri gerarchi fascisti che cercano di arrivare al confine svizzero,in questo periodo avviene tutta la vicenda legata all'oro di Dongo con forti tensioni fra il Gorreri ed altri epici riconosciuti dirigenti comunisti della Restienzalocale.Nel 1946 e' eletto nell'Assemblea Costituente.Nel 1949 viene arrestati per i fatti di Dongo , l'ipotizzato trafugamento di oro che sara' chiarito in tribunale,scagionando gli imputati anche da Enrico Mattei, responsabile amministrativo di tutte le formazioni partigiane durante la Resistenza Gorreri viene comunque liberato nel 1953 in quanto viene eletto deputato.Il processo che risolvera' il problema dei fatti di Dongo ,a parte alcuni supposti omicidi all'interno dello stesso PCI) si protrarra' tantissimo [[22][[23] Gorreri in seguito verra sempre riconfermato in parlamento fino al 1972

  • Ulisse Corazza,"metto il mio moschetto a vostra disposizione comandante Picelli"consigliere comunale del PPI,fu uno dei 5 caduti degli Arditi del Popolo,cadde difendendo valorosamente una barricata.
  • Enrico Griffith ANPI storia movimento operaio di Parma
  • Giuseppe Isolaantifascista e dirigente dei socialisti internazionalisti "terzini" di Parma (Parma, 1881- 1957)
  • Aroldo Lavagetto
  • Tullio Masotti(Falerone, Ascoli Piceno, 1886 - Milano, 1949),si stabili' a Parma nel 1907 come collaboratore di Alceste De Ambris,al momento dei fatti di Parma del 1922 era direttore de "Il Piccolo".A Parma ,in breve divenne segretario della Federazione giovanile e vicesegretario della Camera del Lavoro sindacalista rivoluzionaria, dopo il 20 giugno 1908,data del grande sciopero agrario,si scateno' la represione della polizia e dovette rifigiarsi prima a Nizza poi a Lugano:la Corte d'Assise di Lucca pronuncio' sentenza assoltutiva per i sindacalisti rivoluzionari promotori dello sciopero,accusati di insurrezione armata contro il potere dello stato e Masotti rientro' a Parma nel maggio 1909,immediatamente si mise a ricostruire le fila del sindacalismo rivoluzionrio,indisse azioni contro la Guerra di Libia e iniziative di appoggio al proletariato in lotta in altre patri d'Italia.tutto cio' aumento' sensibilmante il peso della Camera del Lavoro sindacalista rivoluzionaria di Parma sulla cui scia e dietro iniziativa di Masotti,nacque l'Unione Sindacale Italiana di Modena nel 1912,ne divenne segretario fino alla crisi dovuta la problema dell'interventismo.Masotti,volontario,combatte ' col grado di ufficiale nella prima guerra mondiale Volontario e combattente con il grado di ufficiale partecipo' alla Grande guerra. Nel dopoguerra.Dopo la guerra nuovamente a Parma si mise a dirigereae un nuovo quotidiano: "Il Piccolo" di indirizzo democratico combattentistico,attirato dal primo fascismo come frange dei sindacalisti,ne divenne oppositore quando il fascismo,immediatamente dopo,rilevo' la sua indole antiproletaria:gli squadristi,durante i fatti di Parma devastarono sia la casa di Masotti che la sede del "Piccol".Molti ani dopo,nel 1940 Masotti si avvicino' alla formazione antifascista di Giustizia e Liberta diventando redattore di "Italia Libera".Dopo lo scioglimento di Giustizia e Libertaaderi'al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, nel quale si occupo' di "Battaglie sindacali",organo di stampa del partito.
  • Gaetano Perillo ,comunista,capo degli Arditi del Popolo di Genova,partigiano,storico,Genova gli ha destinato un fondo per lo studio del movimento operaio genovese;alcuni storiografi che si sono occupati del riordino della vicenda degli Arditi del Popolo lo danno presente anche a Parma in quei periodi.
  • Vittorio Picelli,(Parma, 1893 - Roma, 1979),fattorino postale, promosse l’organizzazione sindacale della categoria sino a divenire dirigente sindacalista rivoluzionario .Fu fondatore,con altri,del Fascio anticlericale “Francesco Ferrer”nel 1909,per questo fu spostato a Brescia. A causa di questa attività venne trasferito a Brescia, dove continuò la sua opera. Nell’agosto del 1914 a Parma e si impegnò nella campagna interventista con molti dirigenti sindacalisti rivoluzionari,sul fronte francese fu decorato con medaglia di Bronzo. ,assunse,dopo la prima guerra mondiale, incarichi direttivi alla Camera del Lavoro di Parma e nell’Unione Italiana del Lavoro,fu fra i difensori di Parma assieme al fratello Guido Picelli,a fascismo affermato partecipo' all’associazione antifascista “Italia Libera” andando, poi, esule in Francia nel 1924,dove a Parigi fu attivista nel gruppo sindacalista “Filippo Corridoni” con Giuseppe Donati e altri fuoriusciti curò la pubblicazione del “Corriere degli Italiani”. Fu fra gli aderenti alla Lega Italiana dei Diritti e della Concentrazione antifascista,avvicinandosi a Giustizia e Liberta' nel 1934 risultò assai vicino a Giustizia e Libertà,a causa della miseria nel 1935 Costretto a una condizione di penosa indigenza, nella primavera del 1935 si sposto' in Belgio,e chiese,tramite lettaera a Benito Mussolini l'arruolamento Africa Orientale,rientrando dall'Etiopia alla fine del 1936.Con la famiglia si stabil' a Roma con incarichi nei sindacati fascisti,scrisse il libro "Il fante nella guerra nell’Africa Orientale".

