Diocesi di Parma

diocesi della Chiesa cattolica in Italia
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La diocesi di Parma (in latino: Dioecesis Parmensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Modena-Nonantola appartenente alla regione ecclesiastica Emilia-Romagna. Nel 2021 contava 298.099 battezzati su 377.341 abitanti. È retta dal vescovo Enrico Solmi.

Diocesi di Parma
Dioecesis Parmensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Modena-Nonantola
Regione ecclesiasticaEmilia-Romagna
 
Mappa della diocesi
 
VescovoEnrico Solmi
Vicario generaleStefano Maria Rosati
Presbiteri222, di cui 128 secolari e 94 regolari
1.342 battezzati per presbitero
Religiosi138 uomini, 392 donne
Diaconi31 permanenti
 
Abitanti377.341
Battezzati298.099 (79,0% del totale)
StatoItalia
Superficie2.154 km²
Parrocchie308
 
ErezioneIV secolo
Ritoromano
CattedraleAssunzione di Maria Vergine
Santi patronisan Bernardo degli Uberti
IndirizzoPiazza Duomo 1, 43121 Parma, Italia
Sito webwww.diocesi.parma.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Deposizione dalla croce di Benedetto Antelami all'interno della cattedrale di Parma.
La chiesa di San Bernardo dell'abbazia di Fontevivo.
Il battistero di Parma.
Il palazzo vescovile.

Alla diocesi è unito il titolo abbaziale di Fontevivo (Sancti Bernardi Fontis Vivi).

Territorio

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La diocesi comprende circa i due terzi della provincia di Parma. Confina a sud con la diocesi di Massa Carrara-Pontremoli, ad ovest con le diocesi di Piacenza-Bobbio e di Fidenza, a nord con la diocesi di Cremona e a est con quella di Reggio Emilia-Guastalla.

Sede vescovile è la città di Parma, dove si trova la cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine.

Il territorio è suddiviso in 308 parrocchie. Con decreto del vescovo Enrico Solmi del 4 dicembre 2012, le parrocchie, il cui numero rimane canonicamente invariato, sono state raggruppate in 56 unità pastorali denominate Nuove Parrocchie.[1]

  Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Parma.

Incerte sono le origini della diocesi parmense.[2] Primo vescovo noto è Urbano, menzionato nella seconda metà del IV secolo; era un vescovo ariano, che, benché deposto nel 372, occupava ancora la sede nel 378 e dovette essere cacciato con la forza dall'autorità imperiale. In seguito non sono noti altri vescovi fino al VII secolo: dopo Esuperanzio, la cui attribuzione a Parma è incerta, è noto il vescovo Grazioso, che partecipò al sinodo romano indetto nel 680 da papa Agatone.

Originariamente suffraganea dell'arcidiocesi di Milano, verso la metà del V secolo entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Ravenna. Nel VII secolo Parma incorporò il territorio della soppressa diocesi di Brescello. Per decisione del vescovo Guibodo, dall'877 il vescovo fu coadiuvato e affiancato nella gestione del potere spirituale e temporale dal Capitolo della Cattedrale di Parma, istituzione fondata da Guibodo stesso il 29 dicembre dello stesso anno.

Nel X secolo il vescovo Oberto e il suo successore Sigefredo II ottennero l'investitura dell'abbazia di Nonantola.

Il 10 agosto 1058 un grave incendio colpì Parma e distrusse l'antica cattedrale: per volere del vescovo Cadalo ne fu costruita un'altra fuori dalle mura, sul sito di un'antica basilica paleocristiana; terminata probabilmente già nel 1074, venne consacrata da papa Pasquale II tra il 31 ottobre e il 4 novembre 1106. Il 3 gennaio 1117 la cattedrale fu colpita dal terremoto.

Lo stesso Cadalo, nelle controversie per l'elezione di papa Alessandro II, nel 1061 si fece eleggere antipapa con il nome di Onorio II; non lasciò mai Parma e fino alla morte si fregiò del titolo di episcopus parmensis et electus Apostolicus.

Nella seconda metà del XIII secolo si diffuse a Parma la setta eretica degli Apostolici, che fu condannata dal concilio di Lione del 1274. Nel 1290 l'eresiarca Gherardo Segarelli fu incarcerato; evaso, fu imprigionato ancora nel 1294; fuggì di nuovo e catturato nel 1300 fu arso sul rogo il 18 maggio dello stesso anno.

Nel 1582 la diocesi divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Bologna. Il 26 maggio 1806 entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Genova.[3] Il 30 marzo 1818 fu resa immediatamente soggetta alla Santa Sede.[4]

Il 16 febbraio 1820, in forza della bolla Paternae charitatis di papa Pio VII, cedette la parrocchia di San Nicola di Torricella del Pizzo e porzioni della parrocchia di San Donnino nella stessa località alla diocesi di Cremona. Il 10 dicembre 1821, con il breve Sacrorum canonum di papa Pio VII, furono rivisti i confini tra le diocesi di Parma e di Reggio Emilia: Parma acquisì da Reggio 10 parrocchie, me ne cedette alla stessa 21, quasi tutte ad est del fiume Enza.[5]

Il 28 luglio 1826 la duchessa di Parma Maria Luigia insignì i vescovi di Parma del titolo di gran priore dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio. Papa Leone XIII il 14 agosto 1892 concesse ai vescovi di Parma il titolo di abate di Fontevivo.

