La casa natale di Leonardo da Vinci è la casa museo in cui il 15 aprile 1452 nacque il celebre inventore, artista e scienziato italiano; si trova ad Anchiano, frazione di Vinci, comune della città metropolitana di Firenze.

Casa Natale di Leonardo da Vinci
Esterno dell'edificio
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàAnchiano
IndirizzoVia di Anchiano, Vinci (FI)
Coordinate43°47′56.98″N 10°56′16.93″E
Caratteristiche
Tipocasa museo
GestioneComune di Vinci
Visitatori70 000 (2019)[1]
Sito web

Ubicazione

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Distante pochi chilometri dal borgo del paese, la casa natale si trova nella frazione a nord del comune di Vinci denominata Anchiano. È posta alle pendici del Montalbano a circa 200 metri sopra il livello del mare, ed è definita dai corsi d'acqua di Balenaia e delle Quercete, che ai tempi di Leonardo, alimentavano i diversi mulini sparsi per il territorio.

Già dal primo catasto fiorentino del 1427, ad Anchiano, abbiamo notizia dell'esistenza di ben nove fabbricati, aventi piccoli e grandi appezzamenti di terreni coltivati.

Ci sono stati innumerevoli dibattiti sul luogo effettivo di nascita di Leonardo, tuttavia, dopo anni di ricerca, si è potuto stabilire con certezza che il luogo effettivo era proprio nella medesima frazione. Ser Tomme, in un documento cartaceo, descriveva la sua proprietà:

«Uno poderetto posto nel comune di Vinci luogo detto Anchiano con chase da lavoratore e Infrantoio et cholombaia sanza colombi corte et orti et terre lavoratie ulivate vignate et fructate boscate et sode fra sua vochaboli et chonfini apartenenti a detto poderetto el quale tenne Inpegno set lodovico di sel duccio da samminiato ...»

Questa descrizione coincide con le parole di ser Piero da Vinci, padre di Leonardo[2]:

«Un podere chon chasa da lavoratore quasi ruinata, et una chasetta principiata da oste, et chon terre lavoratie ulivate fructate et boschate et ogni sua appartenenza, posto nel popolo di Sancta lucia a paterno comune di Vinci chontado di Firenze luogo detto Anchiano ...»

Storia e descrizione

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Nel 1452, anno di nascita di Leonardo da Vinci, nella località di Anchiano erano già presenti diversi fabbricati, uno dei quali era la stessa casa ove nacque. La casa era posseduta da ser Tomme di Marco di Tommaso da Isola, un notaio, proprio come il padre di Leonardo.

Allora l’intero fabbricato era diviso in due parti ben distinte, sorte in periodi differenti. La parte più antica veniva usata dal lavoratore del podere, mentre l’altra, era la parte padronale. Anche se da poco costruita, quest’ultima parte venne unita all’altra formando un unico agglomerato. Nel 1952, in occasione del quinto centenario dalla nascita di Leonardo, il restauro riportò alla luce le parti della casa descritte anche dalle fonti d’archivio.

La casa è composta da tre ampi vani: una sala d’ingresso con camino quattrocentesco ornato da uno stemma scolpito sul frontone, una camera e una stanza adibita a servizi vari. Nel restauro di quell’anno è stato complesso ricostruire le varie disposizioni e riadattamenti dei piani sopraelevati, perciò fu deciso di riportare alla luce solamente i muri maestri, dando allo stesso tempo una corretta fisionomia della struttura originaria. Dal 18 agosto 1449 fu costruito anche un frantoio nell’interrato della struttura, gestito dall’avo paterno di Leonardo, Antonio Da Vinci, che potè compilare nell’interesse del proprietario del fondo e di altri cointeressati, una scritta privata di affitto e di compartecipazione agli utili del frantoio. La casa possiede anche un vasto cortile immerso negli olivi secolari dal quale è possibile avere una vista panoramica sul colle del Montalbano, sulla Val di Nievole, sulla vallata inferiore dell’Arno, sui monti pisani e lucchesi e persino sulle collinette che fronteggiano il Tirreno.

