Utente:Tarasov/Prova harmonium

Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo complesso italiano, vedi Armonium (gruppo musicale).
Armonium o Harmonium
Un harmonium parigino
Informazioni generali
OrigineFrancia
Invenzione1848
InventoreDebain
Classificazione412.132
Aerofoni a tastiera
Uso
Musica europea dell'Ottocento
Musica contemporanea
Musica dell'Asia Meridionale
Estensione
Armonium o Harmonium – estensione dello strumento
estensione dell'armonium
Genealogia
 Antecedenti
organo a canne, Regale, Physarmonica, Poïkilorgue, Cheng, Orgue expressif
Ascolto
César Frank,Cinquième pièce en fare, estratto de "L'Organiste" (info file)

L' armonium, o harmonium (in francese), o anche armonio[1] è uno strumento musicale aerofono a tastiera (di 5 ottave), che aziona delle ance libere. Grazie alla diversità di ance che questo può avere, può disporre di una vasta gamma di suoni, che vengono suddivisi e azionati dai registri. Per far vibrare le ancie, ci sono dei mantici che sono collegati a due pedali azionati dal suonatore, oppure da un elettroventilatore.

Nel 1800 furono costruiti diversi strumenti non dissimili all'armoniIl primo armonium fu brevettato da Alexandre-François Debain nel 1848 a Parigi.[1]

L'origine dell' harmonium è molto incerta, poiché l'ancia libera, elemento su cui si basa l'armonium, ha avuto molteplici applicazioni.
Uno dei primi strumenti che daranno origine all'armonium è il regale [2][3][4], uno strumento aerofono molto popolare tra il XV e il XVII secolo. Sia il regale che l'armonium producono il suono mediante ance, ma nel primo, queste, nel vibrare, battono contro gli orli dei canaletti che le contengono, mentre nell'armonium queste vibrano per tutto lo spazio dell'apertura.[5] Più tardi, verso il 1700 Filippo Testa costruì l' organino: una sorta di regale ad ancia libera come l'harmonium.[2][3][6][7][8] Quasi contemporaneamente al regale si trova l'aelodion[9]. L'aelodion si basa su un sistema ad ance e fu creato da Türmer presso la Chiesa di San Michele ad Amburgo, però a causa della sua professione di guardia, lavoro mal visto dalla società del periodo, lo strumento non ebbe successo.[6] Sempre nel XVII secolo, in un monastero ad Hesse, si trova un'altro strumento ad ance comandate da una tastiera.[10]

Nel XVIII secolo molti musicisti lavorarono sull'organo per ottenere un effetto simile al crescendo e diminuendo di un armonium; questi furono: Jean Moreau nel 1736 tentò, applicando un'invenzione di Claude Perrault, di ottenere con la pressione del dito il crescendo o il diminuendo, Schroeter (inventore del pianoforte) seguì una strada analoga a quella di Jean Moreau, i fratelli Buron costruirono nel 1769 un organo munito di meccanismo a parte per il crescendo o il diminuendo, Jean-André Stein nel 1772 unì il pianoforte all'organo, Sébastien Erard, nel 1785 fece uno studio sull'abbassamento graduale dei tasti che venne distrutto dalla Rivoluzione francese e i fratelli Girard i quali brevettarono un organo che permetteva di ottenere il crescendo, il diminuendo e di cambiare la natura del timbro del suono.[2][3][5]

Nel 1780, sotto il regno di Caterina II, il tedesco Christian Gottlieb Kratzenstein (1723-1795) presentò presso l'Accademia Imperiale di San Pietroburgo lo sheng, ottenendo il primo premio annuale.[10][11] Lo sheng, anche chiamato cheng oppure organo a bocca, è strumento musicale risalente al II millennio a.C., molto diffuso nell'Estremo Oriente, e costituito da delle canne di bambù (generalmente il numero va dalle tredici alle ventiquattro), le quali hanno sull'estremità delle ance libere in metallo.[2][3] Questo veniva suonato soffiando in una imboccatura e poi chiudendo il foro della canna che si vuol far suonare.[12] Dallo sheng, Kratzenstein ne creò uno costituito da un mantice e da una tastiera che azionava le ancie. Questo suo strumento lo presentò qualche anno più tardi a Parigi.[13] Contemporaneamente a Christian Gottlieb Kratzenstein, Kirsnick, un organaro di San Pietroburgo, dopo aver visto lo sheng, adattò l'invenzione ad alcuni suoi organi.[4][14]
L'uso dell'ancia libera nell'organo di Kirsnick, fu vista dal musicista Abt Georg Joseph Vogler, il quale, affascinato da questi organi, nel 1796 si fece modificare dall'assistente di Kirsnick, Rackwitz il suo organo a Rotterdam. Vogler, con il suo nuovo organo, che chiamò Orchestrion, fece diversi concerti in tutta Europa diffondendo così l'ancia libera.[2][3][10][15][16]

