Utente:Rustythejester/Sandbox
SANDBOX
«(Exeunt SCHOLARS.)
(The clock strikes eleven.)
FAUSTUS. Ah, Faustus,
Now hast thou but one bare hour to live,
And then thou must be damn'd perpetually!
Stand still, you ever-moving spheres of heaven,[t 1]
That time may cease, and midnight never come;
Fair Nature's eye, rise, rise again, and make
Perpetual day; or let this hour be but
A year, a month, a week, a natural day,
That Faustus may repent and save his soul!
O lente, lente currite, noctis equi![t 2]
The stars move still, time runs, the clock will strike,
The devil will come, and Faustus must be damn'd.
O, I'll leap up to my God! — Who pulls me down? —
See, see, where Christ's blood streams in the firmament!
One drop would save my soul, half a drop: ah, my Christ! —
Ah, rend not my heart for naming of my Christ!
Yet will I call on him: O, spare me, Lucifer! —
Where is it now? 'tis gone: and see, where God
Stretcheth out his arm, and bends his ireful brows!
Mountains and hills, come, come, and fall on me,
And hide me from the heavy wrath of God!
No, no!
Then will I headlong run into the earth:
Earth, gape! O, no, it will not harbour me!
You stars[t 3] that reign'd at my nativity,
Whose influence hath allotted death and hell,
Now draw up Faustus, like a foggy mist.
Into the entrails of yon labouring cloud[s],
That, when you vomit forth into the air,
My limbs may issue from your smoky mouths,
So that my soul may but ascend to heaven!
(The clock strikes.)
Ah, half the hour is past! 'twill all be past anon
O God,
If thou wilt not have mercy on my soul,
Yet for Christ's sake, whose blood hath ransom'd me,
Impose some end to my incessant pain;
Let Faustus live in hell a thousand years,
A hundred thousand, and at last be sav'd!
O, no end is limited to damned souls!
Why wert thou not a creature wanting soul?
Or why is this immortal that thou hast?
Ah, Pythagoras' metempsychosis, were that true,[t 4]
This soul should fly from me, and I be chang'd
Unto some brutish beast! all beasts are happy,
For, when they die,
Their souls are soon dissolv'd in elements;
But mine must live still to be plagu'd in hell.
Curs'd be the parents that engender'd me!
No, Faustus, curse thyself, curse Lucifer
That hath depriv'd thee of the joys of heaven.
(The clock strikes twelve.)
O, it strikes, it strikes! Now, body, turn to air,
Or Lucifer will bear thee quick to hell!
(Thunder and lightning.)
O soul, be chang'd into little water-drops,
And fall into the ocean, ne'er be found!
(Enter DEVILS).
My God, my god, look not so fierce on me!
Adders and serpents, let me breathe a while!
Ugly hell, gape not! come not, Lucifer!
I'll burn my books! — Ah, Mephistophilis!
(Exeunt DEVILS with FAUSTUS.)
(Enter CHORUS).
CHORUS. Cut is the branch that might have grown full straight,
And burned is Apollo's laurel-bough,[t 5]
That sometime grew within this learned man.
Faustus is gone: regard his hellish fall,
Whose fiendful fortune may exhort the wise,
Only to wonder at unlawful things,
Whose deepness doth entice such forward wits
To practice more than heavenly power permits.
(Exit.)
Terminat hora diem; terminat auctor opus.»
«(Escono gli STUDIOSI.)
(L'orologio batte le undici.)
FAUST: Ah, Faust,
ora hai solo un'ora di vita,
poi sarai dannato per sempre.
Fermatevi sfere del cielo che eternamente ruotate,
che il tempo finisca e mezzanotte non venga mai.
Occhio lieto della natura, sorgi, sorgi di nuovo e fai
un giorno eterno, o fai che un'ora duri
un anno, un mese, una settimana, un giorno,
che Faust possa pentirsi e salvare l'anima.
