Adamo Mariotti (Roma, 25 gennaio 1886Roma, 24 febbraio 1952) è stato un generale italiano, veterano della guerra italo-turca e della prima guerra mondiale. Nel corso della seconda guerra mondiale fu comandante della 33ª Divisione fanteria "Acqui" durante la campagna di Grecia, e Sottocapo di Stato maggiore del Regio Esercito, insieme al generale Giuseppe De Stefanis, durante i giorni dell'armistizio dell'8 settembre 1943, e della mancata difesa di Roma. Tra il 1944 e il 1945 fu comandante della regione militare della Sicilia.

Adamo Mariotti
NascitaRoma, 25 gennaio 1886
Morte24 febbraio 1952
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Regno d'Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaArtiglieria
Anni di servizio1904 - 1945
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Campagna di Grecia
BattaglieCombattimento dell'Oasi delle Due Palme
Comandante diRegione militare della Sicilia
33ª Divisione fanteria "Acqui"
5º Reggimento artiglieria "Superga"
DecorazioniCavaliere dell'Ordine militare di Savoia
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino
dati tratti da Generals[1]
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Biografia

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Nacque a Roma il 25 gennaio 1886. Arruolatosi nel Regio Esercito il 14 settembre 1904 iniziò a frequentare come Allievo ufficiale la Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino, da cui uscì con il grado di sottotenente di arma di artiglieria nel 1906. partecipò alla guerra italo-turca, venendo decorato di una Medaglia di bronzo al valor militare durante il combattimento dell'Oasi delle Due Palme, e poi alla prima guerra mondiale.

Promosso colonnello il 10 gennaio 1934 fu comandante del 5º Reggimento artiglieria "Superga" di stanza a Torino e poi comandante dell'artiglieria del XII Corpo d'armata a Palermo, nel periodo 1934-1940.

Promosso generale di brigata il 30 giugno 1938, rimase a Palermo sino al 20 settembre 1940, in piena seconda guerra mondiale, quando assunse il comando della 33ª Divisione fanteria "Acqui"[2] a Merano, con cui, nel mese di dicembre, partì per l'Albania per combattere contro la Grecia.[2]

Nel febbraio 1941 fu sostituito alla testa della Grande unità dal generale Luigi Mazzini,[2] e rimpatriò per assumere l'incarico di Capo di stato maggiore della 6ª Armata ad Enna, in Sicilia, venendo promosso al rango di generale di divisione il 1º gennaio 1942.

Il 18 febbraio 1943 divenne Intendente presso lo Stato maggiore dell'Esercito a Roma, e poi fu promosso Sottocapo di Stato maggiore intendente, ricoprendo tale incarico insieme al generale Giuseppe De Stefanis. Tra i protagonisti della mancata difesa di Roma, partecipò alla fuga coi sovrani a Brindisi dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943.

Nel 1944 fu in servizio come Comandante della regione militare della Sicilia, rimanendovi sino al 1945.

Si spense il 24 febbraio 1952.

Onorificenze

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— Regio Decreto n.289 del 24 dicembre 1942[3]
«Al seguito del comandante dell'artiglieria divisionale, dimostrò intelligenza, criterio e prontezza nella trasmissione degli ordini, attraversando con coraggio e valore, zone efficacemente battute dal fuoco. Due Palme (Bengasi), 12 marzo 1912
— Regio Decreto 20 aprile 1934[4]

Annotazioni

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Bibliografia

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  • Carlo Palumbo, Arrendersi a combattere vol.1 La scelta della Divisione Acqui a Cefalonia e Corfù 1943, Roma, Palumbo Editore, 2013, ISBN 978-88-906456-2-4.
  • Carlo Palumbo, Arrendersi o combattere vol.2 Storia fotografica della Divisione Acqui (PDF), Roma, Palumbo Editore, 2013, ISBN 978-88-906456-4-8.
  • (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.
  • Mario Torsiello, Le Operazioni delle Unità Italiane nel settembre-ottobre 1943, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Esercito, 1975.

Collegamenti esterni

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