La famiglia da Vinci non aveva possessi nella località di Anchiano. Ser Tomme di Marco di Tommaso dall’Isola nel 1479 donò le sue proprietà (compresa la casa) al Convento dei Frati dei Servi di Maria di Firenze in cambio di un vitalizio, dando la possibilità a ser Piero da Vinci di comperarla nel 1482. Fu solamente allora che la facciata fu ornata del grande stemma di famiglia in pietra, ancora presente. Nel restauro del 1952 lo stemma fu collocato nella sala interna per ragioni di conservazione, lasciando all’esterno una copia.

La casa passò negli anni a seguire ai discendenti di ser Piero da Vinci, fino a che Guglielmo da Vinci nel 1624, nipote di Guglielmo fratello carnale di Leonardo, frate nel convento di S. Lucia a Firenze, lasciò i suoi beni alla suddetto struttura. Nel 1629 passò per una permuta ai beni della corona granducale di Toscana e da questa nel 1645 al conte Francesco Antonio da Bagnano, i cui discendenti, i Masetti da Bagnano, la tennero sino al 1932 per passare successivamente al conte Giovanni Rasini di Castel Campo che acquistò definitivamente la struttura per destinarla al restauro e alla memoria collettiva di Leonardo. Il conte donò il fabbricato al comune di Vinci il 10 Ottobre 1950. [3]

Restauro

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Prima che il fabbricato venisse donato al comune di Vinci, venne fatta una precisa descrizione e valutazione dell’immobile contenuta nella “Perizia estimativa ” del 1949 redatta dal geometra Guido Bigi per conto del conte Giovanni Rasini. Nella perizia, la casa venne descritta in buone condizioni generali, ma in cattivo stato di manutenzione a seguito dei danni causati dalla seconda guerra mondiale. Nella descrizione vengono citati i pavimenti logorati, le spesse mura con l’intonaco vecchio, le pareti interne scolorite e gli infissi assai vetusti, alcuni sprovvisti di vetro. Tra le due parti dell’edificio, sicuramente la casa colonica era in migliore stato di conservazione, soprattuto per quanto riguarda la copertura stessa che aveva solamente qualche apertura data dalle azioni belliche. Mancavano dunque delle caratteristiche necessarie per considerarla una casa di civile abitazione, sia per la distanza dai principali centri abitati, sia per il costo dell’intero lavoro di ristrutturazione.

 
Copia dello stemma della famiglia da Vinci

I restauri furono eseguiti dalla Soprintendenza ai monumenti di Firenze sulla guida dell’architetto Giulio Ulisse Arata membro del Comitato Nazionale per le Onoranze della Toscana.

Più che restauro, il progetto di Arata era quello di ricostruire la casa seguendo uno stile ben preciso, che rimandasse all'antica casa rurale. Per mancanza di tempo e di finanziamenti, il progetto dell'architetto fu drasticamente ridimensionato. Nei lavori degli anni '50 la casa assunse la forma di un semplice parallelepipedo coperto "a capanna" e privo di intonaco, venne demolito il piano superiore e vennero restaurati gli infissi rispettando lo stile rustico, visibile soprattutto dalle pareti rimaste grezze. L’inaugurazione dei restauri risale al 15 Aprile 1952 con la presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, del Presidente del Comitato Nazionale Achille Marazza, dei Presidenti delle due Camere, del Generale dell'Unesco Jaime Torres-Bodet e da altre numerose personalità italiane e straniere. [3]

Gli interventi svolti negli anni '80 invece, mirarono al consolidamento dei solai delle prime due stanze, alla costruzione dei bagni e alla sistemazione della parte esterna circostante. [4]

Il 22 giugno 2012 la casa è stata riaperta al pubblico dopo un intervento di restauro che ha aggiunto l'allestimento museale attuale.

Percorso espositivo

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Il percorso espositivo dell'intera struttura si suddivide in due parti.

Nella prima abbiamo la casa natale vera e propria, dove all'interno troviamo la narrazione audio-visiva di Leonardo che, grazie alla tecnologia tridimensionale consente di far conoscere ai turisti e non solo, il suo universo più intimo e personale. Grazie a numerosi disegni che raffigurano la Valle dell’Arno, il Padule di Fucecchio, Vinci e il Montalbano viene sottolineato il rapporto che egli ha avuto con il territorio vinciano dalla quale ha preso molte ispirazioni per le sue più grandi opere. È presente un ologramma a grandezza naturale che dà voce ad un Leonardo oramai vecchio e stanco che dalla sua ultima dimora di Amboise in Francia, volge lo sguardo al passato per narrare le frequentazioni, gli studi, le vicende che lo legarono a queste terre.

