Utente:Una giornata uggiosa '94/Sandbox 5

LB nuove sezioni


Esordi
  1943-1962: infanzia e adolescenza
  1962-1966: i primi passi e l'incontro con Mogol
  1967-1968: il successo di 29 settembre e Balla Linda
Battisti, Mogol e la Numero Uno
  1969-1970: la consacrazione come cantante
  1971-1973: il progressivo distacco dai mass media
  La svolta di Anima latina
  1976-1980: il Battisti "inglese" e "americano"
  La fine della collaborazione con Mogol
Dopo Mogol
  1981-1985: E già e l'incontro con Panella
  1986-1994: la collaborazione con Pasquale Panella
  1994-1998: gli ultimi anni e la morte
  Dal 1998 a oggi: avvenimenti recenti

La fine della collaborazione con Mogol

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A Una giornata uggiosa non seguiranno altri album con testi di Mogol. Lo scioglimento, avvenuto silenziosamente e senza litigi[3][4], fu dovuto principalmente alla differenza tra i caratteri dei due. Nella sua ultima intervista, del maggio del 1979, Battisti dichiarò:

«Il nostro rapporto è il rapporto di due persone di questo tempo che dopo tanti anni di lavoro assieme […] improvvisamente, per divergenze di interessi, si sono messi ognuno su una sua rotaia, su una sua strada, per cui adesso da quattro o cinque anni a questa parte ci vediamo al massimo un mese all'anno. […] È l'esperienza di due persone che stanno diventando completamente diverse.»

Anche Mogol ha più volte sottolineato la profonda diversità tra il suo carattere e quello di Battisti:

«Lui era un'intelligenza verticale: in qualunque cosa si applicasse ci riusciva in un modo straordinario. Di qualsiasi congegno avesse in mano scopriva il perché e il per come. Lui è andato a fare windsurf e per poco non diventava il campione italiano. Era un mostro di verticalità. Gli dicevo sempre: "Se tu fai un buco nella terra, arrivi al centro". Io ho tante passioni, tante distrazioni, sono tutt'altro che verticale; posso esserlo per un'ora, per scrivere una canzone, ma dopo mi devo distrarre. Sono più mobile.»

«Lucio era un tecnico. Un analista in grado di sviscerare i meccanismi. Io sono sempre stato orizzontale, lui era un verticale. Un matematico. Analizzava tutto. La sua cultura sul pop era straordinaria.

Lucio era un tecnico. Una persona verticale che voleva analizzare ogni cosa fin nei minimi particolari. Un musicista che nascondeva un'anima da matematico, da scienziato. Al contrario, io sono un orizzontale. Uno che agisce per istinto. Non ho mai raccontato altro che cose che vivevo o osservavo nel quotidiano.»

Lui era un'intelligenza verticale: in qualunque cosa si applicasse ci riusciva in un modo straordinario. Di qualsiasi congegno avesse in mano scopriva il perché e il per come. Lui è andato a fare windsurf e per poco non diventava il campione italiano. Era un mostro di verticalità. Gli dicevo sempre "Se tu fai un buco nella terra, arrivi al centro".[9][10]

Parte della citazione è riportata anche su Gianfranco Salvatore (2000)

Gianfranco Manfredi, del resto, attraverso l'analisi delle loro canzoni, nel suo saggio del 1979 Lucio Battisti - Canzoni e spartiti (nel capitolo Uno da una parte, uno dall'altra. Battisti «qui», Mogol «là») era già arrivato alla conclusione che la profonda differenza tra i due li avrebbe inevitabilmente portati alla separazione.

La causa occasionale fu la discrepanza nata sulla ripartizione dei diritti d'autore: gli introiti infatti andavano per un quarto a Battisti e un quarto a Mogol mentre il rimanente spettava alla società editoriale, la edizioni Acqua azzurra; all'interno di essa, però, Battisti aveva una quota del 40% mentre Mogol controllava appena il 10%. Mogol non era d'accordo con tale ripartizione (più che per questioni economiche, per questione di principio[11][12][13]) e voleva cambiare le quote azionarie della società, ma da Battisti ricevette solo il silenzio[14].

