Castelnuovo (San Pio delle Camere)
Castelnuovo è una frazione di 228 abitanti,[2] l'unica del comune italiano di San Pio delle Camere, in provincia dell'Aquila, dal cui centro abitato dista circa 3 km. Posto su una collina dell'altopiano di Navelli, Castelnuovo è nato intorno al XII secolo dallo spopolamento della vicina città romana di Peltuinum; la sua storia è stata segnata dai molti eventi sismici che lo hanno colpito, l'ultimo dei quali, quello del 2009, lo ha lasciato tuttora in macerie.
Castelnuovo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Provincia | L'Aquila |
Comune | San Pio delle Camere |
Territorio | |
Coordinate | 42°17′41″N 13°37′44″E |
Altitudine | 850 m s.l.m. |
Abitanti | 228[2] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 67020 |
Prefisso | 0862 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | castelnovesi |
Patrono | san Giovanni Battista |
Giorno festivo | 24 giugno (natività) e 29 agosto (decollazione)[1] |
Cartografia | |
Geografia fisica
modificaTerritorio
modificaIl paese è situato nella parte centro-settentrionale dell'altopiano di Navelli, sulle pendici di una collina,[3] e la sua posizione risulta sopraelevata rispetto alla piana stessa e agli altri centri della zona.[4] Nell'antichità era in posizione strategica perché situato sulla via Claudia Nova e, in seguito, sul Tratturo Magno che collegava le città di Foggia e L'Aquila.[5]
La collina del paese si alza di circa 50 metri rispetto all'altopiano circostante ed è costituita principalmente da depositi lacustri molto fini appartenenti alla classe dei limi argillosi, calcarei e sabbiosi, con debole coesione, elevata porosità e diffusa fratturazione irregolare che favorisce inflitrazioni idriche.[6] Buona parte dell'abitato, salvo il borgo fortificato sulla cima del colle, è costruito su grotte e cavità di origine antropica, forma poligonale e lunghezza massima di 30 metri; questi vuoti sotterranei hanno svolto un ruolo importante nell'amplificazione delle onde sismiche e nello sprofondamento del terreno avvenuti con gli eventi sismici che hanno interessato il territorio.[7]
La parte settentrionale della piana (compresa tra i comuni di San Pio delle Camere, Prata d'Ansidonia e Caporciano) è inoltre caratterizzata dalla presenza di depressioni allagate nella parte pianeggiante, di cui quattro sono quelle maggiori; la più settentrionale di queste si trova a circa 500 metri a sud-est del centro di Castelnuovo, è di forma sub-ellittica, con diametro maggiore di circa 100 metri, ed è di origine artificiale.[8]
Clima
modificaNel comune limitrofo di Barisciano si trova una stazione meteorologica, a circa 5 km da Castelnuovo e a cui si riferiscono i dati della tabella.[9]
Barisciano (1961-1990) | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 6,3 | 8,0 | 11,3 | 15,4 | 20,2 | 24,5 | 28,3 | 29,0 | 24,5 | 17,5 | 11,6 | 8,1 | 7,5 | 15,6 | 27,3 | 17,9 | 17,1 |
T. media (°C) | 2,3 | 3,3 | 6,1 | 9,8 | 13,8 | 17,7 | 20,6 | 21,1 | 17,2 | 12,1 | 7,2 | 4,1 | 3,2 | 9,9 | 19,8 | 12,2 | 11,3 |
T. min. media (°C) | −1,7 | −1,5 | 1,0 | 4,2 | 7,5 | 10,9 | 13,0 | 13,3 | 10,0 | 6,6 | 2,9 | 0,1 | −1,0 | 4,2 | 12,4 | 6,5 | 5,5 |
Storia
modificaCastelnuovo nacque nel Basso Medioevo per spinta degli abitanti di due piccoli centri della zona, Riga e Stefanescu; il nuovo borgo è attestato per la prima volta nel 1173 come "Castelnuovo in Valva", feudo del territorio della diocesi valvense ceduto da Oddone, signore di Pettorano, a un certo Gualtiero di Attenolfo e nel cui territorio ricadevano anche i due centri fondatori e Torre di Peltuinum.[10] Il borgo fortificato, nella parte superiore del colle dove si sviluppa il paese, risale al XII secolo, mentre il centro abitato sottostante venne costruito a partire dal secolo successivo;[11] l'edificazione del paese avvenne anche attraverso la spoliazione della vicina città romana di Peltuinum,[12] a cavallo tra i comuni di San Pio delle Camere e Prata d'Ansidonia, i cui materiali furono utilizzati anche in altri centri medievali limitrofi.[13] Nel 1239 il castello fortificato fu fatto riparare dall'imperatore Federico II di Svevia, insieme ad altri castelli del territorio, con lo scopo di controllare le ribellioni dei feudatari locali.[14]
