Palace Hotel di Viareggio

Terrazza lato mare orizzontale

Il Palace Hotel di Viareggio è un edificio storico situato sulla passeggiata principale della città di Viareggio, in Toscana. Rappresenta uno dei principali esempi di architettura Liberty in Italia e ha ospitato numerose figure illustri nel corso del XX secolo. La struttura, progettata dall’architetto Alfredo Belluomini, è famosa per la sua facciata decorata e per il contributo alla scena artistica e culturale della Versilia negli anni Sessanta.

Facciata Palace Hotel Viareggio

Storia e Sviluppo dell’Hotel Palace

Le origini del Palace Hotel risalgono al 1913, quando l’avvocato Dino Tabet chiese il permesso per costruire una grande sala da pranzo adiacente alla sua villa, situata all’angolo tra via Flavio Gioia e via Carducci, allora conosciuta come “Villa Tabet ora Hotel Mediterranée”. Nel 1916, il gestore Guido Cosattini richiese ulteriori lavori per espandere l’edificio e aggiungere strutture di servizio.

Facciata b-n anni venti

Nel 1922, il nuovo proprietario, Giurlani, affidò una ristrutturazione completa all’ingegnere Alfredo Belluomini, famoso per i suoi progetti in Italia e all’estero. Il progetto di Belluomini portò alla trasformazione radicale dell’edificio, unificando i corpi preesistenti in uno stile elegante e unitario che oggi caratterizza l’hotel.

Negli anni Sessanta, la gestione passò a Ferruccio Martinotti, un farmacista piemontese che contribuì alla

promozione turistica della Versilia, pur attirando accuse di speculazione edilizia. Nel 1960, la proprietà passò alla American Trust Company di San Francisco, con l’autorizzazione a vendere l’hotel e altri beni.

Nel 2013, l’hotel ha conosciuto una rinascita grazie a una nuova gestione, che ha riportato in auge la struttura dopo un periodo di crisi, celebrata come un simbolo di ripartenza per la città.

La Permanenza di Eleonora Duse

Nell’estate del 1915, la celebre attrice Eleonora Duse soggiornò all’hotel, lasciando traccia del suo soggiorno in cinque lettere indirizzate agli amici Angelo e Olga Signorelli. Nelle lettere, la Duse racconta della sua ricerca di pace e ristoro a Viareggio e della possibilità di trasferirsi in altri luoghi d’Italia. Queste lettere sono testimonianze del legame profondo tra l’attrice e Viareggio, un luogo dove cercò rifugio durante un periodo difficile della sua vita.

Alfredo Belluomini: Il Genio dietro il Design

Alfredo Belluomini, nato a Viareggio nel 1892, fu uno dei principali esponenti dell’architettura Liberty italiana. Dopo studi iniziali in medicina, si laureò in ingegneria civile al Politecnico di Milano e in architettura all’Accademia di Brera. Collaborò con l’artista Galileo Chini per numerosi progetti tra Viareggio e Lido di Camaiore e lavorò anche negli Stati Uniti. La sua carriera subì una battuta d’arresto con un progetto di ponte nei pressi di Firenze, che non fu completato a causa di un errore di calcolo. Poco prima della sua morte nel 1964, Belluomini distrusse gran parte dei suoi progetti, segnando una perdita significativa per l’architettura italiana.

Sala piano

Sala caminetto con vista sala pianoforte

L’Hotel Palace negli Anni Sessanta: Centro della Vita Artistica

Negli anni Sessanta, il bar del Palace Hotel divenne un punto di ritrovo per artisti e musicisti celebri, come Adriano Celentano, Mina e Ornella Vanoni. Secondo i racconti dell’architetto Malfatti, il bar era un luogo di incontri informali e vibranti, prima dell’inizio della serata nella vita notturna della Versilia. Grazie a questi eventi, il Palace Hotel si affermò come un centro nevralgico della cultura e mondanità italiana del tempo.

Deluxe Room Palace Hotel Viareggio

Riconoscimenti e Patrimonio Culturale

Nel 2018, il Ministero per la Cultura ha riconosciuto l’importanza storica e culturale dell’edificio, lodandolo come simbolo della tradizione architettonica italiana e del patrimonio artistico di Viareggio. L’hotel continua ad essere una delle testimonianze meglio conservate dell’epoca Liberty e un punto di riferimento per la tradizione alberghiera di lusso in Italia.

Note