Nel 1810 Gabriel Joseph Grenié (1756-1837), basandosi sullo strumento di Christian Gottlieb Kratzenstein, creò l'orgue expressif, che poi brevettò il 22 gennaio 1816 come Brevetto No. 1014.[6] L'orgue expressif era un organo abbastanza piccolo composto da due pedali che comandavano due mantici collegati ad altri, da una tastiera e da due registri, il primo era di ance e il secondo di canne (Flûte) . Le ance erano poste a termine di parallelepipedi in legno e grazie a loro e all'uso dei mantici, si poteva come dice il nome stesso: organo espressivo, si poteva regolare l'espressione del suono fra ance e canne.[1][2][3][4][5][6][7][8][10][14] Nel 1812, Gabriel Joseph Grenié costruì per il Conservatorio di Parigi un grande orgue expressif dotato di tastiere e pedaliera, la quale aveva un registri di ancia di 16', due mantici separati, uno per i bassi e uno per i soprani, e otto registri.[10] Secondo Joris Verdin[17] l'orgue expressif non sarebbe di Gabriel Joseph Grenié ma bensì, nonostante il brevetto, del suo allievo Achille Müller. Infatti, come Joris Verdin afferma nella sua tesi, nessun esemplare di orgue expressif di Gabriel Joseph Grenié è giunto sino a noi, mentre di Achille Müller ne troviamo due al Museo degli strumenti musicali dell'Universität Leipzig.[6]

Nel 1814 Bernhard Eschenbach costruì l'Aeoline (da Eolo). Lo strumento, che prende ispirazione dallo scacciapensieri e in parte anche dall'Organo-Violine dello stesso Eschenbach, è costituito da due pedali collegati a dei matici e da una tastiera di 6 ottave che apre delle ance.[4] Nel 1820 Martin Schlimmbach, parente di Bernhard Eschenbach perfezionò l'Aeoline egli cambiò nome in Aeolodikon.[18] Bernhard Eschenbach perfezionò in particolare i mantici e il modo per ottenere l'espressione.[2][3][8][6] L'Aeoline sarà ulteriormente perfezionata da Voigt[2][3] Secondo Thomas Reilich e Hartmann l'Aeolodikon sarebbe lo strumento che Alexandre François Debain presentò come il suo Harmonium.[6][7]

Contemporaneamente all'orgue expressif, all'Aeoline e all'Aeolodikon in America e in Europa si stava diffondendo il Pan Harmonium di Maezel (noto inventore del metronomo).[19]

Poco dopo il Pan Harmonium, nel 1821 Antoine Haeckel costruì la Physarmonica. Questo strumento, molto piccolo, era costituito da due pedali collegati a dei mantici e da una tastiera di quattro ottave collegata ad un unica fila di ance. Lo strumento era ideato per essere suonato assieme al pianoforte, infatti le sue dimensioni permettevano di entrare sotto la tastiera di un piano.[2][8][6] Successivamente, in Francia e in Germania saranno costruite altre varianti della Physarmonica.[3]



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Armonium occidentale

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L'armonium moderno è stato realizzato da Debain e affinato da Mustel. Come l'organo, l'armonium è utilizzato tipicamente in chiesa, per l'esecuzione di musica sacra.
I registri dell'armonium sono tutti ad ancia (ance libere), e il suo timbro è molto meno ricco di quello organistico, come pure la sua estensione; i suoi effetti meccanici sono il tremolo e la sordina.