Castelnuovo non compare tra il castelli che nel 1254 parteciparono alla fondazione della città dell'Aquila[15][N 1] e nel 1423 si arrese all'esercito di Braccio da Montone, che durante la guerra dell'Aquila stava conquistando tutti i centri della zona.[16] Nel Quattrocento ricadevano nei territori di Castelnuovo diversi edifici ecclesiastici, elencati attraverso una nota catastale del periodo: San Silvestro a Riga, Santo Stefano a Stefanescu, Santa Maria della Carità a Castelnuovo, Santa Lucia e San Giovanni a Peltuinum.[17] Nel corso secolo successivo, il borgo fu concesso come feudo baronale a Miguel de Betrian, comandante spagnolo dell'esercito di Carlo V d'Asburgo, insieme ad altri paesi della zona; il feudo passò quindi a Geronimo Xarque, alla famiglia Carafa e, infine, ai Caracciolo di Marano.[18]
Anno | Intensità (scala Mercalli) |
---|---|
1456 | VIII |
1461 | IX-X |
1703 | X |
1762 | IX |
1915 | VIII |
1950 | VI |
2009 | IX-X |
Nel XV secolo iniziò la lunga serie di eventi sismici che causarono notevoli danni all'abitato: il terremoto dell'Italia centro-meridionale del 1456, il terremoto dell'Aquila del 1461 (a seguito del quale morirono 28 persone) e quello del 1703, il terremoto della valle dell'Aterno del 1762, il terremoto della Marsica del 1915, il terremoto del Gran Sasso del 1950-1952 e infine quello dell'Aquila del 2009 (nel quale sono morte 5 persone); è stato ricostruito come in quattro di questi eventi (1461, 1703, 1762 e 2009) il borgo abbia subito danni pari o maggiori al IX grado della scala Mercalli, cioè la quasi completa distruzione dell'abitato.[20] Nonostante ciò, però, non è mai avvenuto un fenomeno di dislocamento del centro, che anzi è stato sempre ricostruito; dopo il terremoto del 1703, in particolare, venne riempito il fossato del castello e furono aperte nuove vie nei bastioni medievali, ma il riutilizzo dei materiali di crollo nella ricostruzione ha causato un deterioramento della resistenza sismica degli edifici.[21]
Nel contesto delle leggi eversive della feudalità e della riorganizzazione amministrativa del regno di Napoli sotto il dominio napoleonico, nel 1806 Castelnuovo ricadde come comune autonomo nel circondario di Barisciano, a sua volta facente parte del distretto di Aquila; nel 1811 tutti i comuni del circondario furono riuniti a quello centrale, mentre nel 1829 San Pio delle Camere e Castelnuovo si separarono, formando comune autonomo con sede nel borgo di San Pio.[22]
Nel XX secolo il paese fu toccato non marginalmente dal fenomeno dell'emigrazione italiana e rimase un borgo turistico stagionale fino al 2009; il sisma di quell'anno ha causato, nella frazione, la morte di cinque persone e la distruzione del borgo storico, con il 95% degli edifici gravemente danneggiati.[23] Gli abitanti del paese si sono spostati in due villaggi provvisori esterni rispetto al borgo medievale, mentre l'unica struttura pubblica del post-terremoto, un centro polifunzionale realizzato con una donazione del comune di Segrate, è andata a fuoco nel 2011; a seguito di ciò, è stato costruito solamente un nuovo edificio ecclesiastico, provvisorio e in legno, donato dal comune di Bertinoro.[24] Al 2022, dopo tredici anni dal sisma, solo alcuni interventi di ricostruzione privata sono stati completati nelle parti meno centrali dell'abitato; nei primi mesi dello stesso anno sono comunque state effettuate la rimozione delle macerie e la demolizione degli edifici pericolanti del centro storico, fasi propedeutiche all'avvio della ricostruzione.[25]
Monumenti e luoghi di interesse
