Westrichus kraetschmeri
Westrichus kraetschmeri è un pesce estinto, appartenente agli acantodi. Visse tra il Carbonifero superiore e il Permiano inferiore (circa 300/295 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Germania.
Westrichus | |
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Fossile di Westrichus kraetschmeri | |
Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Classe | Acanthodii |
Ordine | Acanthodiformes |
Genere | Westrichus |
Specie | W. kraetschmeri |
Descrizione
modificaQuesto animale era molto simile al ben noto genere Acanthodes; al contrario di quest'ultimo, tuttavia, era dotato di una pinna pelvica estremamente allungata che percorreva gran parte del ventre dell'animale: partiva dietro la testa e terminava appena prima della pinna anale arretrata. L'aspetto, in confronto a quello di Acanthodes, risultava quindi molto più massiccio. La testa era tuttavia più piccola. L'animale intero superava di poco i 30 centimetri di lunghezza. Come tutti gli acantodi, Westrichus era dotato di spine che sorreggevano le pinne pettorali, anali, dorsali e pelviche. La pinna dorsale era piccola e molto arretrata, e stava all'altezza di quella anale, più grande e allungata.
Classificazione
modificaDescritto per la prima volta nel 2003 sulla base di fossili rinvenuti nel bacino della Saar, Westrichus kraetschmeri è considerato un acantode molto specializzato. Come molti rappresentanti evoluti del gruppo, Westrichus era dotato di poche pinne. È considerato uno stretto parente del genere Acanthodes.
Paleobiologia
modificaWestrichus si nutriva di piccoli crostacei, ma occasionalmente doveva nutrirsi di piccoli pesci, anfibi e anche membri della sua specie.
Bibliografia
modifica- U.H.J. Heidtke 2003. Westrichus kraetschmeri n. g. n. sp., ein weiterer Acanthodier (Pisces: Acanthodii) aus dem Unteren Rotliegend des Saar-Nahe-Beckens (Karbon-Perm-Grenzbereich; SW-Deutschland).-Neues Jahrbuch für Geologie und Paläontologie, Monatshefte 2003 (3): 257-282, Stuttgart