Diocesi di Faenza-Modigliana

diocesi della Chiesa cattolica in Italia
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La diocesi di Faenza-Modigliana (in latino Dioecesis Faventina-Mutilensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Bologna appartenente alla regione ecclesiastica Emilia-Romagna. Nel 2021 contava 131.730 battezzati su 140.270 abitanti. È retta dal vescovo Mario Toso, S.D.B.

Diocesi di Faenza-Modigliana
Dioecesis Faventina-Mutilensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Bologna
Regione ecclesiasticaEmilia-Romagna
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoMario Toso, S.D.B.
Vicario generaleMichele Morandi
Vescovi emeritiClaudio Stagni
Presbiteri66, di cui 57 secolari e 9 regolari
1.995 battezzati per presbitero
Religiosi10 uomini, 113 donne
Diaconi15 permanenti
 
Abitanti140.270
Battezzati131.730 (93,9% del totale)
StatoItalia
Superficie1.044 km²
Parrocchie86 (5 vicariati)
 
ErezioneIII secolo (Faenza)
7 luglio 1850 (Modigliana)
in plena unione dal 30 settembre 1986
Ritoromano
CattedraleSan Pietro Apostolo
ConcattedraleSanto Stefano
Santi patroniBeata Vergine delle Grazie
San Pier Damiani
IndirizzoPiazza XI Febbraio, 10 - 48018 Faenza (Ravenna)
Sito webwww.diocesifaenza.it
Dati dall'Annuario pontificio 2017 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La concattedrale di Santo Stefano a Modigliana.

Territorio

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La diocesi, interamente in Romagna, è di dimensioni medio-piccole nel panorama italiano; è circondata dall'arcidiocesi di Ravenna-Cervia (a nord e a est), dalla diocesi di Forlì-Bertinoro (a est), dall'arcidiocesi di Firenze (a sud) e dalla diocesi di Imola (a ovest). Il suo territorio è una striscia lunga e stretta, orientata da nord verso sud: al nord si estende nelle propaggini della Pianura Padana, fin quasi a lambire le Valli di Comacchio; al centro vede la città di Faenza, che da sola raggruppa la metà della popolazione diocesana; al sud si inerpica nei colli e nei monti dell'Appennino tosco-romagnolo, fino a raggiungere lo spartiacque naturale del crinale.

 
Il territorio della diocesi

I confini della diocesi, pur rientrando entro i confini storico-geografici della Romagna, comprendono parti di territorio appartenenti a due regioni, Emilia-Romagna e Toscana, e a tre province, quelle di Ravenna, di Forlì-Cesena e di Firenze; i comuni interessati sono diciassette (da nord verso sud, Alfonsine, Ravenna, Fusignano, Sant'Agata sul Santerno, Bagnacavallo, Lugo, Russi, Cotignola, Solarolo, Faenza, Castel Bolognese, Brisighella, Riolo Terme, Modigliana, Casola Valsenio, Marradi, Tredozio). È interessante notare che, per ragioni storiche, esistono due parrocchie che non hanno continuità territoriale con il resto della diocesi: si tratta di due paesi che si trovano all'interno del territorio della diocesi di Imola, pur facendo parte della diocesi di Faenza-Modigliana.

Struttura ecclesiale

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Dal 2017 tutti i settori pastorali della curia diocesana fanno riferimento a cinque uffici:[1]

  • annuncio e catechesi;
  • società e famiglia;
  • liturgia;
  • giovani e vocazioni;
  • clero e vita consacrata.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Faenza-Modigliana.

Nel territorio sono presenti 86 parrocchie (alcune delle quali molto piccole e senza un parroco residente).

Con decreto dell'8 aprile 2007, solennità di Pasqua, il vescovo Claudio Stagni ha raggruppato le parrocchie dell'intero territorio diocesano in unità pastorali: tali unità pastorali sono state riviste il 26 gennaio 2018 e attualmente sono 18.[2] Ogni unità è formata da alcune parrocchie vicine per territorio e situazione pastorale; è retta da un presbitero coordinatore (designato dal vescovo per 5 anni) e da un'équipe (formata dai parroci dell'unità pastorale e da un rappresentante laico per ogni parrocchia); ha il compito di promuovere e coordinare l'attività pastorale comune (ad esempio: formazione dei catechisti; catechesi agli adulti; preparazione ai sacramenti; pastorale giovanile; attività della Caritas).