Nei modelli più diffusi, l'aria viene immessa dall'esecutore con l'azione dei piedi su due pedali che comandano due mantici. Per regolare l'espressione si utilizzano le guancette poste ai lati delle ginocchia.

Di norma è disponibile almeno un'unione, che funziona meccanicamente e serve a produrre una nota aggiuntiva all'ottava. Quando le unioni sono due, la prima serve per la porzione più bassa della tastiera, la seconda per quella più alta e, rispettivamente, svolgono l'azione verso l'ottava bassa e verso l'ottava alta.

A causa dell'alto costo della manutenzione specializzata necessaria e della relativa difficile reperibilità, nonché dell'avvento dell'organo liturgico elettronico, gli armonium sono progressivamente scomparsi dalle chiese, oppure vi sono rimasti inutilizzati.

Armonium indiano

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L'armonium indiano è simile a quello occidentale, ma di minori dimensioni. È stato portato in India dall'Occidente dai missionari cristiani, da circa metà Ottocento in poi. Essi avevano bisogno di uno strumento facilmente trasportabile da usare nelle funzioni religiose, e lo trovarono in questo tipo di armonium, grande all'incirca come una fisarmonica, e di funzionamento simile. La forma è quella di un mobiletto rettangolare, vicino al suonatore ha una tastiera (tipo pianoforte) che si estende da due a quattro ottave, e si suona con una sola mano, l'altra mano aziona un mantice a soffietto posto sul lato distante dal suonatore. La versione indiana ha poi la possibilità di mettere in funzione un certo numero di bordoni diversi (note costanti di sottofondo), onnipresenti nella musica classica indiana (viene azionato quello corrispondente alla tonica del pezzo suonato).

La storia dell'armonium in India è strettamente correlata a quella del sarangi.

La caratteristica più importante dell'armonium, rispetto al contesto indiano, è l'intonazione. Essendo uno strumento occidentale, è accordato secondo il temperamento equabile, sviluppato in Occidente per le esigenze della musica armonico-tonale (quindi dell'armonia basata sugli accordi e la modulazione da una tonalità all'altra). Questo tipo di accordatura è del tutto estraneo alla musica indiana, che è modale e non contempla accordi né cambiamenti nella tonica in una esecuzione musicale, ed è fondata su numerose e precise sfumature di intonazione delle note delle varie scale che vengono usate (incompatibili con il nostro temperamento equabile).

Ma altre caratteristiche hanno fatto in modo che si inserisse ugualmente nel contesto della musica indiana (anche di quella "classica"). La principale è che è appunto capace di passare immediatamente da una "tonalità" all'altra. La musica indiana è fondata su una tonica immutabile, ma è anche vero che ogni cantante ha la sua tonica personale, e questo rende l'armonium estremamente flessibile se usato per accompagnare cantanti diversi che usano toniche diverse. Inoltre la tecnica di questo strumento, applicata alla musica indiana, è relativamente semplice.

Tradizionalmente l'accompagnamento dei/delle cantanti classici era affidato al sarangi, strumento ad arco molto importante in India, dalla voce estremamente caratteristica (grazie anche alle numerose corde di risonanza), ma che per una serie di motivi si trovò a perdere in preminenza. Tra questi, la difficoltà tecnica che richiede grande dedizione da parte del musicista, ed il fatto di avere così tante corde di risonanza (che non hanno un ruolo marginale, ma sono molto importanti per la sua sonorità e per la creazione del giusto "sentimento" musicale). Ogni pezzo musicale (raga), basato su una diversa scala, richiede che queste corde vengano riaccordate (cosa che richiede tempo e perizia); inoltre se un medesimo sarangista si trova a dover accompagnare diversi cantanti che usano toniche diverse, deve riaccordare completamente l'intero strumento (quando non sostituire addirittura le corde).

