VII Giochi olimpici invernali

7ª edizione dei Giochi olimpici invernali, tenutasi a Cortina d'Ampezzo (Italia) nel 1956
Voce principale: Giochi olimpici invernali.

I VII Giochi olimpici invernali, noti anche come Cortina 1956, si sono svolti a Cortina d'Ampezzo (Italia) dal 26 gennaio al 5 febbraio 1956. Furono la prima manifestazione olimpica tenutasi in una città italiana.

VII Giochi olimpici invernali
Città ospitanteCortina d'Ampezzo, Italia
Paesi partecipanti32 (vedi sotto)
Atleti partecipanti822
(690 Uomini - 132 Donne)
Competizioni24 in 6 sport
Cerimonia apertura26 gennaio 1956
Cerimonia chiusura5 febbraio 1956
Aperti daGiovanni Gronchi
Giuramento atletiGiuliana Minuzzo
Ultimo tedoforoGuido Caroli
StadioStadio olimpico del ghiaccio
Medagliere
Nazione Medaglie d'oro vinte Medaglie d'argento vinte Medaglie di bronzo vinte Medaglie complessive vinte
Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica73616
Austria (bandiera) Austria43411
Finlandia (bandiera) Finlandia331 7
Cronologia dei Giochi olimpici
Giochi precedentiGiochi successivi
Oslo 1952 Squaw Valley 1960

Assegnazione

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Candidatura

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Il conte Alberto Bonacossa, d'accordo con le autorità sportive del tempo, incoraggiò l'Amministrazione comunale di Cortina d'Ampezzo a porre la propria candidatura già per i Giochi olimpici invernali del 1944;[1] nel 38º congresso del Comitato Olimpico Internazionale del 1939, tenutosi a Londra dal 6 al 9 giugno, Cortina ottenne l'assegnazione di quei Giochi battendo le altre candidature, della norvegese Oslo e della canadese Montréal, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale portò all'annullamento dell'evento.[1] Nel 1946 la FISI, convenuta a Milano, decise, con l'avallo della giunta comunale e del CONI, di riproporre una nuova candidatura ampezzana per ottenere i VI Giochi olimpici invernali del 1952;[1] la presentazione fu affidata a una delegazione condotta sempre dal conte Bonacossa e Cortina d'Ampezzo venne battuta, per solo due voti, da Oslo.[1]

La terza candidatura olimpica ufficiale di Cortina d'Ampezzo, in questo caso ad ospitare i VII Giochi olimpici invernali del 1956, avvenne a inizio 1949, con la presentazione al CIO della richiesta da parte degli enti preposti: il 4 gennaio fu inviata la domanda dal sindaco di Cortina d'Ampezzo Angelo Ghedina, accompagnata il 12 febbraio da quella del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, a firma del presidente Giulio Onesti e del segretario generale Bruno Zauli, nella quale veniva riportato che la Giunta Esecutiva dell'ente, nella seduta del 27 gennaio, appoggiava la candidatura della cittadina veneta.[2]

Selezione

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L'Hotel Excelsior a Roma, al cui interno furono assegnati dal CIO, nel 1949, i Giochi alla città di Cortina d'Ampezzo.

I VII Giochi olimpici invernali del 1956 furono assegnati il 27 aprile 1949, durante il 43º congresso del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) svoltosi a Roma (nella stessa sessione venne selezionata anche la città che avrebbe ospitato i Giochi della XVI Olimpiade, sempre nel 1956, che fu l'australiana Melbourne).[3][1]

Nella sede congressuale, ospitata nei locali dell'Hotel Excelsior di Roma,[4] vennero presentate quattro candidature: Colorado Springs (Stati Uniti), Cortina d'Ampezzo (Italia), Lake Placid (Stati Uniti) e Montréal (Canada).[3]

La presentazione della candidatura di Cortina d'Ampezzo fu fatta dalla delegazione formata dal sindaco Angelo Ghedina, dal commissario tecnico della FISI Otto Menardi, dall'ex bobista Federico Terschak, dal consigliere Giuseppe Recafino, dal presidente del CONI Giulio Onesti e dal segretario generale dello stesso ente Bruno Zauli.[5][1]

Cortina d'Ampezzo alla prima votazione ottenne nuovamente, dopo il 1944, di poter organizzare i Giochi olimpici invernali nel 1956; la sua candidatura prevalse, molto nettamente, sulle altre.[3]

Successivamente Alberto Bonacossa, ex presidente del CONI e membro in carica del CIO apprezzato a livello internazionale (che con il conte Paolo Thaon di Revel si adoperò per conseguire l'assegnazione),[1] ebbe a dire che influì sulla scelta di Cortina, da parte dei votanti, la posizione della zona e delle comunicazioni già esistenti, ma soprattutto la mostra creata all'interno dell'Hotel Excelsior, nella quale era stati riprodotti dei plastici in gesso delle Dolomiti, molto apprezzati.[5]

