I chin sono un'etnia originaria del sudest asiatico, diffusa al confine tra Birmania (Stato Chin e Stato Rakhine), India (Nagaland, Mizoram, Manipur, e Assam), e Bangladesh (Divisione di Chittagong).

Chin
Anziana donna Chin nella valle del fiume Lemro.
 
Nomi alternativikuki, khyang, mizo
Luogo d'origineCina (bandiera) Cina
LinguaLingue tibeto-birmane
ReligioneCristianesimo
Distribuzione
India (bandiera) India2 500 000
Birmania (bandiera) Birmania1 500 000
Bangladesh (bandiera) Bangladesh

Essendo conosciuti anche con i nomi di Kuki (in Assam e in Bangladesh) e Mizo (e in Mizoram), spesso si usa il nome Chin-Kuki-Mizo per indicare complessivamente tutto il gruppo etnico.[1]

Come gli altri popoli tibeto-birmani, i Chin sono originari della Cina, e si sono stabiliti nelle attuali regioni in seguito a diverse migrazioni successive. Arrivarono in Birmania, nella valle del fiume Chindwin, al più tardi nell'VIII secolo.[2] Nell'862 il diplomatico cinese Fan Chuo parla di un regno nella valle del Chindwin, i cui principi sono stati chiamati Shou; questo regno viene considerato una prova della presenza di una popolazione Chin nella regione.[3] Si mossero poi verso ovest, stabilendosi nell'odierno Stato Chin, nel XIV o nel XV secolo.

I Chin sono divisi in sei tribù principali e 63 sotto-tribù distinte, che si differenziano per variazioni dialettali e culturali, ma che hanno in comune la storia, l'origine geografica, le tradizioni, e l'identità etnica.[4]

Il sentimento identitario tra i Chin si è sviluppato con la conquista da parte degli inglesi e la creazione del Raj Britannico: inglobati in uno stato più grande e multi-etnico, i Chin furono costretti a vedere più le somiglianze tra loro che le differenze.[4]

Tradizionalmente i Chin erano animisti; in seguito alla colonizzazione inglese e all'opera dei missionari battisti, i Chin sono però diventati nella stragrande maggioranza (80-90%) cristiani.

  1. ^ (EN) Sominthang Doungel, Structure of Chin-Kuki-Mizo’s Social Institutions, su kukiforum.com, 8 gennaio 2006. URL consultato il 4 giugno 2012.
  2. ^ Gordon Luce, Chin Hills-Linguistic Tour, in Journal of Burma Research Society, n. 1, 1959.
  3. ^ Fan Chuo, Man shu (Book of the Southern Barbarians), a cura di Giok Po Oey, traduzione di Gordon Luce, New York, Ithaca, 1961.
  4. ^ a b (EN) Amy Alexander, Burma: "we are Like Forgotten People" : the Chin People of Burma : Unsafe in Burma, Unprotected in India, Human Rights Watch, 2009, p. 14. URL consultato il 4 giugno 2012.

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