A loro volta le unità pastorali sono raggruppate a formare 5 vicariati foranei.[2] Ogni vicariato è affidato ad un vicario foraneo, che viene nominato dal vescovo per la durata di cinque anni dopo aver consultato tutti i presbiteri (diocesani e religiosi) residenti nel vicariato; lo stesso vicario foraneo deve appartenere al vicariato. Le sue competenze sono definite da un decreto vescovile del 15 gennaio 2008.

Situazione pastorale

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Storicamente la diocesi è sempre stata ricca di clero, mentre oggi condivide la situazione di tante diocesi italiane: età media del clero molto elevata; poche vocazioni e scarso ricambio generazionale; contrazione degli ordini religiosi che tendono ad abbandonare alcuni loro conventi e parrocchie. Questa situazione di emergenza sta spingendo due fenomeni positivi: da un lato, il tentativo di un maggior coordinamento tra le varie parrocchie attraverso la creazione delle unità pastorali; dall'altro lato, una maggiore responsabilizzazione dei laici (anche se la promozione dei ministeri istituiti e del diaconato permanente è ancora molto lenta).

In ogni caso, la diocesi riesce ad esprimere una vita di Chiesa vivace ed articolata, soprattutto grazie ai tanti giovani che si impegnano nel volontariato e ai Centri pastorali diocesani che promuovono numerose iniziative e un servizio di coordinamento.

Luoghi di vita diocesana

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo di Faenza.

Il luogo centrale della diocesi è la cattedrale di Faenza: è la chiesa propria del Vescovo, che qui compie gli atti principali del proprio magistero e della vita liturgica diocesana. La cattedrale, di influenza toscana è importante anche come espressione artistica dell'architettura rinascimentale in Romagna.

A Modigliana si trova la concattedrale di Santo Stefano.

Oltre alla cattedrale, un altro luogo di riferimento della vita pastorale è il seminario diocesano, costruito negli anni cinquanta per la formazione dei seminaristi e adibito oggi a luogo di incontri, conferenze, pastorale vocazionale (una parte del seminario, la "Casa padre Daniele", è stata intitolata al Servo di Dio padre Daniele Badiali, ucciso nel 1997 in una missione in Perù).

Da ricordare infine l'antico Eremo di Gamogna, costruito nell'XI secolo da san Pier Damiani in un impervio luogo dell'Appennino faentino. Il monastero, abbandonato e diroccato per molti secoli, è stato recentemente restaurato ed è ridiventato un luogo di spiritualità, grazie alla presenza di monaci e monache delle Fraternità monastiche di Gerusalemme.

Patroni della diocesi

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Urna con le ossa di San Pier Damiani, all'interno della cattedrale di Faenza.

Nel 1931 fu proclamata patrona della diocesi Maria, venerata col titolo di Beata Vergine delle Grazie. Viene festeggiata solennemente il sabato precedente la seconda domenica di maggio (in pratica, in occasione della festa della mamma). L'iconografia raffigura la Vergine delle Grazie nell'atto di spezzare delle frecce, che rappresentano i flagelli e i pericoli da cui lei offre protezione. Tale iconografia risale al 1412, quando venne dipinta su affresco nell'antica chiesa di Sant'Andrea in vineis (oggi San Domenico), come ringraziamento per la liberazione da una pestilenza. In seguito ad altri episodi ritenuti miracolosi, nel 1765 l'affresco venne staccato e portato in cattedrale, nella cappella sinistra del transetto; la cappella, riccamente ornata, è stata eretta a santuario diocesano e conserva tuttora l'immagine. L'affresco mutilo mostra solo il volto e il busto di Maria; le braccia e le mani con le frecce spezzate sono andate perdute, ma sono testimoniate da centinaia di rappresentazioni popolari del territorio.