"O lentamente, lentamente correte, o cavalli della notte!".
Le stelle ruotano, il tempo corre, l'orologio suonerà,
verrà il demonio e Faust sarà dannato.
Salirò fino a Dio! Chi mi trascina in basso?
Guarda, guarda, il sangue di Cristo allaga il firmamento!
Una sola goccia mi salverebbe, metà d'una goccia. Ah, mio Cristo,
non uncinarmi il cuore se nomino Cristo.
Lo dirò di nuovo. Risparmiami, Lucifero.
Dov'è ora? E' scomparso. Vedo Dio
che stende il braccio e china la fronte minacciosa!
Montagne e colline, venite, franatemi addosso,
nascondetemi all'ira terribile di Dio.
No, no!
Allora mi getto a capofitto nella terra:
apriti, Terra! Oh, no, non mi dà riparo.
Stelle che regnavate alla mia nascita
e che mi avete dato morte e inferno,
ora risucchiatevi Faust come una nebbia
nelle viscere di quelle nubi incinte,
affinché, quando vomitate in aria,
il corpo cada dalle bocche fumose
ma l'anima salga al cielo.
(L'orologio suona.)
Ah, mezz'ora è passata! Presto passerà tutta.
O Dio,
se non vuoi avere pietà di quest'anima
almeno per amore di Cristo il cui sangue mi ha riscattato,
assegna un termine alla mia pena incessante:
che Faust resti all'inferno mille anni,
centomila, e alla fine sia salvato.
Ma non c'è fine alle anime dannate.
Perché non sei una creatura senz'anima?
Perché la tua dev'essere immortale?
Metempsicosi di Pitagora, fossi vera,
l'anima mi lascerebbe, sarei mutato
in una bestia bruta. Felici le bestie
che morendo
cedono l'anima agli elementi,
ma la mia vivrà torturata in eterno.
Maledetti i genitori che mi fecero!
No, Faust, maledici te stesso, maledici Lucifero
che ti ha privato del cielo.
(L'orologio suona mezzanotte.)
Suona, suona! Corpo, trasformati in aria,
o Lucifero ti porterà all'inferno.
(Tuono e fulmini.)
Anima, mùtati in piccole gocce d'acqua
e cadi nell'oceano, nessuno ti trovi.
(Entrano i DIAVOLI)
Mio Dio, mio Dio, non guardarmi così feroce!
Serpi e vipere, lasciatemi vivere ancora un poco.
Inferno orribile, non aprirti. Non venire, Lucifero.
Brucerò i miei libri. Ah, Mefistofele.
(Escono i DIAVOLI con FAUST.)
(Entra il CORO.)
CORO. Spezzato è il ramo che poteva crescere dritto
e bruciata la corona di Apollo
che crebbe in questo sapiente.
Faust se n'è andato. Meditate la sua caduta.
La sua tragedia possa esortare i saggi
a una sacra paura delle cose illegali,
le cose profonde che attirano spiriti arditi
a esperire ciò che il cielo ha proibito.
(Esce)
L’ora conclude il giorno, l’autore conclude l’opera.»
La citazione sopra proposta proviene dal testo del 'Progetto Gutenberg' nella versione in quarto del 1604 (con note in inglese rimosse).
Note al testo
- ^ Secondo il Sistema tolemaico, la Terra, al centro dell'Universo, era circondata da grandi cieli trasparenti (sfere) entro ciascuno dei quali ruotava un pianeta. È la stessa concezione dantesca del Paradiso.
- ^ Verso ripreso da: Ovidio (Amores, I, 13, 40)
- ^ Si pensava che la posizione degli astri al momento della nascita segnasse il destino di ogni essere umano.
- ^ Secondo la Metempsicosi di Pitagora, le anime trasmigravano in altri corpi e anche in corpi di animali.
- ^ Il ramoscello di Alloro è sacro ad Apollo ed è il simbolo della poesia.