Risultati assegnazione dei VII Giochi olimpici invernali[6]
Candidatura Paese Round 1
(voti)
Risultato
Cortina d'Ampezzo   Italia 31 Assegnataria
Montreal   Canada 7 Eliminata
Colorado Springs Stati Uniti 2 Eliminata
Lake Placid Stati Uniti 1 Eliminata

Passaggio di consegne

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Il 25 febbraio 1952, durante la cerimonia di chiusura dei VI Giochi olimpici invernali al Bislett Stadion di Oslo, vennero issate su dei pennoni, oltre a quella greca (nazione "patria dei Giochi"), le bandiere di Norvegia e Italia per il tradizionale passaggio di consegne tra la capitale norvegese e Cortina d'Ampezzo, con l'esecuzione dei tre inni nazionali. Il presidente del CIO Sigfrid Edström consegnò al sindaco di Oslo la bandiera olimpica con il compito di conservarla per i successivi quattro anni, per poi consegnarla al sindaco di Cortina, e nel dichiarare chiusi quei Giochi invitò «i giovani del mondo a riunirsi per i prossimi Giochi Olimpici Invernali di Cortina d'Ampezzo nel Nord Italia nel 1956».[7]

Sviluppo e preparazione

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Organizzazione

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In base alle norme del Comitato olimpico internazionale, venne assegnata al Comitato olimpico nazionale italiano la responsabilità della realizzazione dei Giochi.[8] Inizialmente, in attesa della costituzione di un Comitato Organizzatore, i primi preparativi e le prime opere furono effettuate attraverso gli uffici propri del CONI (con incarico conferito il 4 e 5 agosto 1949 dalla Giunta Esecutiva dell'ente),[8] con l'ausilio della Federazione Italiana Sport Invernali, della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio e degli enti locali, tra i quali il Comune di Cortina d'Ampezzo.[9]

Il Comitato Organizzatore fu creato nel 1953, con presidente il conte Paolo Thaon di Revel,[10] e venne affiancato da un "Comitato d'onore" (del quale venne offerta la presidenza onoraria al presidente del CIO Avery Brundage, con l'Alto Patronato dei Giochi richiesto e conferito al Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi)[8] e, nell'organizzazione dei Giochi, da un "Comitato Esecutivo" presieduto dal presidente del CONI Giulio Onesti, con la vicepresidenza affidata a Ottorino Barassi.[8]

Per le infrastrutture da realizzare a Cortina d'Ampezzo intervenne invece direttamente il Governo della Repubblica Italiana,[11] che creò il 27 marzo 1952 un "Comitato interministeriale" presieduto dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giulio Andreotti.[12]

Comitato Organizzatore

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali.

Il Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali[13] è stato l'ente costituito dal Comitato olimpico nazionale italiano con il compito di organizzare l'evento (anche attraverso degli organi tecnici e commissioni speciali alle sue dipendenze).[8]

Il comitato, creato il 25 marzo 1953[8] e sciolto il 21 marzo 1956,[14] ebbe come sede definitiva l'Hotel de la Poste, in via Cesare Battisti a Cortina d'Ampezzo.[15] La presidenza dell'ente venne conferita il 15 luglio 1954, dalla Giunta Esecutiva del CONI, al conte Paolo Thaon di Revel,[10] con Giordano Bruno Fabjan nel ruolo di segretario generale.[10] Il C.O. era formato da nove membri, oltre il segretario generale:[16] i due italiani membri del CIO, tre rappresentanti del CONI (presidente, vicepresidente e segretario), i due presidenti delle federazioni nazionali interessate dai Giochi (Federazione Italiana Sport Invernali e Federazione Italiana Sport del Ghiaccio), il prefetto della provincia di Belluno e il sindaco di Cortina d'Ampezzo.[8][17]

L'organismo tecnico che si occupò della realizzazione degli impianti di gara permanenti necessari allo svolgimento dei Giochi, fu il "Servizio impianti sportivi" del Comitato olimpico nazionale italiano, che seguì tutto lo sviluppo dei lavori, dalla progettazione fino al collaudo;[18] per la parte amministrativa, invece, era impegnato il "Servizio ragioneria generale" sempre del CONI.[18] Per le infrastrutture da realizzare a Cortina d'Ampezzo l'amministrazione comunale aveva elaborato un esteso prospetto di opere e di esigenze, con un elevato impegno finanziario per il quale non aveva capacità economica,[11] e di questi lavori se ne occupò sia direttamente il CONI sia il "Comitato interministeriale" statale.[12]

Impianti

Affinché Cortina d'Ampezzo potesse ospitare i Giochi, occorreva che il CONI realizzasse un programma di lavori, in quanto la cittadina era dotata di attrezzature per gli sport invernali a livello turistico più che sportivo ed agonistico.[19] Cortina era priva di uno stadio del ghiaccio e di una pista di pattinaggio di velocità, mentre le piste da sci, il trampolino per il salto con gli sci e la pista da bob risultavano in cattive condizioni.[20] Realizzare gli impianti rappresentò la parte più costosa e impegnativa di tutta l'organizzazione.[19] Pertanto, le opere principali per poter svolgere i Giochi furono le seguenti:[21]

A Giochi conclusi, il CONI donò la proprietà dei due principali impianti permanenti realizzati (Stadio Olimpico del Ghiaccio e nuovo Trampolino Italia) al Comune di Cortina d'Ampezzo.

