Utente:Maria pitta/Sandbox
Giacomo Maria Paci
modificaFisico di Napoli, addetto al Gabinetto della Real Biblioteca privata del Re delle due Sicilie, scrittore
Biografia
modificaGiacomo Maria Paci nacque il 22 ottbre 1798. Dopo un corso di lettere, intraprese lo studio di matematica, fisica e chimica e prestò assistenza come aiutante nel Gabinetto della Università napoletana (museo scientifico) . Studiò anche mineralogia, zoologia e botanica laureandosi nel campo delle scienze fisico-matematiche. A soli 20 anni ricevette la cattedra di chimica e farmacia nel Real Liceo dell’Aquila. Nel 1819 concorse anche alla cattedra di storia naturale nel Regio Liceo di Salerno e diventò professore con il Real Decreto del 1 marzo 1820. A causa della sua salute nel 1823 si dimise ed iniziò un anno dopo l’insegnamento privato della fisica a Roma. Iniziò a collezionare molte macchine attirando molti giovani studenti alle sue lezioni. Continuò comunque le sue ricerche e avviò il “ progetto di un nuovo fotometro”. Divenne inoltre socio corrispondente della Reale Accademia delle Scienze a Napoli, della Società di Scienze Fisiche e Chimiche di Parigi, dell’Accademia di Scienze mediche e naturali di Bruxelles. Ricevette molti diplomi accademici e scrisse molte opere ( trattati scientifici) che furono anche citate in articoli e saggi.
Trattati Scientifici
modifica- Elementi di fisica. Due volumi figurati, Napoli 1842
- Saggio di Meteorologia . Volume unico figurato, Napoli 1842
- Sulla pretesa reazione della Inerzia. Memoria figurata, Napoli 1832
- Sul Bromo o Muridio-Memoria, Napoli 1830
- Analisi chimica dell’acqua termo-minerale del Bagnuolo. Memoria, Napoli 1832
- Copiose giunte, e note alla Chimica del Professore Gaspare Brugatelli di Pacia. Due volumi figurati, Napoli 1810
- Note, e giunte al gran dizionario di Agricoltura. Pubblicato a Padova e ristampato a Napoli in 32 volumi dal 1827 al 1833
- Note al Manuale Chimico-legale del Professor Barbieri di Livorno. Volume unico, Napoli 1838
- Riproduzione della “Nomenclatura Chimica del Professor Purgotti di Perugia”. Opuscolo con note, Napoli 1844
- Saggio di Chimica del Professor Purgotti di Perugia. Edizione in un volume
Nel 1815, un mese dopo il terremoto, intraprende un viaggio in Basilicata in cui parla in una delle sue opere chiamata “Relazione dei tremuoti di Basilicata del 1851.
Organizzazione in capitoli
modificaIl libro Inizia con una descrizione di geolocalizzazione della Basilicata. Nel secondo capitolo descrive tutto il paesaggio vicino al vulture che è l’elemento sul quale si sofferma di più, dove parla più in generale parlando di vulcani, anche dal punto di vista italiano; in questo capitolo, vengono citate anche versi di Orazio nel quale viene citato il Vulture. Dopo una spiegazione del territorio e una lode all’importanza, già dai testi classici, della bellezza della Basilicata, inizia a descrivere la giornata del 14 AGOSTO DEL 1851, quando ci fu un terremoto di non poca importanza che aveva epicentro la Puglia. In questa giornata, molte persone persero la vita e altre rimasero ferite dalla distruzione di edifici causati dalla scossa. Giacomo Maria Paci inzia a descrivere la situazione post-terremoto dei vari paesi della Basilicata. Si incomincia con ‘Atella e Rionero che risultano essere disastrate con varie persone decedute. Poi continua con Barile, Ripacandida e Ginestra. La prima ha presentato una maggiore distruzione di edifici e un maggior valore di deceduti, le seconde non hanno avuto particolari danni. Si concentra in modo particolare sul paese di Melfi, un paese molto più grande dei precedenti, lui accosta le origini e la storia alla tragedia di quel giorno descrivendo da vicino quelle immagini con molti particolari. Nel quarto capitolo, ci viene descritta le condizioni meteorologica e le condizioni del 14 AGOSTO, prima del disastro. Nel quinto, facciamo un collegamento con le conoscenze più moderne rispetto al periodo ottocentesco. Questa edizione ha all’inizio una introduzione, dove spiega un po' tutto il racconto, e alla fine di ogni capitolo delle note di Giuseppe Settembrino. Il libro presenta grafici e dati scientifici.
Sintesi
modificaUn mese dopo il terremoto del 14 AGOSTO 1851 che colpì la zona del melfitano in Basilicata, il re Ferdinando con la sua corte fece visita a tutti i paesini coinvolti nell’incidente. Arrivati l’11 settembre, percorsero la strada che conduceva da Nocera a Melfi, passando da Sant’Angelo. In quei giorni, pioveva a dirotto ma il re volle continuare le sue tappe per osservare le condizioni degli edifici. In quei giorni, sostò in una baracca della Sottindendenza a Melfi, un luogo non pensato per un re e per la sua corte ma l’unico edificio intero. Il re fece anche un giro per gli ospedali per conoscere i poveri cittadini rimasti feriti dalle scosse di terremoto. Dichiarò pubblicamente che la città di Melfi era del tutto rasa al suolo tanto che promise di non lasciarla fino a quando non vennero costruiti tutti gli edifici con delle riforme fece diminuire le pene ai carcerati che avevano prestato aiuto a tutti gli altri cittadini perché anche la prigione era del tutto distrutta. Oltre a quest’ultima riforma ne fece molte altre per contrastare diverse difficoltà, come ad esempio volle costruire istituti per bambini orfani, equipe di soccorso o di informatori, una squadra di ingegneri per ricostruire strade e strutture architettoniche e una squadra di ecclesiastici per arginare i problemi dal punto di vista religioso (chiese…). Venne stanziati anche dei fondi e distribuirono grano che servivano alle città danneggiate. Dopo che il re decise di ritornare a casa, Giacomo Maria Paci fece anche una gita a tappe, dove scrisse un’opera chiamata ‘Relazione dei tremuoti di Basilicata del 1851’, dove scrisse con esattezza i danni e le persone coinvolte in questa catastrofe.
Bibliografia
modifica“Viaggiatori in Basilicata” di Giuseppe Settembrino e Michele Strazza
“Relazione dei tremuoti di Basilicata del 1851” di Giacomo Maria Paci
https://www.accademiadellescienze.it/accademia/soci/giacomo-maria-paci