Patrono secondario della diocesi è San Pier Damiani, il cui corpo è custodito nella cattedrale stessa; la sua festa liturgica ricorre il 21 febbraio.

Calendario liturgico proprio della diocesi

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La diocesi di Faenza-Modigliana ha inserito nel calendario liturgico alcune celebrazioni proprie, secondo uno schema approvato della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti nel 1975; allora le due diocesi di Faenza e di Modigliana erano ancora separate e il seguente calendario fu approvato per la sola diocesi di Faenza.

Data Celebrazione Grado
21 febbraio San Pier Damiani, patrono secondario della diocesi Festa
sabato prima della seconda domenica di maggio Beata Vergine Maria delle Grazie, patrona principale della diocesi Solennità
22 maggio Santa Umiltà Memoria
23 maggio Beato Giacomo Filippo Bertoni Memoria
23 luglio Sant'Apollinare, patrono dell'Emilia-Romagna Festa
27 luglio Beato Nevolone Memoria
30 luglio San Terenzio Memoria facoltativa
14 ottobre Dedicazione della basilica cattedrale Festa

Sede di Faenza

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Documenti storici attestano la presenza al sinodo romano del 313 di un vescovo Constantius a Faventia: è questa la data più antica a cui si può far risalire la diocesi di Faenza, anche se è legittimo pensare che il cristianesimo fosse organizzato in diocesi già nel III secolo. Nello stesso sinodo romano viene citato un Sanctus Sabinus come predecessore di Costanzo; dal XVI secolo questo Sabinus è stato identificato con il Savino di Spoleto, ma senza alcun fondamento[3].

Suffraganea dell'arcidiocesi di Milano durante il IV secolo (esiste una lettera di sant'Ambrogio indirizzata ad un vescovo faentino), la diocesi passò poi alla provincia ecclesiastica di Ravenna, dopo che questa nel 402 divenne capitale dell'Impero Romano.

Liutprando conquistò e distrusse la città di Faenza nel 740, ma poi ne curò la ricostruzione, estendendo anche l'area di influenza della diocesi fin quasi alle porte di Ravenna. Attorno all'anno 743 il re longobardo, su pressione di papa Zaccaria, donò al vescovo di Faenza le pievi di San Pietro in Sylvis (presso Bagnacavallo), San Giovanni in Lyba (presso Fusignano), Santo Stefano in Barbiano e Sant'Agata (odierna Sant'Agata sul Santerno)[4]. Tranne Barbiano, fanno tuttora parte della diocesi.

Nel 743 il titolo di cattedrale fu trasferito dalla chiesa di Santa Maria foris portam a un edificio situato all'interno delle mura cittadine, nello stesso luogo dove si trova l'attuale Duomo. Aveva la facciata volta a levante ed era divisa in tre navate[5]. Durante il Medioevo la cattedrale subì ripetuti incendi a causa dell'impiego del legno come materiale di costruzione. Le fiamme divamparono nel 1045, nel 1132, nel 1151 e nel 1160, finché l'anno successivo non si decise di dotare l'edificio di un tetto di tegole.

In un anno imprecisato dopo il 1099 papa Pasquale II, che ben conosceva il territorio essendo nato nell'Appennino forlivese, sottrasse Faenza dalla giurisdizione metropolitica di Ravenna, alla quale fu restituita il 7 agosto 1119 da papa Gelasio II.

A testimoniare l'importanza della diocesi durante il Medioevo, in una bolla del 1143 di papa Celestino II vengono menzionate ben ventidue pievi appartenenti al suo territorio: tante di esse avevano anche un proprio capitolo di canonici; nel 1301 vengono elencate 22 pievi, 315 parrocchie, 12 monasteri. La vicenda della diocesi seguì poi da vicino quella della città di Faenza. Vide il fiorire della vita religiosa con il massiccio diffondersi degli ordini mendicanti a partire dal XIII secolo (i Francescani furono presenti sin dal 1221)[6].