Il 18 settembre 1828 cedette una porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Guastalla.

Nel 1853 furono nuovamente ridefiniti i confini tra Parma e Reggio Emilia, in seguito agli accordi presi nel trattato di Firenze del 1844: Parma cedette altre 19 parrocchie alla diocesi di Reggio Emilia, acquisendone dalla stessa 2. Con queste disposizioni il fiume Enza divenne il confine naturale fra le due diocesi.[6]

Nel 1919 fu fondato il settimanale diocesano Vita Nuova.

Nel 1948 la parrocchia di Castione Marchesi, frazione del comune di Fidenza, passò alla diocesi di Fidenza, mentre la diocesi parmense acquisì la parrocchia di Castellina, nel comune di Soragna, già appartenuta alla diocesi fidentina.[7]

L'8 dicembre 1976 la diocesi è entrata è far parte della provincia ecclesiastica di Modena (oggi Modena-Nonantola).[8]

Nel 2003, con decreto della Congregazione per i vescovi del 14 gennaio, fu sancita un'ulteriore modifica territoriale, con la quale la diocesi di Parma cedette 4 parrocchie a quella di Fidenza e 2 a quella di Piacenza-Bobbio, acquisendo al contempo 4 parrocchie, 2 da Fidenza e 2 da Piacenza-Bobbio.[9]

Il 23 ottobre 2011 papa Benedetto XVI ha canonizzato il vescovo Guido Maria Conforti, fondatore della congregazione missionaria dei Saveriani.

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

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La diocesi nel 2021 su una popolazione di 377.341 persone contava 298.099 battezzati, corrispondenti al 79,0% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 299.000 300.000 99,7 481 356 125 621 225 720 310
1970 ? 308.798 ? 492 331 161 ? 210 947 320
1980 322.500 327.786 98,4 411 271 140 784 369 804 325
1990 307.800 314.104 98,0 381 240 141 807 3 211 744 311
1999 304.010 314.325 96,7 313 201 112 971 3 189 627 311
2000 304.010 314.325 96,7 291 196 95 1.044 3 168 605 311
2001 304.030 314.340 96,7 306 187 119 993 10 191 574 311
2002 308.103 320.496 96,1 305 181 124 1.010 10 180 540 311
2003 308.463 320.882 96,1 298 177 121 1.035 10 182 525 311
2004 308.247 320.662 96,1 295 176 119 1.044 10 176 507 309
2013 321.000 345.171 93,0 267 155 112 1.202 24 176 463 309
2016 278.429 339.547 82,0 255 151 104 1.091 24 156 430 308
2019 271.628 335.343 81,0 247 134 113 1.099 32 148 389 308
2021 298.099 377.341 79,0 222 128 94 1.342 31 138 392 308
  1. ^ Decreto di costituzione delle nuove parrocchie dal sito web della diocesi. Cfr. Piano pastorale Prendi il largo, Chiesa di Parma. Orientamenti per il nuovo Assetto della Diocesi, del 24 giugno 2012.
  2. ^ Secondo alcuni autori infatti la prima menzione di una sede episcopale a Parma è del VII secolo; in precedenza non sarebbero noti vescovi parmensi, mentre è attestata con certezza una diocesi a Brescello. Secondo questi autori solo con la soppressione della sede di Brescello, l'episcopato fu trasferito a Parma. Altri autori invece ritengono che, a causa dello scisma introdotto a Parma dal vescovo Urbano, la sede episcopale sia stata trasferita a Brescello, per poi ritornare a Parma quando Brescello venne distrutta.
  3. ^ (LA) Bolla Expositum cum Nobis, Bullarii romani continuatio, vol. XIII, Roma, 1847, p. 17.
  4. ^ (LA) Bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum, Bullarii romani continuatio, vol. VII, Roma, 1853, pp. 16-17.
  5. ^ Breve Sacrorum canonum, «Bullarii romani continuatio», vol. VII/2, pp. 2197-2200. Elenco completo delle parrocchie in: Manfredi, Vescovi, clero e cura pastorale, pp.51-52.
  6. ^ Manfredi, Vescovi, clero e cura pastorale, p. 52.
  7. ^ Decreto della Congregazione Concistoriale del 24 aprile 1948; decreto del Presidente della Repubblica, che riconosce gli effetti civili di questo cambiamento, del 22 marzo 1954, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.176 del 4 agosto 1954, p. 2512.
  8. ^ (LA) Congregazione per i vescovi, Decreto Ad maius Christifidelium, AAS 69 (1977), pp. 157-158.
  9. ^ Decreto della Congregazione per i Vescovi del 14 gennaio 2003 menzionato nel decreto del Presidente della Repubblica, che riconosce gli effetti civili di questo cambiamento, del 28 maggio 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 162 del 13 luglio 2004, pp. 4-5.
  10. ^ Il 27 settembre 1852 fu nominato arcivescovo titolare, titolo personale, di Teodosiopoli di Armenia.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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