Anni mancanti
Gli anni mancanti nel Calendario ebraico sono una discrepanza di circa 166 anni fra la tradizionale datazione rabbinica per la distruzione del Primo Tempio e la datazione moderna (586 a.C.), che è confermata da un gran numero di fonti greche, persiane e babilonesi.
Secondo gli storici moderni, infatti, Israele fu soggetto a dieci re persiani, per un totale di 208 anni. Le fonti rabbiniche invece citano solo quattro re per un totale di 52 anni, la differenza di 156 anni è la maggior parte del periodo mancante nella cronologia rabbinica.
I motivi, per cui la cronologia storica è stata modificata dal giudaismo rabbinico, e il momento in cui ciò è avvenuto risultano tuttora poco chiari e soggetti a interpretazioni molto diverse.
La cronologia ebraica
modificaIl calendario ebraico ha come epoca, cioè evento iniziale della numerazione degli anni, la creazione del mondo e perciò le sue date sono indicate con le lettere AM (= Anno Mundi). Nella cronologia di questo calendario la prima e la seconda distruzione del Tempio di Gerusalemme sono riportate alle date 3338 AM e 3828 AM. Dato che il secondo evento è datato dagli storici al 70 d.C., la datazione rabbinica del primo corrisponde al 421 a.C. invece che al 586 (datazione di Thiele) o al 587 (datazione di Albright). Tutta la cronologia biblica ebraica risulta affetta da questa discrepanza di 165/166 anni, che riduce l'antichità degli eventi stabilita dai cronografi biblici cristiani.
Conseguenze teologiche
modificaLa datazione rabbinica ha diverse conseguenze religiosamente significative:
- L'eliminazione di 166 anni porta la data della creazione del mondo al 3760 a.C., una data religiosamente significativa perché l'equinozio di primavera cadde all'inizio del quarto giorno della settimana (cioè la sera del primo martedì e inizio del giorno in cui furono creati il Sole e la Luna secondo il primo capitolo della Genesi) e simultaneamente all'inizio del quarto giorno del primo mese dell'anno lunisolare del calendario ebraico.[1] Le due circostanze si ripetono simultaneamente solo ogni 532 anni.[2]
- L'intervallo fra la prima e la seconda distruzione del tempio di Gerusalemme è esattamente di 490 anni come il periodo di settanta settimane di anni, profetizzato dal profeta Daniele (Dn 9,24-27[3]). Il Seder Olam Rabbah, una cronologia rabbinica del secondo secolo, interpreta la profezia di Daniele proprio come intervallo fra le due distruzioni.
- Secondo la Mishnah il mondo durerà seimila anni e la storia è divisa in tre periodi di duemila. Il primo è quello dalla creazione ad Abramo, il secondo è quello della Torah e il terzo quello del Messia. L'abbreviazione del periodo persiano ha la conseguenza di includere nel periodo di rivelazione della Torah anche i secoli di compilazione della Mishnah stessa, considerata dagli ebrei una componente della rivelazione del Sinai messa per iscritto quasi duemila anni dopo.[4]
La scelta del periodo persiano
modificaLa scelta di sottrarre al periodo persiano gli anni mancanti alla cronografia ebraica potrebbe rispondere alla logica di non alterare i libri storici della Bibbia, che forniscono una cronologia approssimata dalla creazione del mondo all'esilio babilonese, che precede immediatamente il dominio persiano. L'abbreviazione del dominio persiano nella cronografia ebraica colloca la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme nel 3408 e la missione di Esdra nei decenni successivi, poco prima dell'era seleucide. Anche il resoconto storico del Seder Olam Rabbah risulta completo solo sino al trentacinquesimo secolo. Secondo Moshe Lerman, la cronologia a partire dalla creazione fu stabilita circa in questo periodo.
Dato, però, che il documento più antico che segue la cronologia ebraica è il Seder Olam Rabbah (160 d.C. circa) non è possibile escludere che la correzione risalga soltanto all'età ellenistica o più probabilmente sia successiva alla distruzione del secondo Tempio (68 d.C.), spiegando così la realizzazione della profezia di Daniele. Le cronache di questo periodo non erano facilmente alterabili sia perché i fatti erano più vicini nel tempo sia perché i documenti ebraici utilizzarono ufficialmente per una decina di secoli la datazione secondo l'Era seleucide, chiamata Minyan Shtarot (=conto dei contratti). Essa partiva dal 311-312 a.C., cioè dall'anno 3449 Anno Mundi, creando una continuità storica difficile da alterare. Per questo motivo, quindi, l'abbreviazione cronografica poteva essere introdotta solo nel periodo del dominio persiano, che è una discontinuità nella cronologia ebraica.