Villaggio Olimpico

Non venne realizzato, per scelta del CONI, un Villaggio Olimpico con edifici a carattere permanente; venne comunque realizzato un mini villaggio olimpico prefabbricato per il reparto degli Alpini dell'Esercito Italiano, che costò 38000000 L..[24]

Infrastrutture

Cortina d'Ampezzo era un piccolo paesino di 6 000 abitanti e, per accogliere il notevole afflusso di persone previste, fu necessario costruire nuove strade, potenziare le linee elettriche e telefoniche, e migliorare la rete fognaria e idrica cittadina. Il piano delle opere predisposto dall'amministrazione comunale fu valutato dal locale Provveditorato alle Opere Pubbliche in una spesa di 865000000 L.;[12] per parte di queste opere (come la realizzazione di parcheggi intorno allo Stadio Olimpico del Ghiaccio) se ne fece carico direttamente il CONI, anche finanziariamente.[12] La restante parte di opere del piano (via del Castello, via Rinaldo Menardi, un anello stradale a senso unico, la strada ponte Bigontina-Stazione, viarie sistemazioni stradali, l'acquisto di aree, l'illuminazione pubblica, lavori all'ufficio postale e al palazzo comunale), per un valore di 586000000 L.,[12] furono realizzati con l'intervento diretto dello Stato italiano.[12]

Bilancio e finanziamenti

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A Giochi conclusi, il bilancio consuntivo per l'organizzazione dell'evento e la costruzione degli impianti di gara, redatto dal Comitato Organizzatore, riportò una spesa totale di 3213046330 L.,[11] con incassi quantificabili in circa 531000000 L. (vendita di biglietti e riutilizzo di materiali e attrezzature per i futuri Giochi estivi di Roma 1960),[11] cosicché al CONI, finanziatore unico date le poche risorse del Comune di Cortina d'Ampezzo (il quale contribuì solamente donando il terreno sul quale costruire lo Stadio Olimpico del Ghiaccio),[11] l'evento di Cortina 1956 costò un disavanzo di 2682046330 L..[11] A tal fine, nel 1950 il CONI aveva deciso di accantonare annualmente sul proprio bilancio 600000000 L. per il periodo 1951-1956, per totale di 3600000000 L., comprese le spese per la partecipazione della squadra italiana.[11] Nel 1952 era stato approntato un preventivo di spesa per i Giochi, basato sulla partecipazione di 4 000 atleti per 35 nazioni partecipanti, per un totale di 2500000000 L., aggiornato nel 1954 con l'aggiunta di ulteriori 800000000 L. di costi.[11] Il bilancio finale fu reso pubblico dal C.O. nel Rapporto Ufficiale dei Giochi redatto dallo stesso ente.[11]

Per i miglioramenti infrastrutturali della località veneta il Governo italiano stanziò invece una spesa totale di 586000000 L..[12] Da sottolineare anche che per migliorare le situazioni logistiche, il CONI concesse ai privati dei mutui privilegiati sulla gestione del Credito sportivo, per un complesso di 265000000 L., estinguibili in un periodo di tempo da dieci a venti anni.[11]

Per i VII Giochi olimpici invernali, le sedi di gara ebbero dimensioni ridotte sia in termini di capienza che di compattezza spaziale dei luoghi, in gran parte raggiungibili a piedi dal centro abitato di Cortina d'Ampezzo[25] e comunque tutte dislocate all'interno del territorio comunale, con la sola eccezione della Pista di Misurina ubicata nel confinante comune di Auronzo di Cadore. Più distanti dalla città ospitante furono solamente due strutture per allenamento, scelte nella vicina regione Trentino-Alto Adige.

Legenda colori:
           Impianti esistenti e in funzione (anche con cambio di utilizzazione successiva);
           Impianti esistenti ma in disuso;
           Impianti temporanei o edifici utilizzati a fini sportivi solo per l'evento;
           Impianti demoliti successivamente all'evento.

N.B. La capacità degli impianti permanenti, realizzati per le olimpiadi o ristrutturati per l'evento e a tutt'oggi funzionanti, è riferita alla capienza del periodo olimpico e non a quella attuale che potrebbe aver subito variazioni (come ad esempio lo Stadio Olimpico del Ghiaccio, progettato allora per ospitare 12 042 spettatori e sceso a 7 000 spettatori attuali con la ristrutturazione per i XXV Giochi olimpici invernali del 2026).

Sedi non competitive

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Città Impianto Capacità Evento
Cortina d'Ampezzo (Belluno) Stadio Olimpico del Ghiaccio 12 042[26] Cerimonia di apertura[27]
Cerimonia di chiusura[27]

Sedi di gara

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Un momento della cerimonia d'inaugurazione dei Giochi.
 