modificaArchitetture religiose
modifica- Chiesa parrocchiale
La chiesa è il monumento religioso principale del borgo, situata nella parte più elevata del paese, di fianco alla zona fortificata; la parrocchia è intitolata ai Santi Stefano e Silvestro,[26] ma l'edificio è anche citato con l'attribuzione a San Giovanni Battista, patrono del paese.[27]
La costruzione della chiesa risale al XIII secolo circa, ma l'impianto attuale è stato creato con il rifacimento successivo al terremoto del 1703 in stile barocco;[28] restaurata a seguito di lievi danni riportati con il terremoto di Umbria e Marche del 1997, con il sisma del 2009 è collassata, lasciando intatte solo parti delle pareti perimetrali, mezzo campanile e l'abside.[29]
La chiesa era a pianta rettangolare a due livelli, con suddivisione marcapiano, e a navata unica con copertura con volte a botte lunettata; la facciata semplice, con una finestra centrale circolare e un portale con cornice rinascimentale. Il campanile è l'unico elemento medievale, costruito in pietra, con tre settori e due ordini di archi.[30]
- Chiesa di Santo Stefano
La chiesa è situata fuori dal borgo, lungo la strada statale 17 in direzione sud rispetto all'abitato; l'edificio è stato danneggiato dal terremoto del 2009.[31]
La costruzione risale al XIII secolo, presenta una pianta a croce latina ed è stata realizzata attraverso i materiali di spoglio della città di Peltuinum; la facciata è in muratura con pietra a vista e presenta un portale centrale, sovrastato da un'apertura circolare con imbotto in pietra e conci a spicchio di diverse cromie, e un campanile centrale a vela. L'interno è invece risalente al XV secolo e presenta una serie di affreschi rinascimentali di scuola locale tra cui una Madonna col Bambino, un San Silvestro e scene della vita di Cristo.[32][33]
- Chiesa della Madonna della Neve (o Madonna della Cona)
La chiesa si trova fuori dal centro abitato, lungo la strada che conduce a Carapelle Calvisio; edificata tra il XIII e il XIV secolo, presenta una navata unica e un affresco rappresentante la Madonna col Bambino.[34]
Architetture civili
modifica- Palazzo Sidoni
Il palazzo Sidoni è posto nella parte sud-est del paese sviluppatasi sui fianchi della collina dal periodo medievale e risale alla metà dell'Ottocento; la pianta dell'edificio è quadrangolare e la facciata simmetrica, con l'apertura principale ad arco a tutto sesto in posizione centrale sovrastata da un balcone, e caratterizzata da elementi decorativi a bugnato.[35] L'edificio si affaccia su una piazza con belvedere sulla piana e si sviluppa su due piani fuori terra e uno interrato.[36]
La costruzione fu commissionata dalla ricca famiglia che gli dà il nome per esserne la residenza principale, ma il prestigio politico e patrimoniale permise la costruzione di un omonimo palazzo nel centro della città dell'Aquila, dove effettivamente i proprietari si trasferirono; per questo l'edificio fu a lungo utilizzato come deposito e rimessa agricola, mentre prima del terremoto del 2009 era diviso in due residenze private.[37] Il sisma ha danneggiato l'edificio, che è però comunque rimasto in buone condizioni rispetto al resto del borgo.[38]
Architetture militari
modifica- Borgo fortificato
Il borgo fortificato di Castelnuovo è la parte più antica ed elevata del paese: presenta una caratteristica forma a castello con un'urbanistica in stile romano (strade ortogonali sviluppate intorno a due arterie principali centrali).[39] Questo tipo di impiantistica è unico nell'ambito geografico dell'Abruzzo aquilano e solamente la città dell'Aquila stessa (costruita nel XIII secolo) presenta un'organizzazione planimetrica simile; inoltre, per la costruzione del borgo, furono riutilizzati materiali proveniente dalla vicina città romana di Peltuinum.[40]
