Il Vegvísir (in islandese , "segnavia") è un talismano islandese di protezione, la cui funzione era quella appunto di "proteggere i viaggiatori" nel loro percorso, infatti può essere metaforicamente paragonato ad una bussola.

Vegvisir nel manoscritto di Huld

È, spesso, erroneamente associato alla cultura ed epoca vichinga (fine 700 - circa 1000 d.C.), ma non si hanno prove concrete risalenti a quel periodo storico.

Testimonianze principali del simbolo si ritrovano nel testo noto come Manoscritto di Huld (Í. Bmf. 383 4to), un antico grimorio islandese scritto da Geir Vigfússyni á Akureyri nel 1860 unendo tre testi precedenti[1]. Sul volume è riportato questo testo insieme al simbolo:

(IS)

«Beri maður stafi þessa á sér villist maður ekki í hríðum né vondu veðri þó ókunnugur sá»

(IT)

«Se qualcuno porta con sé questo simbolo, non perderà mai la propria strada nella tempesta o nel cattivo tempo, anche se percorre una strada a lui sconosciuta»

Questo simbolo è diventato famoso in tutto il mondo grazie alla cantante Björk, che lo ha tatuato sul braccio nella versione ripresa dallo scienziato ed etnografo islandese Ólafur Davíðsson.

Etimologia

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La parola deriva dal norreno e significa "segnavia": Veg deriva da "Vegur" che significa "strada", "sentiero" e "Vísir" significa "indicazione", "guida".[2]

Storia del Vegvísir

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Non vi sono attestazioni o reperti che possano testimoniare l'uso del Vegvísir prima del XVII secolo, dunque molti secoli dopo l'epoca vichinga. La credenza che fosse un simbolo magico disegnato sugli elmi o sulle navi vichinghe è dunque senza fonte.

Il Vegvísir disegnato nel Manoscritto di Huld è quasi sicuramente una copia presa da varie fonti precedenti, purtroppo andate perdute. Allo stesso modo, altri grimori islandesi riportano gli stessi simboli di Huld: i più importanti sono il Galdrakver (Lbs 4627 8vo) e il Galdraskræða Skugga di Jochum "Skuggi" Eggertsson (pubblicato poi nel 1940) in cui il Vegvísir è incluso in un cerchio e non in un quadrato. Purtroppo non sono state riportate le fonti da cui è stato tratto il materiale.

Ólafur Davíðsson è stato il primo a studiare il Vegvísir nel 1903 all'interno del suo saggio Isländische Zauberzeichen und Zauberbücher, trasmettendo tuttavia errori di traduzione e modifiche grafiche al simbolo originale.

Nella traduzione del Galdrabók, un altro antico grimorio islandese del XVII secolo, The Galdrabók - An Icelandic Grimoire di Stephen Flowers del 1989 (ripubblicato aggiornato nel 2005), viene riportato in appendice una versione leggermente semplificata del Vegvísir del Manoscritto di Huld che, insieme a quella elaborata da Ólafur Davíðsson, è quella diventata più celebre.

Nel 2015 Justin Foster ha pubblicato la sua traduzione del Manoscritto di Huld dal titolo Galdrastafir Witchcraft Magic Symbols and Runes [3]. Nel suo sito Galdrastafir: Magical Staves ha inserito un'analisi corredata da varie comparazioni delle versioni trovate insieme agli studi sui Galdrastafir.

  1. ^ (EN) Hedendom — The Huld Manuscript Also known as the ‘Dark..., su Hedendom, 24 maggio 2014. URL consultato il 13 luglio 2021.
  2. ^ Ásgeir Blöndal Magnússon, Íslensk orðsifjabók (Icelandic Etymological Dictionary), Orðabók Háskólans, 1989.
  3. ^ Online su academia.edu

Bibliografia

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  • (EN) Flowers, Stephen, The Galdrabók: An Icelandic Grimoire, York Beach, ME, U.S.A., Samuel Weiser, Inc, (1989), ISBN 087728685X.
  • (EN) Cleasby, Vigfusson and Craigie, An Icelandic-English Dictionary, (Second Edition), Oxford, Clarendon Press, 1957, ISBN 9780198631033.
  • (EN) Zoëga, Geir T., A Concise Dictionary of Old Icelandic, Oxford, Clarendon Press, 1910, ISBN 978-0486434315.
  • (EN) Byock, Jesse L., Viking Language 1: Learn Old Norse, Runes, and Icelandic Sagas (Viking Language Series), Jules William Press, 2013, ISBN 9780988176416.
  • (DE) Davíðsson, Ólafur, Isländische Zauberzeichen und Zauberbücher, in "Zeitschrift des Vereins für Volkskunde." vol. 13, Berlino, Verlag A. Asher & Co., 1903.

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