VII Giochi olimpici invernali: il Pomagagnon e l'ombra dei cerchi olimpici sulla neve (Cortina d'Ampezzo, 1956)
Città Impianto Capacità Sport
Cortina d'Ampezzo (Belluno) Pista Canalone 6 760[26][28] Sci alpino[29]
Pista Col Drusciè 12 080[26][28] Sci alpino[30]
Pista del bob[31] 4 650[26] Bob[32]
Pista Ilio Colli 7 920[26] Sci alpino[33]
Pista Olimpia 9 830[26][28] Sci alpino[34]
Stadio della neve 9 650[26][28] Combinata nordica[35]
Sci di fondo[36]
Stadio Olimpico del Ghiaccio 12 042[26] Hockey su ghiaccio[37]
Pattinaggio di figura[27]
Stadio Romano e Armando Apollonio[38] 2 000[26] Hockey su ghiaccio[39]
Trampolino Italia[40] 46 152[26] Combinata nordica[41]
Salto con gli sci[42]
Auronzo di Cadore (Belluno) Pista di Misurina 8 550[26][28] Pattinaggio di velocità[43]

Sedi d'allenamento

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Città Impianto Capacità Sport
Cortina d'Ampezzo (Belluno) Cristallo Palace Hotel[44] - Pattinaggio artistico[44]
Miramonti-Majestic Hotel[44] - Pattinaggio artistico[44]
Bolzano Fiera di Bolzano[44] - Hockey su ghiaccio[44]
Pinzolo (Trento) Pista di Madonna di Campiglio[44] - Pattinaggio di velocità[44]

Villaggio olimpico

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Nel 1953 venne ipotizzato dal CONI che sarebbero stati ospitati per i Giochi di Cortina circa 1 400 atleti e 600 accompagnatori e, in linea con le prescrizioni del CIO, venne studiata la possibilità di realizzare il Villaggio olimpico,[24] con tanto di redazione di planimetrie di massima e scelta del luogo di costruzione di edifici a carattere permanente (in località Crignes).[24] Sorsero fin da subito i primi dubbi, dettati dal possibile mancato futuro riutilizzo degli alloggi ad abitazioni per 2 000 persone, in quanto non vi era alcuna carenza abitativa in un paese come Cortina di 6 000 residenti;[24] pertanto, come già era accaduto ai Giochi invernali di Sankt Moritz 1948, venne deciso di non costruire il Villaggio olimpico e di alloggiare i partecipanti (oltre a ufficiali di gara, giornalisti, fotografi, personale dei servizi, ausiliari ecc.) nelle strutture alberghiere della zona, intavolando trattative con l'"Associazione degli albergatori cortinesi" per giungere ad un accordo sui posti e sui costi.[24] Tra Cortina d'Ampezzo, Pocol, Zuel, Passo Tre Croci e Misurina vi erano 425 alberghi e 10 pensioni, per una capienza di 4 935 posti letto, in linea con le esigenze preventivate.[24] In qualche caso fu necessario procedere con dei lavori per rendere più confortevoli gli alloggi o aumentare la disponibilità dei servizi, e il Comitato Organizzatore dei Giochi aiutò i rispettivi albergatori con dei contributi economici.[24] Ogni nazione partecipante venne sistemata in un solo albergo e, nel caso di piccole delegazioni, esse furono riunite in una sola struttura ricettiva;[24] a consuntivo dei Giochi, furono realmente utilizzati 28 alberghi per alloggiare un totale di 1 415 persone.[24]

Venne comunque realizzato un mini villaggio olimpico prefabbricato per il reparto degli Alpini dell'Esercito Italiano di stanza per i Giochi, e a evento concluso venne smontato e trasferito a Corvara in Badia come sede fissa per le esercitazioni sciistiche ed alpine dell'esercito.[24]

Simboli

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Il lancio di un concorso nazionale per la scelta dello stemma dei Giochi fu il primo atto del CONI nella preparazione dell'evento.[45][46] La Commissione giudicatrice fu composta, tra gli altri, dal presidente del CONI Giulio Onesti, dal direttore generale dell'Antichità e Belle Arti Guglielmo De Angelis D'Ossat, dal segretario del CONI Bruno Zauli, dal presidente FISI Piero Oneglio, dal presidente FISG Remo Vigorelli e dal sindaco di Cortina d'Ampezzo.[45] I bozzetti partecipanti al concorso dovevano contenere alcuni elementi prestabiliti ("l'idea degli sport invernali a carattere olimpico", un motivo su Cortina d'Ampezzo; i cinque cerchi olimpici, la scritta «VII Giochi Olimpici Invernali - Cortina d'Ampezzo 1956»)[45] ed essere realizzati con l'impiego di cinque colori al massimo, ma anche essere suscettibili di riproduzione grafica in bianco e nero.[45]

Al concorso parteciparono 86 bozzetti, disegnati da 79 artisti.[45] Vinsero il concorso, in ex-aequo al primo posto e condivisione del premio in palio, i bozzetti presentati dagli artisti Franco Rondinelli di Milano e Mario Bonilauri di Genova.[47] Tuttavia, venne utilizzato come logo ufficiale dei Giochi il bozzetto di Rondinelli,[48] riproducendo come manifesto dell'evento anche quello del Bonilauri.[45]