La pianta del borgo è rettangolare, con lati di lunghezza di 70 metri (lati sud-ovest e a nord-est) e 56 metri (lati sud-est e nord-ovest); è suddiviso in quattro isolati principali, dei quali quello a sud-est ha subito maggiori modificazioni rispetto all'impianto originale. La via principale attraversa il borgo da sud-ovest (ingresso che fino al 1940 presentava un arco a tutto sesto, poi abbattuto) a nord-est e ha una larghezza media di 3,50 metri; il decumano massimo, invece, presenta nell'ingresso a sud-ovest un arco a tutto sesto, una volta coperto da volta a botte ormai diruta.[41] Gli edifici interni presentano ancora elementi medievali, tra cui archi gotici e portali trecenteschi,[42] oltre a dei tipici gradini di accesso alle abitazioni di forma perfettamente semicircolare, con tre gradini concentrici di diametro decrescente in altezza.[43] Nei sotterranei degli edifici sono tuttora presenti le antiche carceri del castello, costituite da celle unite a grandi sale con panche in pietra; infine, nel lato nord-ovest si sono conservate le piccole aperture di forma rettangolare nelle mura esterne, che consentivano l'affaccio dal camminamento della fortificazione.[44]
Società
modificaTradizioni e folclore
modifica- Festa della natività di San Giovanni Battista
La sera della vigilia del 24 giugno, data della natività del Santo patrono del paese, davanti a ogni abitazione viene acceso un piccolo fuoco, ognuno dei quali viene saltato tre volte. Il giorno successivo, dopo la cerimonia purificatrice del salto del fuoco, viene celebrata la festa patronale.[1]
Economia
modificaCastelnuovo, come tutto il comune di San Pio delle Camere, rientra all'interno dell'area di coltivazione dello zafferano dell'Aquila, prodotto di denominazione di origine protetta.[45]
Infrastrutture e trasporti
modificaL'abitato di Castelnuovo sorge lungo la strada statale 17 dell'Appennino Abruzzese ed Appulo-Sannitico,[46] attraverso cui è collegato, tra l'altro, al capoluogo comunale di San Pio delle Camere, al capoluogo provinciale e regionale (L'Aquila) e alla rete autostradale, in particolare alla autostrada A24 a nord-ovest e alla autostrada A25 a sud-est. Attraverso una strada intercomunale è collegato verso sud-ovest all'area archeologica di Peltuinum e al centro abitato di Prata d'Ansidonia, mentre nel 2021 la provincia dell'Aquila ha acquisito dall'amministrazione comunale l'asse viario, ancora senza numerazione ufficiale, che da Castelnuovo collega, in direzione nord-est, la strada statale 17 alla strada provinciale 8 Peltuinuate.[47] Né il comune di San Pio delle Camere né quelli confinanti sono invece serviti da alcuna stazione ferroviaria.
Note
modifica- Esplicative
- ^ Lo storico settecentesco Anton Ludovico Antinori avanza l'ipotesi secondo cui Castelnuovo potrebbe essere identificato con il "castello fondatore" di Torre di Maiardone, oggi scomparso; tuttavia, è stato ricostruito come quest'ultimo fosse in realtà collocato più a sud, tra i borghi di Navelli e Roccapreturo (Di Piero, Annibali 1990, p. 20; Chiarizia 1988, p. 53).
- Riferimenti
- ^ a b La devozione dei Castelnovesi per il patrono San Giovanni Battista, su comunesanpiodellecamere.it. URL consultato il 4 maggio 2020 (archiviato il 2 gennaio 2021).
- ^ a b San Pio delle Camere, Castelnuovo, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 4 maggio 2020 (archiviato il 2 gennaio 2021).
- ^ Castelnuovo, distrutto dal terremoto e dimenticato, su 6aprile.it. URL consultato il 16 maggio 2020 (archiviato il 22 luglio 2011).
- ^ Forlani 2009, pp. 9-10.
- ^ Forlani 2009, p. 9.
- ^ Guarino, Nisio 2009, p. 561.
- ^ Guarino, Nisio 2009, pp. 562.
- ^ Guarino, Nisio 2009, p. 555.
- ^ Tabella climatica mensile e annuale (TXT), in Archivio climatico DBT, ENEA (archiviato dall'url originale il 2016 circa).
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- ^ Breschi 2011, p. 20.
- ^ Storia del Comune, su comune.pratadansidonia.aq.it. URL consultato il 10 settembre 2020 (archiviato il 2 gennaio 2021).
