Veronica dillenii

specie di pianta

Veronica di Dillenius (nome scientifico Veronica dillenii Crantz, 1769) è una pianta erbacea annua appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae.[1]

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Veronica di Dillenius
Veronica dillenii
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaPlantaginaceae
SottofamigliaDigitalidoideae
TribùVeroniceae
SottotribùVeroniciinae
GenereVeronica
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaScrophulariaceae
SottofamigliaDigitalidoideae
TribùVeroniceae
SottotribùVeroniciinae
GenereVeronica
SpecieV. dillenii
Nomenclatura binomiale
Veronica dillenii
Crantz, 1769

Etimologia

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Il nome generico (Veronica) deriva dal personaggio biblico Santa Veronica, la donna che ha dato a Gesù un panno per asciugare il suo volto mentre è sulla via del Calvario. Alcune macchie e segni sui petali della corolla di questo fiore sembrano assomigliare a quelli del sacro fazzoletto di Veronica. Per questo nome di pianta sono indicate altre etimologie come l'arabo "viru-niku", o altre derivate dal latino come "vera-icona" (immagine vera).[2][3] L'epiteto specifico (dillenii) è stato dato in ricordo del professore tedesco di botanica a Oxford Johann Jacob Dillenius (1687–1747).[4]

Il nome scientifico della specie è stato definito dal medico e botanico lussemburghese naturalizzato austriaco Crantz (1722 – 1799) nella pubblicazione "Stirpium Austriarum Fasciculus. Editio Altera Aucta. Wien - Ed. 2. 2(4): 352" del 1760.[5]

Descrizione

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Il portamento
 
Le foglie
 
Infiorescenza
 
Racemi dell'infiorescenza: A) racemi terminali separati dalle foglie; B) racemi terminali non separati dalle foglie; C) racemi laterali

L'altezza di questa pianta varia tra 5 e 30 cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Tutta la pianta in genere è più robusta di altre specie simili e nel secco annerisce.[4][6][7][8][9]

Le radici sono secondarie da rizoma.

La parte aerea del fusto è eretta e ramificata con pelosità breve e appressata (in alto i peli sono ghiandolari e patenti).

Le foglie sono disposte in modo opposto e sono più o meno sessili (sono picciolate quelle inferiori). La forma varia da pennatifida o ovale a strettamente lanceolata, per quelle inferiori; quelle superiori sono delle lacinie da lineari a lanceolate. I bordi possono essere crenati. Le foglie sono presto decidue. La consistenza è carnosetta. La colorazione è verde scuro. Dimensioni delle foglie: larghezza 4 – 10 mm; lunghezza 6 – 15 mm.

Infiorescenza

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Le infiorescenze sono dei racemi terminali con 40 fiori al massimo. I racemi sono più o meno separati dalla parte fogliare (tipo A - vedi figura) e sono provvisti di brattee di tipo fogliaceo; quelle inferiori hanno delle forme lanceolate o lobate o pennatopartite, quelle superiori sono lineari-lanceolate. I fiori sono posizionati all'ascella di una brattea. Le brattee sono disposte in modo alterno. I peduncoli sono più o meno subnulli.

I fiori sono ermafroditi e tetraciclici (composti da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo), pentameri (calice e corolla divisi in cinque parti).

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[7]
  • Calice: il calice campanulato, gamosepalo e più o meno attinomorfo, è diviso in 4 profonde lacinie con forme spatolate e apice acuto. Ogni lacinia è tri-venata. Alla fruttificazione si allungano oltre la capsula.
  • Corolla: la corolla è gamopetala e debolmente zigomorfa con forme tubolari (il tubo è corto) e terminante in quattro larghi lobi patenti (il lobo superiore è leggermente più grande - due lobi fusi insieme, quello inferiore è più stretto). La corolla è resupinata; i lobi sono appena embricati. Il colore della corolla varia da blu-viola a azzurro. Larghezza della corolla (diametro): 4 – 7 mm.
  • Androceo: gli stami sono due lunghi (gli altri tre sono abortiti) e sono sporgenti dal tubo corollino. I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere hanno due teche più o meno separate, uguali con forme arrotondate.
  • Gineceo: il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario (biloculare) è supero con forme ovoidi e compresso lateralmente. Gli ovuli per loculo sono da numerosi a pochi (1 - 2 per loculo), hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[10] Lo stilo, filiforme con stigma capitato e ottuso, è breve e non sporge dalla insenatura della corolla. Il disco nettarifero è presente nella parte inferiore della corolla (sotto l'ovario). Lunghezza dello stilo: 1,0 - 1,5 mm.
  • Fioritura: da marzo a maggio (giugno).

Il frutto è del tipo a capsula divisa fino a metà in due lobi e bordi smarginati e con entrambe le facce densamente pubescenti. La forma della capsula è obcordata compresso-appiattita, e inoltre è provvista di carena. La deiscenza è loculicida. I semi, appiattiti e convessi, sono numerosi (10 - 20), e sono colorati di giallo brunastro chiaro. Dimensione della capsula: 4,5 - 5,5 x 3,5 - 4,5 mm. Dimensione dei semi: 0,9 - 1,3 x 1.1 - 1,5 mm.