Il logo ufficiale dei Giochi presentava un cerchio contenente il monte Pomagagnon innevato con, in basso e in primo piano, il campanile della Basilica dei Santi Filippo e Giacomo, sovrastati, su cielo azzurro come sfondo, dai cinque cerchi olimpici sormontati a loro volta da una stella bianca; questo cerchio era attorniato dalla scritta "* VII GIOCHI OLIMPICI INVERNALI * CORTINA 1956", contenuti entrambi in un fiocco di neve stilizzato, anch'esso di forma circolare.[47]

Il poster, o manifesto olimpico dei Giochi, come detto, fu realizzato in doppia versione utilizzando i due bozzetti vincitori del concorso sul logo:[49][45] il manifesto di Franco Rondinelli riproponeva l'emblema dei Giochi su sfondo azzurro, a ricordare il colore sportivo italiano, in un manifesto con ebbe una tiratura di 11 000 copie e 100 000 cartoline (alcune delle quali però con lo stemma su sfondo bianco);[46] il manifesto su bozzetto di Mario Bonilauri, vincitore ex aequo del concorso,[45] presentava, in maniera stilizzata e in primo piano, la mano con guanto di un tedoforo mentre portava la torcia olimpica, con sullo sfondo il monte Pomagagnon;[46] in basso vi erano i cinque cerchi olimpici e la scritta "VII GIOCHI OLIMPICI D'INVERNO - CORTINA D'AMPEZZO - 1956".[46] Il poster di Bonilauri venne proposto in cinque versioni, con la scritta in altrettante lingue differenti (5 000 copie sia in italiano sia in francese, 1 500 in inglese, 1 000 sia in tedesco sia in spagnolo),[49] e venne anch'esso utilizzato per cartoline e prodotti ufficiali.[46]

Fiamma olimpica

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Fiamma olimpica dei VII Giochi olimpici invernali.

La fiamma olimpica dei VII Giochi olimpici invernali venne accesa a Roma, il 22 gennaio 1956,[50] anziché con la solita cerimonia rituale ad Olimpia in Grecia che precede ogni edizione delle Olimpiadi, e viaggiò sulle torce progettate da Ralph Lavers[50] e prodotte dalla E.M.I. Factories Ltd, High Dury Alloys Ltd.,[50] attraverso una staffetta lungo le strade del Veneto, fino a giungere allo Stadio Olimpico del Ghiaccio di Cortina d'Ampezzo il 26 gennaio 1956,[50] giorno della cerimonia di apertura dei Giochi, quando l'ultimo tedoforo Guido Caroli con la sua torcia accese il braciere olimpico, che rimase ardente fino al 5 febbraio, giornata conclusiva della manifestazione.

Mascotte

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I Giochi del 1956 non ebbero una mascotte ufficiale della manifestazione, poiché questa divenne uno dei simboli di ogni edizione a partire dai successivi Giochi invernali di Grenoble 1968.[51]

Medaglie

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La medaglia d'oro dei Giochi di Cortina 1956.

Le medaglie olimpiche assegnate agli atleti classificati ai primi tre posti di ogni evento furono progettate dall'artista milanese Costantino Affer e coniate dalla ditta A.E. Lorioli fratelli, anch'essa di Milano.[52][53] La composizione delle medaglie era in argento dorato per tutti i vincitori, in argento per i piazzati al secondo posto e in bronzo per i terzi classificati,[53] e il diametro delle stesse fu di cm.[53]

Su una faccia vi era la testa stilizzata di una donna, con i cerchi olimpici quale corona, la torcia olimpica in basso a destra con l'iscrizione "VII GIOCHI OLIMPICI INVERNALI" a circondare il tutto;[53] sull'altra faccia, un cristallo di neve centrale con sfondo del Monte Pomagagnon, circondati dall'iscrizione: "CITIUS ALTIUS FORTIUS - CORTINA 1956".[53]

Furono realizzate, con lo stesso conio ma con un diametro inferiore (4,5 cm), delle medaglie commemorative dell'evento (in rame di color cuoio) distribuite a tutti i partecipanti[52] e medaglie omaggio (in argento) donate ai membri delle varie organizzazioni, alle autorità ed ai diplomatici presenti a Cortina.[52]

Il numero delle medaglie coniate fu di 40 per i vincitori, 38 per i secondi classificati, 39 per i terzi classificati, 2 532 quelle commemorative e 157 quelle omaggio, per una spesa complessiva di 2140500 L..[52]

Diplomi

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I diplomi olimpici realizzati furono due: uno per gli atleti arrivati nei primi sei posti di ogni evento, ed uno per tutti i partecipanti.[54] Il diploma per i primi sei classificati venne creato da Pino Stampini di Roma e stampato su carta filigranata, di color avorio, dalle cartiere Miliani di Fabriano.[54] Il tema del diploma fu un festone, di color pigna, di forma a "U" composto di frutti e fiori di montagna, circondato da cristalli di neve di color argento; alla base del festone era inserito un nastro con il motto olimpico «citius - altius - fortius»[54] mentre internamente allo stesso vi erano i cinque cerchi olimpici, che sormontavano la scritta «VII Giochi Olimpici Invernali - Cortina d'Ampezzo 1956», entrambi dorati.[54] I diplomi furono firmati dal presidente del CIO Avery Brundage e dal presidente del Comitato Organizzatore Paolo Thaon di Revel e ne furono stampati 300, per un costo totale di 498000 L..[54]

