Amilcare Savojardo
Amilcare Savojardo (Monteu Roero, 1890[1] – Santa Margherita Ligure, 22 giugno 1971[2]) è stato un dirigente sportivo, allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo attaccante o centrocampista.
Amilcare Savojardo | |||||||||||||||||||
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Nazionalità | Italia | ||||||||||||||||||
Calcio | |||||||||||||||||||
Ruolo | Attaccante, centrocampista | ||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||
Squadre di club1 | |||||||||||||||||||
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Carriera da allenatore | |||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||||||||
Biografia
modificaCrebbe ad Asti; fu un atleta polivalente, che oltre al calcio praticò Ciclismo (fu gregario di Giovanni Gerbi), atletica leggera, lotta greco-romana e pallone elastico[1].
Geometra, lavorò per la Borsalino di Alessandria; nel 1928 firmò nella Città piemontese il progetto per il Campo del Littorio, oggi Stadio Giuseppe Moccagatta[3][4].
Avendo combattuto come Ufficiale durante la Grande Guerra, fu nominato Cavaliere di Vittorio Veneto[2].
Carriera
modificaAppassionato sportivo, appena diciassettenne recitò un ruolo decisivo nella fondazione del primo club calcistico di Asti, il Football Club Astense (1907)[1]. Giocò anche per la Vigor di Torino[5] e, dal febbraio 1912, per la Forza e Coraggio di Alessandria, destinata in quell'anno a trasformarsi in Alessandria Foot Ball Club e a prendere parte per la prima volta ai campionati nazionali. È tradizionalmente considerato, assieme ad Enrico Badò e ad Alfredo Ratti, uno dei tre ispiratori ed artefici di questa decisione[1].
Attaccante, giocò coi grigi nel ruolo di centrosostegno[6]; ne diventò anche primo capitano[7] e forse allenatore (ruolo che fonti più recenti tendono ad attribuire a Badò)[8][9]. Nel 1913 la squadra ottenne la promozione in Prima Divisione[8], il ruolo di trainer passò all'inglese George Arthur Smith e Savojardo entrò a far parte del novero dei dirigenti nelle vesti di segretario e cassiere[1][10]. Interruppe l'attività agonistica con lo scoppio della guerra.
Rimase all'interno della società per lungo tempo, con ruoli tecnici e dirigenziali, affiancando anche Felice Borel, per un breve periodo, nel ruolo di allenatore, durante il campionato di Serie A 1946-1947[11].
Note
modifica- ^ a b c d e Boccassi e Cavalli, p. 488.
- ^ a b Necrologio su «Stampa Sera», 143/1971, 24 giugno 1971, p. 11
- ^ Boccassi e Cavalli, p. 489.
- ^ Pier Luigi Prato. Stadio. La via alessandrina al Moccagatta Archiviato il 22 febbraio 2013 in Internet Archive., da Alessandriacalcio.it
- ^ Boccassi et al., p. 6.
- ^ Boccassi et al., p. XIV.
- ^ Caligaris, p. 9.
- ^ a b Boccassi et al., p. 5.
- ^ Boccassi e Cavalli, p. 52.
- ^ Boccassi e Cavalli, p. 493.
- ^ Boccassi et al., p. 297.
Bibliografia
modifica- Ugo Boccassi e Anna Cavalli, La sostenibile certezza dell'essere "grigi" prima del 1912, Alessandria, I Grafismi Boccassi, 2010.
- Ugo Boccassi, Enrico Dericci e Marcello Marcellini, Alessandria U.S.: 60 anni, Milano, G.E.P., 1973.
- Mimma Caligaris, Grig100. Un secolo di Alessandria in cento partite, Alessandria, Il Piccolo, 2012.