- ^ Casalboni 2014, n.2, p. 66.
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- ^ De Matteis 1996, p. 36.
- ^ Di Piero, Annibali 1990, pp. 20.
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- ^ Galadini, Varagnoli 2015, p. 28.
- ^ Galadini, Varagnoli 2015, pp. 28-29.
- ^ Di Piero, Annibali 1990, pp. 24-25; Galadini, Varagnoli 2015, p. 29.
- ^ Geostoria amministrativa dell'Abruzzo, su asciatopo.xoom.it. URL consultato il 5 maggio 2020 (archiviato il 1º maggio 2019).
- ^ Jenner Meletti, Abruzzo, il paese dimenticato: Castelnuovo ancora sotto le macerie, su repubblica.it, 28 luglio 2009. URL consultato il 3 gennaio 2021 (archiviato il 17 luglio 2019).
- ^ Antonio Giampaoli, Castelnuovo crede nel futuro. Il paese è stato cancellato dal terremoto, su assergiracconta.altervista.org, 14 marzo 2013. URL consultato il 2 gennaio 2021 (archiviato il 2 gennaio 2021).
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- ^ Mazzolani 2010, p. 248.
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- ^ Mazzolani 2010, p. 429.
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- ^ Fabrizio Gatti, Terremoto L'Aquila, dieci anni di beffe, su espresso.repubblica.it. URL consultato il 5 maggio 2020 (archiviato il 2 gennaio 2021).
- ^ La Provincia dell'Aquila acquisisce la strada "San Leonardo" dal comune di San Pio delle Camere, su laquilablog.it. URL consultato il 18 aprile 2021 (archiviato il 16 febbraio 2021).
Bibliografia
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- Andrea Casalboni, La fondazione della città di L'Aquila (PDF), in Eurostudium, gennaio-marzo 2014, pp. 65-93. URL consultato il 2 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2021).
- Giuseppe Chiarizia, Abruzzo dei castelli: gli insediamenti fortificati abruzzesi dagli italici all'unità d'Italia, Carsa, 1988, ISBN 978-88-85854-04-8.
- Carlo De Matteis (a cura di), La Guerra dell'Aquila, cantare anonimo del XV secolo, Textus, 1996, ISBN non esistente.
- Piero Di Piero, Sandro Annibali, Il Borgo fortificato di Castelnuovo, L'Aquila, Litografia Gran Sasso, 1990, ISBN non esistente.
- Maria Cristina Forlani (a cura di), L'Università per il terremoto. Castelnuovo e l'altopiano di Navelli, Alinea Editrice, 2009, ISBN 978-88-6055-444-4.
- Fabrizio Galadini, Claudio Varagnoli (a cura di), Marsica 1915 - L'Aquila 2009: Un secolo di ricostruzioni, Gangemi Editore, 2015, ISBN 978-88-492-9184-1.
- Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, vol. 2, Forni, 1797, ISBN non esistente.
- Paolo Maria Guarino, Stefania Nisio, Sprofondamenti naturali ed antropici nella media valle del fiume Aterno (Abruzzo): l'area di S. Pio delle Camere, in Proceedings of the International Workshop on Rapid System Prototyping, gennaio 2009, pp. 553-564.
- Federico M. Mazzolani (a cura di), Urban Habitat Constructions Under Catastrophic Events: Proceedings of the COST C26 Action Final Conference, CRC Press, 2010, ISBN 978-0-203-83363-6.
- Stella Uggeri Patitucci (a cura di), Archeologia del paesaggio medievale, All'Insegna del Giglio, 2007, ISBN 978-88-7814-372-2.
- Andrea Vignoli, Andrea Borghini, Emanuele Del Monte, Barbara Ortolani, Chiesa di Santo Stefano di Castelnuovo a San Pio delle Camere, in Adalgisa Donatelli (a cura di), L'Università e la Ricerca per l'Abruzzo. Il patrimonio culturale dopo il terremoto del 06 aprile 2009, 2012, pp. 234-239, ISBN 978-88-87132-80-9.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- Castelnuovo, su comunesanpiodellecamere.it. URL consultato il 1º novembre 2019.
- Ricostruiamo Castelnuovo, su castelnuovoonlus.com. URL consultato il 5 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2020).