Il diploma per tutti gli atleti partecipanti (che venne però consegnato anche ai membri del CIO, ai collaboratori, ai funzionari e a tutti coloro presero parte attivamente ai Giochi) fu realizzato dal romano Corrado Mancioli e rappresentava un tripode col fuoco olimpico, sormontato dai cinque cerchi olimpici e con, sottostante, il disegno dello stadio olimpico del ghiaccio.[54] I diplomi furono firmati dal presidente del CONI Giulio Onesti e dal presidente del Comitato Organizzatore Thaon di Revel e ne vennero stampati 3 000, per un costo totale di 495000 L..[54]

I Giochi

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Partecipanti

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Mappa dei paesi partecipanti ai Giochi del 1956.

All'apertura dei Giochi risultavano iscritti 923 atleti di 32 paesi,[55] e presero parte alle gare 822 atleti, dei quali 132 donne e 690 uomini, in rappresentanza delle confermate 32 delegazioni,[56] record fino a quel momento nella breve storia dei Giochi olimpici invernali superando i 694 atleti di 30 delegazioni nazionali partecipanti quattro anni prima a Oslo 1952.

La delegazione più numerosa a Cortina, con 67 atleti, fu quella degli Stati Uniti seguita dall'Italia, nazione di casa, con 65 e dalla Squadra Unificata Tedesca con 63 (Germania Ovest e Germania Est gareggiarono insieme, secondo un accordo che sarebbe continuato anche per le due successive edizioni).[57][56]

L'Unione Sovietica, la Bolivia e l'Iran parteciparono per la prima volta ai Giochi olimpici invernali;[58] la Bolivia fu la prima nazione interamente tropicale a partecipare ad un'edizione dei Giochi invernali. Corea del Sud, Liechtenstein e Turchia ritornarono a prendere parte ai Giochi dopo la loro assenza all'edizione del 1952,[58] mentre Argentina, Danimarca, Nuova Zelanda e Portogallo, che avevano partecipato nel 1952, non furono presenti.[58][59]

In elenco i paesi partecipanti (tra parentesi il numero di atleti partecipanti/iscritti per delegazione):[55][56]

Discipline

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Il programma dei VII Giochi olimpici invernali prevedeva 24 eventi (17 maschili, 6 femminili e 1 misto), in 8 sport.[60][61]

Rispetto ai Giochi olimpici invernali del 1952, furono mantenuti nel programma gli stessi sport, e vennero apportate delle modifiche solamente agli eventi dello sci di fondo: vennero aggiunte due gare, la staffetta 3x5 km femminile e la 30 km maschile, mentre la 18 km maschile fu sostituita dalla 15 km.[62]

Federazione
internazionale
Sport Maschile Femminile Misti Totali
FIBT   Bob (dettagli) 2 2
FIS   Combinata nordica (dettagli) 1 1
IIHF   Hockey su ghiaccio (dettagli) 1 1
ISU   Pattinaggio di figura (dettagli) 1 1 1 3
ISU   Pattinaggio di velocità (dettagli) 4 4
FIS   Salto con gli sci (dettagli) 1 1
FIS   Sci alpino (dettagli) 3 3 6
FIS   Sci di fondo (dettagli) 4 2 6
Totale (8 sport) 17 6 1 24

Nel programma dei Giochi non vi fu nessuno sport dimostrativo, in aggiunta a quelli ufficiali.

Calendario degli eventi

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   ●    Cerimonia di apertura    ●    Competizioni    ●    Finali    ●    Cerimonia di chiusura
Sport Gennaio - Febbraio 1956 Finali
26 27 28 29 30 31 1 2 3 4 5
Cerimonia d'apertura    ●   
  Bob    ●       ●       ●       ●    2
  Combinata nordica    ●       ●    1
  Hockey su ghiaccio    ●       ●       ●       ●       ●       ●       ●       ●    1
  Pattinaggio di figura    ●       ●       ●       ●       ●    3
  Pattinaggio di velocità    ●       ●       ●       ●    4
  Salto con gli sci    ●    1
  Sci alpino    ●       ●       ●       ●       ●       ●    6
  Sci di fondo    ●       ●       ●       ●       ●       ●    6
Cerimonia di chiusura    ●   
Finali 0 2 3 2 3 3 3 4 2 1 1 24

Cerimonia di apertura

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Cerimonia di apertura dei VII Giochi olimpici invernali.
 
Lo stadio olimpico del ghiaccio durante la cerimonia di apertura.

