Capo di Bove
Capo di Bove è un sito archeologico sulla via Appia Antica, che dista circa 500 metri dal Mausoleo di Cecilia Metella. Esso contiene le terme di una vasta proprietà terriera appartenuta nel II secolo probabilmente ad Erode Attico e a sua moglie Annia Regilla.
Capo di Bove | |
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Gli scavi a Capo di Bove | |
Civiltà | Romana |
Utilizzo | Villa romana, Terme romane |
Epoca | dal II secolo al IV secolo |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Roma |
Dimensioni | |
Superficie | 8 500 m² |
Amministrazione | |
Ente | Parco Archeologico dell'Appia Antica |
Visitabile | Sì |
Visitatori | 6 950 (2022) |
Sito web | www.parcoarcheologicoappiaantica.it/luoghi/complesso-di-capo-di-bove/ |
Mappa di localizzazione | |
Storia
modificaPrecedentemente di proprietà privata, la proprietà che si trova al nº 222 sulla via Appia Antica, è stata acquisita dal governo italiano nel 2002. L'area delle terme ha probabilmente mantenuto un uso agricolo fino al secondo dopoguerra momento in cui è avvenuta la trasformazione del casale in struttura residenziale. L'origine del nome dato al sito risale al Medioevo, quando la zona faceva parte della tenuta di Capo di Bove, (toponimo derivato dalle decorazioni con festoni di fiori e frutta che ornano il fregio sulla sommità del sepolcro di Cecilia Metella). La tenuta venne acquistata nel 1302 dal cardinale Francesco Caetani, nipote di Papa Bonifacio VIII, insieme al casale di Capo di Vacca presso il quale costruì un castrum a ridosso del mausoleo di Cecilia Metella. Nel XVII secolo l'area era di proprietà dell'Ospedale del Ss. Salvatore ad Sancta Sanctorum, mentre nel XIX secolo fu sotto il controllo del monastero presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura.[1]
Descrizione
modificaLe Terme
modificaGli scavi, che possono essere visitati tutti i giorni gratuitamente, hanno rivelato dei bagni termali risalenti alla metà del II secolo. Questi bagni sono stati utilizzati almeno fino al IV secolo e sono stati quasi certamente ad uso privato. Iscrizioni greche trovate nel sito ci ricordano le origini greche di Erode Attico. Sono presenti diversi mosaici ben conservati e l'alta qualità dei materiali da costruzione utilizzati suggeriscono un ambiente molto elegante con le solite camere che si trovano nelle terme romane, vale a dire un calidarium (bagno caldo), un tepidarium (bagno tiepido) e un frigidarium (bagno freddo). L'acqua necessaria al suo funzionamento era fornita da due grandi cisterne.[1]
Il casale
modificaIl sito comprende anche un casale, costruito sulla cisterna romana, trasformato dal precedente proprietario, tra il 1943 e il 1945, in una villa, e infine acquisito nel 2002 dal Ministero dei Beni Culturali. L'edificio incorpora numerose rovine romane nelle pareti, compresi pezzi di tubi dei bagni che sono murati in alcune delle finestre, è sede del punto informativo dell'area archeologica, di esposizioni ed eventi culturali e, dal 2008, dell'Archivio Antonio Cederna.
Mostre Temporanee
modificaUn Atlante di arte nuova. Emilio Villa e l’Appia Antica, a cura di Nunzio Giustozzi (26 giugno 2021 - 26 settembre 2021)[2].
Note
modifica- ^ a b Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l'Area Archeologica di Roma Copia archiviata, su archeoroma.beniculturali.it. URL consultato il 27 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2010).
- ^ Roberto Brunelli, Un Atlante di arte nuova: Nunzio Giustozzi ci racconta Emilio Villa, in Collezione da Tiffany, 21 giugno 2021. URL consultato il 7 agosto 2023.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Capo di Bove
Collegamenti esterni
modifica- Parco Archeologico dell'Appia Antica - Complesso di Capo di Bove, su parcoarcheologicoappiaantica.it.
- Archivio Antonio Cederna, su archiviocederna.it. URL consultato il 13 maggio 2018.