Ferrovia Chivasso-Alessandria

linea ferroviaria italiana

La ferrovia Chivasso-Alessandria è una linea ferroviaria di interesse regionale nata storicamente dall'unione della ferrovia Chivasso-Casale Monferrato, inaugurata nel 1887, e di un tratto della ferrovia Vercelli-Casale-Valenza inaugurato nel 1857.

Chivasso-Alessandria
Stati attraversatiItalia (bandiera) Italia
GestoreRFI
Precedenti gestoriSocietà per la Strada Ferrata da Vercelli a Valenza (1857-1858)
Vittorio Emanuele (1858-1865)
SFAI (1865-1885)
Strade Ferrate del Mediterraneo (1885-1905)
FS (1905-2001)
Lunghezza67 km
Scartamento1 435 mm
Elettrificazione3 kV cc
DiramazioniAlessandria-Alessandria Smistamento
Ferrovie

La linea si completa con la breve tratta da Valenza ad Alessandria, comune alla linea Novara-Alessandria inaugurata nel 1854 e costituisce un intinerario alternativo rispetto alla ferrovia Torino-Alessandria inaugurato nel 1986.

La costruzione della Chivasso-Casale Monferrato fu annoverata tra le linee di terza categoria previste dalla Legge 5002/1879 detta anche "legge Baccarini" dal nome del Ministro dei Lavori Pubblici che la propose.

In fase progettuale, si optò per utilizzare in parte due linee già esistenti, come la Torino-Milano e la Vercelli-Valenza, limitando il tronco da costruire fra Castelrosso e Casale Popolo.

Il tronco Castelrosso-Casale Popolo fu aperto all'esercizio il 30 aprile 1887[1].

Precedentemente, dopo che nel marzo 1853 era stato costituita la Società per la Strada Ferrata da Vercelli a Valenza[2], con regio decreto 11 maggio 1854, n. 1711, il Regno di Sardegna riconobbe ad una società anonima, istituitasi appositamente, la concessione per la costruzione e l'esercizio di una linea ferroviaria che unisse la città di Vercelli a Valenza, passando nei pressi di Casale.

Nel 1855 furono avviate le gare per la costruzione dei primi due lotti dell'opera, da completarsi con un terzo appalto relativo al ponte a quattro travate metalliche sul fiume Po[2], in attesa del quale la linea fu provvisoriamente aperta il 22 marzo 1857[1].

Il 18 luglio 1858, con il completamento dell'opera, all'esercente subentro la Società Vittorio Emanuele[2] che a sua volta venne sostituita, in seguito alla legge di riordino del settore prolungata il 14 maggio 1865, dalla Società delle Strade Ferrate dell'Alta Italia (SFAI)[3]. Nuovi passaggi di consegne si ebbero nel 1885, in seguito alla legge del 27 aprile 1885 (cosiddette "convenzioni Baccarini") con il subentro della Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo, i cui servizi eserciti dalla Rete Mediterranea e nel 1905 quello delle neocostituite Ferrovie dello Stato.

Lontana dal fronte della prima guerra mondiale e poco interessata anche dalle vicende della seconda, non costituendo le località servite obiettivi strategici primari, la linea risentì di tali eventi solo per le conseguenti fluttuazioni della domanda di trasporto, iniziando nel secondo dopoguerra un periodo di costante calo dei proventi da traffico dovuto all'avvento della motorizzazione privata e a un orientamento comune non più favorevole al trasporto su ferro.

Nel quadro del più ampio progetto di costruzione di un itinerario alternativo fra Torino e Alessandria[4], sulla ex ferrovia Chivasso-Casale-Valenza, dal giugno 1986, allorché venne attivato l'esercizio in trazione elettrica sulla Casale-Valenza[5].

Nel 2001 la gestione della linea fu trasferita alla neocostituita Rete Ferroviaria Italiana.

Caratteristiche

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 Stazioni e fermate 
 
Linea per Torino
     
Linea per Aosta
 
0+000 (27+251) Chivasso 184 m s.l.m.
     
Linea per Asti
 
3+512 (30+763) Castelrosso
     
3+532 (30+783) Posto di Movimento Bivio Castelrosso (Linea per Milano)
 
canale Cavour
 
6+694 Verolengo
 
10+546 Borgo Revel
 
fiume Dora Baltea
 
17+642 Crescentino
 
San Silvestro †
 
24+061 Fontanetto Po
 
27+544 Palazzolo Vercellese
         
33+432 Trino Vercellese Tranvia per Vercelli
 
38+502 Morano sul Po
 
41+295 Balzola
     
Linea per Vercelli
 
20+666/44+907 Casale Popolo 114 m s.l.m.
     
linea per Mortara
 
18+534 fiume Po
 
17+173 Casale Monferrato 112 m s.l.m.
     
linea per Asti
 
Autostrada A26 - Strada europea E25
 
10+032 Borgo San Martino 108 m s.l.m.
 
5+352 Giarole 102 m s.l.m.
 
3+301 Villabella † 2003[6]
 
1+406 Monte Valenza † 1962[7] 103 m s.l.m.
     
0+000
14+000
linee per Novara e per Pavia
 
12+392 Valenza 112 m s.l.m.
 
9+707 galleria Valmadonna (2330 m)
 
7+377
 
6+572 Valmadonna 117 m s.l.m.
 
Autostrada A21 - Strada europea E70
     
0+000
88+522
linea per Torino
 
89+420 fiume Tanaro
     
per Alessandria Smistamento
 
90+075 Alessandria 96 m s.l.m.
     
linee per Cavallermaggiore, Savona, Genova e per Piacenza
 
linea per Ovada
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile

La linea è una ferrovia a binario unico, eccezion fatta per le tratte Chivasso-Castelrosso e Valenza-Alessandria (comuni ad altre linee invece a doppio binario), elettrificata alla tensione continua di 3000 V.

L'esercizio è regolato dal Dirigente Centrale Operativo di Torino.

Dalla fine degli anni novanta la fermata di San Silvestro risulta priva di traffico, mentre dal 14 dicembre 2003 la stazione di Casale Popolo è chiusa al servizio viaggiatori, rimanendo attiva come posto di movimento per incroci e precedenze.

Durante il 2022 nel tratto Valenza - Valmadonna sono in corso lavori per ammodernare la linea in previsione dell’apertura del Terzo Valico. Questo comporta alcuni disagi sulla linea, pertanto alcuni convogli terminano la loro corsa nella stazione di Valenza.

Percorso

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  1. ^ a b Sviluppo delle ferrovie italiane dal 1839 al 31 dicembre 1926, Roma, Ufficio Centrale di Statistica delle Ferrovie dello Stato, 1927. Vedi Alessandro Tuzza, Trenidicarta.it, 1997-2007. URL consultato il 23 gennaio 2010.
  2. ^ a b c L. Ballatore, Storia delle ferrovie in Piemonte, op. cit., pp. 63-66.
  3. ^ L. Ballatore, Storia delle ferrovie in Piemonte, op. cit., p. 79.
  4. ^ Michele Mingari, Nuove catenarie lungo il Po, in I Treni Oggi, n. 63, settembre 1986, pp. 21-22.
  5. ^ Circolari Compartimentali n. 10 e 23 del 1986
  6. ^ Circolare Compartimentale RFI 14/2003, Compartimento di Torino
  7. ^ Ordine di Servizio n. 18 del 1962

Bibliografia

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Voci correlate

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