personaggi istituzionali

modifica
  • Agostino Berenini senatore (Parma, 1858 - Roma, 1939), senatore.

Da giovane fu monarchico e fece parte della cerchia moderata di Alfonso Cavagnari [24], dal 1881 aderisce alla scuola di giurismo positivista avvicinandosi conseguentemente alla democrazia radicale, ebbe carriera accadrmica ostacolata ma riusci' comunque a diventre rettore di Parma dal 1919 al 1925 Nel 1892 fu eletto senatore socialista nel collegio di Borgo San Donnino(Fidenza),rimanendo comunque legato all'ideologia democratico-sociale, fu l'artefice della solida struttura di socialismo riformista divenuta tipica del suo colegio elettorale: fu deputato 8 volte di seguito. Nel 1912 uscì dal Partito Socialista seguendo Bissolati verso un'evoluzione democratico-interventista, nel 1921 pur non essendo eletto fu nominato da Giolitti senatore. I fascisti gli furono ostili e dovette ritirarsi a vita privata dimostrando qualche simpatia, dopo, per l'intervento dell'Italia in Libia.

  • Umberto Beseghi(Parma, 1883 - Bologna, 1958), presidente dell'Associazione Nazionale Combattenti di Parma, cancelliere giudiziario presso la Pretura di Parma, prima ad Orbetello, dopo, poi presso il Tribunale di Ravenna e infine presso la Procura Generale di Bologna. Durante la prima guerra mondiale, da subito, si occupò di giornalismo e fu corrispondente di giornali politici e direttore del quotidiano locale "Il Presente". Allo scioglimento dell'Associazione Nazionale Combattenti il Beseghi fu allontanato da Parma con destinazione Orbetello, di lì in poi si occupò escusivamente alla letteratura.

Giovanni Botti

  • Guido Maria Conforti, difese le scelte del clero, suore comprese, parmense nel curare i difensori parmensi feriti, rigettando le accuse di Balbo sul fatto che i preti sparassero ai fascisti assieme al fronte unito, di questa relazione clero difensori ne parla con riferimento ad Antonio Cieri,difensore del Naviglio,Pino Cacucci nel libro Oltretorrente
  • Felice Corini segretario PPI parmense,collabora coi fascisti fino al 1924,poi rompe e partecipa lla protesta Aventiniana
  • Federico Fusco(Napoli, 1872 - ?), prefetto di Parma ,nel 1893 entrò nell’amministrazione della Pubblica sicurezzae contemporaneamente comincio a frequentare l’Università di Napoli, quando dopo chenel 1893 entròentrato nell’amministrazione della Pubblica sicurezza che lo destinò alla questura di Milano, fino al 1896, quando venne trasferito alla questura di Salerno.Passo' nell’amministrazione civile dello stesso Ministero dell’Interno nel 1897e nel 1898,appena laureato,assunse servizio presso la prefettura di Casertacon incarichi inerenti amministrazioni comunali e provinciali,fu trasfertito ancora alcune volte ed a Fabriano si assunse il compito non semplice di mediazione politica fra la conflittualita' di strati proletari e padronato agendo su settori politici moderati,nel [[1908], con attegggiamento improntto al paternalismo ,riuscendo a risolvere la sirtuazione.Durante le 5 giornate d’agosto di scontro fra il fronte unito-Arditi del Popolo ed i fascisti ,del 1922,tento' di mediare al punto che Italo Balbo lo indico' come un strenuo nemico del fascismo.Vista la situazione nazionale con stato d'assedio a Milano,Genova, Ancona, Livorno,Parma ,entrato in vigore il 5 agosto,con delibera govenativa , la gestione dell’ordine pubblico in città passò dal prefetto Fusco a l generale Lodomez. Successivamente il Consiglio dei ministri ,nel settembre 1922,decise di sollevarlo dall’incarico a Parma e di metterlo a disposizione,affidandogli poi prefetture di città di minor importanza dal 1923 al 1928: il fascismo al potere voleva la sua vendetta nel luglio 1928, all’età di 56 anni, fu collocato definitivamente a riposo “per motivi di servizio”.
  • Enrico Lodomezgenerale e comandante della Scuola di applicazione di fanteria di Parma,visto il momento praticamente dirigeva anche tutti gli organismi di repressione dello stato in Parma.
  • Tullio Maestri

