Neoboletus erythropus

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Il Neoboletus erythropus (Pers.) C.Hahn, 2015, precedentemente noto come Boletus erythropus, comunemente chiamato porcino dal piede rosso, è un fungo della famiglia delle Boletaceae, commestibile solo dopo cottura in quanto contiene una tossina termolabile. È conosciuto con l'epiteto "premio del micologo", grazie alla sua bontà come commestibile, spesso sconosciuta ai fungaioli, che disdegnano i porcini a pori rossi e con la carne virante al blu.

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Neoboletus erythropus
Neoboletus erythropus
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoFungi
DivisioneBasidiomycota
ClasseBasidiomycetes
OrdineBoletales
FamigliaBoletaceae
GenereNeoboletus
SpecieN. erythropus
Nomenclatura binomiale
Neoboletus erythropus
(Pers.) C.Hahn, 2015
Sinonimi

Boletus erythropus
Pers., 1796

Boletus pseudosulphureus
Kallenb., 1923

Dictyopus erythropus
(Pers.) Quél., 1886

Tubiporus erythropus
(Pers.) Maire, 1937

Neoboletus erythropus
Caratteristiche morfologiche
Cappello
convesso
Imenio
Lamelle
no
Sporata
oliva
Velo
nudo
Carne
virante
Ecologia
Commestibilità
commestibile dopo cottura

Descrizione della specie

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Cappello

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Diametro fino a 20 cm, occasionalmente fino a 30 cm, prima emisferico, poi convesso per poi diventare appianato, con cuticola opaca, asciutta e finemente vellutata, leggermente vischiosa con il tempo piovoso, carnoso, sodo, colore bruno scuro o rosso mattone o rossastro, di solito uniforme, con velature olivastre, talvolta bruno seppia, con margine prima involuto, poi regolare, spesso eccedente.

Bulboso, corto, carnoso, robusto, prima panciuto allo stato giovanile, poi, più tardi, cilindrico, ingrossato alla base, colore di fondo sul giallo arancio, caratterizzato da puntinature o granulazioni sul rosso scuro, più scuro alla base dove assume una colorazione rossastra. Se manipolato vira al blu. Culinariamente senza valore.

Abbastanza lunghi, non aderenti, completamente liberi al gambo, gialli, alla sezione verdastri, sottili.

Piccoli e rotondi, prima giallastri, poi rosso-arancio, viranti rapidamente al blu se toccati.

12-17 x 5-7 µm, fusiformi, lisce, bruno-olivastre in massa, giallastre

 
Esemplare dal gambo ingrossato
 

Soda, compatta negli esemplari giovani, molliccia in quelli adulti, di colore giallo limone, al taglio diventa subito verde azzurro (3-4 secondi), poi si scurisce lentamente diventando grigio verdastra, all'estremità assume una colorazione vinosa.

  • Odore: leggermente fruttato; forte alla cottura, come di "carciofi".
  • Sapore: gradevole, dolce e di ottima resa, data la consistenza della carne. A volte sa un po' di "melanzane a funghetto".

Habitat

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Fungo simbionte, piuttosto comune, fruttifica da maggio ad ottobre sotto latifoglie e conifere in zone collinari e montuose, raramente in pianura.
A volte gregario. Cresce con particolare proliferazione sull'Etna e rappresenta nelle antiche tradizioni culinarie locali etnee un'ottima pietanza dopo le adeguate procedure di cottura.

Da alcuni è considerato uno dei "funghi spia" perché di solito, inizia a fruttificare dai 3 ai 7 giorni prima dei Porcini, anche perché ne condivide l'habitat.[1]

Commestibilità

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  Buona, ma richiede cottura prolungata, in quanto contiene una tossina termolabile, inattivata intorno ai 70 °C, che ne impedisce il consumo crudo. Se non cotto adeguatamente può causare gastroenteriti di lieve entità unitamente a brevi ma pur sempre fastidiosi episodi di diarrea, nausea e vomito.[2]

È un fungo molto ambito nelle regioni alpine e nel nord Europa ed ha un'ottima resa a causa della sua consistenza: il sapore ricorda vagamente quello delle melanzane.[1]

Preparazione

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Il fungo va cotto a lungo: il metodo più comune consiste nel cuocere i funghi a pezzi o fette per 20 minuti direttamente nel modo voluto, il più prudente prevede anche una prebollitura a pezzi per 30 minuti, buttando via l'acqua di cottura. Si sappia che la prebollitura diminuisce drasticamente il valore gastronomico di questo fungo.
In ragione della sensibilità individuale e della concentrazione di tossina, variabile con la zona di raccolta, non è possibile specificare un metodo univoco. In assenza di consolidate abitudini personali, familiari o locali, si raccomanda prudenza.

Etimologia

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Dal greco eruthrós (ἐρυθρός) = rosso e poús (πούς) = piede, cioè dal "piede rosso".

Varietà

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Specie simili

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Può essere confuso altri boleti a pori rossi:

  • Suillellus luridus, che però ha un reticolo evidente sul gambo e la carne aranciata all'attaccatura dei tubuli
  • Suillellus queletii che però possiede il gambo rosso soltanto alla base ed è privo di punteggiatura o reticolo
  • Rubroboletus satanas che tuttavia possiede il cappello biancastro e mai bruno, il gambo obeso e reticolato, e la carne che vira più lentamente, prima al blu e poi al grigio
  • Imperator rhodopurpureus che ha però il gambo reticolato e la testa virante al tocco
  • Rubroboletus dupainii che ha invece il cappello colore rosso sangue, brillante come se fosse laccato

Nomi comuni

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  • (DE) Flockenstieliger Hexenröhrling
  • (FR) Bolet à pied rouge
  • (SV) Blodsopp
  • (IT) (Piemonte) Fré, Faré
  • (IT) (Liguria) Ferrazzo, Ferando
  • (IT) (Calabria) U turchinu
  • (IT) (Lombardia) Ferè
  • (IT) (Toscana) Cappella Malefica[1]
  • (IT) (Irpinia) Sasso
  1. ^ a b c Boletus erythropus - Porcino dal Piede Rosso, su mondofunghi.com.
  2. ^ Sito dell'Associazione Micologica Naturalistica Italiana - sezione Lazio, su micoweb.it. URL consultato il 21 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2013).
  3. ^ a b c d Mycobank.org. URL consultato il 25 dicembre 2022.

Bibliografia

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Altri progetti

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