Abate Pico della Mirandola

marchese di Quarantoli e Concordia

Abate Pico della Mirandola, pseudonimo di Alessandro Pico della Mirandola (Bologna, 1705Madrid, 1787), è stato un nobile e politico italiano, ultimo discendente maschio della casata dei Pico della Mirandola.

Alessandro Pico della Mirandola
Marchese di Quarantoli e Concordia
Stemma
Stemma
Altri titoliAbate di San José de Benavides
NascitaBologna, 1705
MorteMadrid, 1787
DinastiaPico della Mirandola
PadreGiovanni Pico della Mirandola
MadreIsabella Caterina Barbieri
ConsorteMargherita Eleonora Pio di Savoia
ReligioneCattolicesimo

Visse per quasi tutta la vita in esilio a Madrid, molto stimato per suoi talenti; benché non fosse sacerdote, vestì sempre la tonaca, facendosi chiamare abate.[1]

Biografia

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Figlio naturale legittimato di Giovanni Pico della Mirandola, marchese di Quarantoli (a sua volta figlio di Alessandro II Pico della Mirandola), e di Isabella Caterina Barbieri, venne battezzato nella Cattedrale di Bologna il 21 febbraio 1705. A seguito della sconfitta nell'assedio della Mirandola della primavera 1705, la famiglia Pico accusata di fellonia venne scacciata dalla Mirandola, che fu venduta a Rinaldo I d'Este, duca di Modena. L'imperatore Giuseppe I d'Asburgo gli assegnò una pensione di 25 doppie a titolo di alimento unitamente agli zii Galeotto, Maria Isabella e Maria Celeste.[1]

Laureatosi all'Università di Siena dopo sei anni di studi, gli fu spianata la strada della carriera ecclesiastica da parte dello zio cardinale Lodovico Pico della Mirandola, che gli fece ottenere il 20 agosto 1739 da papa Clemente XII la bolla di dispensa dall'illegittimità, che gli permise di ordinarsi e di avere accesso ai benefici ecclesiastici; tuttavia rimase semplicemente tonsurato, vestendo la tonaca e facendosi chiamare abate. In seguito si trasferì in Spagna, seguendo il cugino Francesco Maria II[2] e, da allora, risiedette per tutta la vita a Madrid presso la Corte spagnola, dove ricoprì vari uffici e ottenne varie prebende ed onorificenze,[3] tra cui l'arcidiaconato di Cordoba, di cui gli fu dato possesso il 25 ottobre 1743.[4]

Il 3 novembre 1744 fu nominato Somigliero di cortina del Re di Spagna, con la missione di accompagnare l'infanta Maria Teresa Raffaella di Borbone-Spagna, insieme alla duchessa della Mirandola, fino alla frontiera francese.[4]

 
Palazzo di Villahermosa, Madrid

Nel 1748, rimasto l'ultimo discendente maschio della casata dei Pico della Mirandola, sposò in segreto Margherita Eleonora Pio di Savoia y Spinola (1720-1796),[5] figlia di Francesco Pio di Savoia y de Moura, principe di San Gregorio, duca di Nocera e marchese di Castel Rodrigo, e di Giovanna Spinola y La Cerda, dei duchi del Sesto;[6] dal matrimonio non nacquero figli.[4] I coniugi commissionarono all'architetto Francisco Sánchez la costruzione del palazzo di Villahermosa (oggi sede del Museo Thyssen-Bornemisza), la cui facciata rifletteva la complessa personalità dell'abate Pico, con una mescolanza di elementi architettonici italiani, francesi e spagnoli ed un'eleganza inusuale per la Madrid dell'epoca. L'edificio fu venduto il 18 ottobre 1771 a Juan Pablo de Aragón-Azlor, duca di Villahermosa per la somma di 2.220.544,11 reales.[7]

Presso la corte di re Ferdinando VI di Spagna, si distinse come uomo dal raffinato gusto artistico, possessore di una collezione di dipinti e commediografo. La sua opera Il vellocino d'oro (tradotto in spagnolo come El vellón de oro) fu rappresentata per la prima volta al palazzo del Buon Ritiro nel 1749 con musica di Giovanni Battista Mele, e venne ricompensata con 13.000 reales, oltre ad una cassa d'oro decorata con brillanti e due barili di tabacco; la serenata Le Mode (tradotta in spagnolo Las Modas) fu eseguita nel 1754, con musica di Nicola Conforto,[8] al Palazzo Reale di Aranjuez e venne premiata con un anello impreziosito da un brillante rotondo.[4] Giacomo Casanova lo ricordò nelle sue memorie come "degnissimo uomo di spirito e venerabile per età", durante una sua visita nel 1768 a Madrid.[9] Fu amico intimo del marchese Girolamo Grimaldi.

