La cultura del Gaudo è una cultura eneolitica sviluppatasi nel sud Italia tra la fine del IV e la prima metà del III millennio a.C.. Prende il nome dalla necropoli di Spina-Gaudo situata nei pressi della foce del fiume Sele, in provincia di Salerno. Si trova a circa 1-2 km di distanza dal noto sito di Paestum.

Ceramica cerimoniale della Cultura del Gaudo
Esempio di sepoltura del Gaudo: un accesso con anticamera, da cui si diramano due camere funerarie, contenenti ceramica cerimoniale e scheletri umani in posizione fetale.

Sito eponimo

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La necropoli del Gaudo, è un sito archeologico della piana di Paestum, frutto di una scoperta casuale avvenuta nell'autunno del 1943,[1] durante la costruzione di una pista d'atterraggio da parte degli alleati anglo-americani, presenti in zona dopo lo sbarco a Salerno, e fu esplorata dal 1945 al 1947 dalla Soprintendenza alle Antichità di Salerno.

Le tracce più antiche di insediamenti umani nella zona pestana risalgono al paleolitico; le più recenti sono quelle che si riferiscono alla cosiddetta cultura del Gaudo.

Posta a circa un chilometro da Paestum la necropoli venuta alla luce si estende per un'area di circa 2000 m², in cui sono state rinvenute 34 tombe.

Cultura materiale e origini

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Gli aspetti materiali portano a dimostrare la piena omogeneità della ceramica del Gaudo e a identificare e localizzare i centri di origine e di diffusione di questa cultura principalmente in Anatolia e nell’isole del mar Egeo.[2][3]

Pellegrino Claudio Sestieri sostiene nel 1960 che le brocche sferiche della civiltà del Gaudo ricordino le forme globulari delle civiltà dell'Egeo piuttosto che i vasi italici. Ne deriva "una contemporaneità della cultura del Gaudo con lo strato II di Troia e le epoche Proto-Minoico III e Medio-Minoico I, per un periodo che andrebbe fra il 2400 e il 1900 a.C.[4]

Nello specifico si ritiene che le origini della cultura del Gaudo siano dovute a una migrazione di una popolazione nomade guerriera dall'Anatolia settentrionale.[5]

Sepolture

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Ricostruzione di un'inumazione al Museo archeologico di Paestum

Le tombe a "forno" erano scavate nella roccia con un pozzetto d'accesso che conduceva a una o due camere sepolcrali a sepoltura multipla.

Il rito funebre era svolto da più persone; una volta conclusosi, la cella sepolcrale era chiusa da un grande masso.

Le sepolture erano utilizzate per successive deposizioni; in questo caso, i resti del defunto più recente venivano spostati in fondo alla cella, insieme a quelli che lo avevano preceduto. Nelle tombe sono stati ritrovati numerosi askoi, caratteristici vasi a saliera.

Lo studio della disposizione delle ossa e degli arredi funebri ha fatto ritenere agli studiosi che queste genti si raggruppassero in clan familiari di indole guerriera.

  1. ^ Paolo Aurino, La necropoli eneolitica del Gaudo (Paestum) tra scoperta e riscoperte in 150 anni di Preistoria e Protostoria in Italia, 2011.
  2. ^ Giuseppe Voza (1974), Necropoli del Gaudo, in Seconda Mostra della Preistoria e Protostoria nel Salernitano, Salerno, pp. 7-24.
  3. ^ Giuseppe Voza (1976), Considerazioni sul Neolitico e sull'Eneolitico in Campania, Atti XVIII Riun. Sc. I.I.P.P., pp. 51-79
  4. ^ Pellegrino Claudio Sestieri, GAUDO, Civilta del, in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.
  5. ^ Sosio Capasso, Gli Osci nella Campania antica, Editore Istituto di Studi Atellani, Frattamaggiore Napoli 1997, p. 20.

Bibliografia

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  • Pellegrino Claudio Sestieri, La Necropoli preistorica di Paestum (Relazione preliminare), in Rivista di Scienze Preistoriche, I, 1946, fasc. 4, p. 245 ss.;
  • Pellegrino Claudio Sestieri, Nuovi risultati degli scavi nella necropoli preistorica di Paestum, ibid., II, 1947, fasc. 4, p. 283 ss.;
  • Pellegrino Claudio Sestieri, Primi risultati dello scavo della necropoli preistorica di Paestum, in Rendiconti dell'Accademia di Archeologia ecc. di Napoli, XXIII, 1947-1948, p. 249 ss.;
  • Pellegrino Claudio Sestieri, GAUDO, Civilta del, in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.
  • Pia Laviosa Zambotti, La Necropoli preistorica di Paestum, ibid., II, 1947, fasc. 2-3, p. 265 ss.;

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