A partire dal 1509 divenne parte dello Stato della Chiesa. Conobbe poi infiltrazioni luterane, tanto da avere in tutta Italia fama di città protestante. Numerosi furono i personaggi ecclesiastici illustri: il cavaliere del Santo Sepolcro fra' Sabba da Castiglione; il vescovo Annibale Grassi, che fondò il seminario (1576) e consacrò la cattedrale (1581); il cardinale Antonio Pignatelli, poi divenuto papa Innocenzo XII. Per lunghi periodi, dal 1603 al 1726, Faenza fu sede cardinalizia.

Nel 1855 papa Pio IX rese la sede di Faenza suffraganea dell'arcidiocesi di Bologna.[7]

Il 7 ottobre 1972 la diocesi si ingrandì con le parrocchie di San Giacomo in Converselle e di Santa Maria in Ciola, nel comune di Brisighella, cedute dalla diocesi di Modigliana.[8]

Al momento dell'unione definitiva con la diocesi di Modigliana, Faenza comprendeva 80 parrocchie nei comuni di Alfonsine (5), Bagnacavallo (8), Brisighella (10), Casola Valsenio (1), Castel Bolognese (2), Cotignola (2), Faenza (39), Fusignano (4), Lugo (3), Russi (1), Sant'Agata sul Santerno (1), Solarolo (4).[9]

Sede di Modigliana

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Su istanza di Leopoldo II di Toscana, il 7 luglio 1850, con la bolla Ea quo licet[10], papa Pio IX eresse la diocesi di Modigliana, il Castrum Mutilum citato da Livio, con un centinaio di parrocchie sottratte alle diocesi circostanti, e precisamente le sedi di Faenza (48 parrocchie), Bertinoro (24 parrocchie), Sarsina (17 parrocchie) e Forlì (11 parrocchie).[11] La nuova diocesi fu resa suffraganea dell'arcidiocesi di Firenze.[11]

Il territorio della nuova diocesi comprendeva la cosiddetta Romagna toscana[12] e interessava la zona collinare al confine tra la Toscana (provincia di Firenze) e l'Emilia-Romagna (province di Ravenna e di Forlì): l'alta valle del Lamone (il centro più importante è Marradi); la vallata dell'Acerreta (con Lutirano) e del Tramazzo (con Modigliana e Tredozio); l'alta valle del Montone (con Portico di Romagna, Rocca San Casciano, Dovadola).

Il primo vescovo fu Mario Melini, di Montalcino, direttore del seminario di Pienza, che fu nominato alla fine del 1853[13] e fece il suo ingresso in Modigliana il 4 maggio 1854. L'11 novembre 1859 Melini inaugurò il seminario diocesano, che funzionava anche come collegio maschile.[14]

Il 25 marzo 1908, in forza del decreto Anno millesimo della Congregazione Concistoriale, la diocesi di Modigliana restituì a quella di Sarsina le parrocchie che le erano state assegnate nel 1850, in occasione dell'erezione della sede modiglianese.[15]

Il territorio fu modificato il 7 ottobre 1972, in forza del decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi.[8] La diocesi di Modigliana cedette alla diocesi di Faenza le parrocchie di San Giacomo in Converselle e di Santa Maria in Ciola, nel comune di Brisighella, e alla diocesi di Forlì i comuni di Castrocaro Terme e Terra del Sole, Dovadola, Portico di Romagna, Rocca San Casciano, San Benedetto in Alpe, il vicariato di Premilcuore-Fantella, le parrocchie di Santa Maria in Cuzzano e di San Biagio in Sarturano, entrambe nel comune di Tredozio, la parrocchia di San Pietro in Senzano e parte del territorio della parrocchia di Santa Maria in Limisano, nel comune di Modigliana.[16]

L'8 settembre 1973 la diocesi di Modigliana passò dalla provincia ecclesiastica di Firenze a quella di Bologna.[17]

L'unione definitiva con la diocesi di Faenza fu l'occasione per una revisione delle parrocchie diocesane che furono ridotte a 9, di cui 5 nel comune di Marradi in Toscana, 2 nel comune di Modigliana e una in quello di Tredozio.[18]

Sedi unite

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Il 5 giugno 1976 Marino Bergonzini fu nominato vescovo di Modigliana e coadiutore di Faenza; il 31 agosto 1976, alle dimissioni del vescovo faentino Giuseppe Battaglia, succedette a quest'ultima sede; le diocesi vennero così unite in persona episcopi, ripristinando l'unione esistente già nella prima parte del Novecento, durante l'episcopato di Ruggero Bovelli (negli anni 1924-1929).

