Elio Monari

presbitero, partigiano e antifascista italiano

Elio Monari nome di battaglia "don Luigi" (Spilamberto, 25 ottobre 1913Firenze, 16 luglio 1944) è stato un presbitero e partigiano italiano, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Elio Monari

Biografia

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Nato da famiglia contadina, viene ordinato sacerdote il 28 giugno 1936; successivamente insegna lettere nel Seminario Diocesano di Modena, dove è collega di don Abele Conigli, futuro vescovo di Sansepolcro e padre conciliare. Dopo l’8 settembre si impegna nella Resistenza, aiutando, con il collega don Mario Rocchi, i militari sbandati, ex prigionieri alleati, ebrei e patrioti che stavano per essere deportati in Germania. In questa sua opera trova aiuto anche da parte di Ermanno Gorrieri, il quale, nel 1943 era stato nominato rappresentante della Democrazia Cristiana, nel CLN[1].

Si trova a capo di una organizzazione con collegamenti che andavano dalla Svizzera a Roma, la quale riesce a portare in salvo diverse decine di persone. Fino a febbraio 1944 la sua attività non desta sospetti, ma l’attenzione della polizia fascista si sposta su di lui quando usa un suo abito talare per far evadere dall’ospedale di Modena un partigiano ferito. Il partigiano è un maestro, Alfeo Martini[2], il quale comunque il 30 settembre 1944 verrà catturato e dopo essere stato torturato, impiccato assieme ad altri partigiani.

Lasciata Modena si rifugia in montagna a Farneta di Montefiorino, qui diventa cappellano partigiano nella Brigata Italia con il nome di battaglia di “Don Luigi”. Il 5 luglio 1944, durante un rastrellamento e negli scontri conseguenti nella piazza principale di Piandelagotti, vede un uomo ferito, vicino ad una postazione partigiana. Don Elio esce allo scoperto per raggiungerlo e assisterlo. Mentre è chino su di lui viene catturato da due soldati tedeschi[3].

Trasportato da Pievepelago a Firenze nella famigerata “Villa Triste” e viene torturato per diversi giorni. Viene portato e giustiziato assieme ad altri partigiani alle Cascine, all’alba del 16 luglio. La data e le modalità dell'esecuzione rimangono ignote per quasi settant’anni[4]. L’ultimo indizio noto: una tonaca, notata nelle immondizie da una donna che il 16 luglio era andata in via Bolognese, dove stanziavano i fascisti della Banda Carità. Dei corpi dei giustiziati si trova traccia solo 12 anni dopo e i resti vengono collocati in una cappella del cimitero di Rifredi.

Portano il nome di Don Elio Monari vie urbane a Modena, Spilamberto, Vignola, Fiumicino e una Unione sportiva a Modena.

Onorificenze

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«Ministro di cristiana carità e patriota di sicura fede, subito dopo l’armistizio si prodigava con solerte e generosa attività nel soccorrere internati italiani e prigionieri alleati, molti ponendo in salvo ed alcuni sottraendo a morte sicura. Primo tra i cappellani di unità partigiane operanti nell’Appennino Modenese era a tutti di indimenticabile esempio, sia nel santo esercizio della sua missione, sia nei pericoli del combattimento che sempre affrontava con valore di soldato e pietà di sacerdote. Per soccorrere un morente presso le linee nemiche e (come aveva a dire ai compagni prima di uscire dai ripari) per dare la vita allo scopo di salvare un’anima, veniva catturato dai tedeschi, spogliato delle vesti sacerdotali, brutalmente percosso ed avviato a lungo martirio nelle carceri di Firenze. Fra le atroci sevizie, sopportate con la fermezza dei forti, sempre incoraggiava e confortava i compagni sofferenti e li benediceva prima di avviarsi all’estremo sacrificio.[5]
— Firenze, Piazza Washington, luglio 1944.
  1. ^ Sito Fondazioni Gorrieri - Biografia Ermanno Gorrieri Archiviato il 20 ottobre 2007 in Internet Archive.
  2. ^ Sito INSMLI - biografia Alfeo Martini Archiviato il 20 marzo 2008 in Internet Archive.
  3. ^ Enrico Ferri, Il sorriso dei ribelli. Don Elio Monari e la rete modenese di soccorso a ebrei e soldati alleati, Giuntina, Firenze 2013, pp. 106-112 dà la ricostruzione documentale della cattura, prigionia e morte, precisando la data dell'esecuzione e il fatto che il moribondo che assisteva era un combattente ferito, ma non un militare tedesco.
  4. ^ Sono stati pubblicati per la prima volta da Enrico Ferri, Il sorriso dei ribelli. Don Elio Monari e la rete modenese di soccorso a ebrei e soldati alleati, Giuntina, Firenze 2013, pp. 106-112.
  5. ^ Quirinale Scheda 13862

Bibliografia

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  • G. Paolo Feltri, Don Elio Monari, Comitato onoranze D[on] E[lio] M[onari], Modena 1953, 31 p.
  • Casimiro Bettelli, I preti uccisi, Teic, Modena 1985, 79 p.
  • Luigi Paganelli, Don Elio Monari e Chiesa e società a Modena tra guerra e Resistenza 1940-1945, Mucchi, Modena 1990, 126 p.
  • Enrico Ferri, Il sorriso dei ribelli. Don Elio Monari e la rete modenese di soccorso a ebrei e soldati alleati, Giuntina, Firenze 2013
  • Angelo Zelio Belloni, Don Elio Monari "o è un pazzo o è un santo", San Lorenzo, Reggio Emilia 2024

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