Ventricolografia cerebrale
La ventricolografia cerebrale è una procedura diagnostica, un esame diagnostico per immagini, di tipo invasivo, sviluppata nei primi anni del XX secolo, che in ambito medico viene utilizzata per consentire la visualizzazione delle strutture interne del cranio. Nel corso dell'esame all'interno dei ventricoli cerebrali viene iniettata aria oppure determinati mezzi di contrasto.
Storia
modificaPrima dell'avvento di questa procedura il valore della radiologia nella diagnosi e localizzazione dei tumori cerebrali era sostanzialmente ristretto ai pochi casi in cui il cancro determinava erosione della calotta cranica ossea, oppure a quei casi in cui all'interno del tumore si sviluppavano alcune aree calcifiche.
Nel 1918 Walter E. Dandy comunicò alla comunità scientifica che era possibile iniettare aria nel cervello, in quantità variabile dai 40 ai 300 cc (in caso di grave idrocefalo), per visualizzare (tramite alcune radiografie) i ventricoli cerebrali laterali.
L'aria fu scelta dallo scienziato in quanto inerte e rapidamente riassorbibile (nel giro di pochi giorni).
L'aria veniva iniettata tramite l'esecuzione di un piccolo foro nella scatola cranica, ed andava a sostituire una analoga quantità di liquido cerebro-spinale, in un volume pari o superiore a quello contenuto in un ventricolo.
Nella comunicazione originale del 1918 Walter E. Dandy sottolineava come la visualizzazione del ventricolo laterale veniva ottenuta pressoché sempre e rapidamente, mentre in nessun paziente era stato possibile visualizzare il quarto ventricolo o l'acquedotto di Silvio.[1]
Negli anni successivi altri studiosi hanno dimostrato la possibilità di utilizzare alcuni mezzi di contrasto (lipiodol,[2] ethiodan, myodil,[3] pantopaque[4][5] ed altri) introducendoli nel ventricolo laterale e attraverso il forame di Monro fino al terzo ventricolo, all'acquedotto e al quarto ventricolo (ventricolografia di contrasto).
Ulteriori miglioramenti sono stati ottenuti con l'incannulazione diretta del terzo ventricolo tramite catetere di piccole dimensioni.[6][7]
Utilizzi
modificaLa ventricolografia cerebrale in passato si dimostrò di grande utilità pratica e venne utilizzata soprattutto per la diagnosi precoce di idrocefalo. Prima dell'avvento del nuovo esame tale patologia raramente veniva diagnosticata prima che si verificasse la perdita di una notevole quantità di tessuto corticale. L'esame è stato anche utilizzato per l'identificazione di processi patologici intracranici (tumori, ascessi, cisti ed altri).
Evoluzione
modificaQuesta procedura diagnostica è ormai caduta in disuso e non viene più utilizzata nell'esame del cervello. Al giorno d'oggi è stata completamente rimpiazzata dalla tomografia computerizzata e dalla risonanza magnetica dell'encefalo.
Note
modifica- ^ WE. Dandy, Ventriculography following the injection of air into the cerebral ventricles., in Ann Surg, vol. 68, n. 1, Jul 1918, pp. 5-11, PMID 17863946.
- ^ JA Sicard, Forestier J, Laplane L., Radiodiagnostic rachidien lipiodolé par ponction atloïdo-occipitale et cervicale, in Presse médicale, vol. 31, n. 2, Paris, 1923, pp. 885-887.
- ^ A. Jefferson, J. Occleshaw, The identification of pathological processes in the posterior cranial fossa by myodil ventriculography., in Acta Neurochir (Wien), vol. 8, Nov 1960, pp. 468-94, PMID 13789745.
- ^ R. Mones, R. Werman, Pantopaque fourth ventriculography via the lumbar route (REG)., in J Mt Sinai Hosp N Y, vol. 25, n. 2, Mar 1962, pp. 201-6, PMID 13514482.
- ^ M. Nadjmi, G. Schaltenbrand, Precise representattion of the 3d ventricle with pantopaque., in Acta Radiol Diagn (Stockh), vol. 1, Mag 1963, pp. 881-5, PMID 14044722.
- ^ FJ. Vinas, Iodoventriculography by direct catheterization of third ventricle in posterior fossa lesions of childhood, in J Neurosurg, vol. 21, Jun 1964, pp. 492-6, DOI:10.3171/jns.1964.21.6.0492, PMID 14171307.
- ^ N. Azambuja, R.A. Iniguez, M.T. Sande, A.G. Guelfi, Central ventriculography, in Acta neurol. lat.-amer., 1956, pp. 58-64.