Il 30 settembre 1986, in forza del decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, è stata stabilita la plena unione delle due diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica, che ha conservato il medesimo territorio delle due sedi precedenti, ha assunto il nome attuale.

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Faenza

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Francesco Zanelli

Vescovi di Modigliana

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Ritratto del primo vescovo di Modigliana, Mario Melini.

Vescovi di Faenza-Modigliana

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Persone legate alla diocesi

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Cause di canonizzazione in corso

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Statistiche

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La diocesi nel 2021 su una popolazione di 140.270 persone contava 131.730 battezzati, corrispondenti al 93,9% del totale.

Nelle statistiche seguenti i dati relativi alla diocesi di Faenza e quelli relativi alla diocesi di Modigliana non possono essere sommati e confrontati con i dati relativi alla diocesi di Faenza-Modigliana; nell'operazione di accorpamento, infatti, una parte del territorio, delle parrocchie e dei sacerdoti dalla diocesi di Modigliana sono confluiti nella diocesi di Forlì-Bertinoro.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
diocesi di Faenza
1908 ? 103.962 ? 360 347 13 ? 114
1950 124.000 125.000 99,2 280 231 49 442 69 448 118
1970 127.000 128.000 99,2 231 176 55 549 62 450 123
1980 132.500 135.000 98,1 190 158 32 697 37 320 124
diocesi di Modigliana
1950 41.227 41.260 99,9 103 92 11 400 14 146 83
1969 23.462 23.531 99,7 71 67 4 330 4 113 70
1980 10.430 10.500 99,3 22 22 474 48 41
diocesi di Faenza-Modigliana
1990 119.610 123.275 97,0 190 163 27 629 34 251 89
1999 118.600 122.018 97,2 166 141 25 714 34 249 89
2000 116.127 120.207 96,6 153 132 21 759 30 214 89
2001 116.000 121.000 95,9 146 127 19 794 2 25 197 89
2002 116.000 121.000 95,9 142 124 18 816 2 25 174 89
2003 116.000 121.000 95,9 134 127 7 865 3 12 207 88
2004 116.000 121.000 95,9 128 121 7 906 3 12 205 88
2006 113.000 126.034 89,7 118 111 7 957 5 12 223 88
2013 132.259 140.821 93,9 92 82 10 1.437 11 14 141 88
2016 134.652 143.400 93,9 74 65 9 1.819 14 12 132 88
2019 132.900 141.500 93,9 71 62 9 1.871 15 10 123 87
2021 131.730 140.270 93,9 66 57 9 1.995 15 10 113 86
  1. ^ Settori pastorali, su diocesifaenza.it. URL consultato il 6 ottobre 2024.
  2. ^ a b Territorio, su diocesifaenza.it. URL consultato il 6 ottobre 2024.
  3. ^ Diocesi di Faenza - Modigliana, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 24 dicembre 2019.
  4. ^ Mino Martelli, Storia di Lugo di Romagna in chiave francescana, Lugo, Walberti, 1984, p. 46.
  5. ^ La Beata Vergine delle Grazie nella storia, su historiafaentina.it. URL consultato il 25 aprile 2020.
  6. ^ Mino Martelli, Storia di Lugo di Romagna in chiave francescana, Lugo, Walberti, 1984, p. 37.
  7. ^ Bolla Vel ab antiquis, in: Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, Venezia, 1859, vol. XV, pp. 298–309.
  8. ^ a b (LA) Decreto Quo aptius, AAS 64 (1972) pp. 789-787.
  9. ^ Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale, nº 3, 5 gennaio 1987, pp. 32-34. In questo numero della Gazzetta Ufficiale è contenuto l'elenco delle 80 parrocchie della diocesi che ottennero la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto" dal Ministero dell'Interno, in forza della Legge 20 maggio 1985 n. 222, art. 29. Tale qualifica fu concessa con decreto ministeriale del 19 dicembre 1986 su richiesta del vescovo di Faenza del 15 luglio precedente.