La cerimonia di apertura dei VII Giochi olimpici invernali si svolse giovedì 26 gennaio 1956, con inizio alle ore 11:30 UTC+1, presso lo stadio olimpico del ghiaccio di Cortina d'Ampezzo,[63] alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi, con accensione del braciere olimpico da parte del pattinatore di velocità su ghiaccio Guido Caroli e pronunciamento del giuramento olimpico, per la prima volta nella storia dei Giochi da una donna, Giuliana Chenal Minuzzo (medaglia di bronzo in discesa libera di sci alpino ai Giochi invernali di Oslo 1952).[64]

Cerimonia di chiusura

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La cerimonia di chiusura dei VII Giochi olimpici invernali si svolse domenica 5 febbraio 1956 alle ore 17:00 UTC+1, presso lo stadio olimpico del ghiaccio di Cortina d'Ampezzo.[65]

La cerimonia fu preceduta da una esibizione delle medaglie d'oro di ciascun evento di pattinaggio di figura (Hayes Jenkins, individuale maschile; Tenley Albright, individuale femminile; Elisabeth Schwarz e Kurt Oppelt, a coppie) e dalla premiazione della gara di salto con gli sci (oro e argento rispettivamente ai finlandesi Antti Hyvärinen e Aulis Kallakorpi e bronzo al tedesco Harry Glaß), unico evento disputato nell'ultima giornata dei Giochi.[66]

Gli alfieri di tutte le delegazioni nazionali che parteciparono ai Giochi fecero ingresso nello stadio, preceduti da un gruppo di ventiquattro bandiere olimpiche; seguirono sei atleti italiani che portarono la bandiera olimpica, consegnata nel 1952 a Cortina dalla città di Oslo, sede dei precedenti Giochi invernali.[66]

Con l'esecuzione in sequenza degli inni nazionali Ýmnos is tin Eleftherían (greco), Canto degli italiani (italiano) e infine The Star-Spangled Banner (statunitense, nazione organizzatrice degli VIII Giochi olimpici invernali, a Squaw Valley, nel 1960) furono issate su tre pennoni le bandiere di Grecia, Italia e Stati Uniti.[66]

Il Presidente del CIO Avery Brundage proclamò chiusi i VII Giochi olimpici invernali, consegnando la bandiera donata dal sindaco di Cortina d'Ampezzo al sindaco di Squaw Valley.[66] Concluse la manifestazione lo spegnimento del fuoco che ardeva da dieci giorni sul braciere olimpico e il successivo spettacolo pirotecnico allestito dalla ditta Carlo Mastrodonato di Bologna.[66]

Risultati

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Medagliere

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Nel complesso, 13 nazioni su 32 partecipanti hanno avuto un proprio atleta vincitore di almeno una medaglia, e 9 delegazioni hanno vinto almeno una medaglia d'oro.

Alla sua prima Olimpiade invernale, l'Unione Sovietica vinse il medagliere conquistando sia il maggior numero di ori (7) sia il maggior numero di medaglie complessive (16). Le delegazioni di Polonia e Giappone vinsero le prime medaglie olimpiche invernali della propria storia.

La delegazione italiana, padrona di casa, conquistò 3 medaglie: 1 d'oro e 2 d'argento, piazzandosi all'ottavo posto nel medagliere: fu il miglior risultato nella sua storia, fino a quel momento, per medaglie complessive conquistate, venne uguagliato il miglior risultato in termine di ori vinti (1, come nelle precedenti due edizioni ) ma indietreggiò, invece, rispetto al miglior piazzamento storico nel medagliere ottenuto a Oslo 1952, quando si era piazzata al sesto posto generale.

A fronte di 24 eventi disputati, nel medagliere risultano assegnate 25 medaglie d'oro, una in più, in quanto la competizione dei 1500 metri maschili nel pattinaggio di velocità ebbe come vincitori ex aequo, con lo stesso tempo finale, due atleti sovietici (Evgenij Grišin e Jurij Michajlov), con assegnazione della doppia medaglia d'oro; per questo motivo non fu assegnato il secondo posto in quella gara (e quindi le medaglie d'argento totali dell'edizione sono 23, una in meno) e venne dato, come da regolamento, il bronzo al concorrente giunto terzo, il finlandese Toivo Salonen.

Nessuna medaglia dei Giochi è stata successivamente ritirata, riassegnata e/o riconsegnata all'atleta/squadra che l'aveva conquistata durante l'evento.

  Nazione ospitante

Posizione Paese       Totale
1   Unione Sovietica 7 3 6 16
2   Austria 4 3 4 11
3   Finlandia 3 3 1 7
4   Svizzera 3 2 1 6
5   Svezia 2 4 4 10
6   Stati Uniti 2 3 2 7
7   Norvegia 2 1 1 4
8   Italia 1 2 0 3
9   Squadra Unificata Tedesca 1 0 1 2
10   Canada 0 1 2 3
11   Giappone 0 1 0 1
12   Ungheria 0 0 1 1
  Polonia 0 0 1 1
Totale 25 23 24 72

