Casa di Jacopo di Notar Nanni
L'edificio noto come Casa di Jacopo (o Nicola[1]) di Notar Nanni è un palazzo storico dell'Aquila.
Casa di Jacopo di Notar Nanni | |
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facciata su via Bominaco | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Località | L'Aquila |
Indirizzo | via Bominaco, 20-24 |
Coordinate | 42°21′06.3″N 13°23′58.1″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XV secolo |
Stile | medievale, rinascimentale |
Storia
modificaSi tratta di una delle abitazioni della famiglia di Notar Nanni che, originaria di Civitaretenga, si stabilì all'Aquila, e precisamente nel quarto di Santa Maria, nel XV secolo[2]. Il presunto proprietario era un mercante di bestiame, seta e zafferano assai conosciuto in città; grande amico di Bernardino da Siena, Jacopo di Notar Nanni gli costruì a sue spese il mausoleo dove ancora oggi riposa il santo nella basilica a lui dedicata.
Danneggiato dal sisma del 2009, il palazzo è stato restaurato tra il 2016 e il 2017.
Descrizione
modificaViene considerato uno dei rari esempi in città di architettura mista medievale (per l'articolazione interna e l'utilizzo di elementi quali la cornice marcapiano e i capitelli ionici) e rinascimentale (per la presenza del cortile e di bifore e logge prettamente cinquecentesche)[3]. Della tipologia della casa a blocco, rappresenta dunque lo stile residenziale di passaggio tra le abitazioni unifamiliari che avevano caratterizzato il medioevo aquilano e i palazzi seicento-settecenteschi[4].
L'edificio si presenta complesso sia in pianta che in prospetto ed è costituito da due case contigue. Al pian terreno, di gusto prettamente medievale, è il portone principale che si apre su via Bominaco abbellito, nel concio di chiave, dallo stemma della casata vale a dire da due torri che inquadrano il trigramma bernardiniano[2]. Il piano nobile, evidenziato da una cornice a tortiglione, è caratterizzato da bifore di stile gotico-rinascimentale. Infine il terzo piano, che si sviluppa su una porzione dell'edificio, presenta una loggia con tre archi a tutto sesto, aperta su due lati e abbellita dallo stemma della famiglia[3].
Da un ingresso secondario, situato sempre su via Bominaco, si accede, attraverso un porticato sormontato da un'altana, al cortile di forma quadrangolare, forse il più antico della città[3]. All'interno sono conservati, tra le altre cose, il dipinto olio su tela Ritratto di bambino attribuito a Teofilo Patini e un'incisione su rame raffigurante la Madonna con San Giovanni Battista, San Luca e San Pietro Celestino, riproduzione di una più famosa opera di Marcantonio Franceschini[5].
Note
modifica- ^ Touring Club Italiano, p. 105.
- ^ a b Moretti e Dander, p. 24.
- ^ a b c Colapietra e Centofanti, p. 109.
- ^ Clementi e Piroddi, p. 103.
- ^ Colapietra e Centofanti, p. 120.
Bibliografia
modifica- Alessandro Clementi e Elio Piroddi, L'Aquila, Bari, Laterza, 1986.
- Raffaele Colapietra e Mario Centofanti, Aquila. Dalla fondazione alla renovatio urbis, L'Aquila, Textus, 2009.
- Mario Moretti e Marilena Dander, Architettura civile aquilana dal XIV al XIX secolo, L'Aquila, Japadre Editore, 1974.
- Touring Club Italiano, L'Italia - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Editore, 2005.
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