  10. ^ O. Werner, Orbis terrarum catholicus, 1890, p. 23.
  11. ^ a b Diocesi storica di Modigliana, BeWeB, Portale dei beni culturali ecclesiastici.
  12. ^ Arnaldo Nesti, Alle radici della Toscana contemporanea, 2008, p. 194.
  13. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. 78, Venezia, 1856, p. 55.
  14. ^ Il perché della Cattedrale a Modigliana, su parrocchiamodigliana.it. URL consultato il 6 ottobre 2024.
  15. ^ (LA) Decreto Anno millesimo, in Pii X pontificis maximi acta, vol. V, Romae, 1914, pp. 193-196.
  16. ^ Decreto della Congregazione per i vescovi del 7 ottobre 1972 menzionato nel decreto del Presidente della Repubblica, che riconosce gli effetti civili di questo cambiamento, del 2 agosto 1974, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 285 del 31 ottobre 1974.
  17. ^ (LA) Decreto Concilii Oecumenici, AAS 65 (1973), p. 507.
  18. ^ Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale, nº 285, 9 dicembre 1986, p. 13. In questo numero della Gazzetta Ufficiale è contenuto l'elenco delle 9 parrocchie della diocesi che ottennero la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto" dal Ministero dell'Interno, in forza della Legge 20 maggio 1985 n. 222, art. 29. Tale qualifica fu concessa con decreto ministeriale del 20 novembre 1986 su richiesta del vescovo di Modigliana del 15 luglio precedente.
  19. ^ Secondo Lanzoni, i vescovi Egidio e Giusto, riportati dalla cronotassi tradizionale di Faenza, non sono attribuibili a questa sede. Giusto, per la corruzione dei manoscritti, potrebbe essere un vescovo faventinus, ma anche falerinus.
  20. ^ Paola Novara, Documenti epigrafici nelle chiese rurali della Romagna: una nuova analisi del ciborio della chiesa di San Pietro in Sylvis di Bagnacavallo, Studi romagnoli, LXX, 2019, 431-454. Questo vescovo, noto per un'iscrizione marmorea della pieve di San Pietro in Sylvis di Bagnacavallo, è attribuito da eruditi locali anche alla diocesi di Imola (Strocchi, p. 36) o identificato con l'omonimo arcivescovo di Ravenna della prima metà del IX secolo (Strocchi, p. 38).
  21. ^ a b c d e f g h i j k (DE) Gerhard Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern : mit den listen der bischöfe, 951-1122, Leipzig-Berlin, 1913, p. 170–172.
  22. ^ v. Eutichio nel Dizionario Biografico degli Italiani.
  23. ^ Secondo altre fonti, Giacomo. La famiglia Bénier (Benerii in latino) era originaria di Cahors (Francia).
  24. ^ Il 9 febbraio 1811 fu nominato patriarca di Venezia da Napoleone e mai riconosciuto da papa Pio VII, che continuò a considerarlo vescovo di Faenza; caduto l'impero napoleonico, si dimise da patriarca il 5 maggio 1814 e con il permesso del papa fece ritorno alla sede di Faenza: Lucia Sebastiani, Bonsignori (Bonsignore), Stefano, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 12, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1971. URL consultato il 5 luglio 2017.
  25. ^ Nominato arcivescovo titolare di Nicosia.
  26. ^ Destinatario dell'epistola Novimus di papa Pio X
  27. ^ Nominato vescovo titolare di Sebastopoli di Tracia.
  28. ^ AAS 16 (1924), p. 130.
  29. ^ AAS 16 (1924), p. 331.
  30. ^ Contestualmente nominato vescovo titolare di Montecorvino.
  31. ^ Quinto Cappelli, Un Vescovo fra il Concilio di Trento e il Vaticano II. Antonio Ravagli nel centenario della nascita (1907-2007), Portico di Romagna, 2007.
  32. ^ Don Giulio Facibeni, Scritti, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1960, p. 6.

Bibliografia

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Voci correlate

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