William Shepherd
William McMichael Shepherd (Oak Ridge, 26 luglio 1949) è un ex astronauta statunitense. Ha partecipato alle missioni spaziali Shuttle STS-27, STS-41 e STS-52 e alla prima missione di lunga durata della Stazione spaziale internazionale, l'Expedition 1 (Sojuz TM-31/STS-102).
William Shepherd | |
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Astronauta della NASA | |
Nazionalità | Stati Uniti |
Status | Ritirato |
Data di nascita | 26 luglio 1949 |
Selezione | 1984 (Gruppo 10 NASA) |
Primo lancio | 2 dicembre 1988 |
Ultimo atterraggio | 21 marzo 2001 |
Altre attività | Ingegnere aerospaziale |
Tempo nello spazio | 159 giorni, 7 ore e 49 minuti |
Missioni | |
Data ritiro | 2002 |
Biografia
modificaShepherd è nato nel Tennessee, è sposato con Beth Stringham. Nel 1971 si è diplomato in ingegneria aerospaziale all'Accademia navale degli Stati Uniti (dove è stato anche qualificato come Navy SEAL), nel 1978 ha conseguito il diploma in ingegneria oceanica ed il master in ingegneria meccanica al MIT.
Nel 1984 è stato inserito nel gruppo astronauti della NASA. Nel 1986 la sua qualifica di Navy SEAL è tornata utile nelle operazioni di salvataggio dopo il disastro del Challenger. Shepherd è stato specialista di missione in tre voli dello Shuttle: STS-27 (1988), STS-41 (1990) (nella quale è stata lanciata la sonda Ulysses) ed STS-52 (1992).
Nel 1993 è stato assegnato al programma della Stazione spaziale internazionale e fra il 31 ottobre 2000 ed il 21 marzo 2001 ha fatto parte del primo equipaggio permanente sulla ISS (Expedition 1). Shepherd ha trascorso complessivamente 159 giorni, 7 ore e 49 minuti nello spazio.[1]
Onorificenze
modificaOnorificenze statunitensi
modificaOnorificenze straniere
modificaNote
modifica- ^ (EN) Biografia sul sito della NASA (PDF), su nasa.gov, 2002. URL consultato il 3 agosto 2023.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su William Shepherd
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Biografia sul sito della NASA (PDF), su nasa.gov, 2002. URL consultato il 3 agosto 2023.
- (EN) Biografia breve su SpaceFacts, su spacefacts.de, 2018. URL consultato il 3 agosto 2023.