De audibilibus
Il De audibilibus (in greco Περὶ ακουστῶν; Latinoː De audibilibus) è un'opera che in precedenza era stata attribuita ad Aristotele e attualmente riconosciuta come spuria.
Sui colori | |
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Titolo originale | Περὶ ακουστῶν Perì akoustòn |
Autore | Pseudo-Aristotele |
1ª ed. originale | |
Genere | trattato |
Sottogenere | filosofia |
Lingua originale | greco antico |
Struttura
modificaLa versione pervenutaci è composta da lunghi estratti[1] inclusi nel commento di Porfirio agli Armonica di Tolomeo ed è, quindi, parziale.
Gli estratti riguardano la natura della produzione sonora, con i seguenti temiː "formazione e diffusione del suono; differenze dei suoni; i vari organi fonatori; funzioni, qualità e condizioni del polmone e della trachea; l’intelligibilità della voce; percezioni ottiche e acustiche; vari tipi di suono e di rumore; Il suono degli strumenti a fiato e a corda; le diverse qualità della voce e le loro cause"[2].
L'estratto ora è generalmente considerata di Stratone di Lampsaco per la consonanza tra la teoria del suono che esso offre e quella attribuita dalle fonti al fisico greco[3]. In effetti, i cinque capitoli, sulla scia di Stratone, analizzano la meccanica, più che la psicologia, del suono e in special modo di quello vocale, utilizzando i suoni prodotti da strumenti come semplice termine di paragone[4].
Note
modifica- ^ PP. 800a-804b nella edizione di Bekker.
- ^ M. F. Ferrini, in https://u-pad.unimc.it/handle/11393/43284#.XnimEYhKjIU.
- ^ Fr. 114 Wehrli.
- ^ H.B. Gottschalk, The De Audibilibus and Peripatetic Acoustics, in "Hermes", XCVI (1968), fasc. 3, pp. 436-439.
Bibliografia
modifica- [Aristotele], I colori e i suoni, Introduzione, traduzione, note e apparati a cura di M. F. Ferrini, Milano, Bompiani, 2008.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 972161881816534100004 · BAV 492/10540 · LCCN (EN) no2021089258 · GND (DE) 4726207-2 · BNF (FR) cb15938552k (data) · NSK (HR) 000541951 |
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