*Amedeo Passerini(Parma, 1870 - 1932), sindaco .Si laureo' in giovane eta',affermandosi subito nella vita pubblica con incarichi di alto livello nell'amministrazione:consigliere del Monte di Pieta',ispettore alla Cassa di Risparmio e membro della giunta provinciale amministrativa;ricopri' anche la carica di prosindaco ed assessore alle Opere Pie nel 1985,nominato presidente della Congregazione Municipale di Carità, assessore al Dazio e alle Finanze, presidente degli Ospizi Civili e dell’Ordine degli avvocati.In tribunale,in quanto penalista di gran valore,associava ad una esposizione fluente e vigorosa una gran logica di indirizzo giuridico.Nel suo mandato di Sindaco di Parma dal 1920 al 1923,ebbe il gravoso compito di esser accanto alla citta' nelle 5 giornate dell'agosto del 1922. Gli fu consegnata nel 1924,per la sua capacita' digestione della cosa pubblica ad honorem PNF.

  • Roberto Simondetti, comandante del presidio militare di Parma
  • Alberto Simonini,dirigente socialista e segretario della Camera Confederale del Lavoro di Parma

Voci correlate

modifica

Bibliografia

modifica
  • AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del Comune e della Provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la Provincia di Parma
  • AA.VV., Pro Memoria. La città, le barricate, il monumento, scritti in occasione della posa el monumento alle barricate del 1922, edizione a cura del Comune di Parma, Parma, 1997
  • Pino Cacucci, Oltretorrente, Feltrinelli, Milano, 2003
  • Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
  • Eros Francescangeli, Arditi del popolo, Odradek, Rom, 2000
  • Gianni Furlotti, Parma libertaria, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
  • Marco Rossi, Arditi, non gentarmi! Dall'arditismo di guerra agli Arditi del Popolo, 1917-1922, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 1997
  • Luigi Balsamini, Gli arditi del popolo. Dalla guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Galzerano Ed. , Salerno.
  • The Resistible Rise of Benito Mussolini di Tom Behan
modifica

