Enrico Nencioni
Enrico Nencioni (Firenze, 1º gennaio 1837 – Ardenza, 25 agosto 1896) è stato un poeta, critico letterario e traduttore italiano.
Biografia
modificaNato a Firenze nel 1837, da Angiolo e Carolina Mangani, Nencioni contribuì significativamente alla divulgazione della letteratura inglese nell'Italia post-unitaria, grazie ai suoi saggi critici (pubblicati postumi) e alle sue traduzioni. Fu anche poeta e nei suoi componimenti descrisse i tormenti intimi del dolore umano.
Nel 1856 aderì al gruppo degli Amici pedanti, a cui capo si trovava Giosuè Carducci, di cui fu intimo amico sin dalla giovinezza (con lui aveva frequentato il liceo alle Scuole Pie degli Scolopi a Firenze). Ebbe in seno agli Amici una posizione diversa dagli altri. Mentre essi erano in quegli anni chiusi alle esperienze romantiche italiane e straniere e difendevano strenuamente il classicismo, Nencioni ebbe ammirazione per i classici come per le sperimentazioni tedesche e scandinave.
Infatti, quando nel 1856 Giuseppe Torquato Gargani - altro esponente dei Pedanti assieme a Giuseppe Chiarini e Ottaviano Targioni Tozzetti - scrisse una Diceria a condanna dei versi di gusto pratesco che il poeta livornese Braccio Bracci aveva dato alle stampe con il titolo Fiori e Spine, Nencioni si schierò dalla parte dei detrattori della Diceria, e per dimostrarlo scrisse su Lo Spettatore dei versi intitolati Al Manzoni[1].
Pubblicò alcuni versi durante la giovinezza, e dopo lo scioglimento degli Amici Pedanti fu per due decenni precettore privato. In questo lungo lasso di tempo non scrisse quasi nulla, ma si nutrì costantemente di importanti letture - con una particolare predilezione per la letteratura inglese - che fecero di lui un uomo di vastissima cultura e che utilizzerà successivamente per i numerosi articoli che vedranno la luce sulle più significative riviste letterarie.
Il 27 ottobre 1880 si sposò a Firenze, e a novembre si stabilì nella capitale, rimanendovi tre anni, in una modesta abitazione di via Goito. Collaborò a importanti riviste quali il Fanfulla della domenica, la Domenica letteraria e Nuova Antologia. Nel 1883 ottenne, grazie all'interessamento di Ferdinando Martini - e per suo tramite del Ministro dell'Istruzione Guido Baccelli - un posto all'Istituto magistrale femminile di Firenze, cui si aggiunse in seguito una cattedra presso l'Istituto della SS. Annunziata.[2] Morì nel 1896 ad Ardenza, allora comune autonomo nei pressi di Livorno (oggi quartiere della città labronica), dopo un anno e mezzo di malattia.
Dopo la morte furono curate due edizioni dei suoi studi di letteratura inglese ed italiana, rispettivamente nel marzo 1897 e nel 1898, in quest'ultimo caso con una prefazione di Gabriele D'Annunzio. Quando nel 1900 gli amici ne inaugurarono la tomba al cimitero di san Felice a Ema, Carducci inviò una missiva carica di commozione in cui esprimeva la più viva ammirazione per l'amico defunto.[3]
Opere
modifica- Poesie (1880)
- Medaglioni (1885)
- Saggi critici di letteratura inglese (1897)
- Saggi critici di letteratura italiana (1898)
- Nuovi saggi critici (1909)
Note
modifica- ^ G.Chiarini, Memorie della vita di Giosue Carducci (1835-1907) raccolte da un amico, Firenze, Barbera, 1920, pp.63 e ss.
- ^ G.Chiarini, pp.327-330
- ^ Carducci e Nencioni si erano conosciuti nel 1849 ed avevano intrattenuto un'intensa amicizia durata quasi mezzo secolo. Già nella prefazione all'edizione barberiana delle proprie poesie, nel 1871, Giosuè riconosceva: «Sentirei d'essere ingrato se non ricordassi almeno a me stesso quanto io debbo al fraterno ingegno di Enrico Nencioni, che mi fu sin dai primi anni aiutatore, coll'ardor suo e coll'esempio, al culto di ciò che è bello in ogni forma».
Bibliografia
modifica- Benedetto Croce, La letteratura della nuova Italia. Volume II, Bari, Laterza.
- Giuseppe Chiarini, Memorie della vita di Giosue Carducci (1835-1907) raccolte da un amico, Firenze, Barbera, 1920.
Altri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a Enrico Nencioni
- Wikiquote contiene citazioni di o su Enrico Nencioni
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Enrico Nencioni
Collegamenti esterni
modifica- Nencióni, Enrico, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Pietro Paolo Trompeo, NENCIONI, Enrico, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
- Nencióni, Enrico, su sapere.it, De Agostini.
- Mauro Marrocco, NENCIONI, Enrico, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 78, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013.
- Enrico Nencioni, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Enrico Nencioni, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- Opere di Enrico Nencioni, su Liber Liber.
- Opere di Enrico Nencioni, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Enrico Nencioni, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere di Enrico Nencioni, su Progetto Gutenberg.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 13172074 · ISNI (EN) 0000 0001 1743 9325 · SBN RAVV064809 · BAV 495/87351 · LCCN (EN) n79041589 · GND (DE) 121742814 · BNF (FR) cb129931434 (data) · J9U (EN, HE) 987007277652805171 |
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