Gli anni mancanti e la tradizione ebraica
modificaR. Azaria de' Rossi, in Me'or Einayim (c. 1573), fu probabilmente il primo autorevole studioso ebreo a riconoscere che la tradizionale datazione rabbinica è poco verosimile.
Diversi autori hanno segnalato indizi di antiche correzioni nella Mishnah[5] e nel Talmud. In particolare certi calcoli cronologici del Talmud sembrano in miglior accordo con la cronologia moderna che con quella tradizionale (si veda: Y2K solution to the Chronology Problem).
Molti studiosi ebrei hanno cercato di contestare la datazione degli storici moderni[6], ma le loro argomentazioni non sono risultate abbastanza convincenti.[7]
Note
modifica- ^ Questi eventi astronomici, in realtà, non si sono verificati, ma risultano dal calcolo che poteva essere fatto in età persiana o ellenistica, quando il ciclo metonico e il ciclo solare erano ritenuti esatti Moshe Lerman, Judaism: Why Do We Live in the Year 5765?.
- ^ Minimo comune multiplo del ciclo lunare di 19 anni ("Machzor haKatan") e del ciclo solare di 28 anni ("Machzor haGadol"). Anche questo calcolo trascura l'imprecisione dei cicli lunari e solari.
- ^ Dn 9,24-27, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Sheldon Epstein, Bernard Dickman e Yonah Wilamowsky, A Y2K solution to the Chronology Problem (PDF), Hakirah Vol. 3, pp. 67-115.
- ^ Per esempio R. David Zvi Hoffman (1843–1921) osserva che in Avot 1:4 si fa riferimento alla tradizione di saggi antichi (plurale), benché prima se ne citi solo uno. Sembrerebbe, quindi, che sia stata rimossa una parte del testo.
- ^ Si veda online: Brad Aaronson, Fixing the History Books, Dr. Chaim S. Heifetz's Revision of Persian History.
- ^ Si veda per esempio online Alexander Eterman, Fixing the Mind.
Bibliografia
modifica- Martin Anstey, The Romance of Biblical Chronology (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2012)., (London: Marshall Brothers, 1913) - Interpreta Daniele come profezia della crocifissione di Gesù e colloca la distruzione del Tempio nel 502 a.C.
- Brad Aaronson, Fixing the History Books, Dr. Chaim S. Heifetz's Revision of Persian History. - Jewish scholarly critique of secular dating
- E.J. Bickerman. Chronology of the Ancient World, Cornell University Press, 1968, 1982.
- Walter R. Dolen, Secular Chronology (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2010).
- Sheldon Epstein, Bernard Dickman e Yonah Wilamowsky, A Y2K solution to the Chronology Problem (PDF), Hakirah Vol. 3, pp. 67–115. - Interpreta gli anni mancanti alla luce del Talmud
- Alexander Eterman, Fixing the Mind. - a rebuttal of Heifetz's critique.
- Mitchell First, Jewish History in Conflict: A Study of the Major Discrepancy between Rabbinic and Conventional Chronology (Jason Aronson, 1997)
- Edgar Frank, Talmudic and Rabbinic Chronology (New York: Feldheim 1956)
- Heinrich W. Guggenheimer (a cura di), Seder Olam: The Rabbinic View of Biblical Chronology, Lanham, MD: Rowman and Littlefield, 2005
- David Zvi Hoffmann "Ha'mishna Rishona" (Heb.)
- S. Levine, Daniel 9 in You Take Jesus and I'll Take God, revised edition, Hamoroh Press, Los Angeles, 1980 - spiega l'interpretazione ebraica di Daniel 9:24-27
- Robert R. Newton, The Crime of Claudius Ptolemy. (The Johns Hopkins University Press, Baltimore and London, 1977)
- R' Shimon Schwab in “Comparative Jewish Chronology in Jubilee Volume for Rav Yosef Breuer” pp. 177–197.
- Jewish Dating System (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2008). - difesa delle datazioni storiche moderne
- Significant Events In Jewish And World History (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2006). - timeline based on traditional Jewish sources