In più, i mutamenti sociali favoriti dalla dominazione coloniale britannica hanno contribuito a spingere nell'ombra i suonatori di sarangi, che si sono visti soppiantare dai nuovi suonatori di armonium: capaci di passare rapidamente da una tonica all'altra, in grado di accompagnare diversi cantanti in rapida sequenza, più adatti al nuovo contesto rapido e "tecnologico" che si stava formando (ad esempio i concerti radiofonici di All India Radio). La gran parte dei cantanti si è adattata a farsi accompagnare nelle loro esecuzioni dall'armonium, nonostante l'irrimediabile fatto di essere fuori intonazione. Fatto musicalmente accettabile se mantenuto in un ruolo marginale, che non si scontrasse con la voce (intonata correttamente) del/della cantante.

Si venne così a creare un circolo vizioso in cui i sarangisti veramente esperti divennero pochi, ed i cantanti cominciarono a preferire i suonatori di armonium (stonati, ma sempre più intonati di un cattivo sarangista).

Bibliografia

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  • Roberto Perinu, La Musica Indiana, ed. Zanibon, Padova, 1981
  • Ali Akbar Khan, George Ruckert, The Classical Music of North India, Munshiram Manoharlal Publishers, New Delhi, India, 1998
  • David Courtney, Chandrakantha Courtney, Elementary North Indian Vocal, Sur Sangeet Services, Houston, USA, 1995
  • Sandeep Bagchee, Nad – Understanding Raga Music, Eshwar, Mumbai, India, 1998
  • Stuart Isacoff, Temperamento – Storia di un Enigma Musicale, ed. EDT, Torino, 2005
  1. ^ a b c s.v. Armonium, in AA.VV. Enciclopedia della Musica,Garzanti, Milano, 2010, p.34. ISBN 978-88-11-50484-9
  2. ^ a b c d e f g h i Alphonse Mustel, L'orgue-harmonium, in Encyclopédie de la musique et dictionnaire du conservatoire, vol. 2, Parigi, Librarie Delagrave, 1925, pp. 1375-1400.
  3. ^ a b c d e f g h i Alphonse Mustel, L'orgue-expressif ou Harmonium, vol. 1, Parigi, Mustel père & fils éditeurs, 1903.
  4. ^ a b c d Harmonium nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 1º gennaio 2014.
  5. ^ a b c Corrado Moretti, L'Organo italiano, 3ª ed., Monza, casa musicale eco, 1978, p. 55.
  6. ^ a b c d e f g h Harmoniumnet, su harmoniumnet.nl. URL consultato il 1º gennaio 2014.
  7. ^ a b c L. Hartmann, Das Harmonium., Lipsia, Boigt, 1913.
  8. ^ a b c d [Harmonium nel Dictionnaire pratique et historique de la musique 1 gennaio 2014].
  9. ^ In questo periodo sembra trovarsi uno strumento a tastiera costituito solo da ance un monastero di Hesse
  10. ^ a b c d e Harmoniums, su harmoniums.weebly.com. URL consultato il 1º gennaio 2014.
  11. ^ Western Free Reed Instruments, su patmissin.com. URL consultato il 1º gennaio 2014.
  12. ^ s.v. Organo a bocca, in AA.VV. Enciclopedia della Musica,Garzanti, Milano, 2010, p.638. ISBN 978-88-11-50484-9
  13. ^ Secondo il sito Harmoniums, su harmoniums.weebly.com., in contrasto alle altre fonti, dice che Kratzenstein all'Accademia Imperiale di San Pietroburgo non mostrò lo sheng ma bensì il suo strumento derivato questo.
  14. ^ a b s.v. Armonium, in AA.VV. Enciclopedia Motta,Federico Motta Editore, Milano, 1962, Vol.1, p.456. ISBN 978-88-11-50484-9
  15. ^ Waldo Selden Pratt, 149, in The History of Music, New York, 1927, pp. 354.
  16. ^ Harmonium in Encyclopædia Britannica, su britannica.com. URL consultato il 16 giugno 2013.
  17. ^ Joris Verdin, Harmonium, 2001
  18. ^ L'Aeolodikon viene anche chiamato Äolodikon o Eolodikon.
  19. ^ [Orpha Caroline Ochse, The History of the Organ in the United States, Indiana University Press: Bloomington & Londra, 1975, p. 77 3 gennaio 2014].
  20. ^ La storia e le produzioni, su teatroallascala.org. URL consultato il 16 giugno 2013.

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