 
Salotto espositivo della casa natale

Nella seconda invece, abbiamo la casa colonica dove possiamo ammirare la sezione dedicata al Cenacolo, unico dipinto di Leonardo ancora visibile ai giorni nostri. Viene esposta in alta definizione la riproduzione di quest'ultimo in scala 1:2 con la possibilità di attivare ulteriori percorsi tematici storici, artistici e dedicati al restauro.

Mentre nei musei vinciani il visitatore cerca un'esperienza didattica culturale, alla casa di Anchiano si va in cerca della suggestione dell'origine del Genio. Tutto ciò, fa si che questa meta turistica sia assimilabile ad un vero e proprio pellegrinaggio, dove il visitatore ha la possibilità di fondersi con la stessa natura, rimasta per lo più incontaminata.[1]

La Strada Verde

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Il percorso che collega il borgo di Vinci e la casa natale di Leonardo prende il nome di “Strada Verde”. Spesso contrassegnata come “itinerario escursionistico n. 14”, è la stessa che nell’Ottocento era nota come Via Botanica, lunga circa 2 km. L’itinerario è rimasto pressoché inalterato comprendendo oliveti e vigneti che si concentrano lungo la salita verso Anchiano. A metà della stessa, tramite una deviazione, è possibile raggiungere la pescaia quattrocentesca, utilizzata per il flusso d’acqua che alimentava il Mulino della Doccia di Vinci, lo stesso che Leonardo raffigura in un disegno del 1504 circa.

Gustavo Uzielli e Telemaco Signorini la citano nella loro gita a Vinci:

«La via Botanica è sempre la più bella a misura che si va innanzi e che diminuiscono i vestigi di una simmetria artificiale»

La strada, negli anni, è stata percorsa anche da Giuseppe Garibaldi durante la sua permanenza presso il Conte Masetti nel 1867. Ogni mattina infatti, prendeva questa strada per andare in cerca di nuovi elementi che rimandassero a Leonardo, arrivando spesso anche alla casa natale stessa.[5].

Curiosità

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  • All'interno della casa natale è presente un registro contenente le firme dei visitatori. Nel 2000, la nipote del Mahatma, Tara Gandhi, entrando nella casa museo, si tolse le scarpe in modo da toccare a piedi nudi le pietre che assistettero alla nascita del Genio così da poterne raccogliere l'energie che esse emanavano. [1]
  1. ^ a b c Roberta Barsanti, Leonardo a Vinci: alle origini del genio, 2019.
  2. ^ Renzo Cianchi, Sulla casa natale di Leonardo: risposta al prof. Emil Möller, 1952.
  3. ^ a b Renzo Cianchi, La casa natale di Leonardo (Estratto da ”Università Popolare„ n. 9-10), 1960.
  4. ^ Relazione al progetto di restauro eseguito nel 2008-2009 “CASA NATALE” DI LEONARDO AD ANCHIANO: Analisi e progetto di restauro, Autunno 2007.
  5. ^ a b Gustavo Uzielli, Telemaco Signorini, Gita a Vinci, 1872.

Collegamenti esterni

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Bibliografia

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  • Gustavo Uzielli, Telemaco Signorini, Gita a Vinci, Vinci, 1872, ISBN 88-86888-30-9.
  • Renzo Cianchi, Sulla casa natale di Leonardo: risposta al prof. Emil Möller, Empoli, Ed. Arti Graf. Dei Comuni, Ditta Caparrini e C, 1952.
  • Romano Nanni, Elena Testaferrata, Vinci di Leonardo: storia e memorie, Vinci, Pacini Editore, 2004, ISBN 88-7781-559-0.
  • Roberta Barsanti, Leonardo a Vinci: alle origini del genio, Vinci, Giunti Editore, dicembre 2019, ISBN 978-88-09-88525-7.

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Voci Correlate

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