Secondo alcuni, in questa faccenda avrebbe avrebbe avuto un ruolo anche la moglie di Battisti, Grazia Letizia Veronese: per Mogol, infatti, la Veronese avrebbe spinto Battisti a non assecondare Mogol nella questione dei diritti d'autore che causò la loro separazione artistica.

Su questi eventi sono sorte molte leggende metropolitane: si parlò anche di banali liti di condominio per quanto riguarda la divisione di un piccolo pezzo di terreno[15] o di un tombino[16]; in realtà, a detta di Mogol, questa questione nacque solo anni più tardi[14].

  • Mentre Mogol inizierà una collaborazione con Riccardo Cocciante, per il quale continuerà a scrivere testi simili a quelli che scriveva per Battisti secondo il suo consueto stile alato e sognatore, Lucio continuò la sua strada con Velezia prima e con Pasquale Panella poi, soddisfacendo il suo bisogno di esplorare nuove mete, nuovi orizzonti, nuove esperienze musicali.
  • ... alla divergenza artistica tra i due, tra un Mogol ancorato a un universo poetico dai ben saldi punti fermi e un Battisti perennemente impegnato a innovare, a sperimentare e a superare se stesso

Popolarità

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  • 25 milioni di dischi
  • Hit parade: il 1973 con #1 e #2, altri record
  • Impatto nella memoria collettiva: versi diventati proverbiali, comunicato Brigate Rosse

Stile e influenze musicali

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Come musicista

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Come musicista, Battisti ... .

      [STILE]

Dal punto di vista stilistico, ...

Il premio Oscar Ennio Morricone ha scritto che Battisti è stato il primo a portare la melodia sillabica nella costruzione di una canzone.

      [TECNICA]

Dal punto di vista tecnico, Battisti

«Lucio Battisti (con Vandelli) è forse l'unico cantante italiano che dimostri una totale padronanza dei mezzi di incisione. I suoi dischi sono calibrati alla perfezione, con innovazioni e preziosismi che paiono fantascientifici ai suoi colleghi italici. Crea così piccoli gioielli sonori.»

      [INFLUENZE]

Le sue influenze musicali venivano principalmente dalla musica rock inglese ed americana. In particolare, alcuni artisti che Battisti dichiarò di apprezzare sono Donovan[17], i Led Zeppelin[17], Otis Redding[17]; l'amico Renzo Arbore aggiunge alla lista anche Animals[18], Buffalo Springfield[18] e ROTFL. Nel testo del brano Registrazione (di cui testo e musica furono scritti a quattro mani dallo stesso Battisti insieme alla moglie G. L. Veronese) si può trovare un riassunto semiserio delle sue influenze musicali:

«Ho sempre amato Jagger e gli Stones
i Beatles un po' meno insieme ai Beach Boys
forse perchè hanno il nome che comincia per B
da Paul McCartney ho imparato a cantare
da Ray Charles ad emozionare
da Dylan a dire quello che mi pare
e dal poeta ad alleviar l'umanità»

Tra i colleghi italiani mostrò di apprezzare Tizio e Caio; si mostrava invece piuttosto critico nei confronti di De Andrè, Gaber[17].

Come cantante

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Come cantante, Battisti ha mostrato un'originalità non inferiore a quella di musicista. Nonostante la critica dell'epoca avesse criticato spesso e ferocemente Battisti per non aver avuto una voce tecnicamente perfetta, la critica moderna ha individuato proprio nell'espressività della voce uno dei suoi punti di forza. Attraverso un uso particolare e ragionato dei difetti della sua voce, ha permesso alle sue canzoni di acquisire una maggiore carica comunicativa. Morricone aggiunge:

«Ma poi c'è l'interprete e qui Battisti è stato non meno rivoluzionario dell'autore. […] Battisti, in effetti non aveva una voce bella, almeno secondo i canoni tradizionali. Aveva qualcosa di più e di meglio: una voce espressiva. A un artista come lui non sfuggiva che per esprimere il disagio esistenziale della sua generazione, e in generale dell'uomo moderno, bisognava avere il coraggio di sacrificare qualcosa sotto l'aspetto dell'eleganza e dell'equilibrio. Come, del resto, accadeva già da decenni nella musica «colta». Ed ecco i toni gutturali, gli accenti più vicini all'urlo che al canto e l'uso di certe tonalità volutamente troppo acute, al punto di mettere in pericolo l'intonazione. Ma tutto aveva uno scopo: rendere più intensa l'interpretazione.»

«Battisti è un cantante strepitoso perché non ha nessuna vocalità classica e ha una voce che sembra una lametta da barba. Usa una voce d'emergenza, cioè fa della necessità una originalità assoluta. Fa una curva, dopo va su un gradino, poi stride e dopo invece si abbassa, sussurra, per arrivare a quella che è la comunicazione ideale.»

«Lucio Battisti? Lo trovo punk, soprattutto per la voce, il modo in cui grida nelle sue canzoni.»

«Ma queste musiche, e queste parole, non avrebbero toccato tanto a fondo i nostri cuori, e non toccherebbero tanto a fondo i cuori dei ragazzi di oggi, se cantate da una voce diversa. Perché è appunto la voce di Lucio Battisti a fare la differenza: una “non voce”, in un certo senso, una voce non educata nei canoni dell’esecuzione tradizionale; una voce che a volte suona persino afona, sabbiosa, quasi inadeguata, una voce – diceva banalmente qualcuno – “stonata”. Ma una voce capace di vivere e trasmettere emozioni: di arrampicarsi su piramidi di parole, di affannarsi in complicate spiegazioni, di tornare infantile nel ricordo del passato, di arrochirsi di passione e intenerirsi di complicità; una voce, dunque, che sulle corriere di campagna, intorno ai falò, sugli scalini delle chiese i ragazzi e le ragazze potevano, e possono, sfidare senza imbarazzo. Senza nemmeno accorgersi di quanta tecnica, di quanto studio, di quanta attenzione ci sia dietro ad un canto apparentemente tanto libero (e che sarà poi, negli anni a venire, tanto spesso imitato: a volte con rispettosa ammirazione, in altri casi senza scrupoli e senza rispetto). A ben vedere, è forse proprio la voce di Lucio Battisti la grande rivelazione che esce dai solchi di questo disco.

balza in evidenza la singolare forza comunicativa di una voce che sa essere insieme strumento e parola, suono e messaggio; una voce – lo dimostra Se la mia pelle vuoi – capace di diventare “nera” e grintosa come pochissime altre della nostra scena musicale.»

Ha cantato i sentimenti quando c'erano le ideologie (cit. Bagnasco)

«È quello, forse, il segno più inequivocabile del trionfo di Mogol-Battisti: nella fase di più intensa ideologizzazione del senso comune di larghi settori delle giovani generazioni e di più acuta radicalizzazione della frattura destra/sinistra, il messaggio mogol-battistiano si afferma incondizionatamente nel paesaggio mentale di vaste aree del senso comune» - «I suoi testi portano a compimento, mirabilmente, quel processo di modernizzazione del linguaggio sentimentale che l'opera pionieristica e avanguardistica dei cantautori aveva intrapreso oltre un decennio prima» (pag. 277)

