Fereclo
Fereclo (in greco antico: Φέρεκλος) è un personaggio dell'Iliade, il poema omerico incentrato sulla guerra fra Achei e Troiani, scaturita dal rapimento di Elena ad opera di Paride, per il quale costruì le navi che lo condussero a Sparta[1].
Fereclo | |
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Saga | Ciclo troiano |
Nome orig. | |
1ª app. in | Iliade di Omero |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | maschio |
Luogo di nascita | Troia |
Professione | architetto, guerriero |
Il mito
modificaGiovane guerriero troiano figlio dell'Armonide Tettone, venne ucciso in combattimento da Merione, che lo colpì a una natica con la lancia mentre fuggiva.
" Prole del fabbro Armónide, Fereclo
Da Merïon fu spento. Era costui
Per tutte guise di lavori industri
Maraviglioso, e a Pallade Minerva
Caramente diletto. Opra fur sua
Di Paride le navi, onde principio
Ebbe il danno de' Teucri, e di lui stesso,
Perché i decreti degli Dei non seppe.
L'inseguì, lo raggiunse, lo percosse
Nel destro clune Merïone, e sotto
L'osso vêr la vescica uscì la punta.
Gli mancâr le ginocchia, e guaiolando
E cadendo il coprì di morte il velo ".
(Omero, Iliade, V, traduzione di Vincenzo Monti)
Interpretazione
modificaEra stato dunque Fereclo a costruire la flotta con cui Paride si recò a Sparta per rapire Elena, nonostante gli oracoli avessero preannunciato la guerra che ne sarebbe scaturita. Si può ritenere che questo personaggio riceva la giusta punizione per aver collaborato a un'impresa scellerata quale era appunto il ratto di Elena: la sua stessa morte ha peraltro ben poco di eroico, in quanto egli viene colpito all'inguine ed emette l'ultimo respiro mentre cade inginocchiato.
Note
modifica- ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, epitome 3.2
Bibliografia
modifica- Omero, Iliade, V.