Chiesa di San Girolamo dei Croati

chiesa cattolica di Roma

La chiesa di San Girolamo dei Croati a Ripetta è un luogo di culto cattolico di Roma, nonché la chiesa nazionale dei croati a Roma[1]. Risulta anche nota con i nomi antichi di San Girolamo degli Illirici e San Girolamo degli Schiavoni. È chiesa rettoria di San Lorenzo in Lucina e titolo cardinalizio.

Chiesa di San Girolamo dei Croati
Facciata frontale
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Indirizzovia Tomacelli, 132 - Roma
Coordinate41°54′18.14″N 12°28′32.5″E
Religionecattolica di rito romano
TitolareSan Girolamo
Diocesi Roma
Inizio costruzione1588
Completamento1589
L'interno

Nella zona, prospiciente il porto di Ripetta, si era insediata fin dal XIV secolo una comunità di profughi sfuggiti ai Turchi dall'Illiria e dalla Schiavonia, ai quali papa Niccolò V concesse nel 1453 l'istituzione di una Congregazione di San Girolamo degli Schiavoni, dotata di un ospizio, di un ospedale, e di una piccola chiesa dell'XI secolo, originariamente chiamata Santa Marina de Posterula, da intitolare a san Girolamo, di ascendenze dalmate.

Nel secolo successivo papa Sisto V, già titolare della chiesa, la fece ricostruire interamente da Martino Longhi il Vecchio tra il 1588 e il 1589, dotandola di un campanile e di ricchi arredi. I marmi per la facciata furono spogliati dal Settizonio.

«Maggiori benefici, però, procurò alla colonia illirica papa Sisto V, il quale, da cardinale, fu titolare della chiesa di S. Girolamo. Fu appunto in quel periodo, cioè il 24 aprile 1585, ch'egli venne innalzato alla cattedra di San Pietro. Dell'essere stato titolare di questa chiesa sempre si compiacque Sisto V, e poiché molta divozione egli aveva verso S. Girolamo e, d’altra parte, riconoscendo l’origine della propria famiglia dalla Dalmazia, volle dare splendida prova del suo attaccamento alla colonia illirica facendo riedificare la detta chiesa dalle fondamenta, valendosi all'uopo dell'opera dei valenti architetti Martino Longhi il Vecchio e Giovanni Domenico Fontana.L’arricchì in seguito di privilegi e di reliquie e vuolsi anche che pensasse di farvi trasportare dalla basilica di S. Maria Maggiore il corpo di S. Girolamo, progetto che non ebbe però esecuzione. Con una speciale costituzione del 1º agosto 1589 l’innalzò poi alla dignità di collegiata, che tuttora conserva, con canonici, cappellani, ecc., tutti dalmati o schiavoni. La chiesa ha una facciata semplice ma di bella disposizione e un interno specialmente lodato per le sue proporzioni, con buoni quadri e stimate decorazioni di Antonio Viviani, di Andrea Lilio d'Ancona, di Giuseppe Puglia detto il Bastaro, di Michelangelo Cerruti, del Guidotti e di altri artisti dell’epoca.La morte di Sisto V impedi che fossero completamente decorate tutte le pareti della chiesa e fu soltanto nel 1846, in occasione di alcune riparazioni, che fu possibile condurre a termine tutte le decorazioni e gli affreschi.[2]»

 
Piranesi, veduta del Porto di Ripetta con San Girolamo (metà XVIII sec.)

Papa Sisto vi istituì, anche, un capitolo che doveva espressamente essere costituito da preti di ascendenza slava. Avrebbe anche voluto portarvi il corpo di san Girolamo dalla basilica di Santa Maria Maggiore, ma non riuscì a dar seguito al suo proposito.

Nel XIX secolo fu massicciamente restaurata da papa Pio IX. Collocata originariamente lungo la via di Ripetta, nel tessuto urbano fiorito attorno all'omonimo porto, è affiancata dalla chiesa di San Rocco. La demolizione del porto a seguito della sistemazione post-unitaria degli argini del Tevere e lo sventramento degli anni 1930, conseguente alla sistemazione dell'area intorno al Mausoleo di Augusto e all'erezione del complesso dell'Ara pacis, hanno isolato le due chiese, ora connesse da un camminamento sopraelevato.

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