Carlos Retegui

hockeista su prato argentino

Carlos José Retegui (San Fernando, 19 dicembre 1969) è un ex hockeista su prato e allenatore di hockey su prato argentino.

Carlos José Retegui
NazionalitàArgentina (bandiera) Argentina
Altezza181 cm
Peso82 kg
Hockey su prato
Ruoloallenatore (ex centrocampista)
Termine carriera2006
Carriera
Nazionale
1989-2006Argentina (bandiera) Argentina
Carriera da allenatore
2008-2009Argentina (bandiera) ArgentinaMaschile
2009-2014Argentina (bandiera) ArgentinaFemminile
2013-2018Argentina (bandiera) ArgentinaMaschile
2018Argentina (bandiera) ArgentinaGiovanili
2019-2021Argentina (bandiera) ArgentinaFemminile
Palmarès
 Olimpiadi
ArgentoLondra 2012
OroRio de Janeiro 2016
 Mondiali
OroRosario 2010
BronzoL'Aja 2014
 Giochi panamericani
OroL'Avana 1991
OroMar del Plata 1995
ArgentoWinnipeg 1999
OroSanto Domingo 2003
ArgentoGuadalajara 2011
OroToronto 2015
 

Biografia

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Soprannominato Chapa, è stato sposato con María de la Paz Grandoli, a sua volta hockeista su prato, di origini italiane grazie al proprio nonno, emigrato da Canicattì, comune della provincia di Agrigento, e al nonno, originario di Genova, con ascendenze franco-spagnole. Dal matrimonio sono nati due figli: Micaela Retegui (1996), che pratica il medesimo sport dei genitori, e Mateo Retegui (1999), calciatore professionista militante nel campionato italiano e nella Nazionale italiana grazie alle origini familiari materne.[1]

Carriera

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Da giocatore ha militato per il Club San Fernando, con il quale è diventato campione metropolitano nel 2006, e per l'Universitario, il Náutico e la selezione del Mar del Plata, oltre che a un'esperienza in Sardegna nell'Hockey Club Suelli[2][3]. È stato membro della nazionale argentina dal 1989 al 2006 e con essa ha partecipato a tre edizioni dei Giochi olimpici estivi (Atlanta 1996, Sydney 2000 e Atene 2004).

Inizia subito la carriera da allenatore nel 2008 e per un anno ha allenato la nazionale albiceleste maschile. Nel 2009 è succeduto a Gabriel Minadeo alla guida dell'analoga selezione femminile e l'anno successivo vince l'oro ai mondiali casalinghi a Rosario, oltre a tre edizioni (2009, 2010 e 2012) dell'Hockey Champions Trophy, inframezzate da un argento nel 2011 e da un argento ai XVI Giochi panamericani. Tornato all'inizio del 2013 anche alla guida della squadra maschile dopo le dimissioni di Emanuel Roggero, si è preso cura di entrambe le squadre fino ai Mondiali del 2014 e in questa manifestazione vince la medaglia di bronzo in entrambi i tornei[4].

Passato esclusivamente alla maschile, con essa ottiene il suo principale successo, ovvero la medaglia d'oro alle Olimpiadi estive del 2016 a Rio de Janeiro. Successivamente guida Los Leones all'argento alla Hockey World League, che si aggiungono ai successi precedenti: il bronzo all'Hockey Champions Trophy nel 2008, all'oro ai Giochi Panamericani del 2015 e alla Pan American Cup nelle edizioni 2013 e 2017.

A inizio 2018 si è dimesso da commissario tecnico della nazionale maggiore, ma alla fine è tornato come capo allenatore per le Olimpiadi giovanili del 2018[5]. Nel 2019 è tornato ad essere l'allenatore della nazionale femminile[6], ruolo mantenuto fino al 2021.

  1. ^ Bomber Retegui dice sì all’Italia grazie al nonno di Canicattì: “È un onore e un orgoglio”, su fanpage.it, 10 marzo 2023. URL consultato il 10 marzo 2023.
  2. ^ Mateo Retegui, il futuro bomber della nazionale che passò per Suelli, su cagliaripad.it, 12 marzo 2023. URL consultato il 24 marzo 2023.
  3. ^ Retegui, il nome nuovo dell’Italia che conosce la Sardegna, su unionesarda.it, 22 marzo 2023. URL consultato il 23 marzo 2023.
  4. ^ (NL) Argentijnse primeur op WK hockey, in Nederlandse Omroep Stichting, 10 giugno 2014. URL consultato il 10 giugno 2014.
  5. ^ Gastón Saiz, El nuevo desafío de Carlos Retegui: el oro olímpico de Leoncitos y Leoncitas en Buenos Aires 2018, in La Nación, 14 settembre 2018. URL consultato il 17 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2018).
  6. ^ Las Leonas volvieron al trabajo con nuevo entrenador, in Secretaría de Deportes de la Nación, 14 gennaio 2018. URL consultato il 17 gennaio 2019.

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