Utente:Panormus2015/Sandbox
Chiesa di San Nicola di Bari | |
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Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Linguaglossa |
Indirizzo | P.zza Ambrogio Gullo, 2 |
Coordinate | 37°50′19.77″N 15°08′52.84″E |
Religione | cattolica |
Diocesi | Arcidiocesi di Acireale |
Inizio costruzione | 1947 |
Convento e Chiesa
modificaCome testimoniato da una lapide custodita all’interno dell’edificio, la costruzione iniziò nel 1947 ed è composta da due complessi, al cui centro si erge la cappella preceduta all'esterno da un suggestivo colonnato. Il collegio, progettato dal catanese Ercole Fischietti[1], rammenta la presenza Domenicana fortemente stabilitasi, negli anni 50/80, nel territorio grazie alla capacità del domenicano Ambrogio Gullo da Linguaglossa e alla esuberanza operativa di un altro brillante domenicano, Bernardo Scammacca, erede dell’antenato Beato Bernardo, essendo Generale il Padre Suarez o.p.. Alla costruzione del Collegio presero parte con donazioni importanti le famiglie di Linguaglossa anche emigrate come testimoniato dai loro nomi scalfiti sui vetri artistici che decorano le finestre della Chiesa. Nel 1952 venne inaugurata la Scuola Apostolica dei Domenicani[2]. Il Collegio, nel quale la gioventù studiosa del tempo trovò la base per la formazione culturale e professionale, in passato ha ospitato il seminario domenicano, fu sede di scuola superiore con internato e, successivamente, divenne casa di ospitalità per gruppi ecclesiali. Venuta meno l’utenza per l’aumento nel territorio degli istituti pubblici, fu chiuso negli Anni ‘80. Dal marzo 2015 il complesso è stato affidato, dalla Provincia Domenicana di Sicilia, alla Confraternita Sant’Egidio Abate che si propose di restituirla alla passata rinomanza e al servizio della società. La Chiesa intitolata a San Nicola di Bari, dall'aspetto semplice e a unica navata, fu riedificata sulle ceneri del vecchio edificio presente nella zona scelta per la realizzazione del collegio. È il risultato anche dell’accordo tra l’allora Vescovo di Acireale S.E. Rev.ma Mons. Salvatore Russo e i Padri Domenicani. Il vescovo donò parte del terreno mettendo come impegno che la Chiesa non venisse distrutta. I Domenicani trasgredirono l’impegno; la vecchia Chiesa fu demolita e ricostruita al centro della nuovo progetto; della vecchia Chiesa salvaguardarono solo il portale in pietra lavica e la statua del Santo. Sull'altare centrale della cappella vi è una grande pala d’altare del pittore napoletano Sebastiano Conca, raffigurante la Madonna del Rosario con Santa Caterina da Siena e San Domenico. La pala, così come l'altare barocco, deriva da una Chiesa di Catania ed è stata portata in questo edificio dai padri domenicani, a prova dell'importanza che essi diedero a questo edificio. Da notare anche la piccola porta della custodia eucaristica che raffigura la Crocefissione con ai lati San Pietro Martire, con palma e coltello fendente sul capo, San Martino de Porres, Santa Caterina da Siena, San Domenico di Guzman, la Madonna e San Tommaso d’Aquino con la summa teologica, opera dal domenicano Leonardo Gristina[3] eseguita in smalti su argento.
Galleria d'immagini
modificaNote
modifica- ^ Architetto, engineer e restorer italiano (Catania 1878-1959)
- ^ Ex Provincia di San Tommaso
- ^ Domenicano del Convento di Catania (Prizzi 1915 - Catania 1998)
Bibliografia
modifica- Santo Calì, Convegno di artisti e artigiani nelle chiese di Linguaglossa, Palermo, Ciranna, 1959.
- Antonio Cavallaro, Linguagrossa…la sua storia, 1984.
- Assessorato regionale dei BB.CC.AA. e della P.I., Un itinerario etneo. Guida ai beni culturali di Randazzo, Castiglione, Linguaglossa, Nicolosi, Palermo, 1983.