Eredità delle opere battistiane ai giorni nostri

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Tributi e intitolazioni

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  1. ^ Marco Imarisio, "Il successo fa diventare cinici. La Tv, un mostro che divora", in Corriere della Sera, 10 settembre 1998. URL consultato il 10 marzo 2012.
  2. ^ Fulvio Fiore, Primo Bonali, Lucio Battisti: l'autore, l'artista
  3. ^ Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro (2008), pagina 53
    «Avete mai litigato tu e Lucio?» «Litigi no. Ci sono stati dei silenzi. Periodi di silenzio.»
  4. ^ Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro (2008), pagina 63
    «Ti racconto una storia: quando c'è stato questo allontanamento, dopo ci siamo visti un paio di volte. Una volta eravamo in giardino e si avvicinò la moglie, Grazia, che ci abbracciò tutti e due e disse: «Ma perché avete litigato?» Io le risposi: «Ma io non ho mai litigato». E Lucio anche dicce: «Nemmeno io ho mai litigato con lui». »
  5. ^ Intervista a Lucio Battisti, Radio svizzera di lingua italiana, 18 maggio 1979, a 0 h 17 min 09 s.
  6. ^ [dot forumfree.it/?t=4738105#entry57201100 Intervista a Radio Capital, 2005]
  7. ^ Fabrizio Patania, Mogol: «Che emozione "I giardini di marzo" all'Olimpico», in Corriere dello Sport, 15 aprile 2015. URL consultato il 7 luglio 2016.
  8. ^ Stefania Sandrolini, Mogol: Bowie il golden boy, Lucio il matematico e altre storie di amici, in Il Tirreno Toscana, 30 gennaio 2016. URL consultato il 7 luglio 2016.
  9. ^ Intervista a Radio Capital, citata in Serena Belardinelli, Lucio forever, in Gazzetta della Sabina, n°2, novembre 2005, 8-9.
  10. ^ http://www.bielle.org/Artisti/LucioBattisti.htm
  11. ^ Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro (2008), pagina 63
    «Io ne facevo un problema non di soldi ma di principio.»
  12. ^ Intervista a Mogol, contenuta in Giammario Fontana (1999), pagina 14
    D: «Eppure avete litigato, si dice, per questioni di soldi.»
    R: «Le «questioni di soldi», come tu dici, spesso sono questioni di principio. Mi sembrava giusto, arrivati a un certo punto della nostra brillante carriera, dividere a metà i proventi derivanti dal lavoro comune […] ma non fu solo una questione di denaro.»
    D: «Ritieni che fossero sopraggiunte anche ingerenze esterne al vostro dissidio?»
    R: «Beh, questo non lo posso dire, nel senso che fa parte di quelle sensazioni che debbono restare solo dentro di noi.»
  13. ^ Target: Ci ritorni in mente, Canale 5, 1994. «Un allontanamento naturale, dovuto a divergenze sui diritti d’autore, per una questione di principio» (dalla scheda su luciobattisti.info)
  14. ^ a b Gianfranco Salvatore (2000), pagina 224
  15. ^ Mario Luzzatto Fegiz, Artista enigmatico e imbattibile, litigò con Mogol per la percentuale sulle canzoni, in Corriere della Sera, 30 agosto 1998. URL consultato il 6 giugno 2009.
  16. ^ Mario Luzzatto Fegiz, Un ermetico autodidatta, in Corriere della Sera, 29 settembre 1992. URL consultato il 6 giugno 2009.
  17. ^ a b c d Oggi, 15 settembre 1970
  18. ^ a b Testimonianza di Renzo Arbore Speciale per Lucio, Rai 2, 4 settembre 2004, 10:05
  19. ^ Renzo Stefanel (2007), pag. 242
  20. ^ http://www.battistinews.it/a-la-spezia-un-auditorium-dedicato-a-battisti-e-la-targa/.
  21. ^ (EN) 9115 Battisti (1997 DG), in Jet Propulsion Laboratory - Small-Body Database, 26 settembre 2003. URL consultato il 10 settembre 2009.
  22. ^ Valerio Cappelli, I parenti alla vedova Battisti: Lucio non e' da imbalsamare, basta con le divisioni, in Corriere della Sera, 4 settembre 1999. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  23. ^ Giuseppe Ferlicca, Il cuore verde della città è tornato a battere, in Tuscia Web, 10 settembre 2008. URL consultato il 7 gennaio 2013.
  24. ^ Fausto Pace, TGR Lazio: Ricordando Battisti, Rai 3, 9 settembre 2008, edizione notturna.