Nel 1754 re Ferdinando VI lo nominò ministro del Consiglio del Tesoro. Il successore re Carlo III lo confermò membro della Camera delle imposte uniche del Consiglio del Tesoro (4 luglio 1770) e lo nominò cavaliere pensionato dell'Ordine di Carlo III (28 dicembre 1772).[4] Fu direttore spirituale della chiesa-ospedale di Madrid, per la quale contrastò le ingerenze del Nunzio apostolico.[10]

Morì a Madrid nel 1787, all'età di 82 anni,[4] e venne sepolto nel Gran convento degli agostiniani recolletti (detto anche Convento di Copacabana),[11][12] distrutto nel XIX secolo. Nel suo testamento del 1787 istituì alcune scuole a Madrid;[1] furono altresì fondate alcune Opere Pie in Sicilia.[13]

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Galeotto IV Pico della Mirandola, principe ereditario di Mirandola Alessandro I Pico della Mirandola, duca di Mirandola e marchese di Concordia  
 
Eleonora Segni  
Alessandro II Pico della Mirandola, duca di Mirandola e marchese di Concordia  
Maria Cybo-Malaspina Carlo I Cybo-Malaspina, principe di Massa e marchese di Carrara  
 
Brigida Spinola, patrizia genovese  
Giovanni Pico della Mirandola, marchese di Quarantoli  
Alfonso III d'Este, duca di Modena e Reggio Cesare d'Este, duca di Modena e Reggio  
 
Virginia de' Medici  
Anna Beatrice d'Este  
Isabella di Savoia Carlo Emanuele I, duca di Savoia  
 
Catalina Micaela de Austria  
Alessandro Pico della Mirandola, marchese di Quarantoli e Concordia  
 
 
 
 
 
 
 
Isabella Caterina Barbieri  
 
 
 
 
 
 
 
 

Onorificenze

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«per decreto di Carlo III di Spagna»
— 28 dicembre 1772
  1. ^ a b c Litta, f. 5.
  2. ^ (ES) JM Pita Andrade, Introducción (PDF), in Maestros Antiguos, 2009, p. 13. URL consultato il 16 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2021).
  3. ^ Antonio Archi, Gli ultimi Pico della Mirandola, in Il tramonto dei principati in Italia, Cappelli, 1962, p. 96.
  4. ^ a b c d e f Alejandro Pico de la Mirándola, su Diccionario Biográfico electrónico, Real Academia de la Historia, 2018.
  5. ^ già vedova di Domenico Acquaviva d'Aragona, duca di Atri (1689-1745)
  6. ^ Francisco Oliveira, Spinolas: Familias e Casamientos (DOC), su francisco-oliveira.com. URL consultato il 16 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2021).
  7. ^ (ES) Javier Álvarez Otero, Una inscripción dechiochesca para la eternidad de una dama: doña Maria Manuela de Pignatelli, duquesa de Villahermosa (PDF), in María Teresa Muñoz Serrulla (a cura di), Epigrafía en Madrid, Ab Initio, n. 3, 2015, p. 167.
  8. ^ Mauro Macedonio, CONFORTO, Niccolò, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 28, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1983. URL consultato il 16 maggio 2021.
  9. ^ Giacomo Casanova, Drammi di Spagna, Roma, Edoardo Perino editore-tipografo, 1886, pp. 225-226.
  10. ^ Discussione del bilancio di previsione del Ministero degli affari esteri per l'esercizio 1885-1886, in Atti parlamentari, vol. 14, Tip. E. Botta, 1885, p. 14858.
  11. ^ (ES) La España moderna (197-200), vol. 17, Casa editorial "La España moderna", 1905, p. 57.
  12. ^ (ES) Federico Torres Yagües, La villa de las siete estrellas: elegía a los viejos barrios, Yagües, 1969, p. 112.
  13. ^ La legge: monitore giudiziario e amministrativo del Regno d'Italia, Ricci, 1876, p. 54.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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