Barricate a Parma

Appunti su Gibelli Primo

Purtroppo Gibelli era anche un collaudatore spericolato. Paolo Robotti ricorda nel suo libro La prova che un giorno Primo scommise con un altro pilota che anche lui, come già Ckalov, sarebbe passato in volo sotto uno dei ponti della Moscova, dietro il Cremlino.Si portò sul fiume, picchiò in basso ma non riuscì più a mettere in linea l'aereo. Così andò dritto sul fondo della Moscova, rompendosi le ossa e fracassando l'apparecchio. Dopo l'ospedale fu punito. Però non la smise con la sua temerarietà, che giustificava dicendo di voler provare i limiti dell'apparecchio in volo. E cosi, insieme al celebre Ckalov e ad altri piloti, fu escluso dai quadri dell'esercito: pena poi commutata nel divieto di volare. Promosso infatti maggiore, venne incaricato del collaudo a terra dei motori d'aviazione, poi, a Mosca, di quelli della fabbrica d'automobili.Nel 1926 gli nacque la figlia Ernestina e nel 1934 riuscì a far venire a Mosca i suoi genitori, che vi si stabilirono definitivamente, legandosi d'amicizia con la famiglia di Gramsci, che sperava ancora nella scarcerazione di quest'ultimo. Nel 1936, durante l'insurrezione fascista in Spagna, Gibelli, raccomandato da Togliatti, ottenne il permesso d'essere inviato come volontario nel reparto internazionale dell'aviazione repubblicana.Volare era la sua passione e combattere il fascismo la ragione della sua vita. Pur di partire subito, accettò di pilotare vecchi apparecchi, senza aspettare l'arrivo dei nuovi. Per il primo attacco Gibelli mise a punto una nuova tattica, che poi in seguito sarà adottata normalmente, dando buoni risultati: bisognava arrivare a bassa quota sull'obiettivo, per non essere intercettati, riprendere prontamente altezza bombardandolo e ridiscendere in picchiata mitragliando quanto restava, per coprirsi la ritirata e sparire nel nulla.Con una tattica del genere la squadriglia internazionale “Lafayette”, composta di aerei vecchi e malandati, i Breguet XIX, difformi nel tipo e nella velocità, guidati da piloti che per la diversità delle lingue stentavano a capirsi, fece cose assolutamente eccezionali. Per questa ragione Gibelli fu promosso comandante dell'aereo Potez 540 con sette uomini di equipaggio. Ma proprio con un bombardiere del genere Gibelli venne abbattuto.Madrid andava difesa a tutti i costi distruggendo le colonne nemiche in marcia verso la città. Al comando dell'operazione era il colonnello Demenciuk. I quattro Potez 540 stavano per raggiungere l'obiettivo quando il comandante, visto che i caccia di protezione ancora non erano arrivati e che le perdite di quei giorni erano state considerevoli, decise di invertire la rotta, avvisando i piloti, sprovvisti di radio, attraverso i vetri della carlinga.Solo dopo parecchi minuti ci si accorse che mancava l'aereo di testa, quello di Gibelli. Non aveva visto il segnale di ritirarsi o aveva voluto eseguire lo stesso l'ordine ricevuto? Mettersi in contatto con lui era impossibile e neppure tornare a cercarlo. Una volta atterrati si attendeva con ansia il suo rientro. Dopo parecchie ore il comando delle forze terrestri comunicò che l'obiettivo prefissato era stato colpito e distrutto - dal solo aereo di Gibelli!Conclusa l'operazione, Gibelli e i suoi si erano trovati nel mezzo di un nutrito fuoco di sbarramento. L'aereo colpito e in fiamme cadde sul territorio nemico. I soldati della fanteria repubblicana appostati a pochi chilometri videro parecchi uomini lanciarsi col paracadute. Cinque giorni dopo un aereo nemico sorvolando Madrid paracadutò una cassa scura senza sparare un colpo. Nessuno osava avvicinarsi: si temeva fosse piena d'esplosivo. Finalmente qualcuno ebbe il coraggio d'aprirla. Sotto gli occhi inorriditi di una folla accorsa sul posto vi era, avvolta in un lenzuolo, una testa decapitata e sotto, a pezzi, i resti d'un corpo umano martoriato da evidenti segni di tortura: non fu facile l'identificazione, ma nessuno aveva dubbi. Dall'archivio del ministero della Difesa dell'Urss si venne poi a sapere che Gibelli era stato l'unico a essere risparmiato, dopo il lancio col paracadute, perché tutti gli altri, una volta atterrati, erano stati uccisi sul posto. Dai gradi che portava sapevano che doveva essere a conoscenza di segreti militari, di prossime operazioni e soprattutto della dislocazione dei vari campi d'aviazione militari. Ma Primo non aprì bocca.Per questa azione venne insignito dell'alta onorificenza di Eroe dell'Unione Sovietica: fu il primo straniero a riceverla e fra i primi in assoluto a essere decorato con l'Ordine di Lenin. Ancora oggi viene ricordato e onorato da tutti gli operai delle fabbriche di automobili di Mosca. Nel 1971, in occasione del 500° anniversario della fondazione del Pci, venne consegnata una medaglia d'oro dal segretario Longo alla figlia di Primo, Ernestina, appositamente giunta da Mosca. Nel settembre 1981 la stessa figlia ottenne finalmente il permesso di entrare in Spagna per mettersi alla ricerca della tomba del padre e per avere altre testimonianze sulla sua vita.Purtroppo però nel periodo fascista le salme dei repubblicani caduti erano state asportate e al loro posto allestito un cimitero civile. Anche tutti i documenti dell'epoca furono distrutti e non si poté recuperare niente. Il cimitero è a Fuancarral, alla periferia di Madrid. Sul muro di cinta è stata posta una grande lapide commemorativa.