Protagonisti

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  1. ^ a b c d e f g Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, pp. 75-88.
  2. ^ (ENIT) Archives CIO - Ville candidate Jeux Olympiques d'hiver - 1956 Cortina d'Ampezzo, su library.olympics.com.
  3. ^ a b c Assegnate a Cortina le Olimpiadi invernali 1956, su archiviolastampa.it.
  4. ^ La storia delle Olimpiadi invernali - Cortina d'Ampezzo 1956, i Giochi di Toni Sailer e dell'Urss, su neveitalia.it.
  5. ^ a b Forcellese 2013, p. 187.
  6. ^ Mallon e Heijmans, 2011, p. 57.
  7. ^ OLYMPIC WINTER GAMES OSLO 1952
  8. ^ a b c d e f g Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, pp. 91-96.
  9. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 195.
  10. ^ a b c Comitato organizzatore dei VII. Giochi olimpici invernali 1956
  11. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, pp. 108-112.
  12. ^ a b c d e f g Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, pp. 485-488.
  13. ^ VII Giochi Olimpici invernali, Cortina d'Ampezzo, 1956 : bollettino ufficiale / Comitato Organizzatore dei VII Giochi Olimpici Invernali, Cortina.
  14. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 726.
  15. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 199.
  16. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 40.
  17. ^ Findling e Pelle 1996, p. 258.
  18. ^ a b Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 195.
  19. ^ a b Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, pp. 121-123.
  20. ^ Findling e Pelle 1996, pp. 259-260.
  21. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 111.
  22. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 132.
  23. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 181.
  24. ^ a b c d e f g h i j Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, pp. 267-276.
  25. ^ Arcidiacono, p. 35.
  26. ^ a b c d e f g h i j k Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 190.
  27. ^ a b c Stadio del Ghiaccio, Cortina d'Ampezzo
  28. ^ a b c d e Tribune provvisorie per l'evento.
  29. ^ Discesa libera femminile e slalom gigante femminile. cfr. Canalone, Cortina d'Ampezzo
  30. ^ Slalom speciale maschile e slalom speciale femminile. cfr. Col Drusciè, Cortina d'Ampezzo
  31. ^ Dal 2004 l'impianto è denominato Pista olimpica Eugenio Monti.
  32. ^ Pista del Bob, Ronco, Cortina d'Ampezzo
  33. ^ Slalom gigante maschile. cfr. Pista Ilio Colli, Pian della Bigontina, Cortina d'Ampezzo
  34. ^ Discesa libera maschile. cfr. Pista Olimpia, Gillardon, Cortina d'Ampezzo
  35. ^ Prova di sci fondo. cfr. Stadio della Neve, Cortina d'Ampezzo
  36. ^ Stadio della Neve, Cortina d'Ampezzo
  37. ^ Tutti gli incontri dei gironi preliminari, 3 incontri del girone di consolazione, tutti gli incontri del girone finale per il titolo. cfr. Stadio del Ghiaccio, Cortina d'Ampezzo
  38. ^ Attualmente è uno stadio destinato al tennis. cfr. CAMPI DA TENNIS A.R. APOLLONIO
  39. ^ 3 incontri del girone di consolazione. cfr. Stadio Romano e Armando Apollonio, Cortina d'Ampezzo
  40. ^ Ricostruito per l'evento, in sostituzione di un trampolino in legno, e chiuso dal 1990.
  41. ^ Prova di salto con gli sci. cfr. Trampolino Italia, Cortina d'Ampezzo
  42. ^ Trampolino Italia, Cortina d'Ampezzo
  43. ^ Pista di Misurina, Misurina
  44. ^ a b c d e f g h Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 134-136.
  45. ^ a b c d e f g h Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, pp. 210-211.
  46. ^ a b c d e POSTER UFFICIALI.
  47. ^ a b Cortina d'Ampezzo 1956 Il look.
  48. ^ CORTINA D'AMPEZZO 1956.
  49. ^ a b CORTINA D'AMPEZZO 1956.
  50. ^ a b c d LA TORCIA OLIMPICA.
  51. ^ Mascotte Olimpiche.
  52. ^ a b c d Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, pp. 211-212.
  53. ^ a b c d e Cortina d'Ampezzo 1956 Le medaglie.
  54. ^ a b c d e f g Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, pp. 212-216.
  55. ^ a b Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 693.
  56. ^ a b c Athlete count for 1956 Winter Olympics
  57. ^ (EN) Bill Mallon e Ove Karlsson, IOC and OCOG Abbreviations for NOCs (PDF), in Journal of Olympic History, maggio 2004, pp. 25-28. URL consultato il 19 agosto 2024 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2010).
  58. ^ a b c Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 717.
  59. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 50-69.
  60. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 583-688.
  61. ^ (EN) 1956 Winter Olympics, su olympedia.org. URL consultato il 19 agosto 2024 (archiviato il 19 agosto 2024).
  62. ^ (EN) Cross Country Skiing at the 1956 Winter Olympics, su olympedia.org. URL consultato il 19 agosto 2024 (archiviato il 19 agosto 2024).
  63. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 72.
  64. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 573.
  65. ^ Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, p. 73.
  66. ^ a b c d e Comitato Organizzatore dei VII Giochi olimpici invernali, pp. 691-692.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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