Basilicata (incrociatore)
Il Basilicata è stato un incrociatore leggero per servizi coloniali della Regia Marina.
Basilicata | |
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Il varo del Basilicata | |
Descrizione generale | |
Tipo | incrociatore leggero per servizi coloniali |
Classe | Basilicata |
Proprietà | Regia Marina |
Costruttori | Regio Arsenale, Castellammare di Stabia |
Impostazione | 9 agosto 1913 |
Varo | 23 luglio 1914 |
Entrata in servizio | 1º agosto 1917 |
Destino finale | affondato per esplosione accidentale il 13 agosto 1919, recuperato nel 1920 e demolito nel 1921 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | carico normale 2778 t pieno carico 3187 t |
Lunghezza | 83,1 m |
Larghezza | 12,7 m |
Pescaggio | 5,9 m |
Propulsione | 4 caldaie 2 motrici alternative a vapore potenza 4000 HP 2 eliche |
Velocità | 15,5 nodi (28,71 km/h) |
Autonomia | 5100 mn a 10 nodi |
Equipaggio | 204 tra ufficiali, sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Artiglieria | 6 pezzi da 152/40, 4 pezzi da 76/40, 6 pezzi da 47/50 2 mitragliere da 8,8 mm |
Corazzatura | 25 mm (orizzontale) 53 mm (torrione) |
Note | |
Motto | Lucanum nomen victoriae omen ("Il nome lucano è auspicio di vittoria") |
dati presi principalmente da Marina Militare, Navypedia e Agenziabozzo | |
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Storia
modificaCostruito tra il 1913 ed il 1917 nei cantieri di Castellammare di Stabia su progetto del Generale Ispettore del Genio Navale Giuseppe Rota e derivato dall'ariete torpediniere Calabria[1], il Basilicata venne inizialmente classificato nave da battaglia di 5ª classe e poi nave sussidiaria di II classe, prima di ricevere la classificazione definitiva di incrociatore leggero per servizi coloniali[2]. La nave e l'unità gemella Campania vennero costruite una davanti all'altra sullo stesso scalo, e varate lo stesso giorno: mentre il Campania scese in mare come previsto, il Basilicata, varato subito dopo, ruppe i cavi che lo trattenevano e scese in mare da solo[3].
Impiegata principalmente in compiti di collegamento con le colonie[2], la nave partecipò alla prima guerra mondiale, ma non prese parte a nessuna azione bellica di rilievo.
Il 21 novembre 1918, poco dopo la conclusione della guerra, il Basilicata trasportò e sbarcò a Pago un reparto incaricato dell'occupazione dell'isola in nome dell'Italia[4].
Dopo appena due anni di servizio, nel pomeriggio del 13 agosto 1919, il piccolo incrociatore, mentre era diretto in Mar Rosso al comando del capitano di vascello Fossati per rimpiazzare l'ariete torpediniere Calabria nella sua funzione di stazionario, affondò in fiamme nelle acque di Tewfik (all'imboccatura del canale di Suez), non lontano da Porto Said, a causa dello scoppio di una caldaia[2][5][6].
Nella sciagura perirono circa 30 dei 250 membri dell'equipaggio, in larga parte àscari eritrei[6][7]. Le vittime si ebbero a registrare soprattutto tra coloro che si trovavano nei pressi della sala macchine al momento dell'esplosione, mentre il resto dell'equipaggio (compreso il comandante Fossati), grazie alla scarsa profondità (dodici metri), che impedì alla nave di affondare del tutto, poté mettersi in salvo[6].
Il relitto, affondato in acque basse, venne recuperato dapprima spostato in tre giorni, dato che ostruiva il canale di Suez[7][8], e quindi recuperato il 12 settembre 1920, ma i danni vennero ritenuti troppo costosi da riparare e pertanto la nave venne radiata e, il 1º luglio 1921, venduta per la demolizione[2].
Note
modifica- ^ Marina Militare
- ^ a b c d Navi da guerra | RN Basilicata 1914 | incrociatore leggero | Regia Marina Italiana
- ^ "Libero Ricercatore" presenta "Le navi varate a Castellammare" (rubrica a cura di Gaetano Fontana), su liberoricercatore.it. URL consultato il 3 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2013).
- ^ Renato Battista La Racine, In Adriatico subito dopo la vittoria, su Storia Militare n. 210 – marzo 2011
- ^ BASILICATA - incrociatore coloniale - Gruppo di Cultura Navale
- ^ a b c La Stampa - Consultazione Archivio
- ^ a b BASILICATA CRUISER (LIGHT) 1914-1919
- ^ ITALIAN CRUISER SINKS IN THE SUEZ CANAL - Basiticata Goes Down After An Explosion, Blocking the Waterway. - View Article - NYTimes.com