Riproduzione

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  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[11] – Distribuzione alpina[12])

Fitosociologia

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Areale alpino

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Dal punto di vista fitosociologico alpino Veronica dillenii appartiene alla seguente comunità vegetale:[12]

  • Formazione: delle comunità pioniere a terofite e succulente.
  • Classe: Koelerio-Corynephoretea Klika et Novak, 1941
  • Ordine: Sedo-Scleranthetalia Br. - Bl., 1955
  • Alleanza: Sedo albi- Veronicion dillenii Oberdorfer ex Korneck, 1974

Areale italiano

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Per l'areale completo italiano la sottospecie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]

  • Macrotipologia: vegetazione delle praterie
  • Classe: Sedo albi - Scleranthetea biennis Br.-Bl., 1955
  • Ordine: Alysso alyssoidis - Sedetalia albi Moravec, 1967
  • Alleanza: Sedo albi - Veronicion dillenii Oberdorfer ex Korneck, 1974

Descrizione. L'alleanza Sedo albi - veronicion dillenii è relativa alle comunità pioniere, su substrati rocciosi silicei, con distribuzione subatlantica e medioeuropea, della fascia planiziale e collinare. Questa cenosi è caratterizzata da comunità di terofite vernali, specie succulente, briofite e licheni. L'alleanza è presente prevalentemente in ambienti dalle scarse possibilità di sviluppo verso suoli più profondi, sui quali potrebbero insediarsi in concorrenza sia comunità erbacee che cenosi camefitiche ed arbustive.[15]

Specie presenti nell'associazione: Arabidopsis thaliana, Veronica verna, Gagea saxatilis e Spergula pentandra.[14]

Altre alleanze per questa specie sono:[14]

  • Thero-Airion

Tassonomia

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La famiglia di appartenenza (Plantaginaceae) è relativamente numerosa con un centinaio di generi. La classificazione tassonomica di questa specie è in via di definizione in quanto fino a poco tempo fa il suo genere apparteneva alla famiglia delle Scrophulariaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist), mentre ora con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Plantaginaceae; anche i livelli superiori sono cambiati (vedi il box tassonomico iniziale). Questa pianta appartiene alla sottotribù Veroniciinae (tribù Veroniceae e sottofamiglia Digitalidoideae). Il genere Veronica è molto numeroso con oltre 250 specie a distribuzione cosmopolita.

Filogenesi

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La specie V. dillenii appartiene alla sezione Pocilla Dumort.. Questo gruppo è caratterizzato da un ciclo biologico annuo, dalle infiorescenze formate da racemi terminali con brattee ben distinte dalle foglie oppure i fiori sono isolati all'ascella di foglie normali (quindi le brattee non si distinguono dalle foglie), dal calice a 4 lobi e dai semi piani o incavati.[4]

Inoltre la specie di questa voce fa parte del Gruppo di V. verna insieme (relativamente all'areale italiano) alla specie Veronica verna L.. I caratteri principali di questo gruppo sono:[4]

  • le piante sono annuali con fusto semplice o ramoso solamente all'apice;
  • la pelosità è breve e appressata (nella zona apicale possono essere presenti dei peli ghiandolari patenti con lunghezze al massimo di 0,6 mm);
  • la forma delle foglie varia da ovali a strettamente lanceolate; quelle inferiori sono picciolate e possono avere delle lamine a forma pennatopartita o più o meno palmato-incisa;
  • le infiorescenze sono dei racemi (o spighe) densiflora;
  • i fiori hanno peduncoli brevi o subnulli e corolle colorate di blu;
  • la capsula è compresso-appiattita con forme obcordate e più breve del calice; generalmente è pubescente sulle due facce, mentre la carena è ricoperta da peli ghiandoloso-cigliati;
  • i semi, appiattiti, sono 10 - 20 colorati di giallo brunastro chiaro.

La specie V. verna si differenzia dalla specie di questa voce in quanto lo stilo è più o meno lungo (0,6 mm) e non sporge dalla insenatura della corolla.

Il numero cromosomico di V. dillenii è: 2n = 16.[16]

Variabilità

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La specie di questa voce è variabile nella forma della lama fogliare: la forma pennato-incisa può essere appena visibile (con bordi più o meno interi).[4]

Altre notizie

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La veronica di Dillenius in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Dillenius' Ehrenpreis
  • (FR) Véronique de Dillenius
  1. ^ The Plant List, su theplantlist.org. URL consultato il 9 dicembre 2018.
  2. ^ David Gledhill 2008, pag. 400.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 27 aprile 2017.
  4. ^ a b c d e Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 563.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 9 dicembre 2018.
  6. ^ Kadereit 2004, pag. 398.
  7. ^ a b Judd et al 2007, pag. 493.
  8. ^ Strasburger 2007, pag. 852.
  9. ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 922.
  10. ^ Musmarra 1996.
  11. ^ Conti et al. 2005, pag. 181.
  12. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 228.
  13. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 10 dicembre 2018.
  14. ^ a b c Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 10 dicembre 2018.
  15. ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 54.2.2 ALL. SEDO ALBI-VERONICION DILLENII OBERDORFER EX KORNECK 1974. URL consultato il 10 dicembre 2018.
  16. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 9 dicembre 2018.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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